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sabato 23 febbraio 2008

Kosovo, Putin: precedente orribile

(ANSA) - MOSCA, 22 FEB - L'indipendenza del Kosovo crea un 'precedente orribile' che 'si ritorcera'''contro gli occidentali, ha detto il presidente russo, Putin. 'Fa saltare tutto il sistema delle relazioni internazionali esistente, non soltanto da molte decine d'anni, ma da centinaia di anni', ha aggiunto. Facendo riferimento ai Paesi che hanno riconosciuto la proclamazione di indipendenza del Kosovo, il presidente russo ha espresso l'opinione che la situazione avra' 'conseguenze imprevedibili'.

Se è vero che un popolo ha diritto all'indipendenza, è pur vero che c'è stata una forzatura internazionale non indifferente. E cosa dire di fronte a tutte le altre nazioni che vivono situazioni simili?
Perché non si interviene in tutte, a questo punto?
Sono un fautore della libertà e dell'indipendenza... ma forse Putin non ha tutti i torti...

venerdì 22 febbraio 2008

PD, sì dei radicali


(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Si' dei Radicali all'offerta del coordinatore del Pd, Bettini di inserire i propri candidati nelle liste Democratiche.Dopo una riunione di sette ore dei vertice del partito a via di Torre Argentina,la segretaria dei Radicali italiani Rita Bernardini e il segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Marco Cappato annunciano il via libera come ''base di partenza, che sara' ora necessario trasformare in un vero e proprio accordo politico-elettorale con il segretario Veltroni''.

giovedì 21 febbraio 2008

Effetto placebo ed effetto nocebo


Fonte: disinformazione.it


di Marcello Pamio

tratto dalla dispensa "Pensiero che cura"



Effetto Placebo

Il termine ‘Placebo’ è il futuro del verbo latino ‘placere’, e significa letteralmente ‘piacerò’. Si tratta di una sostanza inerte, priva di qualsiasi principio attivo terapeutico, o di un provvedimento non farmacologico (consiglio, conforto, atto chirurgico non invasivo, ecc.) che provoca un effetto positivo su un sintomo o addirittura su una malattia. Studi in ‘cieco’ (dove il paziente non sa cosa sta prendendo) hanno dimostrato in patologie con una rilevante componente psicosomatica (come emicrania, insonnia, ecc.) un effetto placebo fino all’80%. Studi in ‘doppio cieco’ (sia il paziente che il medico che somministra non sono a conoscenza) hanno dimostrato che raddoppiando la dose di placebo si ottengono risultati terapeutici migliori di quelli con dose normale.
Questo incredibile fenomeno, che non è psicologico, è conosciuto da moltissimo tempo, ma oggi si ritiene che fino al 60% dei progressi ottenuti con un trattamento (qualsiasi esso sia) possano essere dovuti a una risposta placebo! Il biologo molecolare Bruce Lipton, autore del best seller “ La Biologia delle credenze: come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula” chiama l’effetto placebo, ’effetto credenza’ per sottolineare come le nostre percezioni, vere o false che siano, hanno lo stesso impatto sul nostro comportamento e sul nostro corpo. Egli è totalmente a favore dell’effetto credenza (placebo) perché costituisce una prova sorprendente della capacità di autoguarigione dell’essere umano.
«Il motivo per cui la mente è stata così trascurata dalla medicina ufficiale non è solo il pensiero dogmatico, ma sono anche considerazioni economiche. Se il potere della mente può davvero guarire il corpo, perché andare dal medico; e, cosa ancora più importante, perché avere bisogno di farmaci?»[1]
Non a caso le ‘lobbies del farmaco’ studiano attentamente i pazienti che reagiscono alle pastiglie innocue di zucchero (placebo), ma non a scopo di conoscenza, ma semplicemente per poi escluderli dalle sperimentazioni cliniche! Coloro che lavorano per la malattia invece che per la salute delle persone, vedono la pillola zuccherina - che si dimostra più efficace del farmaco - come una minaccia economica, e infatti lo è. Crollerebbe il palcoscenico se la massa venisse a sapere che miliardi di dollari e anni di ricerche non hanno confronto con uno zuccherino!
Uno studio della Baylor School of Medicine pubblicato nel 2002 nel New England Journal of Medicine ha valutato gli interventi chirurgici su pazienti affetti da gravi dolori alle ginocchia [Moseley et al. 2002]. I pazienti vennero divisi in tre gruppi. Nel primo il dottor Moseley raschiò la cartilagine danneggiata del ginocchio; nel secondo, mise a nudo l’articolazione, eliminando del materiale ritenuto causa dell’infiammazione (entrambe tecniche accettate dalla chirurgia ortopedica ufficiale). Il terzo gruppo invece fu sottoposto a un ‘finto’ intervento: i pazienti vennero anestetizzati, subirono tre piccole incisioni di routine e il dottore durante l’operazione, durata 40 minuti, parlò come di routine. A tutti e tre i gruppi fu prescritta la medesima terapia postoperatoria e di riabilitazione. I risultati furono sorprendenti: il terzo gruppo, quello placebo che non è stato operato, migliorò esattamente come gli altri due, e alcuni di loro tornarono addirittura a giocare a basket!
La convinzione, la credenza di essere stati operati, nell’esempio qui sopra, ha fatto superare un problema fisico al ginocchio! Possiamo ancora affermare che l’Effetto placebo è di tipo psicologico? Sappiamo ancora poco del vero meccanismo che sta a monte di simili e inspiegabili guarigioni, la cosa che si sa per certo è che si tratta di un fenomeno esistente, la cui potenzialità intrinseca è dentro ognuno di noi.

