ResiChannel, web tv ufficiale de La Resistenza

sabato 15 marzo 2008

PugliAntagonista, la Puglia che resiste


Segnaliamo la nascita di un nuovo sito, http://www.pugliantagonista.it/.

Il portale è giovanissimo ed in continua evoluzione. Al suo interno tante e tante notizie spesso non visibili su altri canali di informazione. Una "open area di discussione, elaborazione e pratica politica per la sinistra anticapitalista pugliese", come riportato nella home.


Fateci un giro, è un sito che consiglio!

Enrico Cervellera

Operaio suicida, tragedia della precarietà


Il ricordo di un precario per un precario.

Fonte: LA STAMPA

Non gli è stato rinnovato il contratto a termine e lui ha deciso di farla finita lasciando due figli di 6 e 7 anni. «Sono triste perché mi sono stati tolti il lavoro e la mia dignità, perdonatemi», ha scritto Luigi Roca, operaio di 39 anni, nella lettera di addio alla compagna Barbara e ai suoi familiari. Poi ha raggiunto un boschetto vicino alla sua casa di località Vallossera di Rocca Canavese e si è stretto un cappio intorno al collo per chiudere con la vita. Quella che stava cercando di guadagnare poco alla volta, con grandi sforzi, dopo un passato difficile con guai di droga. Storie di quindici anni fa. Adesso, grazie a un’agenzia interinale, aveva trovato un nuovo impiego alla Berco di Busano (azienda di stampaggio a caldo del gruppo Thyssen Krupp, che il 3 marzo scorso ha firmato un accordo con i sindacati per la ricollocazione degli operai di Torino nelle sue aziende italiane), dove era occupato da quattro mesi. Ma alla fine di febbraio è arrivato il colpo che non si aspettava. «Era felice perché, in un primo tempo, gli era stato garantito che sarebbe stato assunto in maniera definitiva, poi gli hanno detto che non c'era lavoro sufficiente, che non potevano riconfermarlo. L'ha presa malissimo – racconta ancora Barbara Agostino, che viveva con Luigi da dodici anni -. Non era più lo stesso, si sentiva umiliato». Con un mutuo da pagare, nel rustico che lui stesso stava ristrutturando poco alla volta, e due figli da tirare su, si è visto crollare il mondo addosso. «Mi ha chiesto se c'era almeno la possibilità di prolungargli il contratto – ricorda Angelo Sesto, rappresentante delle Rsu di fabbrica alla Berco -. L'azienda mi ha spiegato che questo era un momento di difficoltà e non si poteva fare di più. Ma poi, mi ha anche detto che, con la ripresa, Roca sarebbe stato il primo della lista ad essere assunto a tempo indeterminato». Come se non bastasse, a Roca in questi giorni era anche arrivata una comunicazione giudiziaria per una scazzottata che aveva avuto tempo fa a Rocca. «Luigi era stato provocato da un automobilista, ma la sua denuncia è stata archiviata – si arrabbia Agostino -, mentre quella dell’altro è andata avanti. Quell’uomo chiedeva 12 mila euro di risarcimento per una lesione al naso». «Se avesse avuto una vera opportunità di lavoro non si sarebbe ucciso – riflette Vito Bianchino, un vicino di casa dell’operaio e sindacalista della Fim-Cisl -. Tempo fa l'avevo visto al campo di calcio con i bambini, era soddisfatto, sembrava un altro. L’ho rivisto qualche giorno fa, era abbattuto, non si spiegava perché l'avessero lasciato a casa».
Visita www.laresistenza.it, il nostro sito uficiale.

venerdì 14 marzo 2008

No al rigassificatore a Brindisi


Abbiamo il piacere di presentare la video-traduzione (dal mesagnese all'italiano) di "Paiava", il nostro brano sul problema rigassificatore a Brindisi.



