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sabato 22 marzo 2008

Et resurrexit...


Che tu sia cristano o no, quando il giorno di Pasqua ti rivolgi a qualcuno e dici "Auguri!", sappi che gli stai augurando di risorgere a nuova vita...

Il mio augurio, e quello della Resistenza, è di continuare a resistere, nonostante il mondo sia pieno di Giuda, con la capacità di risorgere non solo il giorno di Pasqua, ma ogni volta che la vita cerca di farci cadere...

Nella speranza di ricordarci perché si celebra questa giornata da più di 2000 anni, vi aggiungo questi versi, tratti dall'opera teatrale Akeldama, il campo del sangue (il nome del campo acquistato secondo la tradizione biblica da Giuda con i denari del tradimento) del mesagnese Enzo Dipietrangelo:

E nelle mani di tanti Giuda
il Figlio dell'Uomo fu mandato a morte.
Ma il terzo giorno risuscitò.[...]

E dopo la Notte
la vita-terra vergine
guadagnata zolla a zolla
contro l'onda del fango
si riveste di fiori
di luci e di colori!

Risorgeremo!

Di caduta in caduta
Risorgeremo!

Di dolore in dolore
Risorgeremo!

Contro i venditori di morte
Risorgeremo!

Contro la droga e la guerra
Risorgeremo!

Contro l'odio di parte
Risorgeremo!

Da tradimento e viltà
Risorgeremo!

Dalla solitudine
Risorgeremo!

Per la PACE e l'amore
Risorgeremo!

Nancy Pelosi: “Il mondo deve conoscere la verità sul Tibet”


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Fonte: LA STAMPA



Il presidente della Camera dei rappresentanti Usa chiede l’apertura di un’inchiesta internazionale sulle accuse di istigazione alla violenza mosse dalla Cina al leader tibetano


Con una mossa che ha fatto infuriare il governo di Pechino, il presidente della Camera dei rappresentanti americana Nancy Pelosi ha fatto visita oggi al Dalai Lama a Dharamsala, la cittadina indiana dove il leader tibetano è in esilio da quasi cinquant’anni, per chiedere al mondo di impegnarsi a far luce sulle reali cause della crisi Cina-Tibet e di prendere posizione contro la violenta repressione esercitata sulla popolazione della regione autonoma. “La situazione del Tibet è una sfida alla coscienza del mondo e il mondo deve sapere cosa sta realmente accadendo”: l’appello di Pelosi è il primo lanciato in presenza del Dalai Lama da quando la capitale tibetana Lhasa è stata sconvolta dalle proteste della popolazione, privata della libertà di culto e della propria identità culturale, ed è stato accolto con entusiasmo dal governo tibetano in esilio e dalla folla che riempiva le strade di Dharamsala, addobbate con grandi striscioni inneggianti alla “Amicizia fra America e Tibet”. Il presidente della Camera, che critica da sempre la Cina per lo scarso rispetto dei diritti umani, ha poi chiesto più esplicitamente un’indagine sulle cause della crisi e sulle presunte responsabilità del Dalai Lama: “Facciamo appello alla comunità internazionale perché si avvii un’inchiesta indipendente riguardo l’accusa di aver istigato la violenza in Tibet mossa dal governo cinese a Sua Santità”, ha chiesto Pelosi, che non ha però sollecitato alcun boicottaggio dei Giochi Olimpici, in linea con la posizione del Dalai Lama stesso. Alla voce di Pelosi e alle molte altre che hanno condannato l’operato della Cina si è aggiunta anche quella di Elie Wiesel, lo scrittore americano di origine ebraica sopravvissuto ai lager nazisti, e di altri 25 premi Nobel: “Protestiamo contro l’ingiustificata campagna persecutoria intrapresa dal governo cinese contro il nostro collega, Sua Santità il Dalai Lama”, si legge nel comunicato firmato da Wiesel, che è da tempo un amico personale del leader tibetano, con cui condivide anche l’onore di essere stato insignito del Nobel per la pace. “Non capisco la posizione della Cina: perché ha tanta paura del Tibet?”, si chiede Wiesel, che da sempre sottolinea come il Dalai Lama non sia un separatista che mira ad un Tibet indipendente e sovrano, “Tutto quello che desidera è l’autonomia culturale e religiosa”.

