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venerdì 11 gennaio 2008

Pecoraro


Riportiamo il post di un amico de LA RESISTENZA, Marco Leardi. Questo il suo contributo.


IL SIGNOR NO HA UN NOME: PECORARO SCANIO. UN PERSONAGGIO (ministro del governo Italiano!!) DAVVERO CURIOSO. ALDO CAZZULLO DEL CORRIERE NE TRACCIA UN PROFILO PUNTUALE, CHE DOVREBBE FAR DIVENTARE ROSSO PER LA VERGOGNA QUESTO BAMBA... VERDE.

PECORARO ER MONNEZZA
«Muoveremo l'esercito!». Il ministro Alfonso Pecoraro Scanio sorrideva felice con i collaboratori, l'altra sera, alla fine di Porta a Porta: «Allora, come sono andato? ». «Inguardabile» scrive sul suo blog Peppino Caldarola, ex direttore dell'Unità; «al confronto, Bobo Maroni pareva Churchill». Caldarola, implacabile: «Non riesce a prendere sul serio neppure le tragedie. E' ilare. Come quelli che si danno di gomito e ridono ai funerali». In effetti, Pecoraro fu fotografato sorridente in chiesa, nel maggio 2006, al funerale di tre caduti a Nassiriya. Mentre, la notte del 23 settembre scorso, a New York Prodi e D'Alema concordavano il blitz per liberare gli agenti segreti in mano ai talebani, nello stesso grattacielo lui veniva beccato dall'inviato del Corriere Maurizio Caprara «in uscita dal 27˚ piano dell'hotel Millenium, dove c'è una cinematografica piscina sospesa tra le luci della Grande Mela».

Pecoraro è l'uomo dei no. No agli inceneritori. No al decreto del governo per istituire quattro nuove discariche. No in particolare alla discarica di Serre. No alle cariche per liberare i blocchi stradali. E poi: no al vertice Nato a Napoli. No al fumo nei parchi napoletani, se nel raggio visuale del fumatore compaiono bambini o donne incinte. Ancora: no agli ogm. No all'intervento italiano in Afghanistan nel 2001. No ovviamente al ponte sullo Stretto e al tunnel della Valsusa. Ma no pure alla pesca del tonno rosso e all'albero di Natale. Eppure di sì ne ha detti molti. Sì alla nomina a «patrono del pesce azzurro» del neomelodico Gigi D'Alessio, e a subcomissario per i rifiuti di Claudio De Biasio, prontamente arrestato. In Parlamento si è battuto per la creazione del museo del mandolino, di una lotteria da abbinare al festival di Sorrento, di una cattedra di agraria a Cassino. E poi per il contratto degli operatori shiatsu, in difesa dei pit-bull, contro la sparizione dei gelati Algida nel Napoletano, «forse a opera della camorra». Suggerì di adottare in blocco le pecore sarde e di proclamare la pizza «patrimonio dell'umanità».

La grande fama venne con il coming- out, provocato da un memorabile corteo pre-Gay Pride sotto il ministero («Pecoraro vieni giù/ che sei frocio pure tu»). Ha cantato a Sanremo, ballato a Furore, fatto un coro con Alessandra Mussolini da Costanzo. Si è anche esibito con Aida Yespica al Bagaglino. Originale fu invece la torta per il compleanno di Tangentopoli, offerta davanti a Montecitorio con al posto della ciliegina un paio di manette; seguì festa al Gilda on the Beach, con Pecoraro che saliva su un cammello incitando: «Ad Hammamet!». Suo il primato di dichiarazioni all'Ansa: 2627, come da complesso calcolo aggiornato a tre anni fa. Nella classifica di Porta a Porta, invece, è secondo: con oltre cinquanta apparizioni, tallona Bertinotti. «E' che io funziono si è schermito lui - . Dicono che sia vanitoso; è vero, ma a modo mio. La mia vanità non è nell'apparire; è nel persuadere. Conquistare le anime e le intelligenze, vedere l'interlocutore battuto, l'ascoltatore sedotto: ecco la mia vanità». «Il fatto è - tagliò corto Vespa - che mentre altri fanno i difficili, ogni volta che invito Pecoraro, lui viene sempre».

giovedì 10 gennaio 2008

G8 tedesco, ma quali terroristi?


