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sabato 1 marzo 2008

Genova, strage senza fine


Fonte: Repubblica.it


GENOVA - Cade dalla coperta di una nave: muore un portuale della Culmv, Compagnia unica lavoratori merci varie. Fabrizio Cannonero, 39 anni di Prà, padre di un bambino di 4 anni, ha perso la vita questa notte dopo l'una nel porto di Genova. E' precipitato mentre stava lavorando attorno a un container poco prima che la gru scaricasse la merce dalla Mol Renaissance, battente bandiera liberiana, attraccata al terminal Sech di Calata Sanità. Forse l'operaio ha perso l'equilibrio e il parapetto lungo la fiancata della nave non l'ha trattenuto. E' caduto da un'altezza di venti metri finendo sulla banchina: è morto sul colpo.


Fermi tutti i porti. Immediata la reazione dei sindacati che hanno proclamato uno sciopero nazionale in tutti i porti secondo orari che le federazioni Cgil-Cisl e Uil decideranno localmente. Bloccato da stamane lo scalo genovese per 48 ore. Momenti di tensione all'ingresso della scalo quando qualche camionista ha tentato di forzare il blocco ma è stato dissuaso in maniera severa e ferma dai portuali. Il primo a raggiungere la banchina è stato Paride Batini, leader storico della Culmv. Gli operai del porto sono scesi in corteo lungo le strade del centro della città e, sotto le finestre della Prefettura, hanno protestato contro la carenza di sicurezza sui posti di lavoro. Alla testa della manifestazione il sindaco Marta Vincenzi e il neopresidente dell'Autorità portuale Luigi Merlo che hanno incontrato il prefetto.


"Subito decreti sicurezza sul lavoro". "Ci vuole una svolta culturale nel paese", suggerisce Fausto Bertinotti. "Siamo nel sessantesimo anniversario della Costituzione repubblicana", dice il presidente della Camera parlando alla trasmissione televisiva Unomattina. "Nell'articolo 1 è scritto che la Repubblica è fondata sul lavoro: facciamo che sia davvero così". Simile il commento di Gianni Pagliarini, presidente della commissione lavoro della Camera: "Il governo deve subito convocare un Consiglio dei ministri per presentare i decreti attuativi necessari a perfezionare e completare il nuovo Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro". Proprio ieri, beffardo segno del destino, il presidente dell'Autorità portuale di Genova Luigi Merlo e il console Paride Batini, presidente della Culmv, si erano incontrati per parlare di sicurezza in porto. "Emerge chiaramente - ha detto Luigi Merlo - una responsabilità della politica nel ritardo della riforma della legge sulla gestione dei porti. Servono norme che garantiscano un giusto equilibrio nei rapporti tra autorità, lavoratori e imprese, servono poteri sanzionatori molto più incisivi per i gestori dei porti".

venerdì 29 febbraio 2008

LA RESISTENZA presenta il nuovo singolo


LA RESISTENZA presenta un nuovo brano, "Non dimentiCarlo", sui fatti del G8 del 2001. Scaricalo in anteprima sul sito http://www.laresistenza.it/


Ecco il testo:

Scrivo dei fatti del g8 che ho scoperto
E che oggi schifo, dei torti di quel luglio maledetto,
C’è il sospetto, lo ammetto, che tutto sia un copione
Già scritto e mai detto l’autore del soggetto

Penso ai tanti andati lì sperando di manifestare
Ai giovani picchiati armati solo di ideali
Ma quale diritto di sfilare se un tonfa alle spalle
Ti manda all’ospedale

Io sono quel dottore piegato dal dolore
Che impreca e piange ed ha già lo sguardo del terrore
Io son quel ragazzo che fugge dalla piazza
E in sette lo raggiungono e gli spezzano le braccia

Genova, Genova, io non c’ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c’ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova….