Effetto Nocebo
Se il pensiero positivo, come abbiamo visto, può liberare dalla malattia, quali conseguenze possono avere i pensieri negativi sulla nostra salute? Tale effetto, chiamato ‘effetto nocebo’ (dal latino ‘nocere’, nuocere), in medicina è altrettanto potente quanto quello ‘placebo’. Il pensiero può far ammalare, le parole e il comportamento possono trasmettere messaggi che tolgono speranza e che quindi possono far ammalare. Lo ha spiegato molto bene il Dottor Geerd Ryke Hamer nella Nuova Medicina Germanica: traumi, shock psicologici ed eventi improvvisi (se vissuti in una certa maniera) possono scatenare (e lo fanno su tre piani contemporaneamente: psiche, cervello, organo) una qualsiasi patologia, dall’influenza al tumore più fulminante. Una diagnosi errata (i falsi positivi e negativi nella diagnostica preventiva come gli screening sono all’ordine del giorno), una frase mal posta o distaccata da parte del medico, possono scatenare un trauma interiore pericolosissimo in persone sensibili o estremamente paurose.

Le convinzioni positive e negative non hanno solo un impatto sulla salute, ma su ogni aspetto della vita.

Facciamo molta attenzione perciò a quello che sentiamo, ascoltiamo e soprattutto diciamo poiché:
“…non ciò che entra nella vostra bocca vi contaminerà,

ma ciò che esce dalla vostra bocca, questo vi contaminerà.”

[ Vangelo di Tommaso, 15 ]


Potenzialmente riceviamo ogni giorno delle informazioni e/o notizie che sono in grado di farci stare male (predisponendoci alla malattia), se ovviamente vengono vissute non correttamente. Tutto dipende da noi! Spesso le cose che sentiamo o vediamo non sono corrette, per non dire vere: i filtri con cui osserviamo e recepiamo il mondo, sono condizionati dall’educazione, dalla scuola, religione, ecc. Se fin da piccoli, per esempio, ci è stato inculcato che il musulmano è pericoloso e il negro puzza, quando da adulto avrò a che fare con un arabo o un africano, attiverò automaticamente un programma di sopravvivenza, scappando nel primo caso o turandomi il naso nel secondo. Queste vengono chiamate programmazioni inconsce.
Per capire come funzione il nostro inconscio, basta immaginare una stanza buia dove le pareti sono piene zeppe di scritte, per esempio: “i musulmani sono pericolosi”, “i negri puzzano”, “sei un fallito”, “non farai mai niente di buono” “attento ai cani”, ecc. Queste scritte - che sono frutto di condizionamenti esterni inconsapevoli da parte dei genitori, maestri, insegnanti, ecc. – giungono a coscienza, cioè vengono alla luce, non appena sentiamo determinate frasi o vediamo determinate cose o ci troviamo in determinate situazioni. Appena vengono a coscienza però, l’inconscio farà di tutto per boicottarci, e incredibilmente, lo farà per il nostro benessere! Se siamo cresciuti con la scritta interiore “sei un fallito” (diventata poi convinzione e credenza), non appena la vita ci metterà di fronte a dei risultati positivi che dimostrerebbero, al contrario, che abbiamo delle qualità, l’inconscio (avendo registrato che siamo dei falliti) farà carte false per affossare il nostro progetto, perché non vuole la nostra sofferenza. In pratica cerca di evitare tutte le situazioni che potrebbero farci stare male.
Conoscendo come funziona l’inconscio e quindi come avviene questo boicottaggio interiore è possibile liberarsi da questi freni evolutivi. Esistono numerose tecniche che aiutano a cancellare o prendere coscienza i queste scritte inconsce, ma la cosa più importante rimane l’auto-osservazione o l’auto-coscienza, che vedremo alla fine di questo lavoro.


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Occhio indiscreto o spazzatura cosmica?

