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sabato 10 maggio 2008

Torino, ecco la protesta


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Fonte: ANSA


TORINO - Una bandiera della Palestina di quattro metri per quindici apre il corteo che si è mosso dal centro di Torino per di "no" alla scelta della Fiera del Libro di dedicare a Israele l'edizione di quest'annoLa testa del corteo è arrivata nella zona off limits, in prossimità del Lingotto dove è in corso la Fiera del Libro. In assetto di massima vigilanza ci sono centinaia tra poliziotti, carabinieri e guardia di finanza disposti su quattro file per impedire che il corteo sfondi la cosiddetta "zona rossa" nel tentativo di entrare al Lingotto. Al momento, però, i manifestanti si limitano a gridare "assassini" alle forze dell'ordine. Gli slogan inneggiano all'Intifada, alla Palestina libera e rimproverano a Bertinotti di essere "peggio dell'antrace". Su adesivi che attaccano sulle serrande abbassate dei negozi e sui pali del semaforo si legge:"Ferma il sionismo, boicotta Israele", "Boicotta Israele, boicotta la fiera del libro 2008". Tra le scritte anche l'immagine di una bandiera d'Israele a cui è affiancato il segno uguale e la svastica.CORTEO; NEGOZIANTI ABBASSANO SERRANDE ESERCIZI - Nonostante la manifestazione pro Palestina si stia svolgendo finora nella massima tranquillità, il clima di tensione di questi giorni ha indotto la stragrande maggioranza dei negozianti che hanno le loro attività lungo il percorso del corteo, ad abbassare le serrande. Si tratta di una zona molto commerciale. Due negozianti in via Genova, nell'area più vicina al Lingotto, hanno affisso sulla saracinesca un biglietto di spiegazione. Sul bar Messico "l'attività rimane chiusa per motivi di ordine pubblico". Poco più avanti un altro negozio chiede scusa ai clienti: "siamo costretti a chiudere - si legge - per motivi di sicurezza". Nell'approssimarsi della "zona rossa" tutte le vie laterali sono transennate a un centinaio di metri dal complesso del Lingotto, dove è i corso la Fiera del Libro. Decine i poliziotti e i carabinieri che presidiano.ARABO-PALESTINESI, NON CELEBRARE ISRAELE - "Si vuole celebrare uno Stato che occupa al posto di punirlo". Shokri Hroub dell'Unione democratica arabo-palestinese di Milano è arrabbiato per la presenza di Israele come ospite d'onore alla Fiera del Libro di Torino. "Siamo qui per denunciare - ha precisato - la legittimità della lotta della Palestina e, nello stesso tempo, chi legittima l'occupazione dello stato di Israele". Hroub ha poi sottolineato che "chi vuole veramente la pace dovrebbe dare diritti e dignità al popolo palestinese". "Ed invece - ha aggiunto - questo non è avvenuto. Se Israele viene invitato alla Fiera del Libro per una normalizzazione morale questa è una operazione molto pericolosa. Chi ha promosso questa iniziativa non è per la pace ma è schierato a fianco di chi occupa". Il rappresentante dell'Unione democratica arabo-palestinese é a capo della bandiera del suo paese che precede i manifestanti. Il corteo si sta svolgendo in modo regolare tra slogan a favore della Palestina e accensione di fumogeni per rendere più "colorata" la manifestazione.DISSIDENTI EBREI ALLA MANIFESTAZIONE - Quella della Fiera del Libro "non é un'operazione culturale, ma politica": così Giorgio Forti, professore emerito di Scienza all'Università di Milano, ha commentato l'iniziativa di avere Israele come ospite d'onore alla kermesse torinese. Forti oggi ha manifestato assieme a una decina di ebrei dissidenti con lo striscione bianco con la scritta in rosso: "Jews against occupation". "Sono favorevole alla cultura dei libri - ha aggiunto Forti - ma non dovevano invitare alcuni israeliani favorevoli al governo scordandone altri. Soprattutto dovevano invitare anche gli scrittori palestinesi. Ce ne sono tanti e bravi".


Michele Salvezza, il regista de LA RESISTENZA


Si chiama Michele Salvezza ed è lui la firma del prossimo video de LA RESISTENZA. Una collaborazione nata sul web e subito concretizzatasi nella produzione del video de "La storia del perdente", il brano de LA RESISTENZA contenuto nel cd "Riddim a Sud", in uscita il prossimo 22 maggio in tutti i negozi di dischi. In attesa della presentazione ufficiale del lavoro, ecco come si presenta Michele sul suo myspace:


Nasco a Torre del Greco(Na) il 10 dicembre 1978. Frequento il liceo classico, dove mi diplomo con un ricco 37 ma dove, in compenso, mi appassiono al teatro. Dopo varie esperienze maturate nel campo teatrale, dalla scrittura alla regia, mi dedico allo studio della regia del montaggio e della ripresa in digitale, frequento poi il DAMS a Bologna e partecipa a vari corsi e seminari di regia. Fondo nel 2005 la Partenopulp, dopodichè giro i miei primi, e mal riusciti, cortometraggi, quel genere di cose che vorresti nessuno vedesse, per le quali devi addurre mille scuse(poco tempo, pochi mezzi, poca esperienza, disorganizzazione), poi giro Ketamine Killers ( 2006) in sole due mezze nottate, sondando il genere horror/splatter e vengo selezionato al Joe D’ Amato horror film Festival nella sezione competitiva. anche se a dire il vero il corto presenta non poche pecche, altra esperienza utile però. Nel 2007 curo la regia, la sceneggiatura e il montaggio di Dòn assieme a Riccardo Papa(co-regia) ed Edoardo Montanari(co-sceneggiatura), vincendo la tappa di Roma del 48HourFilm Project nelle categorie miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura, arrivando poi secondo nella finale mondiale in California e ottenendo così di essere proiettato al festival di Cannes nella sezione corti oltre che la distribuzione internazionale nel dvd che raccoglie i migliori corti dell’edizione 2007. Di recente ho creato un forum dedicato al cinema, filmaking.it, con lo scopo di creare collaborazioni e confrontarsi. Attualmente sto preparando il mio nuovo cortometraggio dal titolo "il Ballo dell’impiccato" oltre a diversi videoclip musicali, inoltre collaboro con diversi gruppi teatrali come sceneggiatore e regista. Ho messo mano alla scrittura di diversi soggetti e sceneggiature per lungometraggi insieme allo sceneggiatore Massimo Vavassori. Uno dei miei sogni era quello di andare al festival di Cannes e a quanto pare l’ho realizzato molto prima del previsto. Il cinema che vorrei fosse il mio, è quello che fonde visionarietà e temi forti, Elio Petri è un maestro in tal senso, Kusturica lo stesso. Il mio bisogno di fare film è fortissimo, ai limiti del patologico, e non riesco a vedermi a fare altro, spero davvero di riuscire, diversamente mi potrete incontrare di notte sotto a qualche ponte, mentre racconto, bottiglia alla mano, di quando andai in America e a Cannes con un mio film lasciando tutti gli altri barboni a bocca aperta, in fondo qual’è il compito di un film se non quello di far sognare chi lo guarda?


State con noi amici, ci divertiremo.

LA RESISTENZA a Imola


Il Resi-live 2008 si arricchisce di una data straordinaria. Il prossimo 6 giugno, infatti, la musica de LA RESISTENZA lascia nuovamente la Puglia per giungere a Imola. Un live unico, imperdibile, che vedrà LA RESISTENZA sul palco con Raiz, Radicanto e Teresa De Sio. Stay tuned on http://www.laresistenza.it/

LA RESISTENZA su Idea Radio



Domattina alle 11, LA RESISTENZA sarà ospite di Idea Radio. E' possibile ascoltare Enrico ed Angelo dalle 11 in pi su i 100.500, 99.900,102.250 mHz. Sarà presentato il pezzo "La storia del Perdente", il brano scelto da Teresa De Sio per il progetto Riddim a Sud. More info on http://www.laresistenza.it/. Presenta Antonio Ligorio. L'intervista completa sarà disponibile per il podcasting a partire dalle 23, sempre di domani.


venerdì 9 maggio 2008

Moro e Impastato: fiamme resistenti


La mattina del 9 maggio 1978 io esistevo probabilmente solo nelle intenzioni dei miei genitori: non so immaginare l'Italia di quegli anni, non ricordo quale sia la prima volta che ho sentito parlare di Aldo Moro e di Peppino Impastato, sino a qualche anno fa non sapevo nemmeno che questi due esempi così ammirabili di coraggio intellettuale e senso civico fossero morti nello stesso giorno, vittime di due apparati di potere alternativi al potere costituito, ma vittime anche di un sistema di valori degenerato e comodamente assestato sul "non vedo, non sento, non parlo".
Aldo Moro, professore, statista, autore del cosiddetto compromesso storico che intendeva creare un governo di solidarietà nazionale includendo accanto alla DC il PCI, per noi studenti di Giurisprudenza di Bari punto di riferimento imprescindibile nello studio del diritto penale, fu "giustiziato" con due diverse armi ("perchè una si inceppò", ha poi dichiarato al giornalista Minoli Marino Moretti) da un gruppo di brigatisti rossi in un luogo che pare non essere quello dichiarato. Esiste, nel caso Moro, una verità processulamente accertata e perciò stesso ufficiale, ed esiste una verità politica, che è, per definizione, la verità dei punti di vista e dei silenzi.
Peppino Impastato, giornalista, fondatore di una delle prime radio libere siciliane, impegnato dall'adolescenza nella lotta contro la mafia, fu sequestrato, legato ai binari della ferrovia che collega Cinisi a Palermo e assassinato con una carica di tritolo posta sotto la sua schiena. Per lui lottare contro la mafia significò lottare contro la sua famiglia (il padre e altri parenti erano esponenti abbastanza affermati a Cinisi) e contro la debolezza di un tessuto sociale incancrenito dall'omertà e dall'assoggettamento.
Quella mattina di trenta anni fa l'Italia si svegliò stritolata nella morsa schiacciante di due poteri forti, molto diversi tra loro per origini e modalità di espressione, ma con gli stessi intenti eversivi. La Resistenza si unisce al grido di quanti hanno subìto, per scelta o inconsapevolmente, la violenza di questi due sistemi, e, forte di una memoria che si fa protesta, ricorda le vittime di tutte le mafie e di ogni forma di terrorismo: noi, che abbiamo quasi trent'anni, ci indignamo anche se non c'eravamo e su questa indignazione vogliamo costruire un'Italia migliore di quella che ci avete lasciato.
Perdonate la retorica e tenete, se c'è, il buono di questo sfogo.

