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Fonte: ANSA
ROMA - Sit in e manifestazioni di solidarieta' con i morti e le vittime degli scontri di questi giorni in Tibet si sono svolte oggi in Italia e in Europa. A Roma i manifestanti si sono stesi per un minuto a terra, davanti alla sede dell'ambasciata cinese. La manifestazione, promossa dai Radicali e dalla Sinistra Arcobaleno contro la repressione in Tibet, si e' conclusa con un lungo applauso. Domani alle 18:30, sempre davanti alla sede dell'ambasciata, si terra' la manifestazione organizzata da Cgil, Cigl e Uil. Un appello alla non violenza è stato lanciato dal leader radicale Marco Pannella, il quale ha ricordato che "la carta delle Nazioni Unite è chiarissima e occorre rispettare i diritti umani e politici. Viva la religione della libertà, basta - ha concluso Pannella - con talebani e vaticani". Altre manifestazioni si sono svolte in varie citta' d'Europa. All'Aja invece un gruppo di dimostranti ha tentato di fare irruzione all'ambasciata della Cina, durante una manifestazione di solidarietà con il Tibet, distruggendo una parte delle recinzioni esterne dalla sede diplomatica di Pechino. Tre persone, che erano riuscite a penetrare sul terreno attorno all'ambasciata, sono state arrestate. I manifestanti hanno anche strappato la bandiera cinese per issare il vessillo tibetano, scandendo gli slogan 'Cina go home' e 'Lunga vita al Dalai Lama'. Gli organizzatori della protesta hanno fatto appello alla calma e hanno invitato a proseguire la manifestazione pacificamente.
Il Dalai Lama ha condannato oggi il "regime di terrore" instaurato dalla Cina in Tibet e ha denunciato il "genocidio culturale" in corso ma ha confermato il suo "sostegno" alle Olimpiadi di Pechino. Il popolo cinese, ha affermato il leader dei buddisti tibetani a Dharamsala, in India, "ha bisogno di sentirsi fiero" e ha "meritato l'onore" di ospitare i Giochi Olimpici della prossima estate. I drammatici avvenimenti degli ultimi giorni hanno ridato fiato ai gruppi umanitari che predicano il boicottaggio e hanno probabilmente guastato per sempre l' atmosfera di festa che ci si aspettava per lo straordinario evento rappresentato dalla celebrazione delle Olimpiadi nella capitale della Cina. "Bisogna però ricordare alla Cina - ha proseguito il Dalai Lama - che deve essere un'ospite degna dei Giochi Olimpici". Il leader tibetano ha sottolineato più volte - parlando prima in una conferenza stampa e poi in una lunga intervista alla rete televisiva Bbc - che non intende rinunciare alla "via di mezzo", un concetto mutuato dal buddismo e che in questo caso indica la volontà di offrire a Pechino un compromesso onorevole. "Noi chiediamo l'autonomia, non l' indipendenza. In privato studenti e funzionari cinesi manifestano il loro apprezzamento" per la "via di mezzo", ha aggiunto. La politica moderata del Dalai Lama viene però contestata da alcuni gruppi della diaspora come il Tibetan Youth Congress, secondo il quali la non-violenza non ha portato i risultati sperati. Il leader tibetano, che nel 1989 ha ricevuto il premio Nobel per la pace, ha alternato toni duri alle sue proposte di accordo. "In questa crisi - ha detto - le autorità locali cinesi non hanno fatto ricorso ad altro che alla forza in modo da ottenere un simulacro di pace. Ma una pace ed una stabilità ottenute con la forza equivalgono ad un regime di terrore". Il Dalai Lama ha inoltre accusato i cinesi di compiere "volontariamente o involontariamente" un "genocidio culturale", in primo luogo con la continua immigrazione. Sulla carta, il 92 per cento dei circa 2,5 milioni di abitanti della 'Regione Autonoma del Tibet' sono di etnia tibetana. Le statistiche considerano come "residenti" solo coloro che si fermano in Tibet per più di nove mesi all'anno, mentre la maggior parte degli immigrati cinesi, impiegati soprattutto nel turismo o nell'edilizia, rientrano durante l'inverno nei loro luoghi d'origine. Lhasa, la capitale, è stata completamente trasformata dai nuovi edifici che ospitano le strutture per il turismo e la ristorazione, in genere gestite da cinesi. A questo si aggiungono le nuove regole varate l'anno scorso da Pechino, secondo le quali le reincarnazioni dei grandi lama non possono essere riconosciute senza l'approvazione delle autorità statali. Il leader tibetano non ha negato che la scorsa settimana a Lhasa ci siano stati violenti attacchi contro civili cinesi, ma li ha attribuiti ad un "forte risentimento" che ha affermato di non essere in grado di fermare. "Mi sento impotente", ha detto. "E' un movimento di popolo e io mi considero un servitore del popolo, ma tutto il mondo conosce il mio principio, che è quello della non-violenza".
1 commento:
«Diamo una mano ai tibetani»
Un mandala di pace per il Tibet
Un evento in favore della pace per il popolo tibetano
Il 10 Maggio 2008 alle ore 12, presso il museo d’arte orientale Obrietan, via Einaudi 24 a Brendola – provincia di Vicenza, si terrà la cerimonia di avvio ai lavori per la costruzione del Mandala Yamantaka, che misurerà 4 metri x 4 e sarà il più grande mandala mai realizzato prima in Europa.
Il museo Obrietan con la preziosa collaborazione di alcuni Monaci Tibetani che realizzeranno il sacro disegno e l’appoggio di LiberoReporter, intendono con questo gesto inviare un messaggio di pace nei confronti di quel popolo Tibetano che tanto soffre a causa di una persistente mancanza di dialogo con la Cina.
Il mandala Yamantaka ha un grandissimo valore spirituale, è noto come distruttore del signore della Morte ed è raffigurato provvisto di una spada con cui lacererà i veli dell’ignoranza. La sua speciale qualità e le sue sembianze vengono utilizzate nel cammino spirituale per trasformare le forze distruttive quale ira e odio, in forze benefiche, per combattere le forze negative interiori ed esteriori che impediscono la pace e la felicità. Yamantaka è una locuzione in sanscrito che porta all’illuminazione della saggezza e porta verso la tanto auspicata pace, una pace universale.
La realizzazione di questo disegno sacro comporterà tre mesi di lavoro incessante e chiunque lo vorrà potrà seguire la minuziosa costruzione che avverrà con una finissima sabbia di marmo colorata, anche attraverso i siti internet www.museobrietan.org oppure sul giornale on line www.liberoreporter.it , in qualunque momento della giornata.
Chi vorrà conoscere altre iniziative a favore del Tibet realizzate da Kino Obrietan potrà trovare un reportage sulla rivista LiberoReporter del mese di maggio.
Pochi giorni prima dell’inizio delle Olimpiadi, il giorno 26 Luglio 2008, alle ore 18, si terrà la preghiera che accompagnerà il toccante rito della dispersione del Mandala, che ha il significato intrinseco della distruzione del male e della propagazione della pace e della felicità.
Durante il rito della dispersione, ai presenti verrà offerta la sabbia con cui è stato realizzato il disegno, affinché sia di buon auspicio.
Partecipate al rito di apertura dei lavori che si terrà il 10 maggio 2008, alle ore 12, presso il Museo d’arte orientale Obrietan, via Einaudi 24 a Brendola, provincia di Vicenza.
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