Germania, «anarchici e autonomi terroristi».

Ma la Corte federale smentisce i giudici .


Avevano torto. Nel merito e nel metodo. Le perquisizioni e i sequestri che la procura generale tedesca, lo scorso nove maggio, alla vigilia del G8 di Heiligendamm, ha effettuato in più di 40 sedi di organizzazioni della sinistra radicale, dei movimenti e in alcuni appartamenti privati tra Amburgo, Brema, Berlino, Brandeburgo, Bassa Sassonia e Schleswig-Holstein erano illegittime e, dunque, illegali. Lo ha stabilito venerdì scorso la Corte federale di Kahrlsruhe, accogliendo il ricorso di uno degli indagati accusato di terrorismo. Il nodo della vicenda ruota infatti proprio intorno all'accusa, pesantissima, di far parte di organizzazioni terroristiche, allora scaricato sulle spalle di 21 militanti dei movimenti che si stavano organizzando per contrastare il vertici degli otto grandi.Il procuratore generale Monika Harms - che ancora oggi si occupa delle indagini contro alcuni gruppuscoli della sinistra radicale tedesca rei di numerosi attentati incendiari in diverse città - era potuta intervenire proprio per aver dato una coloritura antiterroristica alla sua indagine. Quelle perquisizioni le sarebbero state, altrimenti, vietate, non essendo la procura federale responsabile per indagini locali di competenza delle polizie regionali. Allora i rappresentanti del vertice alternativo e delle azioni di protesta Block G8 denunciarono il tentativo di fermare la macchina contro-organizzativa e la pericolosa campagna di tensione e intimidazione che politica e magistratura stavano cavalcando. Montava, allora, una pericolosa tendenza a far scivolare in un sempre più indistinto calderone etichettato con il nome di "terrorismo" le istanze critiche politicamente, e anche socialmente, più dure, con il fine di screditarne l'azione e isolarle dalla società civile. Furono perquisiti il Rote Flora di Amburgo - «centro culturale autonomo occupato» dal 1988, un'istituzione nella scena della sinistra radicale tedesca - e diversi altri locali storici della capitale Berlino, come la libreria «alternativa» del Mehringhof a Kreuzberg. Luoghi e persone che con la storia del terrorismo non hanno molto da spartire. La procura federale ritenne però che gli indagati stessero preparando attentati incendiari e che, dunque, fossero terroristi. I timori furono poi clamorosamente smentiti dall'atteggiamento pacifico dei movimenti di Heiligendamm. Eppure, anche se si fosse arrivati a tanto, il paragrafo che disegna i confini entro i quali un organizzazione può essere definita terroristica - il 129a del codice penale tedesco, ridefinito nel 2003 durante il governo Schröder - esclude da tale ambito azioni violente come gli attentati incendiari contro cose o proprietà dello stato, che non danneggiano, né mettono a repentaglio la vita delle persone. L'opposizione a sinistra della Grande Coalizione ha criticato duramente la procuratrice Harms. Per il verde Ströbele ci dovrebbero essere anche conseguenze personali, per una condotta «eccessivamente dura e illegale, che ha violato numerosi diritti fondamentali degli anti-G8». Mentre Dietmar Bartsch, die Linke, ha sottolineato il «problema crescente di una corte federale che si vede costretta a censurare le azioni della procura federale per ristabilire il diritto e la giustizia». I partiti di governo, Cdu/Csu e la Spd, hanno al contrario adottato una linea difensivista, giustificando la difficile situazione che allora fu presa, come atto di estrema responsabilità: «La procura generale ha preso seriamente il pericolo che incombeva sul G8. Per questa ragione non le si possono proprio fare appunti», ha detto il vicecapogruppo al Bundestag della Cdu Wolfgang Bosbach. Non è la prima volta che la corte federale si vede costretta a ridimensionare l'operato della procura. Già lo scorso novembre i giudici di Karlsruhe avevano sollevato dall'accusa di terrorismo tre persone sospettate di essere membri del Militante Gruppe (Mg), un'organizzazione d'estrema sinistra rea di numerosi incendi in diverse regioni tedesche. La corte federale chiarì che per essere considerata terroristica, un'organizzazione deve procurare allo stato «danni considerevoli», ben altro, cioè, che gli attentati incendiari in questione. La sentenza portò allora all'immediata scarcerazione di tre sospetti membri di Mg, in regime di carcerazione preventiva, e alla riformulazione dell'accusa in appartenenza ad un'organizzazione criminale e tentato incendio doloso.