Il violino più antico torna a suonare



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Fonte: ANSA


MOSCA - Ha debuttato a Mosca in un concerto, per la prima volta in oltre 70 anni, lo strumento più costoso del mondo, un violino Guarnieri del Gesù del 1741 acquistato il mese scorso dal giovane miliardario russo Maxim Viktorov per 3,9 milioni di dollari da Sotheby's, a Londra. Uno straordinario risveglio dopo un lungo letargo musicale e quasi un ritorno alle origini, dato che il violino era già stato suonato per molti anni alla corte dello zar Alessandro II. Teatro dell'evento la settecentesca casa Pashkov, uno dei più belli edifici di Mosca, a due passi dalla piazza Rossa, dove 160 vip del mondo politico ed economico russo hanno assistito ad un applauditissimo concerto del famoso violinista Pinchas Zuckerman, accompagnato dall'orchestra accademica di Stato del Bolshoi diretta da Aleksander Vedernikov. Il prezioso violino sarà nuovamente protagonista oggi di una replica del concerto nella sala grande del conservatorio Ciaikovski, aperto al grande pubblico, e poi resterà in Russia per essere utilizzato in altri eventi musicali. Con il colpo messo a segno da Sotheby's, il trentaseienne avvocato ed imprenditore Viktorov ha segnato un nuovo record nelle vendite all'asta di strumenti musicali, superando lo Stradivari 'Hammer' del 1708 venduto per 3,54 milioni di dollari nel maggio 2006 da Christie's a New York. "Sono contento che la Russia stia riguadagnando la sua reputazione mondiale come grande e orgogliosa protettrice di squisiti artefatti, antichità e tradizioni", ha commentato Viktorov, che è anche l'organizzatore a Mosca della competizione internazionale di violino intitolata a Paganini. "Questo evento dimostra che i leader politici ed imprenditoriali russi sono impegnati nel mantenere la nostra eredità culturale e sono certo che il debutto del violino in un concerto dopo 70 anni sarà il primo di una lunga serie", ha aggiunto. Un'eredità che risale all'epoca imperiale, dato che il Guarnieri del Gesù è appartenuto per molti anni al compositore belga dell'Ottocento Henry Vieuxtemps, che fu anche solista di corte dello zar Alessandro II. Lo strumento rimase poì nella collezione della famiglia del compositore per oltre un secolo.

venerdì 21 marzo 2008

Diossina nel latte, sviluppi


Fonte: ANSA

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NAPOLI - Mette a rumore allevatori di bufale e operatori del comparto della mozzarella ma anche i consumatori l'inchiesta che vede indagate in Campania 109 persone su iniziativa della Dda e della Procura della Repubblica di Napoli. Si è partiti da un'indagine sui clan del casertano per arrivare al sequestro di caseifici e allevamenti, dopo la scoperta di diossina in valori superiori alla soglia consentita dalla legge. L'attenzione è concentrata in particolare su 83 aziende che hanno rifornito di latte 29 caseifici nei quali è stata evidenziata la presenza anomala di diossina. Ora si attendono i risultati delle analisi sui campioni prelevati dall'Istituto zooprofilattico sperimentale di Portici (Napoli) e portati nei laboratori per le diossine di Teramo. Anche oggi i carabinieri del Noe e del Nas hanno effettuato prelievi. 120 i controlli effettuati in 24 ore: oltre a ingenti quantità di mozzarelle, sono state trovate fialette di anabolizzanti e di ormoni della crescita. Le persone indagate sono gestori di caseifici, funzionari pubblici, titolari di aziende bufaline. Alcuni di loro erano già stati coinvolti in indagini sui clan casertani. Questo filone infatti prende avvio dalla vicenda dello smaltimento di rifiuti tossici, attività svolta per anni dalle organizzazioni criminali del Casertano. Le ipotesi accusatorie sulla quale si indaga sono avvelenamento di sostanze alimentari, frode, commercializzazione di prodotti adulterati.

L'inchiesta tende ad appurare perché non si sia provveduto a bloccare la vendita nei caseifici coinvolti, nonostante la presenza di diossina in valori superiori alla soglia consentita sia emersa fin dallo scorso mese di novembre. Resta da capire quale sia il livello di responsabilità in questa vicenda di Asl e Comuni interessati. Un aspetto preoccupante che emerge riguarda il fatto che, dopo quelli sulle discariche, erano sbagliati anche i controlli sul latte. E questi errori avrebbero portato a sottostimare la presenza di diossina. Secondo il commissario dell'Istituto zooprofilattico di Portici, Antonio Limone, "in questa vicenda non c'entra l'emergenza rifiuti. Il problema sono i siti contaminati e le aree nelle quali si trovano gli allevamenti. Comunque, non ci sono pericoli per la salute se non c'é un consumo massiccio, di quantità notevoli e per un lungo periodo". La Campania, e su questo aspetto batte anche l'assessore regionale alle Attività Produttive, Andrea Cozzolino, e comunque il sequestro "di circa 80 allevamenti non significa che è presente diossina al di sopra dei limiti consentiti. Significa che per il principio di precauzione il latte di 80 aziende che conferivano il latte ai 29 caseifici non sarà utilizzato fino a quando non sarà accertata la salubrità del prodotto".