"La mafia è una montagna di merda" - Peppino Impastato

"Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi." - Aldo Moro

Moro, 30 anni come me...




Ero nella pancia di mia mamma quando l'onerevole fu vigliaccamente trucidato...


Uccidendo un uomo non si fa la rivoluzione. LA RESISTENZA è al fianco di tutte le vittime del terrorismo.

Enrico Cervellera


Fonte: ANSA


ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha deposto una corona in via Caetani, davanti alla lapide che ricorda il sacrificio di Aldo Moro, il presidente della Dc, ucciso dalle Br, il cui corpo fu trovato, in questa strada, nel bagaglio di una Renault-4 rossa, 30 anni fa. Il presidente Napolitano è arrivato in via Caetani alle 9,45 e si è soffermato in raccoglimento davanti alla lapide che ricorda quel tragico 9 maggio di trent'anni fa, quando il presidente Moro "fu freddamente ucciso con disumana ferocia da chi tentava inutilmente di impedire un programma coraggioso e lungimirante". Nella strada erano già presenti vari esponenti politici tra cui Gerardo Bianco, Franco Pisanu, Gianfranco Rotondi, Mauro Cutrufo, Luigi Zanda, Vannino Chiti e Rosy Bindi. C'erano anche il prefetto di Roma Carlo Mosca e il questore della capitale Marcello Fulvi.Poco dopo le 10 è arrivato in via Caetani il segretario del Cdm Gianni Letta, che ha deposto una corona d'alloro davanti alla lapide che ricorda Aldo Moro. Letta si è fatto il segno della croce ed è rimasto in raccoglimento alcuni minuti davanti alla lapide, mentre una tromba intonava le note de Il Silenzio."Essere qui oggi per noi significa ricordare e rinnovare un grande dolore che non è mai venuto meno". Lo ha detto Rosy Bindi, parlando con i giornalisti in via Caetani, davanti alla lapide di Aldo Moro. La parlamentare del Pd si è commossa incontrando il fotografo dell'Ansa, che aveva scattato le prime foto del corpo del presidente della Dc nel bagagliaio della Renault rossa, e non è riuscita a trattenere le lacrime. "Il sacrificio di Aldo Moro - ha detto - come quello di tutte le vittime del terrorismo è la dimostrazione che la democrazia e la libertà non si conquistano una volta per tutte. E' nel sacrificio di autentici servitori dello Stato - ha proseguito - che si costruisce il futuro della democrazia di tutti noi". Bindi ha aggiunto che Aldo Moro è stato un politico capace di "interpretare la società e il suo cambiamento e mettere le istituzioni al servizio della societa". Rispondendo poi a un giornalista che gli chiedeva se questa sarà la legislazione della pacificazione, Bindi ha detto: "La democrazia è un processo di qualificazione, non si raggiunge una volta per tutte, ma penso che ogni legislatura sia un'occasione per fare un passo avanti".Ha reso omaggio alla lapide che ricorda Aldo Moro Walter Veltroni con una delegazione del Pd di cui facevano parte Dario Franceschini, Rosy Bindi, Franco Marini e Enrico Morando. Hanno deposto una corona e sono rimasti alcuni minuti in silenzio davanti alla lapide.

giovedì 8 maggio 2008

Torino, un libro aperto


Fonte: ANSA


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TORINO - Dopo la grande festa di ieri sera nella maestosa Reggia di Venaria, che ha accolto un migliaio di invitati, è tutto pronto al Lingotto di Torino per l'apertura della 21/a edizione della Fiera del Libro, caratterizzata da violente polemiche verbali per la decisione degli organizzatori di invitare Israele come ospite d'onore. La notte è stata tranquilla ma tutta la città è stata sorvegliata da un imponente servizio delle forze dell'ordine in attesa dell'arrivo del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che inaugurerà ufficialmente la kermesse alle ore 10.
Il presidente della Repubblica, il cui arrivo all'aeroporto Sandro Pertini di Caselle (Torino) è previsto intorno alle 9.30, si fermerà a Torino un'ora o al massimo un'ora e mezzo. Dopo l'intervento nella sala gialla e il taglio del nastro, visiterà alcuni stand e poi rientrerà immediatamente a Roma per il giuramento del nuovo Governo al Quirinale. Centinaia di persone tra carabinieri, poliziotti, finanzieri e vigili urbani garantiranno la sicurezza a Napolitano ed ai visitatori della Fiera. E per tutti i giorni della kermesse saranno un migliaio le forze dell'ordine coinvolte (servizi segreti italiani e israeliani compresi). Ciò che preoccupa di più è la manifestazione di protesta in programma sabato prossimo dove sono attese oltre cinquemila persone da tutta Italia. Il corteo partirà alle 15 da corso Marconi e si concluderà in piazza Fabio Filzi, a circa 200 metri dal Lingotto Fiere. Qui ci saranno i comizi di esponenti dell'associazione Free Palestina e del Forum Palestina, ma sarà anche data voce a palestinesi e israeliani dissenzienti che sfileranno nel corteo.


mercoledì 7 maggio 2008

Parole Fini




Autore: Marco Castelnuovo

Fonte: La Stampa



"Le contestazioni a Israele sono più gravi della morte del ragazzo".