Clicca sul nostro sito ufficiale, http://www.laresistenza.it/


Bruxelles, Ciarrapico sotto la lente


Messaggio pubblicitario: ascolta "Non dimentiCarlo", il nuovo brano de LA RESISTENZA sui fatti del G8. Lo trovi su "LA RESISTENZA BLOG" e sul nostro sito ufficiale, http://www.laresistenza.it/
Fonte: Ansa


ROMA - Si avvera la previsione dei giorni scorsi di uno dei più fidati colonnelli di Gianfranco Fini: "Questa candidatura di Ciarrapico ci creerà problemi enormi. E se non ci farà addirittura perdere nel Lazio, ce la porteremo appresso per tutta la legislatura, ci farà dannare...". Con buona pace di Silvio Berlusconi e di Fini, per il sesto giorno consecutivo domani terrà banco sui giornali - e non solo quelli italiani - il 'caso' Ciarrapico. Perché oggi al vertice del Ppe a Bruxelles, nel fiabesco castello di Meise, l'editore ciociaro di dichiarate simpatie fasciste è il convitato di pietra. E quel "non c'é posto per i fascisti", pronunciato dal presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker e confermato in altri termini dal presidente del Ppe Wilfred Martens e dal presidente del Parlamento Europeo Hans Gert Poettering , rimbalza nella Capitale italiana e fa rumore. "Juncker? Bisogna allora che parli con il suo amico Casini, visto che Ciarrapico ha offerto cene a Fiuggi al partito di Casini e andava sempre a braccetto con Casini e company...", sbotta a sera Silvio Berlusconi, irritato dal tentativo del leader dell'Udc di cavalcare la faccenda. Casini da Bruxelles, dove partecipa al vertice dei popolari europei, punta infatti il dito contro lo "spostamento a destra" del Cavaliere, con il Pdl pronto ad arruolare non solo Ciarrapico ma anche la nipote del Duce Alessandra Mussolini. A sera, poi, il leader centrista replica a Berlusconi: "La differenza tra pranzare con Ciarrapico assieme a decine di persone e candidarlo tra coloro che guideranno il paese dai banchi del Parlamento è fin troppo chiara a tutti. Bisognerà però che qualcuno la spieghi anche a Berlusconi". Intanto, mentre gli avversari del Pd hanno cura di amplificare al massimo la polemica, il Cavaliere fa sapere di una sua lunga telefonata con Martens e degli auguri del presidente del Ppe al Cavaliere per "la vittoria alle elezioni di aprile di un leader che si richiama ai valori dei popolari". A chi parla di conseguenze in Europa, Berlusconi ribatte seccato: "Ripercussioni? Ma quali ripercussioni, ma andiamo... Quelli del Ppe non sono mica questi qui della nostra sinistra, sono persone intelligenti...". L'azzurro Antonio Tajani, che del Ppe è vicepresidente, da Bruxelles getta acqua sul fuoco sostenendo che "Ciarrapico non é un problema del Ppe. Nel summit, di lui non si è fatto cenno perché, fortunatamente, in Europa i pettegolezzi di qualche qualche piccolo provinciale politico italiano non interessano". La parola d'ordine, a via del Plebiscito come in via della Scrofa, è smorzare. Fini - in attesa che il Pdl diventi un partito vero e quindi si ponga all'ordine del giorno l'ingresso della destra italiana nel Ppe - lascia che a parlare per lui siano le decine di dichiarazioni fatte negli ultimi giorni su programma e valori del Pdl, che per il leader di An "sono gli stessi del Ppe". E lascia anche che a parlare sia la 'photo opportunity' di poche settimane fa a Parigi, dove Nicolas Sarkozy lo aveva voluto accanto a sé ad un convegno dell'Ump insieme ad Angela Merkel, Mariano Rajoy e un pezzo importante del Partito popolare europeo. A Casini, invece, risponde il portavoce di An Andrea Ronchi: "Dalle sue interviste si capisce che ha rifiutato l'ipotesi di aderire al Pdl non per ragioni politiche, ma per orgoglio e vanità personale". Intanto, il Pd parla dell'ennesima brutta figura del Cavaliere in Europa. "Il capogruppo del Ppe si accorge di Ciarrapico - osserva l'ex ministro del Ppi Beppe Fioroni - Speriamo che questo gli consenta di accorgersi che anche la destra di Fini poco ha a che vedere con il Ppe". E Lapo Pistelli, responsabile esteri del Pd: "Per i vertici europei del Ppe è inammissibile che una forza politica si gingilli disinvoltamente con la rivendicazione di appartenenza fascista di propri candidati nelle liste. La svolta compiuta dal leader del Pdl comporta una rottura profonda con il voto moderato e con la storia condivisa della democrazia italiana". "Berlusconi, che non è nuovo a figuracce sull'argomento In Europa, considera l'antifascismo un dettaglio - afferma Federica Mogherini, dell'esecutivo del Pd -. Fortunatamente i leader politici europei sanno benissimo, al contrario di lui, che invece è uno dei tratti fondanti della democrazia occidentale". Per Forza Italia ribatte Beatrice Lorenzin: "Il Pdl nasce con il manifesto del Ppe. E forse la Mogherini cerca di nascondere il suo imbarazzo per il fatto che il Pd nasce apolide e senza una casa europea". Solo in extremis e dopo una forte polemica - si rende in ogni caso la pariglia da Forza Italia - Veltroni si è ricordato di inserire nella Carta dei Valori del Pd un riferimento all'antifascismo. E mentre Francesco Cossiga bacchetta il premier lussemburghese Juncker ricordandogli di aver "sostenuto la partecipazione al Ppe del Partito popolare spagnolo guidato da quel noto nostalgico franchista che si chiama Jose Maria Aznar", è una Mussolini a chiudere a modo suo la polemica sui fascisti nel Ppe. "Questo Juncker, che c'ha un nome che sembra uno yoghurt - taglia corto la nipote del Duce, Alessandra - si preoccupasse piuttosto dei comunisti che ci sono in Europa...".

