ResiChannel, web tv ufficiale de La Resistenza
venerdì 26 settembre 2008
Maroni ama La Russa
Dal DIARIO RESISTENTE
Trovo assolutamente penosi i battibecchi in corso tra il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e quel bravo organista con gli occhiali rossoneri, Roberto Maroni.
Non è nuova la cosa.
Ricordate la prima di campionato, con dei tifosi che corrono e qualche testa di cazzo che sfascia tutto?
Bene, allora Maroni parlò di camorra. Lo fece stilando dei dati. Ecco quanto riportato dall'ANSA alle 20 del 10 settembre scorso (riferendo alla commissione Affari costituzionali, ma le dichiarazioni erano già note per altre vie):
"Sui 3.096 tifosi del Napoli che hanno acquistato i biglietti per la partita con la Roma, 810 erano gravati da precedenti di polizia e 27 contigui alla camorra. Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni".
Ok, ma che c'entra che tra coloro che hanno acquistato i biglietti parecchi avevano precedenti penali? Che uno che ha fatto una ca**ata non può andare allo stadio? E chi lo dice che proprio quelli siano coloro che hanno compiuto scatafasci vari? Boh, misteri italiani...
Arriva poi Ignazio, determinato e incravattato, a dire (e subito dopo a smentire) che non c'è camorra nel tifo. Ecco quanto riportato sempre dall'Ansa il 3 settembre:
"Pensare alla mano della camorra dietro gli incidenti provocati dagli ultra' 'e' un alibi'. A dirlo il ministro della Difesa Ignazio La Russa. Gli incidenti ci sono ''da Bergamo a Napoli, da Milano a Catania''. Bisogna piuttosto smettere di tollerare sacche di 'illegalita', aggiunge La Russa, di accettare che i tifosi abbiamo 'licenza di devastare'. E se ci sara' da intervenire con strumenti legislativi, aggiunge La Russa, 'noi faremo il nostro dovere'."
Ed è una.
Poi, appena due giorni fa, nuovo scontro.
Maroni, riguardo quanto accaduto a Castel Volturno, dichiara: "La strage di Castel Volturno è guerra civile" (http://www.repubblica.it/2008/09/sezioni/cronaca/caserta-sparatoria/maroni-audizione/maroni-audizione.html).
Ma anche stavolta Ignazio non ci sta. E dichiara: "è una guerra tra bande".
Credo che un governo dovrebbe muoversi congiuntamente, non litigare sulle parole e pensare che lì sono in gioco vite umane e la credibilità dello Stato.
Maroni, quello con gli occhiali rossoneri, chiama papà Silvio per chiarimenti, Fiorello pensa alla prossima imitazione. Io continuo a suonare l'organo.
Enrico Cervellera
martedì 23 settembre 2008
Vezzali, fai un fioretto
dal Diario de La Resistenza
Sono gli occhi invasati dal desiderio, la cosa che fa più impressione.
Come il vate di Delo che a contatto con la divinità si fa pregno del Supremo, così la Vezzali, a Porta a Porta (meglio, Porca a Porca), è in estasi per Testa d'asfalto.
Lo guarda fisso negli occhi, Valentina Vezzali, il suo Presidente e glielo dice che più chiaro non si può. Gli dice: 'Presidente, io da lei mi fare toccare'.
Ma non è mamma, la Vezzali?
Non è moglie, la Vezzali?
Non è una sportiva, la Vezzali?
La Vezzali sarebbe tutto ciò, oltreché poliziotta.
Non si può vedere una scena del genere, persino uno accorto al gentil sesso come il Berlusca cade nell'imbarazzo, lui che alle foto di gruppo internazionali si diverte a fare le corna dietro i pari grado stranieri.
Valentina, che figuraccia. E noi che t'abbiamo guardato alle scorse Olimpiadi, abbiamo pianto al tuo trionfo.
Oggi le donne piangono per la dignità e l'umiliazione che hai fatto loro vivere.
Noi sportivi piangiamo per la mancanza di valori che hai mostrato.
Noi uomini piangiamo per la fedifraga affermazione d'amore.
Noi figli piangiamo che una mamma così non la vogliamo.
Vabbé, dai, mo'... che piangere e piangere?!?!