Fonte: Liberazione

Andavo a 100 all'ora


Fonte: larepubblica.it


Limiti di velocità, sanzioni e comportamento degli automobilisti al volante: tutto è avvolto dalla più totale ipocrisia perché in pratica si ha la certezza di essere impuniti ben oltre i limiti di legge, con sanzioni leggerissime per chi va davvero forte, in barba alla tanto decantata "massima severità". Qualche esempio: se in autostrada si viaggia a 178 Km/h effettivi, circa 190 Km/h di tachimetro, si ha la certezza di avere al massimo una sanzione di 148 euro e solo 5 punti decurtati dalla patente. Mentre se invece si va a 147 effettivi (155 di tachimetro) la sanzione diventa di 36 euro e non c'è nessuna sottrazione di punti. Se, infine, ci si limita ad andare a 136 Km/h effettivi (un soffio oltre i 140 di tachimetro), si ha la certezza di passarla liscia. I tachimetri - per ovvi motivi di sicurezza - mostrano sempre velocità superiori a quelle reali, con uno scarto fisiologico variabile dal 3 al 7% e questo già "regala" un piccolo bonus, sia pure fittizio agli automobilisti. Ma il problema vero nasce dal fatto che per legge le velocità reali, quelle cioè accertate dalle forze dell'ordine con Tutor, Autovelox e radar devono essere "scontate" del 5 per cento e, in ogni caso come minimo di 5 km/h. Così, per capirci, se in città, si viene "pizzicati" a 55 km/h, applicando lo scontro del 5% (2,75 km/h, arrotondati a km/h 5) si arriva alla 50 km/h, ossia alla velocità uguale al limite massimo imposto: nessuna violazione. Gli automobilisti quindi ricevono verbali d'infrazioni con importi già ridotti e questo se da un lato vanifica l'altro luogo comune ("mi hanno multato per un solo Km in più") perché in realtà si viaggiava ben oltre il limite, dall'altro trasforma il nostro sistema sanzionatorio in una mera questione di soldi. Basta solo pagare per farla franca. E spendendo 250 euro in più - per colpa del folle articolo 126bis del Codice della Strada - si ha la possibilità di non dichiarare chi era alla guida in quel momento e quindi non perdere neanche un punto dalla patente. La cifra, 250 euro, è unica, prescinde completamente dal proprio reddito ed è una piccola ingiustizia per chi è più povero perché è chiaro che chi viaggia su una Porsche da 100 mila euro o una Ferrari da 200 mila euro può sopportare senza problemi multe di ogni tipo, per esempio 148 euro e quindi viaggiare impunemente a 180/190 orari di tachimetro. Il caso diventa clamoroso in situazioni limite, quelle da pirati della strada: chi si lancia a 200 Km/h effettivi in autostrada (oltre 210 di tachimetro) invece di finire dritto in galera come avviene negli Stati Uniti se la cava con una multa di 370 euro. E solo se dichiara chi c'era al volante (cosa che ovviamente non fa nessuno) subisce la decurtazione di 10 punti dalla patente, la sospensione del permesso di guida da 1 a 3 mesi e poi il provvedimento di inibizione alla guida del veicolo, nella fascia oraria che va dalle ore 22,00 alle ore 7,00 del mattino, per i tre mesi successivi alla restituzione della patente di guida. Inoltre, se il titolare di patente commette una ulteriore violazione nel corso del biennio, la sospensione della patente è da 8 a 18 mesi. Una severità insomma, solo teorica, aggirabile facilmente con l'obolo dei 250 euro... Lo studio, dettagliatissimo, dei "veri limiti italiani" arriva dall'Asaps, associazione amici della Polizia stradale che da anni si batte con tutte le forze per i temi della sicurezza stradale e non da qualche club di scatenati amanti della velocità o delle supercar. "Non vogliamo spingere nessuno a comportamenti illeciti, spiega Giordano Biserni, il punto è che ormai in Italia guidano tutti al limite della disponibilità di spesa e sarebbe semplicemente ipocrita non riconoscerlo: sarebbe bene invece colmare questo lacuna normativa che rende possibile viaggiare, senza pesanti conseguenze, ben oltre i limiti di velocità". Difficile dare torto a Biserni: nel 2007 la sola Polizia Stradale ha rilevato 2.527.110 infrazioni al codice, il 7,3% in più rispetto al 2006, ritirato 76.392 patenti (+8%) e cancellato 3.370.539 punti (+22,8%). Italiani brava gente, ma non al volante. (10 gennaio 2008)