Vita ne parla quasi fosse stato tutto
Una partita, ma, dica, in quale sfida onesta
Ci sta un colpo alla testa che passi per svista
E qualcuno protesti “era un fallo di mischia”

Vedo camionette pazze contro muri di persone
Che fuggono smarrite senza darsi una ragione
E un altro elicottero mi romba sulla testa
E indica la mia posizione

Io sono quella tipa che cade senza vita
Colpita a morte e chissà dove poi sia finita
Io sono lo straniero picchiato a Bolzaneto
In piedi da trent’ore contro un muro che non vedo

Genova, Genova, io non c’ero ma ci credo
Genova, Genova, che qualcosa è andato storto
Genova, Genova, io non c’ero lì sul porto
Ma Genova, Genova, Genova….

giovedì 28 febbraio 2008

MAFIA, SCARCERATO IL FIGLIO DI RIINA PER SCADENZA DEI TERMINI


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Fonte: ANSA

PALERMO - Giuseppe Salvatore Riina - figlio dell'ex boss di Corleone Toto' Riina - è uscito dal carcere di Sulmona. La Corte di Cassazione ha disposto la sua scarcerazione, per scadenza dei termini. Il giovane al momento dell'uscita dalla struttura indossava jeans neri, una felpa rosa e un giubbotto senza maniche Moncler ed era atteso da una Mercedes nera parcheggiata davanti all'ingresso del carcere.Giuseppe Salvatore Riina è stato arrestato nel 2002. Accusato di associazione mafiosa ed estorsione era stato condannato in primo grado a 14 anni e 6 mesi. In appello la pena era stata ridotta a 11 anni e 8 mesi. La Corte di cassazione, però, aveva annullato senza rinvio la condanna per estorsione e con rinvio quella per associazione mafiosa. Il processo era tornato davanti ad un'altra sezione della corte d'appello di Palermo che aveva condannato nuovamente Riina per l'associazione mafiosa a 8 anni e 10 mesi. I legali, intanto, avevano fatto ricorso al tribunale del riesame di Palermo contro la custodia cautelare in carcere del terzogenito del capomafia di Corleone, sostenendo che nel frattempo erano decorsi i termini di carcerazione. I giudici della libertà l'avevano respinto. I difensori si sono rivolti a questo punto alla Cassazione "che - ha detto l'avvocato Cianferoni - ha annullato la misura senza rinvio, disponendo la liberazione immediata di Riina".

I mezzi fantasma della differenziata a Napoli


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Fonte: L'Espresso (da spreconi.it)


È uno scandalo nello scandalo, che nessuno riesce a spiegare. Un'enigma partenopeo, la cui soluzione è sepolta da montagne di spazzatura e malaffare. Nel 2000 in Campania sono stati spesi ottanta milioni di euro per acquistare mezzi destinati alla raccolta differenziata: strumenti fondamentali per sconfiggere il mal di rifiuti che già allora aggrediva la regione. Questa armata di camion compattatori e veicoli speciali però è letteralmente sparita nel nulla: non si riesce a capire dove siano finiti i mezzi. Forse sono stati sabotati e distrutti. Forse sono stati consegnati alle aziende private a cui è stata appaltata la gestione della nettezza urbana in provincia grazie al famigerato sistema dei "consorzi di bonifica". Forse sono stati sottratti e vengono utilizzati con profitto dalle ditte campane che tengono lindi molti comuni del resto d'Italia. Ma di sicuro non compiono la missione strategica a cui erano assegnati. Dei mezzi fantasma si discute dal 2004: risale ad allora la prima denuncia del Commissario Catenacci sul mistero napoletano. Dopo soli quattro anni la flotta degli ottanta milioni era già svanita. Catenacci spiegò alla Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti: «Ho la sensazione che molti di quei veicoli non siano mai stati usati, che abbiano preso una strada sbagliata«. Nemmeno il prefetto Bertolaso ha risolto il giallo: eppure non è semplice dissolvere tanti veicoli tutti insieme. Adesso c'è una triplice inchiesta in corso. Indagano procura, ispettori della Protezione civile e 007 del Tesoro: basteranno per ricostruire la rotta dei camion? Finora ci è sembrato di rivedere quella scena dell'adattamento cinematografico de "La pelle" di Curzio Malaparte: un carro armato americano che nel 1943 viene portato in un cortile di Napoli e fatto sparire in un lampo smontandolo fino all'ultimo bullone. Che anche i compattatori della differenziata abbiano subìto la stessa sorte?

mercoledì 27 febbraio 2008

Berlusconi su Di Pietro: mi fa orrore




"Ho orrore di Di Pietro". Il Cavaliere ha usato parole poco tenere nei confronti del leader dell'Italia dei Valori. "Io ho orrore di Di Pietro e lo dico alto e forte", ha detto Berlusconi nel corso della trasmissione, sottolineando che il leader dell'Idv è "il campione delle manette". A quest'ultimo attacco ha replicato Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera: "Mi pare di ricordare che fu proprio Berlusconi, qualche anno fa, ad offrire un posto da ministro a Di Pietro".