Ed è subito polemica.

Le contestazioni contro Israele dei centri sociali e della sinistra radicale alla Fiera del Libro di Torino sono «più gravi» di quanto accaduto a Verona dove un gruppo di ragazzi di estrema destra ha aggredito e picchiato mortalmente Nicola Tommasoli. Con le parole pronunciate nel corso della prima apparizione televisiva da presidente della Camera, Gianfranco Fini scatena la durissima reazione di quella sinistra rimasta fuori dal Parlamento che arriva a sostenere che l’ex leader di Alleanza Nazionale «assolve i picchiatori fascisti e si prepara a scatenare nuove repressioni violente come quelle che egli comandò a Genova nel 2001».
Ospite di Porta a Porta con il presidente del Senato, Renato Schifani, Fini invoca la tolleranza zero» contro «i pazzi criminali» di Verona che «vanno messi in galera» ma, fa notare, che «la violenza che c’è nei confronti di Israele è di tipo politico-ideologico. I due fenomeni non sono paragonabili». Quindi «nessun tipo di solidarietà» verso gli aggressorineonazisti che hanno causato la morte del giovane Nicola ma le bandiere bruciate a Torino sono «molto più gravi perché non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che poi cercano di giustificare con una politica antisionista». Episodi, questi, messi in atto «con il consenso della sinistra radicale» che mantiene«una posizione di tipo preventivo verso gli ebrei che si nasconde dietro l’antisionismo».
Vista in Tv, la frase del presidente della Camera assume una certa connotazione. Ma certo, se isolata dal contesto risultano essere particolarmente sbagliate soprattutto a pochissime ore dalla morte di quel povero ragazzo. Fare il presidente della Camera non è come essere un leader politico. Forse questo FIni non l'ha ancora capito.

martedì 6 maggio 2008

Verona: presi anche gli altri aggressori ricercati


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Fonte: http://www.corriere.it/

VERONA - Presi anche gli ultimi due presunti componenti del gruppo che ha picchiato a morte Nicola Tommasoli la notte del primo maggio nel centro di Verona. Federico Perini, 20 anni, e Nicolò Veneri, 19, entrambi veronesi, sono tornati da Londra la notte tra lunedì e martedì per costituirsi. Bloccati dalla Digos all'aeroporto di Orio al Serio, sono stati portati nel carcere veronese di Montorio. I due hanno confessato, come avevano fatto gli altri tre componenti del gruppo neonazista. Le indagini, anche grazie alle immagini registrate da telecamere, si sono subito indirizzate verso simpatizzanti della estrema destra. L'aggressione però non avrebbe avuto motivazioni politiche: la vittima, assieme a due amici, aveva negato una sigaretta al gruppo. Il primo ad essere stato bloccato dagli investigatori era stato Raffaele Delle Donne, 19 anni, studente, poi lunedì il fermo di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20 anni, promotore finanziario. All'appello mancavano gli ultimi due, che risultavano fuggiti all'estero, prima in Austria e poi in Inghilterra. Poi anche per loro si è chiuso il cerchio.

Dunque non ce l'ha fatta Nicola Tommasoli, il giovane rimasto vittima della brutale aggressione ad opera del gruppo di cinque neonazisti. L'ospedale Borgo Trento di Verona lo ha dichiarato clinicamente morto. I genitori del ragazzo hanno deciso di donare gli organi. È passata da lesioni gravissime a omicidio l'ipotesi d'accusa nel fascicolo d'inchiesta per l'aggressione di Tommasoli. L'autopsia sul corpo di Nicola sarà disposta martedì mattina. La morte sarebbe riconducibile al vasto ematoma alla testa causato dai calci ricevuti.

***

Guardo questi cinque volti e non so se attribuire questa follia ad una ideologia che da sempre predica la violenza come stile di vita e come finalità relazionale oppure se considerarla la risposta malsana alla monotonia benestante ma povera di contenuti della vita di provincia. Forse, più semplicemente, l'omicidio di Nicola Tommasoli è solo il prodotto di cinque individualità disturbate che per uno sciagurato errore della sorte si sono attratte e hanno trovato le une nelle altre lo stimolo a delinquere.

