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sabato 25 ottobre 2008

Perchè desidero che abbiate un'etichetta


Prendo spunto dall'ultimo post di Enrico su MySpace per scrivere quanto segue. E' un pezzo istintivo, venuto fuori in tre minuti scarsi: non è il massimo stilisticamente, ma è un condensato di stima e di condivisione, oltre che un augurio speciale perchè davvero un produttore, possibilmente serio e senza la smania di stravolgere il vostro progetto, si faccia sentire per darvi l'opportunità che meritate.
Perchè desidero che abbiate un'etichetta?
Perchè sono stufa di accendere la radio e sentire la voce dei fenomeni di reality costruiti in combutta a tavolino da case discografiche, dirigenti televisivi e consulenti d'immagine, e vorrei tanto sentire una voce... come dire... "shschietta" (da leggersi con la "s" sibilante, facendo finta che si stia parlando di un vino non trattato...).
Perchè non volete arricchirvi con la musica, ma la vostra passione sociale e civile e la genuinità delle vostre intenzioni arricchiscono la musica
Perchè io sono cresciuta a cioccolato, poeti e cantautori e per me la canzone non è solo "amore-mio-quanto-ti-amo", ma anche "amore-mio-guarda-che-schifo-di-mondo-è-questo-resisti-insieme-a-me", come nella migliore tradizione della musica italiana che è stata palestra di vita per troppo pochi in questo Paese.
Perchè ho sempre pensato che se i capi di Stato e di governo, i manager delle multinazionali, gli impiegati pubblici, i professori, gli avvocati, i medici, i membri delle forze armate, gli imprenditori ascoltassero più musica del tipo che fate voi, magari troverebbero meno tempo per scannarsi, perseguire l'utile per l'utile e costruire strade dove la gente si ammazza senza nemmeno avere il tempo di capire che sta morendo.
Perchè voi ci credete, e prima che il vostro cassetto prenda fuoco e i sogni vadano in fumo o, peggio, diventino scheletri negli armadi, vorrei che il mondo discografico, e, forse, più in generale la vita, vi dimostri che avete fatto bene a non mollare.
...
Marina

RIDATECI TONINO











manifesto del 1974 dei comitati autonomi operai romani




Un compagno di Ostuni a tutticonosciuto come Tonino “lu marinaru” (Antonio Asciano) è stato arrestato e rinchiuso nel carcere di Lecce, per aver usato abusivamente di un bene primariocome l’energia elettrica.Questa forma di lotta era praticata da decine di migliaia di famiglie negli anni scorsi per
protestare contro l’Enel , che costruiva
centrali nucleari e importava grandi quantità di carbone
da paesi razzisti come il Sudafrica con grave pregiudizio per l’ambiente.
Mentre molti hanno mollato lui aveva continuato a protestare
praticando consumi simbolici e sostenendo uno scontro con l’Enel
che lo ha perseguitato per tutti questi anni , fino ad arrivare all’
arresto di questi giorni.
Chi invece ha distribuito tangenti e attaccato gravemente l’ambiente resta fuori ,
Tonino,nel corso degli anni, è stato un esempio unico di coerenza
e di moralità antagonista. In maniera totalmente gratuita,ha aperto il
suo laboratorio artigianale,vero esempio di creatività pedagogica di
strada e di accoglienza degli ultimi, dai bambini del quartiere “terra” agli
immigrati nord africani. La sua pedagogia antagonista ha sottratto ai pericoli della strada
tanti bambini che non avevano altro spazio per poter giocare e crescere,abbandonati al loro
destino sia dalla povertà delle loro famiglie che dall’insensibilità di tante,
troppe amministrazioni comunali in tutt’altri progetti interessate.
Tanti immigrati,in un clima di razzismo montante,hanno trovato solo nel laboratorio di
Tonino un centro di vera accoglienza,al di là di qualsiasi differenza.
Sembra una storia d’altri tempi! Invece è una storia di questo tempo e della
sua modernità.
Una storia di un paese che non trova niente di meglio da fare che
prendere le impronte digitali ai bambini rom,tagliare lo stato sociale,produrre
leggi che depenalizzano il falso in bilancio,rende immuni le alte cariche
dello stato(Berlusconi),regala miliardi alla speculazione finanziaria e….




arresta
il compagno Tonino “lu marinaru”.




Forse ci saranno ingiustizie
più grandi ma,per ilmomento,




chiediamo che il nostro compagno sia immediatamente liberato.