Fonte: repubblica.it

martedì 26 febbraio 2008

Haidi Giuliani: "Gravi le parole di Morisani"


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Queste le parole di Haidi Giuliani in risposta a Morisani.


"Le parole del procuratore aggiunto Mario Morisani sul G8 di Genova per i fatti di Bolzaneto sono gravissime". Lo sostiene la senatrice della Sinistra Arcobaleno Haidi Giuliani, madre di Carlo il ragazzo ucciso in Piazza Alimonda che contesta "l'affermazione che gli organi dello Stato possano lasciarsi andare alla 'follia' e che possano perdere il controllo". "Vorrei solo ricordare - osserva la senatrice del Prc - che la 'follia' dei manifestanti, compresi gli infiltrati, ha provocato danni alle cose, mentre la 'follia' degli uomini dello stato ha provocato migliaia di feriti, alcuni molto gravi, arresti arbitrari, torture e un morto".

Morisani: "Bolzaneto? Una ventata di follia"


Quasi fosse uno slogan pubblicitario, tipo "Bolzaneto, una ventata di freschezza", il procuratore aggiunto Mario Morisani sostiene che quanto accaduto a Bolzaneto è stata una "ventata di follia".
EC



Questo quanto riportato dall'ANSA:


"Il G8 di Genova è stata una ventata di follia da una parte e dall'altra. Tutti hanno perso il controllo". Lo ha detto questa mattina il procuratore aggiunto Mario Morisani, all'inizio della requisitoria dei pubblici ministeri Vittorio Ranieri Mignati e Patrizia Petruzziello per i fatti avvenuti nella caserma di Bolzaneto in cui ci sono 45 imputati. "Con questo processo - ha aggiunto Morisani - vogliamo affermare il ritorno della legalità con il rispetto dei ruoli tra accusa e difesa". "Affrontare un processo di queste dimensioni è stata una sfida - ha sottolineato il procuratore aggiunto - in quanto il codice penale è costituito per processi di dimensioni più contenute". Morisani ha concluso: "Questo processo è la dimostrazione di come in Italia si possa ancora amministrare le giustizia. Credo che il risultato sia stato ottimo, una grande pagina del sistema giudiziario italiano".

lunedì 25 febbraio 2008

Gravina, l'incubo diventa realtà


Sembrava una moderna Vermicino, stavolta finita bene. E invece no, l'incidente era qualcosa di più, un segno del destino, forse. La speranza è "l'ultima a morire", dice un antico adagio. Oggi la speranza s'è infranta. Poveri ragazzini.

EC





di Clara Zagaria


GRAVINA IN PUGLIA (BARI) - Il soccorso ad un ragazzino di 11 anni, caduto in un pozzo di una casa abbandonata a Gravina in Puglia, ha fatto scoprire in fondo al cunicolo, completamente privo d'acqua, resti umani, che hanno subito fatto pensare ai due fratellini scomparsi il 5 giugno 2005 da Gravina in Puglia, Salvatore e Francesco Pappalardi. "Sicuramente si tratta dei due ragazzini Ciccio e Tore", ha detto il questore di Bari Vincenzo Speranza, uscendo dalla casa padronale dove è stato compiuto un sopralluogo in una cisterna molto stretta di raccolta dell'acqua piovana. "Abbiamo troppi elementi che coincidono". Il Questore ha aggiunto che i bambini "potrebbero essere caduti come potrebbero essere stati buttati".Un elemento importante, inoltre, sarebbe il ritrovamento di alcuni indumenti insieme ai resti, in particolare, di una maglia con cappuccio, con una scritta sul davanti: una maglia simile a quella che indossava Salvatore il giorno della scomparsa. Ha evocato fantasmi sin dall'inizio l'incidente occorso nel pomeriggio al ragazzino undicenne, caduto nel pozzo mentre giocava a pallone con gli amici. Il piccolo sta bene, tranne che per la frattura di entrambi gli arti, ma per tutto il tempo che é rimasto nel pozzo - un paio d'ore - il suo incidente ha evocato il fantasma di Alfredino Rampi, morto in uno stretto cunicolo sotto terra nell'81 dopo che per 18 ore tutta Italia aveva tenuto il fiato sospeso per la sua sorte e seguito in tv le fasi del tentativo di soccorso. Per il ragazzino di Gravina finisce bene, al contrario che per Alfredino Rampi: dopo un paio d'ore viene tirato fuori dai vigili del fuoco. Nel pozzo si sono calati quattro uomini dei nuclei Saf di Bari e di Matera dei vigili del fuoco e sono riusciti lentissimamente a tirarlo fuori, dopo averlo imbracato e legato ad un sostegno rigido. Il piccolo, quando esce dal pozzo, viene immediatamente sottoposto a cure da un medico e infermieri del 118 e portato in ospedale: ha fratture agli arti, ma è lucido e risponde alle domande. Non dovrebbe neanche avere un trauma cranico. Ma, contemporaneamente, la conclusione del suo soccorso produce altri fantasmi: i vigili del fuoco che si sono calati nel pozzo vedono resti umani e lanciano l'allarme. Si pensa immediatamente ai due piccoli Pappalardi cercati in tutti i pozzi e in tutte le gravine del territorio carsico della cittadina murgiana. Sul posto si recano gli investigatori che per mesi hanno seguito le indagini sulla scomparsa dei fratellini e il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano. Il pozzo è in una casa abbandonata nei pressi della pineta e della stazione ferroviaria di Gravina in Puglia, nel centro storico della cittadina murgiana. Tutti pensano che stia per essere risolto definitivamente il giallo della scomparsa dei fratellini, sia pure spezzando per sempre il filo della speranza che siano ancora vivi. Ma sino a che i resti non saranno portati fuori del pozzo la certezza non si potrà avere.