mercoledì 12 marzo 2008

Bolzaneto, chiesti 76 anni


Messaggio pubblicitario: ascolta "Non dimentiCarlo", il nuovo brano de LA RESISTENZA sui fatti del G8. Lo trovi su "LA RESISTENZA BLOG" e sul nostro sito ufficiale, http://www.laresistenza.it/


Fonte: Ansa


Condanne complessive a 76 anni, 4 mesi e 20 giorni di reclusione sono state chieste dai pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati per i 44 imputati nel processo per le violenze e i soprusi nella caserma della Polizia di Bolzaneto, durante il G8. Per uno solo dei 45 imputati, Giuseppe Fornasiere, è stata chiesta l'assoluzione. Le pene variano da 5 anni, 8 mesi e 5 giorni a 6 mesi di reclusione.La pena più pesante, 5 anni, 8 mesi e 5 giorni di reclusione, è stata chiesta per Antonio Biagio Gugliotta, ispettore della polizia penitenziaria, in servizio nella struttura di Bolzaneto nei giorni del G8 del 2001 come responsabile della sicurezza. E' accusato di abuso d' ufficio e abuso di autorità contro detenuti. L'accusa nei suoi confronti è di aver agevolato e comunque non impedito la condotta degli altri come avrebbe dovuto e potuto fare nella sua veste di responsabile alla sicurezza. In particolare avrebbe percosso con calci, pugni, sberle e anche con il manganello in dotazione gli arrestati e i fermati per identificazione. Pena cospicua di 3 anni e 6 mesi di reclusione anche nei confronti di Alessandro Perugini, ex numero due della Digos di Genova, il funzionario più alto in grado presente nella caserma, accusato di abuso d'ufficio e di abuso di autorità contro i detenuti. Stessa richiesta di condanna per Anna Poggi, commissario capo di polizia, per il generale della Polizia Penitenziaria Oronzo Doria (all'epoca colonnello), responsabile del coordinamento e dell' organizzazione, per gli ufficiali di custodia cap. Ernesto Cimino e cap. Bruno Pelliccia, che devono rispondere degli stessi reati. Complessivamente i capi d'accusa contestati dai pm sono stati 120.