Valentina, dai fai un fioretto:
Non farlo più (senza tuo marito).
lunedì 22 settembre 2008
Ahmadinejad come Hitler?
Non sono un berlusconiano, ma mi sono divertito nel leggere le dichiarazioni dell'attuale Persidente del Consiglio il 16 settembre in occasione di un incontro con una organizzazione ebraica.
"Credo che dovremmo avere tutti la massima attenzione nei confronti delle follie di chi, magari solo per ragioni politiche interne, vorrebbe cancellare Israele dalla carta geografica [...] Già una volta c'é stato un tal signore che all'inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quello che ha fatto. E voi purtroppo sapete a chi mi riferisco...".
Divertito soprattutto per la coda di paglia del governo iraniano, che si è sentito toccato tanto da dichiarare "indegne" tali parole, anche se non c'era il riferimento esplicito al presidente-dittatore.
Flavio D.
domenica 21 settembre 2008
Sarkozy agente della Cia
di Thierry Meyssan - http://www.voltairenet.org/article157210.html
Fonte: www.disinformazione.it
Nicolas Sarkozy deve essere giudicato per la sua azione e non in base alla sua personalità. Ma quando la sua azione sorprende perfino i suoi elettori, è legittimo entrare in dettaglio nella sua biografia ed interrogarsi sulle alleanze che lo hanno portato al potere. Thierry Meyssan ha deciso di scrivere la verità sulle origini del presidente della Repubblica francese. Tutte le informazioni contenute in questo articolo sono verificabili, ad eccezione di due imputazioni, segnalate dall’autore che si assume le sue responsabilità.
I Francesi, stanchi delle presidenze troppo lunghe di François Mitterrand e di Jacques Chirac, hanno eletto Nicolas Sarkozy contando sulla sua energia per rivitalizzare il loro paese. Speravano in una rottura con anni d’immobilismo e di ideologie superate. Hanno avuto una rottura con i principi che fondano la nazione francese. Sono stati sorpresi da questo «iper-presidente», che ogni giorno apre un nuovo capitolo, che assorbe in sé la destra e la sinistra, che sconvolge ogni sistema di riferimento, fino a creare una totale confusione.
Come bambini che hanno appena combinato una grossa sciocchezza, i Francesi sono troppo occupati a trovare delle scuse, per ammettere l’ampiezza dei danni e la loro ingenuità. Ancor più rifiutano di vedere chi sia veramente Nicolas Sarkozy proprio quelli che da molto tempo avrebbero dovuto rendersene conto.
Il senso di questo articolo sia ben chiaro: non si tratta di rimproverare al sig. Sarkozy i suoi legami familiari, amichevoli e professionali, ma di rimproverargli di averli nascosti ai Francesi i quali, a torto, hanno creduto di eleggere un uomo libero.
Per capire come un uomo, in cui oggi tutti concordano nel vedere l’agente degli Stati Uniti e di Israele, abbia potuto diventare il capo del partito gollista e poi il presidente della Repubblica francese, bisogna tornare indietro. Molto indietro. Dobbiamo effettuare una lunga digressione, nel corso della quale presenteremo i protagonisti che trovano oggi la loro rivincita.
Segreti di famiglia
Alla fine della Seconda Guerra mondiale, i servizi segreti statunitensi si appoggiano al padrino italo-americano Lucky Luciano per controllare la sicurezza dei porti americani e per preparare lo sbarco alleato in Sicilia. I contatti di Luciano con i servizi US passano in particolare attraverso Frank Wisner Sr., e poi, quando il «padrino» viene liberato e si esilia in Italia, tramite il suo «ambasciatore» corso (l’Unione corsa è conosciuta anche come Mafia della Corsica), Étienne Léandri.
Nel 1958, gli Stati Uniti, inquieti per una possibile vittoria del FLN (Fronte Nazionale di Liberazione) in Algeria che aprirebbe l’Africa del Nord all’influenza sovietica, decidono di suscitare un colpo di Stato militare in Francia. L’operazione è organizzata congiuntamente dalla Direzione della pianificazione della CIA — diretta teoricamente da Frank Wisner Sr.— e dalla NATO. Ma Wisner è già piombato nella demenza, per cui è il suo successore, Allan Dulles, a supervisionare il colpo. Da Algeri, alcuni generali francesi creano un Comitato di salute pubblica che esercita una pressione sul potere civili parigino e lo costringe a votare i pieni poteri al generale De Gaulle senza avere bisogno di ricorrere alla forza [1].
