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venerdì 21 dicembre 2007

Ride il telefono



ROMA - "Un attacco criminale alla privacy". E' furiosa la reazione di Silvio Berlusconi dopo la pubblicazione sul sito dell'Espresso e di Repubblica.it del colloquio telefonico con il responsabile di Rai Fiction Agostino Saccà. Il caso arriva in serata anche a palazzo Chigi che ribadisce la richiesta alla magistratura di indagare ''senza dimenticare le prerogative delle persone e rispettando le garanzie costituzionali''. La presidenza del Consiglio auspica quindi una accelerazione della riforma del sistema radiotelevisivo. L'ira di Berlusconi. Il cavaliere attacca frontalmente: "Sono stato esposto al pubblico ludibrio senza motivo. Non c'è niente di preoccupante, salvo il fatto che siamo in un paese in cui non c'è più libertà". Poi l'affondo del Cavaliere si sposta contro la Rai dove lavora "chi si prostituisce o chi è di sinistra". Parole dette da chi, nella telefonata con Saccà, "suggerisce" il nome di alcune avvenenti attrici. Una in particolare che il Cavaliere lega a un senatore della maggioranza che Berlusconi cerca di convincere a cambiare schieramento. "In Rai non c'è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato". "Io - continua il Cavaliere - ho fatto diversi interventi solo per segnalare personaggi che non sono di sinistra e che sono stati messi completamente da parte in Rai".

"Rivendico ciò che ho fatto". In serata il capo del Pdl difende le sue parole al capo di Rai fiction. "Si capisce benissimo - dice - che in tutti e due i casi ho fatto interventi assolutamente apprezzabili. Uno per un'ingiustizia. L'altro per un caso doloroso di una persona che non lavorava e che non facevano lavorare". Rai e Fnsi. Viale Mazzini risponde all'ex premier con un comunicato: "Di fronte ad accuse indiscriminate e dai toni inaccettabili, la Rai ribadisce la piena fiducia nei propri dipendenti e collaboratori, nelle loro capacità professionali e nel loro costante e reale impegno per il miglioramento del servizio pubblico radiotelevisivo".

mercoledì 19 dicembre 2007

A morte la pena di morte


Una vittoria per l'Italia.




Con 104 voti favorevoli, 54 contrari e 29 astenuti, l'Assemblea Generale dell'Onu ha approvato la risoluzione di moratoria universale contro la pena di morte. La votazione e' avvenuta dopo le dichiarazioni di voto contrarie di paesi come Antigua, Barbados, Singapore e Nigeria e quella favorevole del Messico. La risoluzione era stata gia' approvata lo scorso 15 novembre dalla Terza Commissione dell'Onu con 99 voti favorevoli, 52 contrari e 33 astenuti.


PRODI, ''GIORNATA STORICA, SALUTO VOTO CON INTENSA COMMOZIONE''. ''Saluto con intensa commozione il voto con cui oggi l'assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che chiede a tutti gli stati membri di sospendere l'esecuzione della pena di morte''. Lo ha detto il presidente del Consiglio Romano Prodi che e' sceso in sala stampa a Palazzo Chigi poco dopo la notizia arrivata da New York. ''E' davvero una giornata storica e l'orgoglio dell'Italia e' aver promosso per prima la mozione''. ''L'Italia ha molto contribuito a diffondere pace e giustizia nel mondo'' ha detto ancora Prodi, ''il paese che ha promosso questa iniziativa che si e' presto trasformata in una grande coalizione internazionale per il diritto e la dignita' delle persone''. ''Voglio ringraziare il capo dello Stato - ha aggiunto Prodi - che ha sempre seguito con attenzione e sostegno la nostra azione, grazie anche al Parlamento, che con il suo voto unanime ha dato forza decisiva alla nostra scelta e grazie anche ai ministri D'Alema e Bonino per il loro grande lavoro, a tutti i membri del governo, alle associazioni e ai cittadini che si sono mobilitati in questi mesi''.


NAPOLITANO, UN SEGNALE STORICO. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appreso il risultato della votazione all'ONU sulla risoluzione per la moratoria sulla pena di morte, ha rilasciato la seguente dichiarazione: ''Desidero esprimere la mia profonda soddisfazione per l'approvazione, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Risoluzione per la moratoria della pena capitale nel mondo. E' uno storico segnale che l'organo piu' rappresentativo, per la sua universalita', delle Nazioni Unite lancia alla Comunita' Internazionale, richiedendo agli Stati di sospendere le esecuzioni capitali nella prospettiva dell'abolizione della pena di morte. La risoluzione, fortemente promossa dall'Italia e sostenuta dall'Unione Europea, e' stata presentata nell'ambito di una intesa a cui hanno aderito paesi di tutti i continenti. L'Unione Europea e' riuscita cosi' a coinvolgere un ampio gruppo di paesi, a testimonianza del vasto sostegno ai principi di valore universale che sono alla base dell'iniziativa. In questa difficile campagna il nostro Paese ha avuto un ruolo centrale. Per l'Italia la lotta contro la pena di morte e' uno dei temi prioritari nel campo dei diritti umani. Il successo di questa fondamentale azione - conclude il Capo dello Stato - e' dovuto all'impegno del Parlamento, del Governo, del Ministro degli Affari Esteri, della Rappresentanza d'Italia presso le Nazioni Unite nonche' della societa' civile italiana, che l'ha sostenuta in tutte le sue tappe. A tutti rivolgo il mio piu' vivo apprezzamento''.

martedì 18 dicembre 2007

102 anni di ingiustizia




GENOVA - Sono stati condannati complessivamente a 102 anni e 10 mesi di reclusione 24 dei 25 no global imputati per devastazione e saccheggio durante le manifestazioni del G8 nel luglio 2001 a Genova. Una sola imputata, Nadia Sanna, è stata assolta per non aver commesso il fatto.
A ottobre, i pubblici ministeri Anna Canepa e Andrea Canciani avevano chiesto pene detentive per un totale di 225 anni per i 25, accusati di essere responsabili delle violenze e devastazioni per le strade del capoluogo ligure nei giorni del G8.
La condanna più pesante, di 11 anni, è stata data a Marina Cugnaschi, 41 anni di Lecco, ritenuta appartenente ai black block. Per lei i pm avevano chiesto 16 anni di reclusione, la pena più alta. La più bassa invece -- di 5 mesi -- è stata inflitta a Domenico Ceci.
Tra gli altri, Francesco Puglisi di Catania e Vincenzo Vecchi di Bergamo sono stati condannati a 10 anni e 6 mesi, mentre Alberto Funaro è stato condannato a 9 anni.
Massimiliano Monaio, giudicato responsabile del lancio di una trave verso una camionetta dei carabinieri, è stato condannato a cinque anni.
I giudici del tribunale di Genova hanno chiesto inoltre che siano inviati ai pm gli atti relativi alla testimonizia di quattro funzionari di polizia per falsa testimonianza.
La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio.

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