LE RICHIESTE DI CONDANNE PER I MEDICI

I pm hanno chiesto inoltre la condanna dei cinque medici presenti nell'area sanitaria. Per Giacomo Toccafondi, coordinatore, accusato di abuso di atti d'ufficio e di diversi episodi di percosse, ingiurie e violenza privata, i pm hanno chiesto la pena di 3 anni, 6 mesi e 25 giorni di reclusione; per Aldo Amenta 2 anni, 8 mesi e 15 giorni; per Adriana Mazzoleni, 2 anni, e 3 mesi; per Sonia Sciandra, 2 anni, 8 mesi e 25 giorni per Marilena Zaccardi, 2 anni, 3 mesi e 20 giorni. Nei confronti di Massimo Pigozzi, il poliziotto accusato di lesioni personali per l' episodio dello "strappo" alla mano subita dal manifestante Giuseppe Azzolina, poi suturata senza anestesia, i pm hanno chiesto la pena di 3 anni e 11 mesi di reclusione. Le richieste di condanna sono contenute in 23 pagine e per leggerle il pm ha impiegato circa un'ora. Nei prossimi giorni la pubblica accusa presenterà al tribunale anche una memoria di mille pagine per denunciare le torture subite dagli arrestati nella caserma di Bolzaneto. Nutrito il collegio dei difensori presenti in aula tra cui Sandro Vaccaro e Nicola Scodnik difensori di Gugliotta, Pigozzi, Toccafondi. A decidere ora sulle richiesté sarà il tribunale presieduto da Renato De Lucchi.


PM, ITALIA INADEMPIENTE PER REATO TORTURA

Nella caserma di Bolzaneto, secondo i pm, furono inflitte alle persone fermate "almeno quattro" delle cinque tecniche di interrogatorio che, secondo la Corte Europea sui diritti dell'uomo chiamata a pronunciarsi sulla repressione dei tumulti in Irlanda negli anni Settanta, configurano "trattamenti inumani e degradanti". Quello che avvenne a Bolzaneto - hanno sostenuto i pm - fu un comportamento inumano e degradante ma, non esistendo una norma penale (per la quale l'Italia è inadempiente rispetto all'obbligo di adeguare il proprio ordinamento alla convenzione internazionale), l' accusa è stata costretta a contestare agli imputati l'art.323 (abuso d'ufficio) che comunque sarà prescritto nel 2009. L'unico reato per cui sono richieste 10 anni per la prescrizione è il falso ideologico. Altri reati contestati a vario titolo sono: violazione della convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, abuso di autorità nei confronti di persone arrestate o detenute, minacce, ingiurie, lesioni. Parlando dei disegni di legge mai tramutati in legge, il pm Petruzziello ha detto che per il reato di tortura e per il trattamento inumano e degradante sarebbe prevista l'imprescrittibilità e le pene varierebbero da 4 a 10 anni. Nel caso in esame, invece, i reati si prescriveranno quasi tutti nel 2009.

martedì 11 marzo 2008

Nuovo video: LA RESISTENZA + RISONANZE FOLK


Siamo lieti di presentare il nostro nuovo dieo. Stavolta, accanto a noi, Dario Ricci delle Risonanze Folk, la fortissima band di Villa Castelli. Clicca su questo link.

Enrico Cervellera

Ciarrapico, il nero che avanza


Messaggio pubblicitario: visita www.laresistenza.it, sito ufficiale de LA RESISTENZA, band elettrofolk di Enrico Cervellera ed Angelo Milone. Scarica "Non dimentiCarlo" il brano sui fatti del G8.