Ora, Charles De Gaulle non è la pedina che gli Anglosassoni credono di poter manipolare. In un primo tempo, egli tenta di uscire dalla contraddizione coloniale accordando una larga autonomia ai territori d’oltremare in senso ad un’Unione francese. Ma è già troppo tardi per salvare l’Impero francese, perché i popoli colonizzati non credono più alle promesse della metropoli ed esigono la loro indipendenza. Dopo aver condotto vittoriosamente feroci campagne di repressione contro gli indipendentisti, De Gaulle si arrende all’evidenza. Dando prova di rara saggezza politica, decide di accordare ad ogni colonia la sua indipendenza.
Questo voltafaccia è vissuto come un tradimento dalla maggior parte di coloro che lo hanno portato al potere.
Pasqua è un malavitoso corso e un vecchio resistente. Ha sposato la figlia di un contrabbandiere di alcolici canadese che aveva fatto fortuna durante il proibizionismo. Dirige la società Ricard che, dopo aver commercializzato assenzio, un alcool proibito, è diventata rispettabile vendendo anisetta. Tuttavia, la società continua a servire da copertura per ogni sorta di traffico in relazione con la famiglia italo-newyorkese dei Genovese, quella di Lucky Luciano. Non è dunque da stupirsi che Pasqua si rivolga a Étienne Léandri («l’ambasciatore» di Luciano) per reclutare manovalanza e costituire la milizia gollista [3]. Un terzo uomo gioca un grande ruolo nella formazione del SAC, l’ex guardia del corpo di De Gaulle, Achille Peretti — anche lui corso.
Così difeso, De Gaulle traccia con decisione una politica d’indipendenza nazionale. Pur affermando la sua appartenenza al campo atlantico, egli rimette in discussione la leadership anglosassone. Si oppone all’ingresso del Regno Unito nel Mercato comune europeo (1961 e 1967); rifiuta di schierare i caschi blu della NATO nel Congo (1961); incoraggia gli Stati latino-americani ad affrancarsi dall’imperialismo USA (discorso di Mexico, 1964); espelle
Nello stesso tempo, De Gaulle consolida la potenza della Francia dotandola di un complesso militar-industriale comprendente la forza di dissuasione nucleare e garantendo il suo approvvigionamento energetico. Allontana saggiamente dal suo entourage gli ingombranti Corsi, affidando loro delle missioni all’estero. Così, Étienne Léandri diviene il trader del gruppo Elf (oggi Total) [4], mentre Charles Pasqua diventa l’uomo di fiducia dei capi di Stato dell’Africa francese.
Consapevole di non poter sfidare gli Anglosassoni su tutti i campi, De Gaulle si allea con la famiglia Rothschild. Sceglie come Primo ministro il procuratore della Banca, Georges Pompidou. I due uomini formano un tandem efficace. L’audace politica del primo non perde mai di vista il realismo economico del secondo.
Quando, nel 1969, De Gaulle si dimette, Georges Pompidou gli succede brevemente alla presidenza, prima di essere vinto da un cancro. I gaullisti storici non ammettono la sua leadership e s’inquietano per il suo tropismo anglofilo. Urlano al tradimento quando Pompidou, assecondato dal segretario generale dell’Eliseo, Edouard Balladur, fa entrare la «perfida Albione» nel Mercato comune europeo.
La creazione di Nicolas Sarkozy
Una volta delineato questo quadro, torniamo al nostro personaggio principale, Nicolas Sarkozy. Nato nel 1955, è figlio di un nobile cattolico ungherese, Pal Sarkösy de Nagy-Bocsa, riparato in Francia dopo essere sfuggito all’Armata Rossa, e di Andrée Mallah, un’ebrea di famiglia non nobile, originaria di Tessalonica. Dopo aver avuto tre figli (Guillaume, Nicolas e François), la coppia divorzia. Pal Sarkosy de Nagy-Bocsa si risposa con un’aristocratica, Christine de Ganay, dalla quale avrà due figli (Pierre-Olivier e Caroline). Nicolas non sarà allevato dai suoi soli genitori, ma sarà sballottato in questa famiglia ricomposta.