Fonte: ANSA

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Un missile lanciato da una nave della marina Usa ha colpito il satellite spia fuori controllo che stava precipitando sulla terra. Lo riferiscono fonti del Pentagono. "Il missile è stato lanciato ed (era) un successo intercettarlo", ha detto la fonte che non ha aggiunto ulteriori dettagli. Fonti ufficiali americane hanno affermato che era stato pianificato il lancio di un missile da una nave nell'Oceano Pacifico. Non vi è alcuna notizia se sia stato distrutto il serbatoio del carburante del satellite. Un missile SM-3 è stato lanciato dall'incrociatore della classe Aegis il Lake Erie nel Pacifico alle 22:26 locali (le 3:26 in Italia) e ha intercettato il satellite spia a circa 247 chilometri sopra l'oceano. Una rete di sensori conferma che è stato intercettato il satellite che era molto vicino all'orbita dell'atmosfera terrestre. Secondo il Pentagono una conferma che il serbatoio del carburante sia stato distrutto dovrebbe essere disponibile entro 24 ore. A causa della relativa vicinanza all'orbita terrestre e al tempo di impatto i detriti inizieranno a cadere nell'atmosfera terrestre immediatamente: quasi tutti in 24-48 ore, il restante entro 40 giorni. La decisione di abbattere il satellite 'impazzito' era dovuta anche al fatto che il serbatoio conteneva una sostanza chiamata idrazina, molto pericolosa se avesse raggiunto la Terra. Russia e Cina hanno espresso preoccupazione per l'operazione. In particolare il ministro della Difesa russa ha insinuata che si potesse trattare di un'operazione di copertura per un test sugli armamenti. Ma Washington ha risposto che si trattava esclusivamente di un'operazione a difesa della salute della popolazione.

De Mita fuori




Veltroni «il buono» ha fatto fuori Ciriaco De Mita. Con molta tranquillità ieri mattina, nella riunione per decidere le candidature del Pd, ha deciso che l'ex esponente democristiano non sarà in lista per le prossime elezioni. «Quando si è stati per più di quarantacinque anni al Parlamento italiano ed europeo — ha spiegato subito dopo la riunione il segretario del Pd — si può pensare di continuare il proprio impegno politico non necessariamente in una istituzione».Veltroni «il buono» ha fatto fuori Ciriaco De Mita. Con molta tranquillità ieri mattina, nella riunione per decidere le candidature del Pd, ha deciso che l'ex esponente democristiano non sarà in lista per le prossime elezioni. «Quando si è stati per più di quarantacinque anni al Parlamento italiano ed europeo — ha spiegato subito dopo la riunione il segretario del Pd — si può pensare di continuare il proprio impegno politico non necessariamente in una istituzione».


E a chi gli chiedeva se aveva intenzione di risentire De Mita dopo la scelta presa ha risposto con un secco «no». Del resto la strategia di Veltroni sulle candidature del partito Democratico si muove su un doppio binario: da una parte presentare molti giovani per «svecchiare» le liste, così come più volte promesso, dall'altra quello di avere un gruppo parlamentare di suoi uomini fidati, tenendo fuori deputati e senatori legati a D'Alema e Fassino. E De Mita, che nei Dl era legato principalmente al gruppo dei Popolari, è stato una delle «vittime» illustri. «Io, nell'applicazione dello statuto, sono vittima dell'età. Mi ribello e vi lascio — è stata la replica dell'ex esponente democristiano — Non sarò con voi ma contro di voi. Questo non è un addio alla politica. Non vedo più le condizioni per la mia partecipazione al partito. Ho parlato per 27 secondi e ho spiegato che la mia partecipazione alla costruzione del Pd è sempre stata accompagnata dalla preoccupazione e dai dubbi, ma ho sempre pensato di concorrere alla costruzione di un soggetto nuovo e democratico. Ma siamo in presenza di un partito che fonda la sua costruzione più su un desiderio che sulla realtà aspirando al modello americano, che è improponibile». La scelta di Veltroni non è piaciuta proprio a D'Alema, il quale era stato tra coloro che avevano sostenuto la candidatura dell'ex esponente democristiano alle ultime elezioni. «È una grande personalità politica che può certamente continuare a dare un contributo al Paese senza stare in Parlamento. Comunque, mi dispiace che si sia creato questo momento». Dispiaciuto anche Franco Marini: «Oggi De Mita ha fatto questo strappo. A me dispiace, perché è stato coerente con la linea che abbiamo avuto insieme».

mercoledì 20 febbraio 2008

Lettera a Giuliano Ferrara



Su MySpace, Rebel Vale m'ha girato una lettera, firmata, con preghiera di diffusione. Ecco il nostro contributo.