Per un altro assessore regionale, quello alla Sanità, Angelo Montemarano, "gli interventi che si stanno portando avanti in alcune zone del casertano, per fare chiarezza sul superamento dei normali livelli di diossina nei prodotti caseari, sono il risultato di un'intensa collaborazione tra forze dell'ordine ed enti regionali preposti al monitoraggio e alla profilassi". Interviene anche il ministro delle Politiche agricole Paolo De Castro. "Si è montata una campagna negativa - rileva - che penalizza i tanti produttori onesti, che sono la stragrande maggioranza, che tutti i giorni lavorano per un prodotto che è fiore all'occhiello del nostro agroalimentare di qualità. Chi sbaglia deve pagare - aggiunge - e la vicenda di oggi dimostra che i controlli ci sono e vengono applicati". Il prefetto di Caserta, Ezio Monaco, che oggi ha incontrato i responsabili delle Asl, ha sollecitato la Regione Campania ad intervenire per accelerare i tempi di risposta delle analisi sui campioni di latte e mozzarella. Ci si mobilita anche per prevedere - ha annunciato Paolo Sarnelli, responsabile del settore veterinario regionale - un ristoro agli allevatori per i costi sostenuti o da sostenere.

giovedì 20 marzo 2008

Baby pensionati? Sì, in Parlamento


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Giriamo un'email che circola in internet.




Ecco il testo:


'La scelta della data del 13 aprile per il voto in alternativa a quella del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal Consiglio dei Ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione''. ''E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre i costi della politica -ironizza- Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in meri termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al Paese, perché questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovato l'inganno''.




MORALE DELLA FAVOLA?




300.000.000 DI COSTI PER QUESTA GENTACCIA CHE DOPO POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA GIA' HANNO UNA PENSIONE DI PLATINO ALLA FACCIA DEI PENSIONATI CHE DOPO UNA VITA DI LAVORO ADESSO PER MANGIARE RACCATTANO LA VERDURA RIMASTA A TERRA NEI MERCATI!

Se stasera fossi qui


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Dedicato a Luigi, maestro mio e di tanti altri.
Enrico Cervellera
Fonte: ANSA




