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giovedì 20 novembre 2008

SAVE THE CHILDREN, DUE MILIONI DI BIMBI MORTI IN GUERRE


Spesso mi capita di leggere e di commentare (anche su Resiblog) gli aspetti più orrendi delle guerre e dei governi più o meno coinvolti in esse.
Se penso a quanto si spende in armi e a quanto poco si spende per sfamare...
Stavolta Save the Children ha invece stimato i bambini morti a causa dei conflitti, e, a parte il dato, agghiacciante, della morte di innocenti indifesi, ciò che mi colpisce ancora di più è quell'essere di merda che è l'Uomo: oltre che uccidere, è capace anche di coinvolgere i bambini come soldati e strumenti di aggressione.
Che razza di educazione, cultura e idea potrà mai maturare nella testa dei ragazzini-soldato?
Cosa potranno mai fare da adulti, se non continuare ad alimentare ciò che hanno maturato da piccoli?
Non finiranno mai....
Non ce ne dimentichiamo...
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Fonte: ANSA
ROMA - Negli ultimi 15 anni, l'80% delle vittime civili delle guerre sono stati donne e bambini. Almeno 2 milioni di bambini sono morti uccisi dal fuoco delle armi e 6 milioni sono stati feriti, resi disabili o hanno subito traumi psicologici, obbligati ad assistere a terribili atti ed episodi di abusi e violenze. Sono i dati diffusi da Save the Children in occasione della giornata mondiale dell'Infanzia, rilevando anche che a causa della guerra 37 milioni i bambini e le bambine sono oggi esclusi dall'istruzione.L'associazione ha stimato in 22 milioni i minori profughi e sfollati a seguito di guerre. Le cui conseguenze vanno oltre la fine delle ostilità: si calcola che ogni anno siano tra 8.000 e 10.000 le giovani vittime di ordigni esplosivi, in particolare delle mine rimaste sul terreno. E sono almeno 250.000 i minori - di cui il 40% bambine - impiegati in 17 conflitti armati come soldati, spie, facchini, cuochi, "mogli" dei combattenti (nel caso delle ragazze) e arruolati in eserciti non governativi in almeno 24 nazioni e territori.

lunedì 17 novembre 2008

Genova 2001, il disastro continua


Come al solito pagano solo i pesci piccoli, quelli che quando fanno una cazzata si nascondono dietro ad un "ordini superiori" e poi in tribunale fanno ngue ngue ripetendo "ho solo eseguito degli ordini". Se qualche volta si riflettesse sulle cose che ci sono imposte, se tal altra ci si soffermasse sul perché compiere una determinata azione, le cose forse andrebbero diversamente. Non credo nella divisa, che per sua natura "divide", credo negli uomini liberi, nell'autodeterminazione di se stessi, nel valore degli ideali. Non sono un utopista alla Ruggero (il personaggio "alternativo" di Carlo Verdone"), sono un trentenne ben radicato nella sua quotidianità, semplicemente ho idea che qualcosa di migliore possa esistere. Per ora racconto storia, solo chiacchiere, ma, come si dice, per fare 1000 chilometri bisogna prima fare un passo, Io resisto se tu resisti.

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