Sua madre è divenuta segretaria di Achille Peretti. Dopo aver co-fondato il SAC, la guardia del corpo di De Gaulle ha continuato una brillante carriera politica. È stato eletto deputato e sindaco di Neuilly-sur-Seine, la più ricca periferia residenziale della capitale, e poi presidente dell’Assemblea nazionale.
Disgraziatamente, nel 1972, Achille Peretti viene gravemente chiamato in causa. Negli Stati Uniti, la rivista Time rivela l’esistenza di un’organizzazione criminale segreta «l’Unione corsa» che controllerebbe gran parte del traffico di stupefacenti tra l’Europa e l’America, la famosa «French connection» che Hollywood doveva portare sugli schermi. Basandosi su audizioni parlamentari e su proprie indagini, Time cita il nome di un capo mafioso, Jean Venturi, arrestato in Canada alcuni anni prima e che altri non è che il delegato commerciale di Charles Pasqua per la società di alcoolici Ricard. Si ventilano i nomi di numerose famiglie che dirigerebbero «l’Unione corsa», tra cui i Peretti. Achille nega, ma deve rinunciare alla presidenza dell’Assemblea e sfugge anche ad un «suicidio».
Nel 1977, Pal Sarkozy si separa dalla seconda moglie, Christine de Ganay, la quale si lega allora al n°2 dell’amministrazione centrale del dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Lo sposa e s’installa con lui in America. Si sa che il mondo è piccolo: suo marito non è altri che Frank Wisner Jr., figlio del precedente. Le funzioni di Junior alla CIA non sono note, ma è chiaro che egli vi ha un ruolo importante. Nicolas, che resta vicino alla matrigna, al fratellastro e alla sorellastra, comincia a volgersi verso gli Stati Uniti dove «beneficia» dei programmi di formazione del dipartimento di Stato.
Nello stesso periodo, Nicolas Sarkozy aderisce al partito gollista. Ben presto vi frequenta Charles Pasqua in quanto questi non è solo un leader nazionale, ma anche il responsabile delle sezione dipartimentale delle Hauts-de-Seine.
Nel 1982, Nicolas Sarkozy, terminati i suoi studi di diritto ed iscrittosi all’avvocatura, sposa la nipote di Achille Peretti. Il suo testimone di nozze è Charles Pasqua. In quanto avvocato, la signora Sarkozy difende gli interessi degli amici corsi dei suoi mentori. Lui acquista una proprietà sull’isola della bellezza, a Vico, ed immagina di rendere corso il suo nome sostituendo la «y» con una «i»: Sarkozi.
L’anno dopo, è eletto sindaco di Neuilly-sur-Seine in sostituzione di suo zio di creanza Achille Peretti, stroncato da una crisi cardiaca.
Tuttavia, Nicolas non tarda a tradire sua moglie e, dal 1984, continua una relazione nascosta con Cécilia, moglie del più famoso animatore della televisione francese di allora, Jacques Martin, che ha conosciuto celebrando il loro matrimonio come sindaco di Neuilly. Questa doppia vita dura cinque anni prima che gli amanti lascino i loro rispettivi coniugi per costituire una nuova famiglia.
Nel 1992, Nicolas è testimone di nozze della figlia di Jacques Chirac, Claude, con un editorialista di Le Figaro. Non può impedirsi di sedurre Claude e di avere con lei una breve relazione mentre, ufficialmente, vive con Cécilia. Il marito tradito si suicida assumendo delle droghe. Tra Chirac e Nicolas Sarkozy, la rottura è brusca e definitiva.
Nel 1993, la sinistra perde le elezioni legislative. Il presidente François Mitterrand si rifiuta di dimettersi ed entra in coabitazione con un Primo ministro di destra, Jacques Chirac, che ambisce alla presidenza e pensa allora di formare con Edouard Balladur un tandem paragonabile a quello di De Gaulle e Pompidou, rifiuta di essere nuovamente Primo ministro e lascia il posto al suo «amico da trent’anni» Edouard Balladur. Malgrado il suo passato scottante, Charles Pasqua diviene ministro dell’Interno. Conserva il controllo della marijuana marocchina, e approfitta della sua situazione per legalizzare le altre sue attività, prendendo il controllo dei casinò, dei giochi e corse nell’Africa francofona. Intreccia anche dei legami in Arabia Saudita e in Israele e diventa ufficiale d’onore del Mossad. Quanto a Nicolas Sarkozy, egli è ministro del Bilancio e portavoce del governo.