Parlamento pulito, ma con quali regole?


Fonte: L'Espresso




Avremo delle liste elettorali finalmente senza condannati? Veltroni l’ha annunciato per il Pd mentre il Pdl sembra accettare con riserva: decalogo sì ma con qualche eccezione determinata da quelli che Bondi definisce i "processi politici". Fatto sta che il Parlamento uscente vanta ben trenta onorevoli inquisiti, indagati, condannati. "Impresentabili", come spiega l'articolo di Bonazzi e Damilano e come racconta in musica il videoclip di Tiziano Toniutti (Kataweb). Vi chiediamo: il Parlamento deve lasciar fuori tutti i condannati e gli inquisiti? Con quali regole? Chi può correre e chi no?


Si avvicinano le elezioni e tra i partiti comincia la gara alle 'liste pulite'. Il Pd ha confermato che tra i suoi candidati non ci saranno condannati e a ruota anche il Pdl sembra deciso a lasciar fuori gli inquisiti dalle proprie liste elettorali. Esclusi però tutti quelli i cui procedimenti penali hanno 'origine politica', ovvero Silvio Berlusconi. Lanciata da Di Pietro, sostenuta da Veltroni e in parte anche da Fini e Maroni, la questione morale delle liste sembra essere prioritaria in questa fase di campagna elettorale Anche se ogni partito detta le proprie regole: per Gasparri bisogna valutare caso per caso, per Bondi i criteri vanno ancora discussi e per Buttiglione è necessario non recepire meccanicamente le indicazioni della magistratura. Un esempio per tutti, la candidatura di Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia, già condannato a cinque anni. L'attuale 'lista nera' del Parlamento conta ben trenta onorevoli che non dovrebbero ricandidarsi, per reati che vanno dalla frode fiscale alla mafia, dalla corruzione all'abuso d'ufficio. 'Impresentabili' dunque, come si canta nel nostro video. E voi cosa ne pensate? Siete per un Parlamento davvero pulito senza 'se e senza 'ma' oppure è legittimo fare delle eccezioni? Siete favorevoli o contrari alla reintroduzione dell'immunità parlamentare?

