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sabato 20 ottobre 2007

I Nobel dell’ipocrisia e della propaganda




Albert Arnold Gore junior e l’I.p.c.c. hanno vinto l’ambito e ‘prestigioso’ Premio Nobel per la Pace ! Solamente il Comitato di ‘esperti’ della Fondazione svedese per il Nobel poteva assegnare il premio per la Pace al fasullo e propagandistico riscaldamento globale! La spiegazione ufficiale è che Al Gore junior e l’Ipcc (il Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici), sono stati premiati per gli sforzi compiuti al fine di «costruire e divulgare una maggiore consapevolezza sull'impatto del cambiamento climatico causato dall'uomo, e per delineare le misure necessarie a contrastare» gli effetti negativi. Non importano le sempre più numerose evidenze scientifiche che dimostrano la truffa colossale, il terrorismo mediatico e psicologico portati avanti da Gore & C.. Poco importa anche che la strategia algoriana sia quella di puntare il dito contro i Paesi in via di sviluppo, colpevoli di una crescita demografica incontrollata (falsa pure questa), che causerebbe il consumo delle risorse mondiali (!?). Della serie: non siamo noi occidentali che consumiamo e sprechiamo, ma sono i “morti di fame” del Terzo Mondo! Quindi “maggiore consapevolezza” di cosa? Forse che il milione e mezzo di dollari (soldi che vengono donati assieme al Premio) è stato dato ad un miliardario guerrafondaio, massone di alto rango, che partecipa attivamente alle strategie eugenetiste e razziali statunitensi? Nulla di nuovo all’orizzonte direbbe qualcuno, visto che perfino Heinz Alfred Kissinger - Henry per gli amici - nonostante i suoi numerosissimi crimini in giro per il mondo - ha ricevuto il premio Nobel per la Pace nel 1973 (alla faccia di Salvador Allende e di tutti i cileni scomparsi e torturati; alla faccia degli abitanti massacrati dell’Iraq, dell’Iran, dell’Indocina, di Cipro, di Timor Est, del Bangladesh, ecc. ecc.) Ecco l’ipocrisia dei Nobel…

mercoledì 17 ottobre 2007

Eluana, il dubbio "amletico"




La Cassazione ha disposto un nuovo processo per il caso di Eluana Englaro, la ragazza in coma da 15 anni e per la quale il padre chiede la sospensione dell'alimentazione artificiale. La Suprema Corte ha deciso che il giudice, su istanza del tutore,può autorizzarne l'interruzione in presenza di due circostanze: che sia provata come irreversibile la condizione di stato vegetativo della ragazza e sia accertato che, se cosciente, in base alle sue convinzioni etiche, Eluana non avrebbe consentito la prosecuzione del trattamento.

Il padre della ragazza commenta: "E' un sussulto di umanità e di libertà".

La Cei ribadisce "la difesa della vita fino alla sua naturale conclusione".


15 anni fa una ragazza di 19 anni come tante, dopo una serata trascorsa con gli amici, finisce con la propria auto contro un palo.

Ricoverata in coma profondo per un gravissimotrauma cranico, viene intubata e strappata alla morte ma i medici non lasciano speranze: il coma e' irreversibile.

Il dubbio è "amletico"...

Senza cadere nella retorica o nella pietismo (la tragedia tocca sicuramente il cuore di tutti), mi chiedo, e vi chiedo, qual è la cosa giusta?

Può un uomo, decidere della morte di un'altra persona?

Anche se l'uomo è il padre e la vittima è la figlia?

E si può davvero essere convinti che Eluana non avrebbe consentito la prosecuzione del trattamento in tali condizioni?

O ancora, può lo stesso paziente decidere di troncare il dono più bello che ci sia stato dato?

O quanto può continuare a soffrire un padre che vede la propria figlia in questo stato da anni, senza ormai alcuna forma di speranza?


Chissà cosa ne pensa Eluana e se la risposta non sia nei suoi occhi in questo momento...

Apture

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