L’articolo 3 della Dichiarazione universale afferma che “ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”



BELLE PAROLE



Peccato che, evidentemente, nessuno di voi ha un figlio disabile. Peccato che nessuno di voi sa cosa significa "stare dietro" ad un figlio disabile tutto il giorno, tutti i giorni, tutta la vita ed anche dopo. Già anche dopo, perchè ogni giorno, ogni attimo, la SOCIETA', quella che sembra essere destinataria della Vostra dichiarazione universale si disinteressa ai disabili. Loro non hanno diritti .. è inutile girarci intorno, è chiaro che nessuno di voi ha mai dovuto sostenere l'inquisizione della visita di invalidità ... alla quale di fronte ad una sindrome genetica rara la commissione invece di dire "non la conosco ... mi spieghi" ... ha preferito dire "la bambina è rivedibile al sesto anno " ... come se potesse cambiare qualcosa ... e poi via di nuovo lo stesso carosello di esami e di inquisizioni. E' chiaro che nessuno di voi ha mai dovuto fare i conti con il sostegno alla scuola dove le ore coperte non sono tutte ... e qui dove sono i diritti di mia figlia ... non li leggo nella vostra dichiarazione universale. Dove saranno i diritti di mia figlia quando arrivata alle medie dovrà stare a casa perchè laggiù il sostegno è limitato a poche ore la settimana? Cari i miei professoroni e tuttologi e giornalisti idealisti, fatevi un bell'esame di coscienza, come diceva la mamma quando avevi fatto una cosa moralmente ingiusta, pensate bene a cosa c'è dietro la scelta di molte persone di abortire e non crocifiggete chi in piena coscienza ha preso tale decisione. Noi non lo abbiamo fatto perchè abbiamo scoperto dopo la disabilità di nostra figlia e non so cosa avremmo fatto se lo avessimo scoperto in tempo, ma di sicuro non giudichiamo chi ha fatto una scelta diversa dalla nostra. Non mi diverto alle spalle di chi ha appena abortito, perchè cari i miei propagandisti tra le motivazioni di chi abortisce non c'è solo "che palle un figlio down", ma c'è anche "e quando muoio io chi ci pensa? il governo, lo stato? cosa faranno per me?" ... NIENTE.Vi esorto, quindi, infine, a modificare le vostre posizioni che tanto sanno di propaganda pre elettorale (perchè non buttate i volantini dall'aereo?) e di leccapiedismo proclericale. E' molto facile adesso, che la scienza, di sinistra ovvio, ha cacciato il Papa dal luogo dove si forgia il pensiero libero (almeno così è stato per me), alzare il crocifisso sotto la veste del pontefice e dire noi non l'avremmo mai fatto, non ti avremmo mai cacciato ... noi sposiamo la tua moratoria. BASTA, vi prego basta, adesso attaccatemi pure, datemi del qualunquista, del comunista, dell'ateo, del povero genitore che toccato nel vivo si rivolta per poi tornare a tacere. Io non sono nulla di tutto questo, rispetto Voi, rispetto il Papa, rispetto lo Stato e soprattutto, lo dico a gran voce, non faccio politica, non sono ne di destra ne di sinistra ne di centro, sono solo una persona che è stata messa al mondo in piena coscienza e che dopo le dovute cure genitoriali ha cominciato a camminare da solo, sono uno che vi chiede di abbassare la penna sull'articolo che scrivete e pensare "già, aborto no .... e dopo .. cosa fanno questi ragazzi? devo pensare anche a loro .. devo fare una moratoria che coinvolga anche il prodotto del non aborto .. devo poter mettere una mano sulla spalla della famiglia che si tiene il disabile e dirle ... ci penso io ... tu non temere" .... un pò come faceva mia madre quando la sera piccolino e spaventato mi metteva a letto e mi tranquillizzava ... ora guardo mia figlia disabile e penso che quando morirò io di sicuro morirà anche lei ... perchè quel giorno, purtroppo, non ci sarà nessuno che mi dirà "sei stato coraggioso, l'hai tenuta con te ed ora sarò io che mi prenderò cura di lei".Non mi aspetto risposte, tranquilli, sono sette anni che non ne ricevo.Saluti da Claudia Cerulli, una splendida bambina angelman che si ritrova dei genitori agguerriti e stanchi che mai smetteranno di lottare per lei e per tutti i suoi amici un pò strani.



Marco Cerulli

Aborto Napoli, scatta l'indagine


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Fonte: ANSA


Parte anche l'indagine del Csm sulla vicenda dell'intervento della polizia giudiziaria, autorizzato dal pm Vittorio Russo, al Secondo Policlinico di Napoli e del sequestro di un feto, dopo che una donna si era sottoposta a un aborto terapeutico. L'inchiesta è stata affidata dal Comitato di presidenza del Csm alla Prima Commissione, che oggi ha deciso di chiedere una relazione sull'accaduto al procuratore generale di Napoli Vincenzo Galgano. L'iniziativa del Csm era stata sollecitata la scorsa settimana da tutte le donne consigliere, togate e laiche. "L'obbligo di accertamento degli illeciti penali impone spesso la compressione della sfera più privata delle persone, ma in tali casi, vista la delicatezza degli interessi costituzionalmente protetti in gioco, appare indispensabile - avevano sostenuto in un documento comune- una verifica rigorosa della sussistenza delle condizioni di legge e l'adozione di modalità esecutive compatibili con il rispetto della persona, specie se in situazione di difficoltà o debolezza". Mercoledì scorso si era mosso anche il ministro della Giustizia Luigi Scotti, che aveva chiesto a Galgano un'"attenta verifica" su quanto accaduto.