Mentre un padre autorizza i medici ad espiantare dal corpo martoriato di suo figlio gli organi che daranno la vita ad altri, mentre un altro padre cerca per telefono di convincere suo figlio a tornare in Italia per costituirsi, il mondo della politica si interroga su quale intolleranza sia più grave: il massacro in stile fascista di chi veste in modo diverso e rifiuta una sigaretta o le bandiere israeliane bruciate dai giovani dei centri sociali alla Fiera del libro di Torino?

"Il sonno della ragione", diceva e dipingeva splendidamente Goya, "genera mostri". Certo, in questa vicenda, è un bel da farsi scegliere chi sia più "addormentato" di chi...

Marina

E' gelo sul riscaldamento globale




Fonte: disinformazione.it


E' operativo negli Stati Uniti un piano per piazzare il neo-malthusiano Albert Arnold Gore junior (vice presidente di William Jefferson Clinton e Premio Nobel per la Pace, sic!) alla Casa Bianca. Al Gore (uomo di punta dell'establishment, finanziato da multinazionali del petrolio), è un forte sostenitore di Paul e Anne Ehrlich, autori nel 1968 del libro: "La bomba demografica", che vuole attribuire alla sovrappopolazione tutti i problemi ambientali del mondo. Come vice presidente minacciò di tagliare ogni aiuto economico al Sud Africa se il paese non abbandonava i piani per produrre in proprio medicinali generici contro l'AIDS...Oggi il signor Al Gore, con la scusa del riscaldamento globale è diventato il paladino, universalmente riconosciuto, dell'ambientalismo. I suoi scopi invece sono quelli di portare avanti le più becere teorie malthusiane sulla sovrappopolazione: cioè lasciar morire o aiutarli a morire, milioni di persone nei paesi in via di sviluppo!