di Elisabetta Malvagna




ROMA - Chissà come sarebbe oggi, a 70 anni, Luigi Tenco. Li avrebbe compiuti tra due giorni, il 21 marzo. Ma uno sparo alla testa in una squallida camera d'albergo di Sanremo nel 1967 ha interrotto la sofferta esistenza di uno dei maggiori cantautori della musica italiana. Restano le sue canzoni senza tempo e quell'immagine di poeta maledetto che ci hanno accompagnato in questi anni. Il suo messaggio è stato raccolto dal Club a lui titolato, cui hanno partecipato i più grandi cantautori degli ultimi decenni: da Paolo Conte a Guccini, da Paoli a Lauzi, da De André a Endrigo, Gaber, Fossati e De Gregori. Una rassegna della canzone d'autore nata proprio a Sanremo, a soli cinque anni da una morte sulla cui dinamica si sono accavallati dubbi per 38 lunghi anni. Dubbi definitivamente sciolti solo dopo la riesumazione della salma, nel dicembre 2005, suffragando così la tesi del suicidio. "Signori benpensanti spero non vi dispiaccia se in cielo, in mezzo ai Santi, Dio, fra le sue braccia, soffocherà il singhiozzo di quelle labbra smorte, che all'odio e all'ignoranza preferirono la morte", scrisse Fabrizio de André in Preghiera in gennaio, dedicata nel 1967 all'amico scomparso. Nato a Cassine, in Piemonte, ma trapiantato in Liguria, Tenco non ha mai conosciuto suo padre, morto in circostanze mai chiarite prima della sua nascita. La sua prima band si chiama Jerry Roll Boys Jazz band, dove Bruno Lauzi suona il banjo. Ma é con il gruppo de I Cavalieri che Tenco, con lo pseudonimo di Gigi Mai, esordisce nel mondo discografico. E' il 1959 e tra i membri c'é anche un giovanissimo Enzo Jannacci. Devono passare due anni prima che adotti il suo vero nome: lo fa per l'uscita del primo singolo come solista, I miei giorni perduti. La vita artistica di questo contestatore ante-litteram non è facile: a partire da Cara maestra ("un giorno m'insegnavi che a questo mondo noi siamo tutti uguali/Ma quando entrava in classe il direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi/e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti"), che non viene ammessa all'ascolto dalla Commissione per la censura e gli causa un allontanamento di due anni dalle trasmissioni Rai. Anche Io sì e Una brava ragazza vengono bloccate dalla censura. Tenco, autore tra l'altro di Vita Famigliare, brano ironico contro gli anti-divorzisti, ha maggior fortuna con l'innocua Un giorno dopo l'altro, che viene addirittura adottata, nel '66, come colonna sonora di uno sceneggiato televisivo di grande successo, Il commissario Maigret. Poeta sospeso tra evasione e impegno, ma anche grande seduttore, Tenco era molto sensibile alla bellezza femminile, cosa che gli procuro' non pochi problemi. Come la rottura dell'amicizia con Paoli, a causa della sua relazione con la ex del collega, Stefania Sandrelli. Un'altra rivalità, per via di Gabriella, Luigi l'ebbe con un altro amico, il cantautore Piero Ciampi. Tuttavia, nonostante piacesse molto alle donne, aveva un rapporto conflittuale con l'altra metà del cielo: "Una volta - ha ricordato Nanni Ricordi - mi parlò di una bellissima notte trascorsa con una donna. Mi disse che lei gli aveva sussurrato 'mi piace tanto fare l'amore con té. Lui si era risentito: 'devi dire mi piace fare l'amore. Non aggiungere 'con te'. Così personalizzi la cosa". La questione dei suoi rapporti con Dalida, con cui si era esibito a Sanremo in 'Ciao amore, ciao' e che trovò il corpo senza vita del cantautore, è stata a lungo dibattuta: per alcuni si sarebbero dovuti sposare subito dopo il Festival, per altri lei innamorata del bel tenebroso cantautore italiano, mentre lui non vedeva l'ora di riunirsi alla misteriosa Valeria. A dimostrarlo sarebbero varie lettere pubblicate nel 1992. In una di queste, datata 16 gennaio 1967, alla vigilia del Festival, le scrisse: "Appena avrai discusso la tesi ...andremo in Africa, in Kenia ...avremo i giorni e le notti tutte per noi... Potremo - conclude Tenco undici giorni prima di morire - riscoprire il senso della vita".

mercoledì 19 marzo 2008

Milva, the show must go on?

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C'é anche Pasquale De Vita, presidente dell'Unione Petrolifera, ex componente del consiglio d'amministrazione dell'Agip e dell'Aci, con un milione di euro, nella lista dei depositi bancari in Liechtenstein. Ci sono diversi manager della sanità e di gruppi farmaceutici, professionisti e imprenditori, anche nomi già comparsi in inchieste giudiziarie. La somma più alta evidenziata è di 476 milioni che sarebbe di Alberto Sergio Aleotti, di 85 anni, originario di Fiesole, alla guida di un gruppo farmaceutico. Vi sono poi un imprenditore di Bolzano, Anton Pchiler con 35 milioni di euro, e Raffaele Carlo Maria Santoro, con 5 milioni di euro, con un passato professionale nell'Eni e coinvolto nel '93 in tangentopoli in una inchiesta che allora era coordinata dal Pm Antonio Di Pietro. Nella lista compare anche il senatore Mario D'Urso con 250 mila euro. Un altro professionista, con 650 mila euro è l'avvocato Tommaso Addario che viene indicato nella lista che è stata all'esame dell'Agenzia delle entrate, coinvolto in passato nello scandalo Italcasse.




MILVA NELLA BLACK LIST


Vi sarebbe anche il nome della cantante Milva, al secolo Maria Ilva Biolcati, nell'elenco dei nomi della cosiddetta black list di presunti titolari di conti correnti nel Liechtenstein, al vaglio della Procura di Roma e della Direzione nazionale antimafia.
Secondo quanto si e' appreso, il nome della cantante, che sarebbe titolare di un conto corrente, comparirebbe insieme a quello di altri personaggi del mondo dello spettacolo e, in particolare, accanto a quello di due attori che ebbero un momento di grande popolarita' attorno agli anni Settanta-Ottanta. Sui nomi della lista sono in corso indagini della Guardia di finanza, oltre che dell'Agenzia delle entrate, per verificare eventuali profili penali. Ma, al momento, gli accertamenti non consentono di azzardare alcuna ipotesi. L'indagine della Procura di Roma verte soprattutto su reati valutari e la stessa Procura della capitale nei prossimi giorni inviera' per competenza territoriale ad una decina di procure del centro-nord, specie in Lombardia, Veneto e Toscana, le posizioni di pertinenza.
''Si', lo so''. Cosi' la cantante Milva ha risposto all'ANSA, che l'ha raggiunta telefonicamente, dopo la diffusione della notizia che il suo nome e' comparso nelle liste sui conti nel Liechtenstein all'esame della Procura di Roma. La cantante non ha voluto aggiungere alcun altro commento.