Obama strikes again


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Dal sito: repubblica.it


WASHINGTON - Il senatore Barack Obama ha proseguito la sua serie di vittorie contro la rivale Hillary Clinton imponendosi in modo netto anche in Wisconsin, il suo nono successo consecutivo contro la ex-first lady dopo il Supermartedì del 5 febbraio. Nello stesso Stato, altrettanto netta è stata la vittoria del candidato repubblicano John McCain contro Mike Huckabee. Obama si è imposto in Wisconsin ottenendo (ma lo spoglio non è ancora completo) circa il 57 per cento dei voti, contro il 42 per cento per Hillary. Il senatore nero ha vinto in uno Stato in cui l'88 per cento degli elettori è bianco, e dove è alta la percentuale di persone dal basso reddito (uno dei serbatoi di voti, almeno in teoria, della senatrice di New York). Sia la Clinton che McCain, parlando dopo i risultati, hanno attaccato Obama, con parole quasi identiche, accusandolo di essere tutto fumo e poco arrosto. "La scelta di un presidente non deve essere limitata alle parole, ma occorre il lavoro, un duro lavoro, per rimettere in marcia l'America", ha detto la Clinton, senza porgere al rivale le tradizionali congratulazioni per la vittoria, "Non possiamo avere solo discorsi, dobbiamo avere soprattutto soluzioni". Anche McCain ha espresso lo stesso concetto: "L'America non deve essere tratta in inganno da esortazioni, eloquenti ma vuote, al mutamento". Nel suo discorso di vittoria, insolitamente ricco di dettagli (una risposta indiretta alle accuse dei due rivali), Obama ha sottolineato che "la scommessa sta pagando: la gente ha accolto il messaggio di cambiamento, ha manifestato il desiderio di pilotare l'America verso una nuova direzione". La serie di sconfitte impone adesso ad Hillary Clinton di ottenere una convincente vittoria nel voto del 4 marzo in Texas ed Ohio, e in Pennsylvania il 22 aprile, se vuole sperare di fermare la marcia, per adesso irresistibile, del senatore Obama verso la candidatura democratica e forse la Casa Bianca. Al momento, il senatore nero puà contare su 1342 delegati contro i 1265 della rivale. Per la nomination ufficiale è necessario raggiungere il numero di 2025. Mc Cain, invece, è in netto vantaggio con 877 delegati: per vincere, dovrà ottenerne 1.191. E intanto, si attendono ancora i risultati dei caucus democratici alle Hawaii, dove è nato Obama; mentre sull'altro fronte, nello stato di Washington, si profila un'altra vittoria di MacCain.

martedì 19 febbraio 2008

Internet, occhio ai malintenzionati


Ragazzi, su internet non tutti hanno buone intenzioni. Leggete questo articolo tratto dal sito http://www.ansa.it/


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ROMA - Quello che vede i molestatori su Internet come degli 'Orchi cattivi' che prendono di mira i bambini è uno stereotipo lontano dalla realtà. Quello che succede è che soprattutto gli adolescenti vengono attirati più con la promessa di amicizia e di una 'guida esperta' che con minacce o promesse esplicite. Lo afferma uno studio dell'università del New Hampshire, pubblicato dalla rivista dell'associazione americana di Psicologia, da cui emerge che ad essere più vulnerabili sono i ragazzi che non hanno un buon rapporto con i propri genitori. L'identikit dei 'predatori della rete' tracciato dai ricercatori parte dall'analisi della letteratura precedente in merito e da un'inchiesta su circa 3mila utilizzatori di internet tra i dieci e i diciassette anni. Dall'indagine emerge che la maggior parte dei molestatori impiega molto tempo per carpire la fiducia e le confidenze delle vittime, offrendosi come amici, e solo dopo passano alla molestia sessuale. Nella maggior parte dei casi, circa il 95%, i 'predatori' non fingono neanche di essere adolescenti anche loro. Secondo i ricercatori il molestatore-tipo è raramente violento: crimini come il rapimento o la violenza sessuale avvengono solo nel 5% dei casi, mentre nella stragrande maggioranza dei casi il crimine che viene contestato è l'aver avuto rapporti con minori, anche se consenzienti. "I mezzi preferiti dai criminali sessuali informatici sono chat room, e-mail e sms - spiega Janis Wolak, uno degli autori dello studio - con cui riescono ad iniziare relazioni profonde con le loro vittime, che sono ben al corrente che dall'altra parte dello schermo c'é un adulto". Oltre che quello degli aggressori, lo studio traccia anche il ritratto delle vittime. Per la maggior parte (99%) a subire le molestie sono giovani tra i 13 e i 17 anni, che di solito hanno problemi nei rapporti con i genitori o con le altre persone in generale. Nel 75% dei casi i ragazzi incontrano il molestatore più di una volta. Particolarmente a rischio sono gli adolescenti che parlano frequentemente dei loro problemi sessuali con gli sconosciuti incontrati nelle chat. Ad esempio nel 25% dei casi studiati ad essere molestato era un adolescente gay, o non sicuro della propria sessualità, che aveva cercato informazioni su internet. "Per aiutare questi ragazzi bisogna insegnargli ad apprezzare l'inappropriatezza del fatto di avere rapporti stretti con adulti che non si conoscono - concludono gli autori - e per far ciò sono utili anche franche discussioni sulle dinamiche con cui iniziano i crimini sessuali nella rete".