Redazione


Di William Engdahl - Global ResearchTratto da http://www.comedonchisciotte.org/


La bufala del riscaldamento globale smascherata da un freddo da record mondialeIl battage pubblicitario governativo e mediatico sul pericolo del riscaldamento globale che starebbe già causando lo scioglimento delle calotte polari e minacciando una catastrofe climatica planetaria, assume sempre di più i connotati di propaganda politica. Finora le nevicate di quest’anno in Nord America, Siberia, Mongolia e Cina sono state le più abbondanti dal 1966.Per il Centro Climatico Nazionale dei Dati degli USA (NCDC), a gennaio e inizio febbraio molte città americane hanno sofferto un freddo record. Secondo il NCDC, la temperatura media di gennaio “è stata di 0.3 gradi Fahrenheit inferiore alla media riscontrata nel periodo 1901-2000”.La Cina sta subendo l’inverno più rigido da un secolo a questa parte. Nel sud del Paese, dove in genere le temperature sono più miti, il freddo è stato così intenso, e così a lungo, che alcune città medio-piccole hanno dovuto fare a meno dell’elettricità per settimane, perché era impossibile riparare i guasti per il troppo freddo o per il ghiaccio.Nell’Ontario e nel Quebec i due mesi scorsi ci sono state così tante bufere di neve e ghiaccio che persino il mercato immobiliare ne ha sofferto dato che le persone preferivano starsene tappate in casa. Soltanto nelle prime due settimane di febbraio a Toronto sono caduti 70 cm di neve, battendo il record del 1950 di 66.6 cm per l’intero mese.I ghiacciai si ricompattanoTra i più drammatici risultati del freddo polare su gran parte del pianeta è il capovolgimento di quella che era la notizia più frequentemente ripetuta: lo scioglimento dei ghiacci delle calotte polari. L’autunno scorso il mondo fu scioccato dalle dichiarazioni di alcuni climatologi, secondo cui lo strato di ghiaccio ai poli aveva raggiunto il “livello più basso mai registrato”. Avevano però cautamente omesso di dire che il controllo dello spessore dei ghiacciai era iniziato soltanto nel 1972, e che ci sono prove geologiche di scioglimenti ben più importanti nel passato.Adesso, a risultato della rigidità delle recenti temperature, il ghiaccio è tornato. Secondo Gilles Langis, membro del servizio canadese delle previsioni del tempo ad Ottawa, l’inverno polare è stato così gelido che il ghiaccio non solo è stato recuperato, anzi, in molte zone è più spesso dello scorso anno di 10-20 centimetri.Pochi sanno, e i sostenitori del Riscaldamento Globale sembrano volerlo nascondere a tutti i costi, che ci sono notevoli variazioni stagionali sulla quantità di ghiaccio presente sull’oceano artico. Inoltre, gran parte del ghiaccio è coperto di neve per circa 10 mesi all’anno, e i mesi di marzo e aprile sono quelli con più neve, con variazioni dai 20 ai 50 centimetri. Lo spessore non è sempre costante, non lo è mai stato.Anomalie del Modello ClimaticoMolti tra i climatologi culturalmente onesti ammettono che le loro previsioni contengono irregolarità. Robert Toggweiler, del Laboratorio di Dinamica dei Fluidi dell’Università di Princeton e Joellen Russell, vice professore di Dinamiche Biogeochimiche all’Università dell’Arizona, due importanti fautori del Modello Climatico in discussione, di recente hanno ammesso che le previsioni basate su test computerizzati che mostrano come lo scioglimento dei ghiacciai raffreddi gli oceani, fermando la circolazione dell’acqua calda equatoriale a latitudini nordiche con il possibile innesco di un’altra Era Glaciale (come nel film del 2004 “L’alba del giorno dopo”) sono sbagliate. In un’intervista rilasciata di recente, Russell ha detto: “Non è lo sciogliersi del ghiaccio che porta le correnti oceaniche verso nord dai tropici, ma piuttosto la circolazione dei venti. I modelli climatici finora studiati non hanno tenuto ben conto degli effetti del vento sulle correnti oceaniche, per cui i ricercatori hanno pareggiato i conti riversando sull’uomo la responsabilità dell’aumento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacciai.” Beh, questo è molto interessante.Quando i professori Toggweiler e Russell riprogrammarono il loro modello includendo il ciclo quarantennale dei venti da e verso l’equatore, notarono che le correnti oceaniche che portano acqua calda dal sud al nord avevano un ovvio ruolo nel recente riscaldamento del circolo polare artico.Climatologi russi ritengono che i recenti cambiamenti climatici riscontrati a livello globale siano il risultato dell’attività solare, e non di emissioni causate dall’uomo. Un membro dell’Accademia Russa di Scienze Naturali, Oleg Sorokhtin, definisce l’incidenza dell’uomo sul riscaldamento globale come “una goccia nel mare”. Le sue ricerche dimostrano che la recente attività solare è entrata in una fase di inerzia, per cui ha suggerito alla gente di “munirsi di cappotti”.Kenneth Tapping, del Consiglio Nazionale della Ricerca canadese, che supervisiona un gigantesco radiotelescopio puntato sul sole, è convinto che se l’attività delle macchie solari non riprende presto, entreremo in un lungo periodo di clima freddissimo. L’ultima volta che il sole è stato così inerte, infatti, la terra subì una Piccola Era Glaciale che durò all’incirca cinque secoli, finendo nel 1850. I raccolti vennero meno per colpa di gravi gelate e siccità. Carestie, pesti e guerre si moltiplicarono. I porti gelarono, come anche i fiumi, per cui i commerci cessarono.Geopolitica del riscaldamento globaleL’isterismo circa il surriscaldarsi della terra è essenzialmente una trovata geopolitica delle élite planetarie, per far sì che i popoli accettino di buon grado drastici tagli al loro stile di vita che, se fossero pretesi dai politici senza un buon motivo, potrebbero innescare scioperi e proteste. Il resoconto dell’IPCC commissionato dalle Nazioni Unite sul riscaldamento globale raccomanda che un enorme 12% del Prodotto Interno Lordo mondiale sia indirizzato a “prevenire gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici”, e stima che la spesa per la riduzione di certe emissioni arriverebbe a 2.750 dollari all’anno per famiglia, sotto forma di costo energetico.Esistono oggi due principali opzioni politiche che il potere dell’establishment anglo-americano può adottare per continuare a controllare un mondo che gli sta sfuggendo rapidamente di mano. Le chiameremo Piano A e Piano B.