mercoledì 9 gennaio 2008

Surprise Hillary


Le lacrime della vigilia e la caccia al voto in extremis hanno compiuto un miracolo politico per Hillary Clinton. Cancellando d'un colpo sondaggi negativi e persino voci di ritiro, la senatrice è emersa dalle primarie in New Hampshire vincente, carica di rinnovata energia e pienamente in corsa per la Casa Bianca. Un verdetto che rappresenta una brusca frenata per le ambizioni del senatore nero Barack Obama, di cui i sondaggi alla vigilia prevedevano un'affermazione schiacciante dopo la vittoria nella prima tappa in Iowa. Nella notte della vittoria dell'ex First Lady tra i democratici, il piccolo stato nel nordest degli Stati Uniti ha offerto all'America e al mondo anche il ritorno sotto i riflettori del 'vecchio guerriero' John McCain, che si è imposto margine di 5-6 punti su Mitt Romney tra i repubblicani. Tra la Clinton e Obama è stato invece un testa a testa da brivido, concluso con un distacco minimo. Del tutto smentiti sono risultati i sondaggi della vigilia, che indicavano il senatore nero avanti di ben 10 punti. Il New Hampshire, con il suo 44% di elettori che si professano indipendenti e spesso non si schierano fino all' ingresso nel seggio, si è rivelato ancora una volta imprevedibile. I sondaggi, aggiornati a domenica sera, sono stati ribaltati nel giro degli ultimi due giorni, quando ha dato i frutti la caccia frenetica al voto lanciata in extremis da Hillary Clinton e dal marito Bill in tutto lo stato. E ad aiutare potrebbero essere stati anche gli occhi lucidi e la commozione che la senatrice ha mostrato alla vigilia, parlando con alcuni elettori: un'immagine diversa da quella che solitamente l'accompagna, che ha dominato i palinsesti televisivi anche durante il giorno del voto. A differenza di quanto era avvenuto in Iowa, in New Hampshire sono state le donne, secondo le prime analisi, a dare la vittoria finale all'ex First Lady. In New Hampshire, ha detto la Clinton ai sostenitori a Manchester, "ho trovato la mia voce...e sono venuta qui questa notte con il cuore pieno di gioia". Bill l'ha accompagnata sul palco, ma poi è sceso e l'ha lasciata sola: un altro segnale di un cambio di rotta strategico rispetto all'Iowa. Obama, nell'ammettere la sconfitta di fronte ai sostenitori riuniti in una palestra a Nashua, si è congratulato con la Clinton per la vittoria in una sfida "combattuta duramente", ma ha detto di essere ancora "incandescente" e pronto a vincere "e guidare il paese in una direzione fondamentalmente diversa". McCain ha messo a segno un bis del trionfo che aveva ottenuto qui nella sua prima campagna presidenziale nel 2000, quando aveva sconfitto George W.Bush. All'epoca, alla vittoria in New Hampshire non erano seguiti altri successi e Bush aveva riorganizzato le truppe e ottenuto la nomination. Stavolta il panorama dei candidati repubblicani è assai più incerto. Con la campagna che si sposta nel sud, è possibile che riemerga Mike Huckabee, il vincitore della prima tappa elettorale in Iowa, che in New Hamphsire ha avuto un terzo posto di tutto rispetto scavalcando Rudy Giuliani. Insieme a McCain e Huckabee, resta in corsa ma indebolito anche Romney, che dovrà ora giocarsi il tutto per tutto nelle prossime scadenze elettorali. "Abbiamo mostrato al popolo americano cosa significa una vera rivincita", ha detto un entusiasta McCain a Nashua, ironizzando sul titolo di 'risorto' di cui dagli anni Novanta si fregia Bill Clinton, per i clamorosi ritorni in scena politici durante le elezioni presidenziali del 1992. "Sono venuto in New Hampshire - ha aggiunto - per dire la verità sul nostro paese, e la gente mi ha ascoltato. Ora passiamo al Michigan e South Carolina e a vincere la nomination", ha promesso il combattivo senatore dell'Arizona.