martedì 18 marzo 2008

Elezioni, la quarta via


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Alle prossime elezioni, come è ovvio, ciascuno faccia quel che crede. Per dovere di cronaca riportiamo un contributo segnalatoci da un amico. Si tratta di una email, in rete da un mesotto circa, che spiega all'elettore la possibilità di intraprendere una via inusitata per esercitare il proprio diritto di voto.


Pochi lo sanno ma la legge prevede la possibilita' di rifiutarsi di votare e metterlo a verbale. Quando si va al seggio e dopo che le schede sono vidimate si dichiara che ci si rifiuta di votare e si vuole che sia messo a verbale.Le schede di rifiuto vengono CONTATE e sono VALIDE, contrariamente alle schede nulle o bianche o all'astensione dal voto.Nessun media (chiaramente) ne parla, sembra che i giochi della CASTA siano gia' fatti, come al solito la gente andra' a votare il "meno peggio". Nel caso le schede di rifiuto arrivassero a un certo numero ( cosa mai successa nelle elezioni italiane) la casta avrebbe "qualche problema" nell'assegnare i seggi vuoti e i media saranno obbligati a parlarne.


E' l'unica maniera per fare sentire la voce di tutti quelli che vogliono un sistema con persone veramente nuove e non un branco di professionisti della politica che rubano soldi parlando di niente!L'astensionismo passivo non fa percentuale di media votanti e riguardoalle elezioni legislative il nostro sistema di attribuzione non prevede nessun quorum di partecipazione. Quindi, se per assurdo nella consultazione elettorale votassero tre persone, ciò che uscirebbe dalle urne sarebbe considerata valida espressione della volontà popolare e si procederebbe quindi all'attribuzione dei seggi in base allo scrutinio di tre schede.Altresì le schede bianche e nulle, fanno si percentuale votanti, ma vengono ripartite, dopo la verifica in sede di collegio di garanzia che ne attesti le caratteristiche di bianche o nulle, in un unico cumulo da ripartire nel cosiddetto premio di maggioranza.Esiste però un METODO DI ASTENSIONE, che garantisce di esserepercentuale votante (quindi non delegante) ma consente di non farattribuire il proprio non-voto al partito di maggioranza. E' infatti facoltà dell'elettore recarsi al seggio e una volta fatto vidimare il certificato elettorale, AVVALERSI DEL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA, assicurandosi di far mettere a verbale tale opzione; è possibile inoltre ALLEGARE IN CALCE AL VERBALE, UNA BREVE DICHIARAZIONE IN CUI, SE VUOLE, L'ELETTORE HA IL DIRITTO DI ESPRIMERE LE MOTIVAZIONI DEL SUO RIFIUTO (es.: 'Nessuno degli schieramenti qui riportati mi rappresenta')'.


Mad Management per LA RESISTENZA


Oggi, 18 marzo 2008, comincia la collaborazione de LA RESISTENZA con la MAD MANAGEMENT dell'amico Danilo Prete. Sarà un anno duro, nel quale profonderemo tutti grandi energie. Seguiteci, ci sarà da divertirsi.

Enrico Cervellera

L'ultimo giorno di scuola


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Domani non ci sarà lezione nella mia scuola, si andrà al cinema. Oggi è dunque il mio ultimo giorno di lavoro. Cosa insegnare oggi ai miei ragazzi? Quali compiti assegnare per le vacanze? Cosa dire poco prima di lasciare la classe? Domande difficili, alle quali non credo di riuscire a dare una risposta prima di mezzogiorno. Peccato entri alle 8 ed esca alle 11. Meglio celare dietro l'ironia la mestizia dell'addio.


