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sabato 16 febbraio 2008

Casini: "Non tutti in vendita"












Mestre - Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, risponde a Silvio Berlusconi, leader del neonato Pdl, mettendo la parola fine alla 'telenovela' che ha visto nei giorni scorsi il tira e molla tra Udc e la nuova formazione di centrodestra per la corsa elettorale del 13 aprile. Casini dal palco dell'hotel Russot di Mestre (Venezia) lancia un affondo all'ex compagno di coalizione: "Dopo 14 anni di collaborazione - ha scandito Casini - a Berlusconi voglio dire una cosa molto semplice: in Italia non tutti sono in vendita". Pier Ferdinando Casini, che correrà da solo con l'Udc per la presidenza del Consiglio, ha poi sottolineato che la campagna elettorale sarà un dialogo costante con la gente. "Parleremo al cuore della nostra gente - ha proseguito Casini nel suo appassionato intervento - quella del Family day, di dar voce alle famiglie delle vittime del terrorismo piuttosto che ai carnefici di ieri, questa gente merita una politica migliore che affermi i valori del merito e della concorrenza, di restaurare il processo dell'autorità e del dovere. Con le bandiere si sciolgono per chi ha qualcosa da far dimenticare o di cui vergognarsi o per chi ha convinzioni fondate solo sull'opportunismo. Le nostre le possiamo dispiegare al vento per costruire un'Italia migliore".

Kosovo, domani l'indipendenza




Fonte: Rai News 24


A poche ore dalla proclamazione dell'indipendenza del Kosovo dalla Serbia, i 27 paesi dell'Ue hanno deciso di inviare nella provincia un contingente composto da circa duemila uomini che ufficialmente avrà come compito principale quello di accompagnare in Kosovo nel processo di transizione verso una struttura amministrativa autonoma. Il Parlamento di Pristina proclamerà ufficialmente l'indipendenza domani alle ore 17.00 ma da Belgrado le autorità serbe hanno già detto e ripetuto che difenderanno "l'integrità territoriale e la sovranità della Repubblica serba".
Del contingente della missione civile fanno parte anche 250 tra giudici e magistrati che saranno guidati dall'italiano Alberto Perduca. Saranno inviati in Kosovo nel corso dei prossimi 120 giorni anche 1500 poliziotti e 250 tra doganieri e altro personale amministrativo.
Alla missione contribuiscono tutti i paesi dell'Unione salvo Malta, in ragione di motivi logistici, oltre che Stati come la Turchia e gli Stati Uniti.
Eulex si affianchera' inizialmente alla missione Unmic delle Nazioni Unite e si aggiungera' come presenza sul territorio al contingente Nato della Kfor.
Millle e novecento esperti internazionali, millecento reclute locali, un mandato estendibile di "almeno 28 mesi", e un bilancio di 205 milioni di euro per i primi 16 mesi. Sono questi i numeri di 'Eulex Kosovo', la piu' grande missione civile della storia dell'Ue, che trasformera' l'ormai quasi indipendente Kosovo in un protettorato europeo.

venerdì 15 febbraio 2008

Plan Colombia, approfondiamo


Visita http://www.laresistenza.it/, sito ufficiale de LA RESISTENZA, band elettrofolk altosalentina di Enrico Cervellera ed Angelo Milone.