Fidel lascia, sale Raul?

Le agenzie stanno battendo la notizia secondo la quale Fidel Castro abbia testé lasciato la presidenza di Cuba.
In attesa di saperne di più, leggete questo pezzo d'approfondimento.



La firma è quella di Gianni Minà. La fonte? Siporcuba.it




La transizione cubana.




Gli Usa sperano sia la volta buona, ma sbagliano. Il dialogo con la gente è il collante che tiene insieme il paese e che ha fatto tener botta a Cuba per mezzo secolo neutralizzando cospirazioni e strategie montate per distruggere il suo modello sociale e politico.
Consiglio tutti coloro che, dopo l'intervento chirurgico subito da Fidel Castro, azzardano previsioni sul futuro di Cuba, di essere cauti.
Sono cinquantanni, o almeno diciassette, dal tramonto del comunismo sovietico, che molti compiono infatti incautamente questo esercizio prevedendo quasi sempre catastrofi per la rivoluzione socialista dell'Isola.
Cuba invece è ancora li, infrangibile all'embargo, alle «politiche democratiche» che gli Stati uniti organizzano per annientarla; esempio di resistenza nel continente, pur fra tanti errori, allo sciagurato neoliberismo.
Da settimana scorsa, dopo il vertice di Cordoba, in Argentina, l'Isola di Fidel è perfino reintegrata nel consesso delle alleanze commerciali e politiche dei paesi latinoamericani e candidata ad una prossima entrata nel Mercosur, antefatto di quella che sarà, sull'esempio europeo, l'unione degli Stati sudamericani.
Il tutto con un palese sconcerto di George W. Bush che, troppo impegnato in Medio Oriente, non solo ha visto fallire l'ALCA, il progetto d’annessione economica del continente a sud del Texas, ma, dopo che il congresso aveva stanziato sessanta milioni di dollari per favorire «un cambio rapido e drastico» a Cuba (con tanti saluti al diritto di autodeterminazione dei popoli), aveva aggiunto ottanta milioni presi dal suo appannaggio presidenziale per dare la spallata finale alla Revolución.
Un sogno eversivo che nove presidenti nordamericani hanno atteso prima di lui senza poterlo realizzare.
Un quadro simile può essere considerato solo il fallimento plateale dei presunti analisti della realtà cubana, ma per esempio Pierluigi Battista sul Corriere della Sera lo liquida invece come il crepuscolo politico di Fidel Castro.
Tutti i giudizi sono rispettabili, anche quelli smentiti dai fatti, ma pur comprendendo il rimorso angosciante del collega per essere stato comunista, il suo giudizio mi pare indicativo di una polemica che gli ha preso la mano e gli fa addirittura paragonare la Cuba di Castro alla Corea del Nord di Kim Il Sung. E non mi riferisco solo all'argomento, credo non secondario per le nuove idee liberali del collega, che il PIL a Cuba cresce dell'11% (grazie al corposo incremento degli scambi con Venezuela e Cina) ma anche al fatto che, secondo un rapporto dell'Università di California, l'aspettativa di vita dell'isola è di un anno superiore a quella degli Stati uniti, la mortalità infantile è la più bassa del continente e inferiore al tasso fisiologico dei paesi sviluppati e infine la scuola e l'università sono gratuiti, libri compresi, mentre il paese ha trentamila medici in missione tra America Latina e Africa, continenti saccheggiati dall'economia neoliberale, che secondo i duri nostalgici di Miami che festeggiano la malattia di Castro, dovrebbe restituire Cuba magari ai fasti dell'epoca della mafia, dei casinò e del torturatore Fulgenzio Batista.
Voglio riferirmi poi anche al contenuto del messaggio che Fidel ha inviato ai suoi compatrioti prima di sottoporsi all'operazione chirurgica e che rassicura i cubani sul fatto che qualsiasi cosa possa succedere, i programmi riguardanti salute pubblica, istruzione, e rivoluzione energetica del paese, continueranno affidati alle mani dei ministri competenti (José Ramon Balaguer e José Ramon Machado Ventura) e del segretario del comitato esecutivo del Consiglio dei ministri con la supervisione del responsabile del dicastero dell'economia Carlos Lage, del presidente del Banco Centrale Francisco Soberon e del ministro degli esteri, il quarantenne Felipe Perez Roque.
So che tutto questo è inusuale, quasi surreale per le nostre abitudini, e qualcuno può anche considerarlo un espediente retorico, ma ho imparato in tanti anni di reportage a Cuba e in America Latina che questo dialogo con la gente è il collante che tiene insieme il paese e che, spiazzando sempre le presuntuose previsioni del Dipartimento di Stato ha fatto tener botta a Cuba per mezzo secolo, neutralizzando le cospirazioni e le «strategie della tensione» montate dagli Stati Uniti per distruggere il suo modello sociale e politico, per quanto discutibile fosse.
I cubani, anche quelli che sono stanchi del socialismo e della retorica della Rivoluzione, sanno perfettamente che la loro sicurezza sociale sarebbe impensabile se i governi di Washington avessero potuto imporre modelli come quello segnalato nel sito del Dipartimento di Stato, intitolato Cuba Libre, un piano di cinquecentocinquanta pagine dove si parla di una transizione nell'Isola pilotata come sempre da Washington.
Una transizione sul modello, per intenderci, messo in atto in Iraq con un altro uomo della CIA come Allawi, che guiderebbe il cambiamento e magari con la collaborazione del solito Negroponte, l'uomo delle guerre sporche, che sceglierebbe uno per uno i componenti del nuovo gabinetto cubano.