Fonte: La Stampa


Bufera su Ciarrapico ed il fascismo. A poche ore dalla presentazione delle liste dei candidati, scoppia nel Pdl il caso dell'imprenditore-editore romano. L'ex braccio destro di Giulio Andreotti, in un’intervista a Repubblica afferma di «non aver mai rinnegato il fascismo» ed è subito bufera. Immediata la reazione sdegnata del centrosinistra e della comunità ebraica. Walter Veltroni spera che «si tratti di un’autocandidatura e non di una cosa seria», mentre Fausto Bertinotti definisce queste frasi «imbarazzanti per chi lo mette in lista, proponendosi di governare il Paese». Durissimo l’ex deportato di Auschwitz, Piero Terracina che legge in queste parole «la vera anima della destra italiana» e la dimostrazione che «il fascismo non è morto ed è massicciamente presente in una delle maggiori formazioni politiche italiane». Acido anche Pier Ferdinando Casini: «Tutto ciò conferma che il Pdl si colloca nella destra populista». Ma lo scontro coinvolge soprattutto il Popolo delle Libertà. Se Paolo Bonaiuti si dice «stufo di una sinistra che pensa di essere moralmente superiore», Fiamma Nirenstein, la nota giornalista ebrea anche lei new entry nelle liste Pdl, annuncia di essere «incompatibile con chi si professa ancora fascista». E anche Alessandro Ruben (candidato berlusconiano, presidente dell’Antidefamation league in Italia) vuole chiarezza. Ma la reazione più nervosa viene dal numero due del partito, Gianfranco Fini che prima rivela di essere estraneo alla scelta di candidarlo, scaricando di fatto ogni responsabilità su Berlusconi, quindi invita l’ex re delle acque minerali a ritirarsi. «Se Ciarrapico è davvero un fascista convinto - osserva nel pomeriggio in un gazebo a Piazza del Popolo - si dovrebbe ritirare dalla competizione elettorale perchè fu Mussolini a giudicare le elezioni dei ludi cartacei». Pochi minuti dopo giunge la smentita: «Il mio pensiero - spiega "er Ciarra", com’era chiamato a Roma negli anni ’80 - è stato forzato. Ho aderito al fascismo da giovane ma ho sempre condannato la perdita della democrazia e le leggi razziali». Chiarimento accolto con sollievo dallo stesso Fini («Precisazione molto, molto, molto opportuna. Se l’avesse fatto prima - commenta a caldo - avrebbe risparmiato a tutti le polemiche di queste ore»), ma che non basta alla Lega: «È opportuno che Ciarrapico - esorta Umberto Bossi - faccia un passo indietro se non vuole danneggiare la coalizione». Invito però subito respinto al mittente: «Bossì mi chiede di ritirarmi? Si tratta di una sua idea personale, che non trova motivi validi perchè io l’accolga», replica Ciarrapico. Sul "caso", sostengono alcune fonti, si sarebbe consumato un conflitto tutto interno al Pdl tra falchi e colombe. Stavolta, però, a vestire i panni del duro sarebbe stato Gianni Letta, principale sponsor dell’operazione. Secondo alcuni, ieri lo stesso Silvio Berlusconi non avrebbe affatto gradito i giudizi di Ciarrapico e sarebbe stato sul punto di chiedergli di fare un passo indietro. Ipotesi però sfumata in favore di una soluzione di mediazione, cioè la diffusione di una nota in cui l’imprenditore in prima persona torna a precisare il suo pensiero, mentre conferma di essere, alla scadenza delle 20, regolarmente in lista: «Sono un cittadino fedele della Repubblica italiana e quindi - scrive - della democrazia che la regola. Per quanto riguarda il passato, come giustamente ha detto Gianfranco Fini, è qualcosa che attiene alla memoria storica. Le leggi razziali furono una ignominia purtroppo subita, ancora una volta mi sento onorato del fatto che la mia famiglia abbia protetto negli anni bui del ’44 una delle più importanti famiglie israelite in Roma: questo è ciò che conta». Ed è proprio ciò che conta per dare il via libera definitivo alla sua candidatura, sarà il numero 11 nella lista del Lazio per il Senato della Repubblica.

lunedì 10 marzo 2008

Varsavia, prete pedofilo coperto?



