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giovedì 20 settembre 2007

Sulla crisi dell'industria locale

Nella nostra realta, l'industria è seriamente colpita da una crisi senza precedenti dovuta allo Stato che sottrae, attraverso tasse di ingiustificata portata, il sangue di chi decide di tirare avanti un'azienda dando lavoro a decine di famiglie, portandosi sul groppone un macigno indefinibilmente grande e con la consapevolezza che se un giorno tutto andrà storto oltre al danno economico si dovrà sopportare il rimorso di lasciare in mezzo ad una strada tanta gente perbene, con tanta voglia di andare avanti. Ci pensi che su uno stipendio di 2000€ ci siano circa 800€ di tasse , percependo 1200€ netti , ma questi soldi chi li mette? L'azienda! Se ci sono 20 dipendenti ci si aggira a 16000€ al mese solo di contributi , per non pensare ai versamenti INPS, INAIL , e quant'altro imposto dalla madre patria . Arrivato a questo punto mi domando , ma se lavoriamo per far campare lo Stato e nella peggiore delle ipotesi non arriviamo (pensa tu) alla fine del mese (industria colonna dell'economia locale) come potrà il popolo andare avanti con questi presupposti? Tutto naturamente nel pieno rispetto della legge, perchè sappiamo benissimo se si incomincia a rubare... (perchè siamo Italiani). Questo è il mio sfogo mattutino che mi perseguita dalla mattina alla sera da anni ed anni di sudato lavoro e che mi ha portato in una situazione insostenibile ma che comuque costretto a portare avanti nonostante tutto questo schifo con la speranza di alzarmi un giorno e di pensare che tutto sistemerà prima o poi!

Contributo a cura di un imprenditore metalmeccanico brindisino FORTEMENTE deluso

mercoledì 19 settembre 2007

Parlo al vento



Ma come cazzo si fa a giudicare l'arte? Ma come si può quantificare il bello? Ma stiamo scherzando? Ma vi rendete conto di quanti siano i modi possibili di costruire qualcosa su una serie di accordi? Quante le opzioni melodiche, quante le armoniche, quante quelle relative al tempo, all'intenzione, alla tonalità, alle modulazioni, ai raccordi? Ma io non lo so. Parlo al vento. Parlo al vento. Tutti giudicano. Caparezza il sommo dice in un suo brano "...dando potere a spalti di giudicanti, tanti re e pochi fanti". E' vero. Capa, sei il numero uno. Tutti giudicano. Il bello è che a me non frega niente, ma quelle persone si bruciano sole, mostrando chiusura mentale e non apertura e rispetto per il diverso. Ma perché quello che fa qualcuno deve per forza piacere ad un altro?! E la libertà dove sta?! L'arte dov'è?! Parlo al vento. Non c'è rispetto. Tapini. Io faccio le cose mie e me ne fotto di quello che dicono gli altri. Non contrasto nessuno. Se non piaccio, se LA RESISTENZA non piace, a me non importa. Mica voglio piacere a tutti. Ancora qualcuno mi strapazza i testicoli chiedendomi perché faccio quelle canzoni, così, di sinistra, di protesta... Ma quale sinistra?! Ma quale destra?! Qui la gente soffre, non arriva a fine mese e io canto per la gente, né per la destra, né per la sinistra. Canto per chi ha voglia di sentirmi cantare. E non m'importa che magari uno apprezzi più un brano di un altro. Io sono quello che voglio, faccio quello che voglio, scrivo quel che voglio, m'incazzo con chi voglio. Non amatemi, odiatemi, per me è uguale. Io cammino sulla mia strada, compongo istruito dall'ispirazione del momento o dalla rabbia maturatami per qualcosa di visto o di vissuto. Io resisto. E' questa LA RESISTENZA che intendo. Ma sapete che non me n'è mai importato nulla se un concerto è riuscito meno di un altro? Sono placido, tranquillo perché in quello che faccio ce la metto tutta. Semplicemente sono me stesso. Se poi non trovo gente che apprezza, cosa sarà mai... ce ne sono tant'altri che mi adorano, altri che mi studiano e persino mi copiano. Ma perché dovrei arrabbiarmi? Perché prendermela? Perché adirarmi? Fatemi fare la mia bella resistenza e che ognuno parli, parli e parli. La mia forza è nell'andare dritto per la mia strada. Sempre, comunque. Non ho nemici da schiacciare, politici da contrastare. Voglio solo che le cose vadano meglio. C'è gente che muore di fame e non lo posso sopportare. Questo non lo posso davvero sopportare. Ci si attacca a stupidaggini. E la considerazione dell'altro, dove sta? Lo so io dove sta... sta dove già altri hanno osato. Sta dove altri t'hanno ferito. Sta nel disprezzo che hai per le cose altrui, per i sogni diversi dai tuoi. Ma io resisto. Dimenticavo: cercasi chitarrista.
Enrico Cervellera, ca 17

lunedì 17 settembre 2007

Grazie, resistenti


Mesagne ieri sera. San Donaci due giorni fa. A volte per vedere eventi ben sviluppati e ben riusciti non bisogna andare lontano. Grazie alla locale sede del PRC per "Libera Festa" e grazie a Marco Pecoraro per aver creduto in noi per la prima edizione di "Salento for Africa". Grande gente, grande atmosfera, in entrambe le manifestazioni. Aspetto tutti i resistenti, vecchi e nuovi, domenica prossima a Latiano. Grazie ai tanti venuti a salutarci e a complimentarsi. Resistete amici, stiamo vicini. Iscrivetevi alla newsletter ed entrate nel mondo di chi resiste. Non è nulla di politico. E' musica. E' civiltà. E' per tutti quelli che vogliono una voce in più per dire quello che tanti pensano e in pochi hanno il coraggio di dire. Grazie a tutti.

Enrico Cervellera

Apture

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