À Washington, Frank Wisner Jr. è succeduto a Paul Wolfowitz come responsabile della pianificazione politica al dipartimento della Difesa. Nessuno nota i legami che lo uniscono al portavoce del governo francese.
È allora che in seno al partito gollista riprende la tensione conosciuta trent0anni prima tra i gollisti storici e la destra finanziaria, incarnata da Balladur. La novità consiste nel fatto che Charles Pasqua, e con lui il giovane Nicolas Sarkozy, tradiscono Jacques Chirac per riavvicinarsi alla corrente Rothschild. Tutto sembra slittare via: il conflitto raggiungerà il culmine nel 1995 quando Édouard Balladur si presenta all’elezione presidenziale contro il suo ex amico Jacques Chirac e viene battuto. Soprattutto, seguendo le istruzioni di Londra e di Washington, il governo Balladur apre i negoziati di adesione all’Unione Europea e alla NATO degli Stati dell’Europa centrale ed orientale, affrancati dalla tutela sovietica.
Niente più funziona nel partito gollista, dove gli amici di ieri sono prossimi ad ammazzarsi tra di loro. Per finanziare la sua campagna elettorale, Edouard Balladur tenta di fare man bassa dei fondi neri del partito gollista, nascosti nella doppia contabilità della petrolifera Elf. Appena muore il vecchio Étienne Léandri, i giudici perquisiscono la società e i suoi dirigenti vengono arrestati. Ma Balladur, Pasqua e Sarkozy non arriveranno mai a recuperare il gruzzolo.
La traversata del deserto
Per tutto il suo primo mandato, Jacques Chirac tiene a distanza Nicolas Sarkozy. Durante questa lunga traversata del deserto, l’uomo si fa discreto. Continua a stringere relazioni nelle cerchie finanziarie.
Nel 1996, Nicolas Sarkozy riesce alla fine a chiudere un’interminabile pratica di divorzio e si sposa con Cécilia. I loro testimoni sono i due miliardari Martin Bouygues e Bernard Arnaud (l’uomo più ricco del paese).
Ultimo atto
Ben prima della crisi irachena, Frank Wisner Jr. e i suoi colleghi della CIA pianificano la distruzione della corrente gollista e l’ascesa di Nicolas Sarkozy. Essi agiscono in tre tempi : in primo luogo, bisogna eliminare la direzione del partito gollista e prendere il controllo di quell’apparato; in secondo luogo, va eliminato il principale rivale di destra e si deve ottenere l’investitura del partito gollista all’elezione presidenziale e, in terzo luogo, va eliminato ogni serio sfidante a sinistra in modo da essere sicuri di vincere l’elezione presidenziale.
Per anni, i media sono tenuti nell’incertezza dalle rivelazioni postume di un immobiliarista. Per ragioni mai chiarite, prima di morire di una grave malattia, egli ha registrato una confessione in video. Per ragioni ancora più oscure, la « cassetta » salta fuori nelle mani di un gerarca del Partito socialista, Dominique Strauss-Khan che, indirettamente, la fa arrivare alla stampa.
Se le confessioni dell’immobiliarista non comportano alcuna sanzione giudiziaria, esse aprono il vaso di Pandora. La principale vittima dell’affaire che ne consegue è il Primo ministro Alain Juppé. Per proteggere Chirac, egli assume su di sé tutte le infrazioni penali. L’esclusione di Juppé lascia via libera a Nicolas Sarkozy per prendere la direzione del partito gollista.
Sarkozy sfrutta allora la sua posizione per costringere Jacques Chirac a riprenderlo nel governo malgrado il loro odio reciproco. In definitiva, egli sarà ministro dell’Interno. Errore! Da quella posizione, egli controlla i prefetti ed alcuni servizi interni che utilizza per introdursi nelle grandi amministrazioni.