Non è fantapolitica. Il giorno 26 maggio si è svolta per esempio una riunione urgente nella sede destinata appunto al piano «Cuba libre» presieduta da tal Caleb McCarry, scelto a diventare il futuro governatore della transizione a l'Avana. Con lui c'erano anche i congressisti Lincoln e Mario Diaz Ballart, figli di uno che fu fra i complici più stretti di Fulgencio Batista, nonché dirigenti di varie organizzazioni anticastriste fra le quali anche alcune di quelle accusate di aver fiancheggiato i gruppi eversivi che dalla Florida negli anni hanno portato il terrore a Cuba, causando più di tremilacinquecento morti e diecimila feriti.
In collegamento telefonico via internet dall'Avana c'erano personaggi come arta Beatriz Roque, considerata dal governo dell'Avana un’agente del governo di Washington e invece una dissidente dai cubani di Miami. Erano stati invitati anche gli ambasciatori dell'Unione europea, di Canada e Messico, che però non si sono fatti vedere. Mentre erano presenti quelli di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovenia e Lituania, le ex nazioni comuniste diventate i capisaldi del governo Bush.
Caleb McCarry, non si sa con quanta credibilità, ha reso noto che la Segretaria di stato Condoleezza Rice aveva ottenuto in una conversazione con il ministro degli esteri italiano D'Alema una sorta di promessa di aiuto per favorire una transizione a Cuba ed ha annunciato che nella successiva riunione del gruppo in programma nell'estate a Praga avrebbe partecipato un rappresentante italiano. So che personaggi come McCarry, per quanto pericolosi, fanno parte del bestiario della sottopolitica degli Stati uniti ma penso che quando si affronta il controverso argomento Cuba bisognerebbe avere più equilibrio e più lealtà.
Pierluigi Battista, per esempio, sa perfettamente che i cubani che hanno lasciato il proprio paese in zattera «cercando la libertà» sulla costa della Florida erano attratti da una logica infame per cui se fossero arrivati a toccar terra negli Stati Uniti avrebbero avuto immediatamente il visto di ingresso e la carta verde per risiedere e lavorare. Realtà negata a qualunque altro latino americano che, come avviene nei passaggi di confine col Messico, o viene allontanato a schioppettate o fatto entrare senza documenti e quindi enza diritti. Col rischio d’essere denunciato alla prima richiesta di tutela dallo stesso padrone che gli da lavoro e che lo farebbe rimpatriare subito.
Parlare poi ancora della repressione degli omosessuali (mentendo perfino sul ruolo di Che Guevara) in un paese come Cuba, dove è in corso un progetto di legge perché un essere umano possa cambiare sesso a spese della sanità dello Stato, è pura malafede.
Dopo quello che è successo negli ultimi tre anni ad Abu Ghraib, a Guantanamo e nelle prigioni gentilmente concesse alla CIA in altri paesi, e dopo gli eccidi recenti di bambini, donne e vecchi innocenti in Palestina e in Libano, l'occidente e gli Stati uniti in particolare non hanno più l'autorità morale, come ha scritto Eduardo Galeano, per giudicare le illiberalità degli altri.
Cosa vogliono insegnare gli Stati uniti di George W. Bush che hanno più di due ilioni di detenuti nelle carceri, spesso gestite da privati, sui diritti degli esseri umani a cui viene tolta la libertà?
Per scrivere con il disprezzo usato ieri da Battista e da altri pensatori come lui, bisognerebbe non aver dimenticato troppo spesso le infamie commesse in nome della democrazia, come il terrorismo degli Stati Uniti contro Cuba raccontato da Angelo Rizzo in un film che ieri sera ha chiuso la rassegna ul nuovo cinema italiano presentata a Torella dei Lombardi, in provincia di Avellino, nell'ambito del Premio dedicato all'illustre concittadino Sergio eone. O il terrorismo è accettabile quando viene fatto in nome dei nostri
interessi?
Cuba è un paese complesso eppure, senza giustificare nulla delle sue ontraddizioni, che ha il diritto di essere giudicato con serietà, confrontandolo con la realtà sociale del continente latino americano e di tutti i sud del mondo ostaggio dell'economia capitalista. Al contrario della logica dei promossi e dei bocciati scelta da qualche giornale per stabilire in modo calcistico quali saranno le personalità che domani, dopo Fidel, governeranno Cuba, io penso di poter solo segnalare che il futuro di quest'Isola, che da cinquantanni smentisce tutti, è già presente nelle personalità del governo, alle quali il vecchio Leader Massimo malato ha affidato l'incarico di continuare un certo cammino nei settori vitali per la sopravvivenza di Cuba .
Il ministro dell'economia Lage è un cinquantenne, il ministro degli esteri Felipe Perez Roque è un quarantenne. Proprio quest'anno a Salamanca il giovane ministro degli esteri è riuscito a far firmare ai colleghi dei paesi latino americani riuniti con i governanti di Spagna e Portogallo due documenti, uno di condanna del blocco a Cuba da parte degli Stati uniti e l'altro di richiesta ell’estradizione del terrorista Posada Carriles, mandante nel '97 degli attentati.
alle strutture turistiche dell'Avana, in uno dei quali morì il giovane 'imprenditore italiano Fabio Di Celmo, nei paesi che ne avessero fatto richiesta per rendere giustizia alle vittime dei suoi misfatti. Un risultato notevole.