Enrico Cervellera

Tibet, ultimatum scaduto

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(di Beniamino Natale)
PECHINO - La Cina è sulla difensiva dopo l' inattesa e violenta esplosione della questione tibetana mentre si avvicinano le Olimpiadi di Pechino. Oggi, mentre stava per scadere il minaccioso ultimatum lanciato ai "ribelli" di Lhasa (fissato per la mezzanotte locale, le 17 in Italia), il governatore del Tibet Qingba Puncog ha convocato in tutta fretta una conferenza stampa per dire che la polizia non ha sparato un colpo a Lhasa, che l'esercito non è mai intervenuto e che le vittime sono in tutto 13, "pacifici cittadini", verosimilmente di etnia cinese han, "bruciati vivi e accoltellati dai teppisti sostenitori del Dalai Lama". Le dichiarazioni di Puncog contraddicono quelle di decine di testimoni secondo i quali è vero che giovani tibetani hanno attaccato negozi e ristoranti dei cinesi e cittadini indifesi ma é vero anche che in seguito la polizia è intervenuta in forze appoggiata da mezzi corazzati dell'esercito e che colpi di arma da fuoco si sono sentiti per tutto il pomeriggio di venerdì 14 marzo e la mattina di sabato 15. "So che ci sono molte voci e che i mezzi d'informazione stranieri hanno parlato di 35, 50, 70 e anche 80 morti a causa di questi incidenti" - ha proseguito il governatore - "ma oggi vi posso dire responsabilmente che sono notizie infondate". Per quanto riguarda la "eventuale morte di alcuni sospetti criminali", ha proseguito Puncog, "ci sono alcuni che hanno resistito all' arresto, per esempio tre di loro sono saltati giù da un edificio". A Dharamsala, in India, esponenti del Parlamento tibetano in esilio hanno sostenuto che gli incidenti che si sono verificati "a Lhasa ed in altre zone del Tibet...hanno portato alla morte di centinaia di tibetani...". I parlamentari hanno poi precisato di aver avuto la conferma di ottanta vittime, 26 delle quali sono state uccise sabato da agenti delle forze di sicurezza nei pressi della prigione di Drapchi, a Lhasa. Samdhong Rinpoche, capo del governo in esilio, ha chiarito: "penso che il bilancio sia intorno alla cifra di cento vittime". "E' molto difficile - ha spiegato - avere un conto preciso, per esempio abbiamo una persona che in un solo obitorio ha contato 68 cadaveri". Samdhong ha ripetuto l'appello lanciato ieri dal Dalai Lama, il leader tibetano che vive in esilio in India dal 1959 per un'inchiesta internazionale sui fatti del 14 marzo. A Lhasa oggi tibetani e cinesi sono usciti dalle loro case normalmente per la prima volta da venerdì e le attività si sono avviate a riprendere il loro corso normale benché siano proseguiti i massicci pattugliamenti della polizia e le principali strade siano controllate dai mezzi blindati dell'esercito. Gli stranieri sono rimasti chiusi nei loro alberghi. L'ultimatum lanciato dalla polizia di Lhasa ai ribelli, che devono arrendersi oppure andare incontro a "severe" conseguenze, é scaduto senza effetti visibili sul terreno, finora. In altre zone del Tibet le proteste continuano. Manifestazioni e scontri si sono verificati nei giorni scorsi nelle aree tibetane delle province del Gansu, Qinghai e Sichuan dove, secondo il gruppo filotibetano Campagna Internazionale per il Tibet, almeno otto persone sono state uccise quando la polizia é intervenuta per disperdere una manifestazione di migliaia di monaci e civili tibetani. In serata, una manifestazione di solidarietà è stata organizzata da un centinaio di studenti tibetani dell'Istituto per le Minoranze di Pechino, nel primo raduno del genere di cui si ha notizia nella capitale. I giovani si sono seduti per terra con una candela in mano, in una veglia di "preghiera per le anime dei morti", hanno spiegato. Dall'estero sono piovute condanne e appelli alla Cina ad esercitare "moderazione". Il segretario di Stato americano Condoleezza Rice ha invitato Pechino a trattare col Dalai Lama. Il governo olandese ha convocato l'ambasciatore cinese a L'Aja per esprimergli la "profonda preoccupazione" per il trattamento dei tibetani dopo la rivolta di venerdì. Amnesty International ha fatto sue le richieste di un'inchiesta internazionale. In serata, nella seconda conferenza stampa convocata in fretta e furia della giornata, il portavoce del ministero degli esteri Liu Jianchao ha respinto l'idea dell' inchiesta e ha chiesto che le ambasciate cinesi all'estero siano protette dagli attacchi degli "attivisti per l' indipendenza" del Tibet. L'Unione Europea, pur dichiarandosi "estremamente preoccupata" per gli avvenimenti nel Tibet, ha respinto l'idea del boicottaggio delle Olimpiadi lanciata da alcuni gruppi umanitari.