Si occupa anche delle questioni corse. Il prefetto Claude Érignac è stato assassinato. Sebbene non sia stato rivendicato, l’omicidio viene immediatamente interpretato come una sfida lanciata dagli indipendentisti alla Repubblica. Dopo una lunga battuta, la polizia arriva ad arrestare un sospetto in fuga, Yvan Colonna, figlio di un deputato socialista. In barba alla presunzione d’innocenza, Nicolas Sarkozy annuncia l’interrogatorio accusando il sospetto di essere l’assassino. Il fatto è che la notizia è troppo bella, a due giorni dal referendum che il ministro dell’Interno organizza in Corsica per modificare lo statuto dell’isola. In ogni caso, gli elettori rigettano il progetto Sarkozy che, secondo alcuni, favorisce gli interessi mafiosi.
Sebbene Yvan Colonna sia stato successivamente riconosciuto colpevole, egli ha sempre proclamato la sua innocenza e contro di lui non è stata trovata alcuna prova materiale. Stranamente, l’uomo si è trincerato nel silenzio, preferendo essere condannato anziché rivelare ciò che sa.
In questa sede, riveliamo che il prefetto Érignac non è stato ucciso dai nazionalisti, ma da un assassino a pagamento, immediatamente fatto espatriare verso l’Angola dove è stato ingaggiato dalla sicurezza del gruppo Elf. Il movente del crimine era precisamente legato alle precedenti funzioni di Érignac, responsabile delle reti africane di Charles Pasqua al ministero della Cooperazione. Quanto a Yvan Colonna, si tratta di un amico personale di Nicolas Sarkozy da decenni e i loro figli si sono frequentati.
Scoppia un nuovo caso: circolano false liste che accusano in modo menzognero numerose personalità di nascondere dei conti bancari in Lussemburgo, presso Clearstream. Tra le personalità diffamate vi è Nicolas Sarkozy. Egli fa querela ed insinua che il suo rivale di destra nell’elezione presidenziale, il Primo ministro Dominique de Villepin, abbia organizzato questa macchinazione. Egli non nasconde la sua intenzione di farlo gettare in prigione.
In realtà, i falsi elenchi sono stati messi in giro da membri della Fondation franco-américaine [5], di cui John Negroponte è stato presidente e Frank Wisner Jr. è amministratore. Ciò che i giudici ignorano e che noi qui riveliamo, è che le liste sono state fabbricate a Londra da un laboratorio comune della CIA e del MI6, Hakluyt & Co, anch’esso amministrato Frank Wisner Jr.
Villepin si difende dall’accusa, ma è messo sotto inchiesta, ha l’obbligo della residenza e, di fatto, viene provvisoriamente escluso dalla vita politica. A destra, la via è libera per Nicolas Sarkozy.
Restano da neutralizzare i candidati dell’opposizione. Le quote di adesione al partito socialista sono ridotte ad un livello simbolico per attirare nuovi militanti. Improvvisamente, migliaia di giovani prendono la tessera. Tra loro, almeno diecimila nuovi aderenti sono in realtà militanti del Partito trotzkiste « lambertista » (dal nome del suo fondatore Pierre Lambert). Questa piccola formazione di estrema sinistra si è storicamente messa al servizio della CIA contro i comunisti stalinisti durante
All’interno del Partito socialista vengono organizzate delle primarie per designare il candidato all’elezione presidenziale. Due personalità sono in concorrenza : Laurent Fabius e Ségolène Royal. Solo il primo rappresenta un pericolo per Sarkozy. Dominique Strauss-Kahn entra in corsa all’ultimo momento con la missione di eliminare Fabius. Sarà in grado di farlo grazie ai voti dei militanti « lambertisti » infiltrati, che portano il loro suffragio non sul suo nome, ma su quello di Royal.
L’operazione è possibile perché Strauss-Kahn è da molto tempo sul libro paga degli Stati Uniti. I Francesi ignorano che egli tiene dei corsi a Stanford, dove è stato assunto dal preside dell’università, Condoleezza Rice [8].
Dopo l’entrata in carica, Nicolas Sarkozy e Condoleezza Rice ringrazieranno Strauss-Kahn facendolo eleggere alla direzione del Fondo Monetario Internazionale.