Fonte: ANSA (marco.bardazzi@ansa.it)

martedì 8 gennaio 2008

Monnezza, arrestato un manifestante


NAPOLI, 8 GEN - La polizia ha arrestato un uomo di 25 anni per gli scontri di ieri sera a Pianura. Si chiama Giovanni Esposito ed e' accusato di resistenza e danneggiamento aggravato.E' stato sorpreso mentre, con altri, appiccava il fuoco ad un autobus dell'Anm e prendeva parte alla sassaiola contro le forze dell'ordine. Questa mattina a Pianura sono stati bloccati tre autobus messi di traverso dopo aver fatto scendere i passeggeri.


Fonte: ANSA


lunedì 7 gennaio 2008

Spazzatour


I giornalisti stranieri hanno fatto un tour in Campania. Uno Spazzatour. Non credevano ai loro occhi. Ma i lettori crederanno ai loro articoli. La Campania come Seveso. I prodotti della terra contaminati come quelli di Chernobyl.Addio turismo. Addio produzioni agricole. Addio tutto, tranne ai tumori in aumento. I responsabili di un disastro peggiore di un terremoto non si vogliono schiodare dalle loro sedie. Il tandem Bassolino-Jervolino, entrambi nel comitato dei 45 saggi del Partito Democratico, fa ammuina. Il Presidente napoletano Napolitano, compagno di partito di Bassolino, dalla piazzetta di Capri si è detto allarmato.In carcere finirà chi protesta, i responsabili rimarranno a piede libero pagati da noi.



domenica 6 gennaio 2008

Molleggiato sempre verde



Tanti auguri al resistente Adriano Celentano. Unico, grande, inimitabile. Sorprendici ancora, Moleggiato.