DA UE-USA APPELLI DIALOGO,NO BOICOTTAGGIO GIOCHI

Gli Stati Uniti e l'Unione europea lanciano appelli alla moderazione e chiedono a Pechino di impegnarsi per portare avanti il dialogo con il Dalai Lama. Ma non ritengono, almeno per ora, che il boicottaggio delle Olimpiadi o l'adozione di altre sanzioni servirebbe a forzare la mano a Pechino per trovare una soluzione della questione tibetana. Quanto sta avvenendo in Tibet è stato anche oggi al centro di molte prese di posizione da parte di autorevoli esponenti di governi occidentali, nonché dei rappresentanti delle principali istituzioni europee. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, impegnato in una visita ufficiale in Cile, ha giudicato necessaria, per fare fronte alla situazione venutasi a creare in Tibet, una iniziativa dell'Unione europea. USA. Per il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, quella del mancato dialogo tra autorità cinese e il Dalai Lama rappresenta per Pechino "un'occasione mancata. Spero che trovino ancora il modo di farlo". Rice ha quindi ricordato che gli Stati Uniti da anni lanciano appelli al dialogo. RUSSIA. Il ministero degli esteri giudica "inammissibile" ogni tentativo di politicizzare le Olimpiadi e considera come "un affare interno" della Cina il regolamento dei rapporti con il Dalai Lama. UE. La presidenza di turno slovena dell'Unione è intervenuta oggi in più sedi sulla questione tibetana esprimendo "profonda preoccupazione" per quanto sta accadendo nella regione, invitando tutte le parti alla "moderazione" e auspicando l'avvio di un "dialogo costruttivo". Da Lubiana, dove si sono riuniti i ministri dello sport dei 27, è stato poi giudicato un "grave danno" per lo sport l'eventuale boicottaggio dei giochi olimpici. Ed anche per la Commissione europea "boicottare le Olimpiadi non è un modo appropriato per rispondere al problema del rispetto dei diritti umani da parte della Cina". Per conto del Parlamento europeo ha parlato il presidente dell'assemblea di Strasburgo, Hans Gert Poettering, il quale ha lanciato un appello per la fine delle violenze in Tibet ed ha auspicato che "i giochi olimpici siano un successo e un'occasione per la Cina per dimostrare il rispetto di standard democratici".GB. Sulla stessa lunghezza d'onda il governo di Londra. Il premier Gordon Brown ha rivolto a Pechino un appello alla "moderazione", mentre il sottosegretario agli esteri Mark MallochBrown ha osservato che le Olimpiadi sono per la Cina come "il ballo delle debuttanti". E per questo le autorità di pechino dovrebbero essere attente a non rovinare la festa. GERMANIA. La cancelliere tedesca Angela Merkel ha detto che un boicottaggio "non farebbe che penalizzare gli sportivi" senza comportare alcun beneficio per il popolo tibetano. OLANDA. L'ambasciatore cinese all'Aja è stato convocato al ministero degli Esteri olandese dove gli è stata espressa la profonda preoccupazione con la quale l'Olanda assiste a quanto sta avvenendo in Tibet.

lunedì 17 marzo 2008

Tibet, l'Italia VERA si muove


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Fonte: ANSA
ROMA - Sit in e manifestazioni di solidarieta' con i morti e le vittime degli scontri di questi giorni in Tibet si sono svolte oggi in Italia e in Europa. A Roma i manifestanti si sono stesi per un minuto a terra, davanti alla sede dell'ambasciata cinese. La manifestazione, promossa dai Radicali e dalla Sinistra Arcobaleno contro la repressione in Tibet, si e' conclusa con un lungo applauso. Domani alle 18:30, sempre davanti alla sede dell'ambasciata, si terra' la manifestazione organizzata da Cgil, Cigl e Uil. Un appello alla non violenza è stato lanciato dal leader radicale Marco Pannella, il quale ha ricordato che "la carta delle Nazioni Unite è chiarissima e occorre rispettare i diritti umani e politici. Viva la religione della libertà, basta - ha concluso Pannella - con talebani e vaticani". Altre manifestazioni si sono svolte in varie citta' d'Europa. All'Aja invece un gruppo di dimostranti ha tentato di fare irruzione all'ambasciata della Cina, durante una manifestazione di solidarietà con il Tibet, distruggendo una parte delle recinzioni esterne dalla sede diplomatica di Pechino. Tre persone, che erano riuscite a penetrare sul terreno attorno all'ambasciata, sono state arrestate. I manifestanti hanno anche strappato la bandiera cinese per issare il vessillo tibetano, scandendo gli slogan 'Cina go home' e 'Lunga vita al Dalai Lama'. Gli organizzatori della protesta hanno fatto appello alla calma e hanno invitato a proseguire la manifestazione pacificamente.