Libri, mai più così costosi



Fonte: ANSA


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Basta con gli aumenti dei libri di testo: dal prossimo anno scolastico ci sarà un "tetto" anche per licei e istituti superiori, dove al biennio si può arrivare a spendere oltre 700 euro per acquistare i testi necessari. La decisione, per altro già annunciata da novembre, è stata presa dal ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni con un decreto che sarà reso pubblico tra domani e martedì, completo di tutte le tabelle per ogni indirizzo e per ogni anno delle scuole superiori (per elementari e medie il "tetto" già esisteva). In parte il decreto nasce dall'allargamento della scuola dell'obbligo ai primi due anni del liceo, ma anche per rispondere alle crescenti critiche nei confronti del caro libri scolastici, che hanno portato all'apertura di una istruttoria dell'Antitrust. Con un'attenzione "particolare" al portafoglio delle famiglie già duramente provato dagli aumenti, come ha spiegato lo stesso ministro, ricordando che è "soprattutto alle superiori che le famiglie affrontano le spese maggiori". Positive le reazioni di studenti, famiglie, consumatori e sindacati, ad un provvedimento chiesto da tempo. Anche se in alcuni casi prevale lo scetticismo sulla reale riuscita dell'operazione "taglio costi", con richiami alla responsabilità degli editori e alla necessità di trovare nuove forme per i libri di testo (come il comodato d'uso) o di utilizzare le nuove tecnologie. Per avere gli importi dei "tetti", comunque, bisognerà aspettare la pubblicazione del decreto in quanto ogni singola classe di ogni singolo corso di studi avrà limiti di spesa differenti. E già i sindacati segnalano che sarà "difficile" per i docenti arrivare alla "quadratura del cerchio". Sull'impatto dei tagli, lo stesso Fioroni alcuni mesi fa aveva fatto il bilancio dei "tetti" già stabiliti: "il nostro monitoraggio ha evidenziato che il 70% delle scuole ha rispettato il tetto, che deve essere una cosa seria, perché se non è credibile non dà nessun sostegno alle famiglie". Gli editori, che proprio venerdì hanno preso impegni precisi con l'Autorità Antitrust, respingono le accuse di rincaro dei libri (almeno il 5% secondo i consumatori) ricordando che "anche l'Istat ha sempre certificato in modo rigoroso" che "non è vero che i prezzi dei libri sono aumentati negli ultimi anni più dell'inflazione". Proprio dalle associazioni dei consumatori è arrivato un apprezzamento al decreto, ma anche un allarme: "é un segnale positivo, vorremmo che ne seguissero altri. Ma attenzione ai 'libri consigliati', quelli che i docenti non inseriscono nella lista ufficiale ma 'consigliano' di acquistare il primo giorno di scuola, che potrebbero rendere vano il taglio dei costi", ha detto il presidente nazionale di Adiconsum Paolo Landi " Noi, comunque continueremo a monitorare il costo dei libri". ADICONSUM, UN SEGNALE POSITIVO "Un segnale positivo, vorremmo che ne seguissero altri. Ma attenzione ai 'libri consigliati' che potrebbero rendere vano il taglio dei costi". Così il presidente nazionale di Adiconsum Paolo Landi, ha commentato il decreto del ministero della Pubblica Istruzione che istituisce un tetto per i libri di testo anche per le scuole superiori. "Si tratta di una decisione positiva che spingerà le scuole a stare sotto un certo tetto ma a volte questo non è sufficiente. I ragazzi e le famiglie - ha aggiunto - devono fare attenzione ai cosiddetti 'libri consigliati', quelli che i docenti non inseriscono nella lista ufficiale ma 'consigliano' di acquistare il primo giorno di scuola". Landi ha però invitato a non fermarsi al "tetto" per contenere i costi ma di utilizzare anche "altri sistemi, come i cd, le biblioteche scolastiche, garantire la durata minima delle edizioni. Anche per agevolare il ricorso al mercato dell'usato. Noi - ha concluso - continueremo a monitorare il costo dei libri scolastici".La Rete degli Studenti chiede che "l'investimento fatto sia continuativo nel tempo, con soluzioni, come quella dei libri in comodato d'uso che consentano alle scuole di avere maggiori strumenti contro il caro-testi". Per Massimo Di Menna (Uil Scuola), "intervenire sui prezzi non ci dà garanzie di riuscita del taglio dei costi, ma sarebbe preferibile un intervento finanziario consistente, per dare ai ragazzi che sono bravi a scuola borse di studio per aver ei libri. La soluzione del problema, comunque, è più nella capacità degli editori di tenere bassi i costi, che nelle scuole. Diventa difficile per i collegi docenti stare con il bilancino, si devono sommare i prezzi di tanti libri, diventa concretamente complicato, è un aggravio di procedura". Per i Genitori Democratici, "Il decreto è un buon segnale, va letto positivamente anche perché valorizza l'allargamento dell'età dello obbligo, di cui si è parlato molto poco. La politica del calmierare i costi ha spesso scarsi esiti se non è affiancata da una politica complessiva che coinvolga una nuova cultura del libro di testo, con l'impegno degli editori, della distribuzione e anche con l'utilizzo delle nuove tecnologie".

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