Primi giorni all’Eliseo
La sera del secondo turno dell’elezione presidenziale, quando gli istituti di sondaggio annunciano la sua probabile vittoria, Nicolas Sarkozy pronuncia un breve discorso alla nazione dal suo QG di campagna. Poi, contrariamente ad ogni consuetudine, non va a festeggiare con i militanti del suo partito, ma si reca al Fouquet’s. La celebre birreria dei Champs-Élysées, un tempo ritrovo dell’«Unione corsa» è oggi proprietà del gestore di casinò Dominique Desseigne. Egli è stato messo a disposizione del presidente eletto per ricevervi i suoi amici e i principali finanziatori della sua campagna. Vi si affrettano un centinaio di invitati, gli uomini più ricchi di Francia a fianco dei padroni di casinò.
Poi il presidente eletto si concede qualche giorno di ben meritato riposo. Portato a Malta in Falcon-900 privato, si riposa sul Paloma, lo yacht da
Infine, Nicolas Sarkozy è investito presidente della Repubblica francese. Il primo decreto che firma non è per proclamare un’amnistia, ma per autorizzare i casinò dei suoi amici Desseigne e Partouche a moltiplicare le macchine da soldi.
Forma la sua squadra di lavoro e il suo governo. Senza essere sorpresi, vi ritroviamo un torbido proprietario di casinò (il ministro della Gioventù e degli Sport) e il lobbysta dei casinò dell’amico Desseigne (che diventa portavoce del partito «gollista»).
Nicolas Sarkozy si appoggia innanzi tutto su quattro uomini:
Claude Guéant, segretario generale del palazzo dell’Eliseo. È l’ex braccio destro di Charles Pasqua.
François Pérol, segretario generale aggiunto dell’Eliseo. È un associato-gestore della Banca Rothschild.
Jean-David Lévitte, consigliere diplomatico. Figlio dell’ex direttore dell’Agenzia ebraica.
Frank Wisner Jr., nominato frattanto inviato speciale del presidente Bush per l’indipendenza del Kosovo, insiste perché Bernard Kouchner sia nominato ministro degli Esteri con una doppia missione prioritaria : l’indipendenza del Kosovo e la liquidazione della politica araba della Francia.
Kouchner ha iniziato la sua carriera partecipando alla creazione di una ONG umanitaria. Grazie ai finanziamenti del National Endowment for Democracy, ha partecipato alle operazioni di Zbigniew Brzezinski in Afghanistan, a fianco di Osama bin Laden e dei fratelli Karzai contro i Soviétici. Lo ritroviamo negli anni 90 presso Alija Izetbegoviç in Bosnia-Erzegovina. Dal 1999 al 2001, è stato Alto responsabile dell’ONU in Kosovo.
Sotto il controllo del fratello cadetto del presidente Hamid Karzai, l’Afghanistan è diventato il primo produttore mondiale di papaveri da oppio. Il loro succo viene trasformato sul posto in eroina e trasportato dall’US Air Force a Camp Bondsteed (Kosovo). Lì, la droga è presa in consegna dagli uomini di Hasim Thasi che la smerciano principalmente in Europa. E, successivamente, negli Stati Uniti [10]. Gli introiti sono utilizzati per finanziare le operazioni illegali della CIA.
Karzai e Thasi sono da molto tempo amici personali di Bernard Kouchner, che certamente ignora le loro attività criminali, malgrado i rapporti internazionali di cui essi sono oggetto.
Per completare il suo governo, Nicolas Sarkozy nomina Christine Lagarde ministro dell’Economia e delle Finanze. Ella ha fatto tutta la sua carriera negli Stati Uniti dove ha diretto il prestigioso studio di giuristi Baker & McKenzie. In seno al Center for International & Strategic Studies di Dick Cheney, ha co-presieduto con Zbigniew Brzezinski un gruppo di lavoro che ha supervisionato le privatizzazioni in Polonia. Ha organizzato un’intensa attività di lobby per conto della Lockheed Martin contro la francese Dassault [11].
Nuova scappata durante l’estate. Nicolas, Cécilia e i loro figli si fanno offrire delle vacanze statunitensi a Wolfenboroo, non lontano dalla proprietà del presidente Bush. Questa volta, la fattura è pagata da Robert F. Agostinelli, un banchiere d’affari italo-newyorkese, un autentico sionista e neoconservatore che scrive su Commentary, la rivista dell’American Jewish Committee.