Piano A è quella del duo Bush-Cheney e delle grandi compagnie petrolifere e militari da loro rappresentate. Cheney e il suo grande amico, Matt Simmons, divulgarono il mito del Picco del Petrolio per far sì che la gente accettasse l’inevitabilità dell’aumento del prezzo al barile a 100 dollari e oltre. Nel frattempo il potere delle grandi compagnie petrolifere e delle forze militari ad esse correlate cresceva con l’incremento del prezzo del greggio.La Guerra Globale al Terrorismo fornì un pretesto per giustificare il controllo militare sulle maggiori riserve di petrolio e suoi transiti nel mondo. Dall’Iraq all’Afghanistan, al Kossovo, il piano degli USA e della NATO era il controllo futuro degli straordinari poteri emergenti, dalla Russia alla Cina, all’India, al Brasile al Venezuela e oltre. L’efficace lavoro diplomatico della Cina in Africa ha fatto sì che molti Paesi africani siano sul punto di allontanarsi dal controllo USA o britannico per affidare le loro risorse petrolifere ai cinesi oppure a gestirsele da soli.Se John McCain sarà scelto come presidente dalle élite di potere americane, significherà che quel programma militare e petrolifero si accentuerà, specialmente ora che gli USA stanno per affrontare una grave depressione economica.
La seconda opzione per mantenere il controllo su gran parte dell’economia mondiale, il Piano B, vede nel Riscaldamento Globale e nei “poteri deboli” delle Nazioni Unite, del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale, un veicolo più adatto per convincere la gente ad accettare di buon grado cambiamenti drastici al loro stile di vita.Barack Obama, che sembra essere la scelta delle stesse élite, la loro “ventata d’aria fresca” per rimettersi in sesto dopo il fallimento degli anni del duo Bush-Cheney, tenderebbe ad adottare l’opzione del Riscaldamento Globale dell’establishment anglo-americano, il “Piano B”, per abbassare il tenore di vita. In un suo intervento durante la campagna presidenziale a Wallingford in Pennsylvania, Obama rispose ad una domanda circa Al Gore, l’eroe del Riscaldamento Globale. Come presidente, Obama disse che avrebbe valutato l’opportunità di assegnare ad Al Gore una posizione ministeriale – o più rilevante, dicendo: “Mi premurerò di avere Al Gore seduto al tavolo di discussione, con un ruolo centrale per risolvere questo problema. Gli parlo spesso e già mi sto consultando con lui circa il da farsi, ma il cambiamento climatico esiste.”Due grandi fazioniSono due i raggruppamenti principali all’interno dei poteri politici dell’establishment occidentale, e a grandi linee condividono gli stessi fini elitari, pur divergendo sul come raggiungerli. Il loro scopo principale è quello di controllare la crescita economica e demografica del pianeta.Il primo gruppo è definito come il gruppo di Rockefeller. Ha una base di potere estesa su tutto il globo ed oggi è ben rappresentato dalla famiglia Bush, che ha iniziato proprio come braccio destro della potente macchina di Rockefeller, la cui fazione da più di un secolo basa il suo potere e prestigio sul controllo del petrolio usando interventi militari per ottenerlo. La fazione è personificata dall’uomo che dal 2001 è in effetti il presidente per quanto riguarda le decisioni da prendersi, Dick Cheney. Cheney è stato direttore generale della Halliburton Corp., che è sia la più grande società al mondo di assistenza per i giacimenti petroliferi, sia il maggior costruttore di basi militari.Il secondo gruppo si potrebbe chiamare “la fazione dei poteri deboli”, la cui filosofia può essere riassunta in una frase: “si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto”. La strada che hanno scelto di percorrere per contenere il processo demografico e per abbassare il tasso delle nascite in Cina e altrove è quella di promuovere l’inganno del riscaldamento globale e di un’imminente catastrofe climatica. Al Gore appartiene a questa fazione, come la sostiene il Primo Ministro inglese Gordon Brown, i due vedono nelle istituzioni come le Nazioni Unite un buon veicolo per propagandare il periodo di vacche magre.L’IPCC (Pannello Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) è stato ideato dalle Nazioni Unite nel suo Programma per l’Ambiente. Nonostante sia dimostrato che la metodologia scientifica usata per stilare i suoi dossier sul clima è alquanto imprecisa, essi sono sbandierati come verità sacrosante dai potenti mezzi di comunicazione che hanno alle spalle. Fanno parte di questa fazione anche il faccendiere miliardario George Soros, alcuni membri della famiglia reale inglese e diverse vecchie famiglie di ereditieri europei.La prova ambientale del riscaldamento globale sta rapidamente sciogliendosi come ghiaccio al sole, per cui non ci sorprenda che notizie sul raffreddamento delle calotte polari ed altre contrarie a quanto asseriscono i profeti del malaugurio non siano trasmesse dai media internazionali.
F. William Engdahl è autore del libro di prossima pubblicazione, “Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation” (”I semi della distruzione, l’agenda segreta della manipolazione genetica”), Global Research Publishing, e autore di “ A Century of War: Anglo-American Oil Politics and the New World Order” (“Un secolo di Guerra: la politica petrolifera anglo-americana”), Pluto Press. Può essere contattato presso il suo sito web, www.engdahl.oilgeopolitics.netTitolo originale: " Global Warming gets the Cold Freeze "Fonte: http://www.globalresearch.ca/Tradotto per www.comedonchisciotte.org da Gianni Ellena