lunedì 18 febbraio 2008

Razzismo in passerella, un'agenzia accusa


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Fonte ANSA

LONDRA - Sotto accusa per razzismo il mondo della moda: dà sempre meno spazio alle supermodelle di colore, che sono ormai diventate merce rara su passerelle e riviste. La "esclusione etnica" è stata denunciata senza peli sulla lingua da Carole White, co-fondatrice di Premier Model Managementi, una delle più importanti agenzie di supermodelle in Gran Bretagna. A suo dire le riviste di moda e gli stilisti sono "riluttanti" a impiegare bellezze che non siano bianche. "Purtroppo - ha dichiarato Carole White alla fine della 'London Fashion Week' - siamo in un mestiere dove metti sugli scaffali quello che vendi e le riviste sostengono che le modelle di colore non vendono". Solo quelle giudicate "bellissime" e "perfette" (é il caso della 'venere nera' Naomi Campbell e di poche altre) riescono a trovar lavoro mentre tra le bianche è ammessa la "diversità" e gli standard di accettazione sembrano meno rigorosi. A giudizio della co-fondatrice di 'Premier Model Management' la situazione esistente nel mondo londinese della moda è comunque "meglio che a Parigi e a Milano" dove l'avversione per la pelle scura (nera o gialla) sarebbe molto maggiore. Sulla scia della denuncia di Carole White il quotidiano 'Independent' ieri e il domenicale 'Observer' oggi hanno approfondito il caso portando ulteriori indizi a conferma della tesi che in apparenza il razzismo imperversa a tutto spiano nel mondo della moda. L'Independent' ha portato come esempio il numero di marzo della rivista 'Vogue': ci sono soltanto 14 foto di modelle 'afro' o asiatiche su oltre 400 pagine. Stessa musica su 'Marie Claire': lì le immagini con modelle di colore sono 8 su un totale di 362 pagine. A differenza di quanto avviene tra le bianche, le supermodelle di colore che riescono a far capolino sulle passerelle e sulle riviste si contano sulle punte di una mano e sono sempre quelle: Naomi Campbell, l'etiope Liya Kebede e la sudanese Alek Wek. Già in passato Naomi Campbell ha segnalato con forza la piaga ed è ritornata a farlo in dichiarazioni riportate ieri dall"Independent': "C'é - ha affermato - una mancanza di donne di colore e il mondo della moda deve trovare una soluzione. E' importante che si facciano avanti gli agenti, i manager, i pubblicitari e gli stilisti favorevoli al cambiamento. Non vogliamo lamentarci, abbiamo bisogno di trovare una soluzione". Un noto fotografo di moda, Nick Knight, ha confermato che malgrado le società occidentali siano sempre più multietniche i direttori delle riviste non me"non risponde alle aspettative dei lettori".

Censura legale


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Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'. Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.
Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).
L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003. Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare. Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.
All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo. La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4) E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.*
*( la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giustificabile l'operato della RAI in questi casi).
Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me. La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.
Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domanda posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6) Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità. Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI , e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)
Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.
Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo. Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.
Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori.Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare. Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità. Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.
Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me. Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.
Grazie di avermi letto. Paolo Barnard

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