Il successo di Nicolas ricade sul fratellastro Pierre-Olivier. Con il nome americanizzato « d’Oliver », egli è nominato da Frank Carlucci (che era stato il n°2 della CIA dopo essere stato reclutato da Frank Wisner Sr.) [12] direttore di un nuovo fondo d’investimento del Carlyle Group (la comune società di gestione di portafogli dei Bush e dei bin Laden) [13]. Senza una particolare qualità personale, è diventato il 5° intermediario d’affari del mondo e gestisce i principali averi dei fondi sovrani dei Kuwait e di Singapore.
Nei sondaggi, l’indice di popolarità del presidente è in caduta libera. Uno dei consiglieri per la comunicazione, Jacques Séguéla, preconizza di distogliere l’attenzione del pubblico con nuove «people stories». L’annuncio del divorzio da Cécilia è pubblicato da Libération, il giornale del suo amico Edouard de Rothschild, per coprire gli slogan dei manifestanti in un giorno di sciopero generale. Per rincarare la dose, il comunicatore organizza un incontro con l’artista ed ex modella Carla Bruni. Pochi giorni dopo, la sua relazione con il presidente è ufficializzata ed il battage mediatico copre di nuovo le critiche politiche. Alcune settimane ancora e abbiamo il terzo matrimonio di Nicolas. Stavolta, sceglie come testimone Mathilde Agostinelli (moglie di Robert) e Nicolas Bazire, vecchio direttore di gabinetto di Edouard Balladur divenuto associato-gestore alla Rothschild.
Quando apriranno gli occhi i Francesi per vedere con chi hanno a che fare?
[1] « Quand le stay-behind portait De Gaulle au pouvoir », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 27 août 2001
[2] « Quand le stay-behind voulait remplacer De Gaulle », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 10 septembre 2001
[3] L’Énigme Pasqua, par Thierry Meyssan, Golias ed, 2000.
[4] Les requins. Un réseau au cœur des affaires, par Julien Caumer, Flammarion, 1999.
[5] « Un relais des États-Unis en France : la French American Foundation », par Pierre Hillard, Réseau Voltaire, 19 avril 2007.
[6] « Les New York Intellectuals et l’invention du néo-conservatisme », par Denis Boneau, Réseau Voltaire, 26 novembre 2004.
[7] Le responsable US du renseignement, Irving Brown en personne, a revendiqué avoir lui-même recruté et formé MM. Jospin et Cambadélis pour lutter contre les staliniens alors qu’ils militaient chez les lambertistes pour, cf. Éminences grises, Roger Faligot et Rémi Kauffer, Fayard, 1992 ; « The Origin of CIA Financing of AFL Programs » in Covert Action Quaterly, n° 76, 1999. Il importe d’éviter une interprétation anachronique : leur engagement au service des USA est celui d’atlantistes durant la Guerre froide. Au-delà, il les conduira, par exemple, en 1999, à jouer un rôle central dans l’engagement de Paris au sein de l’OTAN pour bombarder Belgrade, pourtant allié traditionnel de la France. De même, il importe d’éviter les fausses équivalences : la collaboration de Nicolas Sarkozy avec les USA ne s’est pas développée sur une base idéologique, mais relationnelle et carriériste (note modifiée le 27 juillet 2008 en réponse à des lecteurs).
[8] « Dominique Strauss-Kahn, l’homme de « Condi » au FMI », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 5 octobre 2007.
[9] « Alain Bauer, de la SAIC au GOdF », Note d’information du Réseau Voltaire, 1er octobre 2000.
[10] « Le gouvernement kosovar et le crime organisé », par Jürgen Roth, Horizons et débats, 8 avril 2008.
[11] « Avec Christine Lagarde, l’industrie US entre au gouvernement français », Réseau Voltaire, 22 juin 2005.
[12] « L’honorable Frank Carlucci », par Thierry Meyssan, Réseau Voltaire, 11 février 2004.
[13] « Les liens financiers occultes des Bush et des Ben Laden » et « Le Carlyle Group, une affaire d’initiés », Réseau Voltaire, 16 octobre 2001 et 9 février 2004.