lunedì 5 maggio 2008

Ucciso per una sigaretta




Fonte: ANSA


VERONA - I due giovani arrestati hanno ammesso la propria partecipazione al pestaggio di Nicola Tommasoli. Nella notte sono stati individuati dagli agenti della Digos in un paesino ad una ventina di chilometri di distanza da Verona, a Illasi.Si tratta di Guglielmo Corsi, 19 anni, metalmeccanico, e Andrea Vesentini, 20, promoter finanziario. Gli altri due del gruppo non ancora arrestati sono ricercati ma già identificati e non é escluso che presto si consegnino alla Digos veronese. I due arrestati, che si aggiungono a Raffaele Delle Donne - un veronese di 19 anni, studente liceale, simpatizzante della destra più estrema -, già bloccato ieri, sono già stati interrogati dal Pm Rombaldoni e hanno confermato la partecipazione al pestaggio. Sono stati condotti nel carcere veronese di Montorio.IN MATTINATA PROSSIMO BOLLETTINO MEDICOSarà emesso in tarda mattinata il prossimo bollettino medico sulle condizioni di Nicola Tommaselli, il giovane veronese vittima di un pestaggio la notte del primo maggio. Nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Maggiore Borgo Trento, a Verona, c'é silenzio. Dietro le pesanti porte antifuoco c'é la stanza dove lotta contro la morte Nicola Tommaselli. I medici ieri avevano annunciato per oggi l'inizio del periodo di osservazione per l'eventuale dichiarazione di morte cerebrale. Mentre il direttore del reparto Francesco Procacci annuncia un bollettino medico per la tarda mattinata, davanti alla porta che immette nel reparto non c'é la piccola folla dei giorni scorsi. Il silenzio è interrotto dal pianto disperato di una ragazza romena giunta da Ravenna per avere notizie della sorella in fin di vita dopo essere stata investita sabato sera mentre era a bordo di uno scooter con il fidanzato, da un Suv a Sommacampagna (Verona). PM, MOTIVI PESTAGGIO NON SONO POLITICI I motivi del pestaggio di Nicola Tommasoli non sono politici e la spiegazione della sigaretta negata è plausibile. Lo ha detto il sostituto procuratore di Verona, Francesco Rombaldoni, che conduce le indagini sull'aggressione al giovane disegnatore industriale ricoverato in coma all'ospedale di Verona.
IERICACCIA AD ALTRI AGGRESSORI Erano già ben noti a polizia e magistratura almeno tre dei cinque balordi che la notte del primo maggio hanno massacrato, con la scusa di una sigaretta negata, Nicola Tommasoli. E' stata proprio l'assurdità di quella violenza senza motivo a spingere chi già aveva avuto a che fare con loro a riaprire un fascicolo vecchio di mesi e a dare così un nome a tre degli aggressori: due di loro nel frattempo sono scappati, sembra all'estero, il terzo, un ventenne di buona famiglia, probabilmente sentito che il cerchio si stava stringendo, si è presentato in questura questa mattina, accompagnato dall'avvocato, ed ha confessato. Nicola, intanto, è nel suo letto d'ospedale, sempre in coma e dalle prossime ore, si è appreso da fonti ospedaliere, inizierà il periodo d'osservazione per dichiararne la morte cerebrale. Fuori dalla porta blu del reparto di rianimazione dell'ospedale Borgo Trento, i genitori, Luca e Maria, e gli amici piangono e aspettano in silenzio. I tre aggressori individuati dalla polizia, secondo quanto si é appreso negli ambienti investigativi, farebbero parte di un gruppo di giovani di estrema destra, molti dei quali ultrà del Verona (una delle tifoserie considerate a più alto rischio), il cui obiettivo era la "caccia al diverso". Nell'indagine chiusa un anno fa dalla Digos scaligera, che ha portato alla denuncia di 17 ragazzi tra i 17 e i 25 anni, è infatti emerso che le vittime della banda non erano solo extracomunitari ma tutti coloro che in qualche modo venivano visti come non omologabili con le loro idee. A conferma di ciò, le indagini avevano consentito di accertare violenze nei confronti di un giovane che indossava una felpa del Lecce e di due ragazzi appartenenti al centro sociale 'Chimica', aggrediti a colpi di spranga. Ancora, la banda sarebbe stata responsabile di un'aggressione ad un giovane seduto sulle scalinate di piazza Erbe, colpevole di danneggiare l'immagine di Verona 'citta' di classé. Nel corso delle perquisizioni effettuate un anno fa nelle abitazioni degli indagati, la polizia trovò cinghie, manganelli telescopici ma anche cassette video e dvd che contenevano immagini di pestaggi e documenti e materiale del 'Fronte veneto skinheads'. L'accusa contestata dalla procura di Verona ai 17 giovani individuati dalla Digos un anno fa, fu di associazione a delinquere finalizzata alle lesioni personali e alla violazione della legge Mancino contro la discriminazione razziale, etnica e religiosa. All'inizio delle indagini, gli investigatori pensavano che gli episodi fossero riconducibili a scontri tra le opposte tifoserie; con il prosieguo degli accertamenti, però, si è scoperto che la banda premeditava le aggressioni nei confronti di chi aveva stili di vita diversi a prescindere dalla sua fede calcistica. E ad unire il gruppo era la volontà di compiere gesti di violenza gratuita. La caccia al diverso, è emerso dalle indagini, iniziava in alcuni locali del centro storico di Verona frequentati il fine settimana da giovani. In queste occasioni, secondo investigatori ed inquirenti, la banda andava volutamente alla ricerca dello scontro nei confronti di chi aveva stili di vita diversi. E dunque, le aggressioni e i pestaggi non erano solo contro chi era diverso per il colore della pelle, per il paese di provenienza o per posizioni politiche, ma anche semplicemente, contro chi parlava o vestiva in modo diverso dal gruppo.

Senza un lavoro


04.05.2008, ore 00.56

di Enrico Cervellera, visita http://www.laresistenza.it/ e scopri il diario-resistente.





Quando non lavori ci sono delle cose positive:


01. Non devi sottostare a degli ordini e a degli orari.


02. Non devi preoccuparti di cucinare, probabilmente non mangerai.


03. Puoi dedicarti alla cura del tuo ego. Cosa inutile, ma la puoi fare.


04. Puoi alzarti tardi e crederti un anarchico.


05. Puoi attacare post-it con cose da non fare sull'armadio.


06. Puoi sognare un futuro migliore, tanto peggio di così...


07. Puoi imprecare sulla politica e pregiarti del tuo astensionismo.


08. Puoi pettinare le bambole. Tanti lo dicono, tu lo fai.


09. Puoi dire a tutti che in fondo è meglio così, il lavoro è roba da scemi.


10. Puoi resistere.

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