I compagni di Ostuni e Brindisi









RIDATECI TONINO!!!

questo è quello che grideremo Sabato 25 Ottobre
alle ore 17,30 ad OSTUNI davanti la sua bottega.
Dopo l´arresto di Tonino "lu marinaru" avvenuto nei giorni scorsi
per aver usato abusivamente di un bene primario come l´energia elettrica
è nato un comitato spontaneo chiamato "Ridateci Tonino ".
Questo comitato è composto dalle persone che lo hanno conosciuto
nel corso di questi anni per diversi motivi , dal suo impegno per i
popoli in guerra e perseguitati ,dagli immigrati che hanno trovato con chi
poter parlare e non ricevere offese , da musicisti di tutta Europa
, dai dimenticati dei servizi sociali del Centro di Ostuni e non solo
, dagli studenti delle scuole superiori e università che con lui
hanno affrontato i più diversi temi filosofici e di vita quotidiana , e
da tanti altri.
Tutte queste persone hanno discusso tra di loro ed hanno pensato
che per la società civile la cosa migliore da fare è che lui
ritorni alla sua bottega , alla sua "scuola di strada" , a trasmettere agli
altri la necessità di essere solidali con chiunque abbia bisogno .



Per questo il Comitato spontaneo "Ridateci Tonino" ha pensato di
realizzare sabato 25 Ottobre alle ore 17,30 un sit-in davanti alla
sua
bottega in via Cattedrale per poi spostarsi in Piazza della
Libertà
(Municipio) in cui sarà chiesto che Tonino ci venga ridato .
Scopo della manifestazione è anche quello di dare dignità ad una
persona che dalle prime aride cronache appare come un ladro di
corrente .
Tonino invece paga per la sua coerenza .
La sua forma di lotta era praticata da decine di migliaia di
famiglie negli anni scorsi per protestare contro l´Enel , che
costruiva
centrali nucleari e importava grandi quantità di carbone da paesi
razzisti come il Sudafrica con grave pregiudizio per l´ambiente.
Mentre molti hanno mollato lui aveva continuato a protestare
praticando consumi simbolici e sostenendo uno scontro con l´Enel
che
lo ha perseguitato per tutti questi anni , fino ad arrivare all´
arresto di questi giorni.
Chi invece ha distribuito tangenti e attaccato gravemente l´
ambiente resta fuori .
Ridateci Tonino , questo è quello che grideremo Sabato 25 Ottobre
alle ore 17,30 davanti la sua bottega








LA REDAZIONE DI PUGLIANTAGONISTA SOLIDARIZZANDO CON IL COMPAGNO TONINO HA VOLUTO DEDICARE ALLA SUA OSTINATA COERENZA DI AUTORIDUTTORE UN MANIFESTO DEL 1974 SULLE AUTORIDUZIONI DI MASA CHE FECERO MIGLIAIA DI PROLETARI DURANTE UN PERIODO DI GRANDE CRISI ECONOMICA E DI SCANDALI FINANZIARI









venerdì 24 ottobre 2008

Non morderti la coda


Nuovo videoclip de La Resistenza, elettrofolk italian band di Enrico Cervellera ed Angelo Milone. Stavolta si tratta di uno spot relativo alla campagna "E' tempo di resistere". Si chiama "Non morderti la coda". Non morderti la coda, ti aspettiamo su http://www.LaResistenza.it

mercoledì 22 ottobre 2008

"Ogni voce che resiste mi rende meno solo"



