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sabato 19 aprile 2008

Sgarbi salati




Fonte: ANSA


MILANO - Per aver definito "assassini" tre magistrati milanesi l'ex parlamentare Vittorio Sgarbi, critico d'arte e ora assessore alla Cultura milanese, è stato condannato ad un consistente risarcimento: 180 mila euro più le spese di giudizio. Ad avviare la causa davanti al Tribunale civile di Milano erano stati gli ex pubblici ministeri di 'Mani pulite', Pier Camillo Davigo, Francesco Greco e Gherardo Colombo (quest'ultimo ora in pensione) che avevano citato in giudizio l'ex parlamentare per sue dichiarazioni apparse su due quotidiani e nelle quali si accusavano i tre magistrati di aver fatto morire della gente. L'allusione era ad indagati deceduti per suicidio. "Questi magistrati - aveva affermato fra l'altro Sgarbi - vanno arrestati e processati. Sono un'associazione per delinquere con libertà di uccidere". Il giudice Claudio Marangoni, valutati i fatti, ha riconosciuto a Colombo, Davigo e Greco un risarcimento di 60 mila euro ciascuno, somma che dovrà essere pagata dalla parte convenuta che dovrà far fronte anche alle spese di giudizio calcolate in altri 13.300 euro.

venerdì 18 aprile 2008

LA RESISTENZA domani in concerto


Domani sera LA RESISTENZA suonerà all'Ekotekne (strada Lecce-Monteroni). Start ore 21. Non mancare, ingresso libero!

giovedì 17 aprile 2008

Articoli

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025 - La Gazzetta del Mezzogiorno (16.04.2008)

mercoledì 16 aprile 2008

I precari vanno assunti




Fonte: repubblica.it


ROMA - La Cassazione dà una mano ai precari dei call center: chi svolge lavoro in un centralino con l'obbligo di osservare un orario, utilizzando strumenti e l'ambiente messi a disposizione dal datore, ha diritto ad un contratto stabile. Lo ha stabilito la Suprema corte che ha respinto il ricorso di una società del settore pubblicitario che aveva citato in causa l'Inps sostenendo che le ragazze impiegate nel call center all'interno dell'azienda veneta, erano lavoratrici autonome. L'istituto di previdenza sociale, al contrario, aveva accertato la natura subordinata del rapporto fra l'impresa e le dipendenti. Per questo, in prima battuta, il datore di lavoro si era rivolto al Tribunale di Padova che, nel 2001, gli aveva dato ragione affermando la natura autonoma del lavoro prestato dalle giovani. La Corte d'appello di Venezia era invece pervenuta ad una decisione opposta dichiarando che il lavoro svolto dalle 15 ragazze aveva natura subordinata. Contro il secondo verdetto l'azienda aveva presentato ricorso in Cassazione ma ha perso. I giudici della sezione lavoro hanno ritenuto corretta la sentenza della corte d'appello. Ciò perché, ha spiegato la Cassazione, "il giudice di merito ha ritenuto elementi qualificanti della subordinazione delle dipendenti, le circostanze che seguivano le direttive impartite dall'azienda, avevano un preciso orario di lavoro e utilizzavano attrezzature e materiali della società".

domenica 13 aprile 2008

Pedoni, strage quotidiana




ROMA - I pedoni sono a rischio sulle strade italiane: 60 le persone che ogni giorno, in media, finiscono sotto un'auto, un camion o una moto. Di queste due perdono la vita. Almeno a giudicare dagli ultimi dati elaborati disponibili (Istat e Aci) i pedoni sono una categoria a rischio. Nel 2006 dei 5.669 morti sulle strade italiane erano pedoni il 13,4%, 758 persone, quasi due al giorno. Sempre secondo i dati Istat, nello stesso anno i pedoni rimasti feriti sono stati 21.062. Circa 60 pedoni al giorno sono coinvolti in investimenti e il rischio di infortunio causato risulta particolarmente alto per la popolazione anziana: dei 758 morti del 2006, 221 avevano tra i 75 e gli 84 anni ed erano soprattutto maschi (446); dei 21.062 feriti 4.205 avevano tra i 70 e gli 84 anni. Ancora secondo i dati Istat, i bambini da 10 a 13 anni coinvolti in investimenti sono stati 797, ma il rischio investimento è maggiore per i ragazzi di 14-15 anni: nel 2006 ne risultarono coinvolti 543. L'Anci ricorda che l'Italia ha uno dei livelli più elevati di mortalità dei pedoni in Europa: un livello due volte e mezzo più alto rispetto all'Olanda, il Paese più virtuoso. Peggio dell'Italia sono Spagna, Svizzera e Norvegia. Da noi il tasso di mortalità sulle strisce è di a 3,4 pedoni ogni milione di abitanti (solo la Norvegia ha un tasso maggiore). Sempre secondo l'Aci spetta alla Romea il primato di strada statale più pericolosa d'Italia, ma tutta la penisola è segnata dalle strade della morte: Pontina, Pontebbana, statale del Lago di Como e dello Spluga, Padana Superiore, Statale della Valsugana, Silana Crotonese, Orientale Sicula, Adriatica e Postumia. Solo nel mese di aprile, queste le vittime: l'11 a Napoli un bambino di 10 anni e la sua mamma sono stati investiti e uccisi da un uomo a cui era stata ritirata la patente, un invalido di 39 anni che aveva già investito negli ultimi tempi altre due persone; il 7 a Merano un uomo di 51 anni é stato ucciso da una motocicletta mentre attraversava la strada sulle strisce; lo stesso giorno a Torino Luis Ernesto Hernandez Aguilar, 35 anni, immigrato salvadoregno è stato investito e ucciso sulle strisce pedonali, nel centralissimo corso Vittorio; stessa sorte è toccata, il 6 a Salorno (Bolzano) a una ragazzina di 14 anni Lucia Forte, investita e uccisa da un automobilista di 19 anni; il 3 ad Acilia, quadrante ovest di Roma, una ragazza romena di 25 anni ha investito mortalmente Ahlaya Kounichuk, una ucraina di 59 anni. Meno di un mese fa, il 17 marzo, Friedrich Vernarelli, 32 anni romano, al volante delle sua Mercedes ha investito uccidendole sul colpo due turiste irlandesi nei pressi di Castel Sant'Angelo.

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