Il Dalai Lama ha condannato oggi il "regime di terrore" instaurato dalla Cina in Tibet e ha denunciato il "genocidio culturale" in corso ma ha confermato il suo "sostegno" alle Olimpiadi di Pechino. Il popolo cinese, ha affermato il leader dei buddisti tibetani a Dharamsala, in India, "ha bisogno di sentirsi fiero" e ha "meritato l'onore" di ospitare i Giochi Olimpici della prossima estate. I drammatici avvenimenti degli ultimi giorni hanno ridato fiato ai gruppi umanitari che predicano il boicottaggio e hanno probabilmente guastato per sempre l' atmosfera di festa che ci si aspettava per lo straordinario evento rappresentato dalla celebrazione delle Olimpiadi nella capitale della Cina. "Bisogna però ricordare alla Cina - ha proseguito il Dalai Lama - che deve essere un'ospite degna dei Giochi Olimpici". Il leader tibetano ha sottolineato più volte - parlando prima in una conferenza stampa e poi in una lunga intervista alla rete televisiva Bbc - che non intende rinunciare alla "via di mezzo", un concetto mutuato dal buddismo e che in questo caso indica la volontà di offrire a Pechino un compromesso onorevole. "Noi chiediamo l'autonomia, non l' indipendenza. In privato studenti e funzionari cinesi manifestano il loro apprezzamento" per la "via di mezzo", ha aggiunto. La politica moderata del Dalai Lama viene però contestata da alcuni gruppi della diaspora come il Tibetan Youth Congress, secondo il quali la non-violenza non ha portato i risultati sperati. Il leader tibetano, che nel 1989 ha ricevuto il premio Nobel per la pace, ha alternato toni duri alle sue proposte di accordo. "In questa crisi - ha detto - le autorità locali cinesi non hanno fatto ricorso ad altro che alla forza in modo da ottenere un simulacro di pace. Ma una pace ed una stabilità ottenute con la forza equivalgono ad un regime di terrore". Il Dalai Lama ha inoltre accusato i cinesi di compiere "volontariamente o involontariamente" un "genocidio culturale", in primo luogo con la continua immigrazione. Sulla carta, il 92 per cento dei circa 2,5 milioni di abitanti della 'Regione Autonoma del Tibet' sono di etnia tibetana. Le statistiche considerano come "residenti" solo coloro che si fermano in Tibet per più di nove mesi all'anno, mentre la maggior parte degli immigrati cinesi, impiegati soprattutto nel turismo o nell'edilizia, rientrano durante l'inverno nei loro luoghi d'origine. Lhasa, la capitale, è stata completamente trasformata dai nuovi edifici che ospitano le strutture per il turismo e la ristorazione, in genere gestite da cinesi. A questo si aggiungono le nuove regole varate l'anno scorso da Pechino, secondo le quali le reincarnazioni dei grandi lama non possono essere riconosciute senza l'approvazione delle autorità statali. Il leader tibetano non ha negato che la scorsa settimana a Lhasa ci siano stati violenti attacchi contro civili cinesi, ma li ha attribuiti ad un "forte risentimento" che ha affermato di non essere in grado di fermare. "Mi sento impotente", ha detto. "E' un movimento di popolo e io mi considero un servitore del popolo, ma tutto il mondo conosce il mio principio, che è quello della non-violenza".

"Qui Lhasa, sembra l'inferno"


Da "La Repubblica".


Ecco il grido d'aiuto proveniente dal Tibet, dove ormai da giorni il regime cinese reprime nel sangue le proteste pacifiche che reclamano più dignità e libertà.


Non è la prima volta che il governo cinese dimostra totale noncuranza nei confronti del rispetto dei diritti umani.

Cosa fa l'occidente? Possibile che l'ONU non possa prendere provvedimenti seri? Perché non cominciare a ritirare ambasciatori e bloccare le importazioni di prodotti cinesi? E perché non boicottare le Olimpiadi?

Pietre contro le vetrine: così è iniziata la rivolta
Un'infermiere che lavora nell'ospedale di Lhasa

I poliziotti in borghese sparano ad altezza uomo
Uno studente tibetano

Siamo chiusi nei dormitori. Il centro è ridotto ad un macello
Tre studenti italiani che studiano a Lhasa

Freddo e soldati ad ogni angolo. Qui manca anche la luce
Un ristoratore

E' bastata la parola "violenza" e hanno oscurato il tg della CNN
Un commerciante italiano a Pechino



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