GRAZIE per tutto quanto state facendo. È difficile dimostrare quanto sia importante per me quello che è successo in questi giorni. Quanto mi abbia colpito e rincuorato, commosso e sbalordito sino a lasciarmi quasi senza parole. Non avrei mai immaginato che potesse accadere niente di simile, mai mi sarei sognato una tale reazione a catena di affetto e solidarietà.
Grazie al Presidente della Repubblica, che, come già in passato, mi ha espresso una vicinanza in cui non ho sentito solo l'appoggio della più alta carica di questo paese, ma la sincera partecipazione di un uomo che viene dalla mia terra.
Grazie al presidente del Consiglio e a quei ministri che hanno voluto dimostrarmi la loro solidarietà sottolineando che la mia lotta non dev'essere vista disgiunta dall'operato delle forze che rappresentano lo Stato e anche dall'impegno di tutti coloro che hanno il coraggio di non piegarsi al predominio della criminalità organizzata.
Grazie allo sforzo intensificato nel territorio del clan dei Casalesi, con la speranza che si vada avanti sino a quando i due latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine - i boss-manager che investono a Roma come a Parma e Milano - possano essere finalmente arrestati.
Grazie all'opposizione e ai ministri ombra che hanno appoggiato il mio impegno e quanto il governo ha fatto per la mia sicurezza. Scorgendo nella mia lotta una lotta al di là di ogni parte.
Le letture delle mie parole che sono state fatte in questi giorni nelle piazze mi hanno fatto un piacere immenso. Come avrei voluto essere lì, in ogni piazza, ad ascoltare. A vedere ogni viso. A ringraziare ogni persona, a dirgli quanto era importante per me il suo gesto.
Perché ora quelle parole non sono più le mie parole. Hanno smesso di avere un autore, sono divenute la voce di tutti. Un grande, infinito coro che risuona da ogni parte d'Italia. Un libro che ha smesso di essere fatto di carta e di simboli stampati nero su bianco ed è divenuto voce e carne.
Grazie a chi ha sentito che il mio dolore era il suo dolore e ha provato a immaginare i morsi della solitudine.
Grazie a tutti coloro che hanno ricordato le persone che vivono nella mia stessa condizione rendendole così un po' meno sole, un po' meno invisibili e dimenticate.
Grazie a tutti coloro che mi hanno difeso dalle accuse di aver offeso e diffamato la mia terra e a tutti coloro che mi hanno offerto una casa non facendomi sentire come uno che si è messo nei guai da solo e ora è giusto che si arrangi.
Grazie a chi mi ha difeso dall'accusa di essere un fenomeno mediatico, mostrando che i media possono essere utilizzati come strumento per mutare la consapevolezza delle persone e non solo per intrattenere telespettatori.
Grazie alle trasmissioni televisive che hanno dato spazio alla mia vicenda, che hanno fatto luce su quel che accade, grazie ai telegiornali che hanno seguito momento per momento mutando spesso la scaletta solita dando attenzione a storie prima ignorate.
Grazie alle radio che hanno aperto i loro microfoni a dibattiti e commenti, grazie specialmente a Fahrenheit (Radio 3) che ha organizzato una maratona di letture di Gomorra in cui si sono alternati personaggi della cultura, dell'informazione, dello spettacolo e della società civile. Voci che si suturano ad altre voci.
Grazie a chi, in questi giorni, dai quotidiani, alle agenzie stampa, alle testate online, ai blog, ha diffuso notizie e dato spazio a riflessioni e approfondimenti. Da questo Sud spesso dimenticato si può vedere meglio che altrove quanto i media possano avere talora un ruolo davvero determinante.
Grazie per aver permesso, nonostante il solito cinismo degli scettici, che si formasse una nuova sensibilità verso tematiche per troppo tempo relegate ai margini. Perché raccontare significa resistere e resistere significa preparare le condizioni per un cambiamento.
Grazie ai social network Facebook e Myspace, da cui ho ricevuto migliaia di messaggi e gesti di vicinanza, che hanno creato una comunity dove la virtualità era il preludio più immediato per le iniziative poi organizzate in piazza da persone in carne e ossa.
Grazie ai professori delle scuole che hanno parlato con i ragazzi, grazie a tutti coloro che hanno fatto leggere e commentare brani del mio libro in classe. Grazie alle scuole che hanno sentito queste storie le loro storie.
Grazie a tutte le città che mi hanno offerto la cittadinanza onoraria, a queste chiedo di avere altrettanta attenzione a chi concedono gli appalti e a non considerare estranei i loro imprenditori e i loro affari dagli intrecci della criminalità organizzata.
E grazie al mio quotidiano e ai premi Nobel e ai colleghi scrittori di tante nazionalità che hanno scritto e firmato un appello in mio appoggio, scorgendo nella vicenda che mi ha riguardato qualcosa che travalica le problematiche di questo paese e facendomi sentire a pieno titolo un cittadino del mondo.
Eppure Cesare Pavese scrive che "un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".
Io spesso in questi anni ho pensato che la cosa più dura era che nessuno fosse lì ad aspettarmi. Ora so, grazie alle firme di migliaia di cittadini, che non è più così, che qualcosa di mio è diventato qualcosa di nostro. E che paese non è più - dopo questa esperienza - un'entità geografica, ma che il mio paese è quell'insieme di donne e uomini che hanno deciso di resistere, di mutare e di partecipare, ciascuno facendo bene le cose che sa fare. Grazie.
Roberto Saviano
***
La nostra Resistenza si unisce alla resistenza di Roberto Saviano: firmiamo.
Marina

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