Fonte: ANSA



Visita http://www.laresistenza.it/


VARSAVIA, 10 MAR - Un prete polacco e' sospettato da 13 anni di essere un pedofilo ma i tre vescovi della sua diocesi avrebbero preferito tenerlo nascosto. Lo scrive oggi il quotidiano Gazeta Wyborcza in un articolo intitolato 'Il peccato nascosto della Chiesa'. Secondo la testata, si tratterebbe di un sacerdote della diocesi di Stettino, padre Andrzej, il quale all'inizio degli anni '90 avrebbe organizzato una casa di accoglienza per minorenni.


domenica 9 marzo 2008

Il costo del lavoro

Mi capita spesso di chiacchierare con imprenditori e titolari di aziende locali: tutti sono d'accordo nell'affermare la difficoltà di tirare avanti a causa delle troppe tasse.
E' vero: l'Italia è uno dei paesi europei in cui il costo del lavoro è tra i più elevati, oltre ad avere il prezzo più elevato per il carburante e il costo maggiore della politica, ma paradossalmente con stipendi tra i più bassi, considerando i paesi industrializzati.

Ma non è proprio l'eccessivo costo del lavoro a frenare le aziende nell'assumere personale in pianta stabile?
Non sono forse proprio le troppe tasse ad essere una delle ragioni pricipali della precarietà del lavoro?
Ma è possibile che la politica non possa tagliare altre spese, le proprie magari (!), abbassando le tasse per le aziende e cercare di favorire così le assunzioni?
E' possibile che una azienda (tutte, ve lo assicuro) sia costretta ad effettuare operazioni in nero per andare avanti e non lasciarsi rosicchiare il 50% del proprio fatturato da un governo che riempie invece di privilegi una categoria ben determinata di persone (La Resistenza docet...)?
E' forse disonestà questa?
Credo che a volte la linea che separa il legale dall'illegale, pur di sopravvivere, sia molto sottile...

Tuttavia sarei fuori dal mondo se pensassi che sia solo questa la causa della tanto temuta e odiata flessibilità.
Non siamo più ai tempi del dopoguerra, quando chiunque poteva aprire una attività commerciale anche se analfabeta, senza farsi rosicchiare metà dei guadagni e senza annegare nella burocrazia...
Adesso la flessibilità, alias precariato, è frutto dell'economia del nuovo millennio, è una necessità (...dicono...).

Ma credo anche che i giovani di oggi, cresciuti nell'abbondanza e nella certezza, debbano avere un pò di coraggio in più, e non stare solo ad attendere il posto sicuro per tutta la vita...
Non è una frase fatta: è solo che mi capita di pensare alle famiglie dei miei genitori, in cui si soffriva la fame, si mangiava la carne solo la domenica, in cui i miei nonni lavoravano in campagna alla giornata, senza sapere se avrebbero lavorato il giorno dopo, e hanno cresciuto più i 5 figli...e con sani principi...

Altri tempi...
... ma loro sì che erano dei veri eroi...
Flavio D.

Apture

Grazie della visita! Torna quando vuoi

Il Blog è stato creato esclusivamente per scopi ludici e non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. Gli autori dichiarano di non essere responsabili per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze non sono da attribuirsi agli autori, nemmeno se il commento viene espresso in forma anonima o criptata. Le immagini presenti sul blog sono state in larga parte prese da Internet e quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione o per qualsiasi violazione di copyright, non avranno che da segnalarcelo e provvederemo prontamente alla rimozione delle immagini utilizzate. Scusateci fin da adesso per il disturbo arrecato.