LA RESISTENZA


John strikes again


Fonte: Ansa



di Enzo Quaratino



ROMA - Mentre il parlamento sta mettendo a punto la nuova legge sulle intercettazioni, nove suoi componenti - quattro deputati e cinque senatori - sono stati ascoltati al telefono, per caso, durante un'indagine su presunti casi di corruzione nella settore della sanità in Basilicata. Titolare dell'inchiesta è il pm Henry John Woodcock, il magistrato noto per aver indagato su 'vallettopoli' e per aver chiesto ed ottenuto circa due anni fa l'arresto di Vittorio Emanuele di Savoia. I nove parlamentari intercettati sono il ministro della giustizia Clemente Mastella, deputato dell'Udeur (la notizia dell'intercettazione che lo riguarda è già trapelata nei giorni scorsi); il sottosegretario allo sviluppo economico Filippo Bubbico (senatore dei Ds); i deputati Salvatore Margiotta (Margherita), Mauro Fabris (Udeur) e Paolo Del Mese (Udeur); e i senatori Antonio Boccia (Margherita), Emilio Nicola Buccico (An), Giancarlo Pittelli (Forza Italia) e Stefano Cusumano (Udeur). Tutte le intercettazioni telefoniche - che risalgono al primo trimestre dello scorso anno - sono state indirette, dal momento che i telefoni sotto controllo erano quelli degli interlocutori dei parlamentari. Ma, secondo il pm, non tutte le conversazioni sono da ritenersi indifferenti all'inchiesta. Al contrario, Woodcock ne vuole utilizzare diverse ed ha chiesto al gip Gerardina Romaniello, che per ora ha disposto la trascrizione delle telefonate, di inoltrare richiesta di autorizzazione al Parlamento. Tra gli interlocutori dei deputati e dei senatori "ascoltati" dagli investigatori, vi sono diversi esponenti del mondo politico lucano, i cui telefoni erano stati posti sotto controllo su richiesta del pm Woodcock: il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo (era controllato il telefono di un suo stretto collaboratore), l'attuale assessore regionale alla sanità ed ex senatore dell'Udeur Antonio Potenza, l'ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza (la più grande della Basilicata) Michele Cannizzaro e il direttore generale della Asl del potentino Attilio Nunziata, gli ultimi due indagati nel procedimento. Nei giorni scorsi era trapelato il contenuto di una telefonata, del marzo scorso, tra Mastella ed il presidente della Regione Basilicata De Filippo, nella quale il ministro chiedeva al governatore lucano le dimissioni di Cannizzaro dalla direzione generale dell'azienda ospedaliera San Carlo, in seguito al coinvolgimento della moglie di quest'ultimo - il magistrato Felicia Genovese - nell'inchiesta giudiziaria "toghe lucane", condotta dal pm di Catanzaro Luigi De Magistris. L'ufficio stampa dell'Udeur aveva fatto sapere che quella del ministro era stata una considerazione di carattere esclusivamente politico. Cannizzaro si è effettivamente dimesso dalla carica di direttore generale dell'ospedale San Carlo nel maggio scorso. In altre intercettazioni telefoniche - secondo quanto è trapelato - emergono una richiesta di intervento fatta ad un senatore presso una non meglio precisata "commissione di vigilanza" e colloqui finalizzati all'assegnazione di alcuni incarichi pubblici, alle nomine di alcuni commissari e subcommissari in enti pubblici e in alcune fondazioni, e sollecitazioni per la "sistemazione" di alcuni disoccupati. Alcune conversazioni intercettate, infine, sono di carattere generico o di cortesia (gli auguri per una nomina), ma il pubblico ministero chiede di poterle ugualmente utilizzare per descrivere la rete dei rapporti emersi nel corso dell'inchiesta. Il ministro Mastella dà fin d'ora il suo consenso. "Sarò io stesso - dice - a chiedere che venga autorizzata dalle Camere la richiesta del pm Woodcock a utilizzare le intercettazioni che del tutto indirettamente riguardano alcune conversazioni con parlamentari dell'Udeur" E aggiunge: "Si tratta di conversazioni cristalline e alla luce del sole e nessuno ha il diritto di strumentalizzare situazioni che nulla di rilevante hanno da nessun punto di vista". Anche l'Udeur, in una nota, si dice per nulla preoccupato delle telefonate registrate dagli investigatori, che riguardano i propri parlamentari. "Tutte le conversazioni - si legge in una nota - sono, infatti, di carattere politico o di pura cortesia, con affermazioni assolutamente trasparenti che non coinvolgono in alcun modo dal punto di vista penale" i deputati e i senatori intercettati.


Fonte: Ansa

Napoli, situazione immonda




NAPOLI - Notte di coprifuoco nel quartiere Pianura a Napoli dopo giorno di vera e propria guerriglia urbana contro la decisione di riaprire la discarica dei Pisani. Questa notte il quartiere è deserto, solo le volanti della polizia sono in giro a presidiare il territorio che da giorni è teatro di roghi d'immondizia, blocchi stradali e scontri tra le frange violente dei manifestanti e le forze dell'ordine. Un solo blocco stradale non è stato rimosso, a poche centinaia di metri dalla discarica, all'incrocio tra via Spadari e la via provinciale Montagna Spaccata, dove circa cento manifestanti proseguono nel presidio pacifico dell'ingresso del sito. Solo qualche petardo si è sentito esplodere nelle ultime ore, ma la situazione è tranquilla anche se tra i manifestanti c'é la convinzione che alle prime luci dell'alba si possa verificare un nuovo blitz per consentire l'ingresso dei mezzi per allestire la discarica.


Fonte: Ansa

Apture

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