Dei soldi stanziati ufficialmente per il Plan Colombia nel 2002, 150 milioni di dollari -quasi la metà- sono stati utilizzati per pagare mercenari statunitensi.
E' da tempo risaputo che la guerra di bassa intensità, imposta dagli USA al popolo colombiano, vede la presenza di mercenari al soldo del Pentagono e del complesso militare industriale nordamericano.Con l'imposizione e l'implementazione del Plan Colombia, il ricorso a mercenari latinoamericani, europei, israeliani e soprattutto yankee è aumentato proporzionalmente all'escalation della guerra sporca contro le organizzazioni popolari e sociali colombiane.
Il tentativo da parte di Washington e dei governi colombiani di turno, ultimo in ordine di tempo ma primo per ispirazione guerrafondaia quello di Uribe Vélez, di presentare come "assistenza tecnica" alle Forze Armate colombiane quello che è un vero e proprio intervento militare diretto degli USA in Colombia, è passato e passa per l'impiego di effettivi statunitensi presentati come "assessori e specialisti" militari, non più alle dipendenze dall'apparato armato istituzionale nordamericano ed assunti ad hoc dalle multinazionali dell'industria bellica.
Queste ultime sono definite dai media colombiani di regime, sempre pronti ad usare eufemismi e metafore fumogene, come "imprese private che assoldano militari in pensione ed ex-agenti della CIA e del FBI, affinché questi operino nelle guerre più complesse del mondo per conto di Washington".
Il silenzio e la blindatura informativa su tale questione hanno subito una breccia quando, nel febbraio del 2003, un aereo con a bordo 4 agenti della CIA (ed un ufficiale colombiano) è stato abbattuto dalle FARC-EP, che ne hanno poi catturati 3.Nonostante i portavoce della Casa Bianca e del Palacio de Nariño si siano affrettati a presentarli come "tecnici" assunti nell'ambito della cosiddetta "lotta alla droga", tale fatto ha contribuito a spingere il Congresso degli Stati Uniti ad esigere al Dipartimento di Stato di presentare -per la prima volta- un rapporto semestrale sulle attività delle imprese, gli importi che ricevono per il loro lavoro, i piani esistenti per trasferire le loro funzioni in Colombia ed i rischi che il "personale impiegato" deve affrontare.
Tenendo presente che i dati ufficiali di questo primo rapporto sono solo lo specchio di ciò che Washington ritiene di potere e dovere render pubblico (sicuramente per difetto), si deduce che:
- le compagnie che nel corso dell'anno passato hanno prestato servizio in Colombia sono 17.- le loro attività vanno dal montare radar e addestrare piloti fino a monitorare le dense selve colombiane.- alcune di queste imprese, come la Lockheed-Martin, si sono aggiudicate otto differenti contratti; - nella maggior parte dei casi, ci vorranno diversi anni prima che il paese riesca ad assimilare le loro attività; - almeno 300 militari statunitensi sono entrati ed usciti dal paese nel corso dell'anno.
La già menzionata Lockheed-Martin, così come ad esempio la Dyncorp, è stata ed è coinvolta nei conflitti nei Balcani, in Iraq ed in Afghanistan. Altre sorvolano spazi aerei sensibili, quali i confini marittimi tra Corea del Nord, Taiwan e Giappone.Ci sono inoltre imprese, come il Gruppo Rendon, che a un costo di 2,4 milioni di dollari si occupano di sviluppare e rendere effettiva la strategia delle comunicazioni del Ministero della Difesa colombiano.
MEZZO PLAN COLOMBIA
Sebbene ci siano dati della loro presenza in Colombia fin dagli anni ottanta, il numero dei "contratistas" ha iniziato ad aumentare intorno alla metà degli anni '90, quando gli Stati Uniti decisero d'investire grandi quantità di dollari "per combattere il narcotraffico".Con la nascita del Plan Colombia, nel 2000, il numero dei mercenari di Stato si è espanso drammaticamente. Solo lo scorso anno queste compagnie hanno ricevuto più di 150 milioni di dollari in pagamento per operazioni nel paese. Ciò significa che è finito nelle loro mani quasi il 50% dei 370 milioni che gli USA hanno stanziato ufficialmente in Colombia nel 2002 per finanziare operazioni militari e politiche.Tuttavia, la stragrande maggior parte di queste manovre e dinamiche non è di dominio pubblico. Dietro il paravento della scusa secondo cui si tratterebbe di un affare di sicurezza nazionale, il rapporto non dice, ad esempio, che cosa facciano i mercenari che lavorano direttamente per il Pentagono, il quale annualmente investe nel paese oltre 100 milioni di dollari.I CONTRATTI IN COLOMBIA
Quelle che seguono sono le imprese alle quali il Dipartimento di Stato USA ha appaltato lavori logistici ed operativi, in materia militare e di polizia, in Colombia:
Lokheed-Martin
1. Appoggio logistico alle operazioni di 4 aerei C-130B e C-130H, per trasporto di truppe. 4 mercernari addestrano e assistono il personale delle Forze Aeree Colombiane (FAC). Costo: 4.216.748 dollari. Operano a Bogotá. Non è previsto un trasferimento delle loro funzioni ai colombiani, per lo meno fino al 2008.
2. Personale per mantenere ed appoggiare la flotta di elicotteri Black Hawk, consegnati alla polizia. 6 mercenari, inizialmente di stanza nella Base Aerea di Guaymaral. Costo: 2.128.663 dollari. Non è previsto il trasferimento del programma perché la polizia non ha né la capacità tecnica né economica di mantenerne gli apparati.
3. Personale per il mantenimento e la logistica degli aerei del Servizio Aereo della Polizia. 150 mercenari. Costo: 3.133.431 dollari. E' stato avviato l'addestramento di effettivi colombiani affinché possano sostituire gli statunitensi, anche se il trasferimento del programma non è previsto a breve termine.
4. Istruttori per addestrare piloti dell'Esercito alla guida di elicotteri UH-60 Black Hawks. 6 mercenari, nella base di Tolemaida. Costo: 813.000 dollari. Nonostante il lavoro si sia già concluso, non ci sono istruttori colombiani in grado di realizzare l'addestramento in futuro.
5. Istruttori per addestrare piloti dell'Esercito alla guida di elicotteri UH-2H Huey in missione di combattimento. 6 mercenari, nella base di Tolemaida. Costo: 3.600.000 dollari.6. Istruttori per l'addestramento di una Squadra di Assistenza Tecnica, avente il compito di monitorare i programmi di addestramento dei piloti degli elicotteri Black Hawks e Huey. 2 mercenari, nella base di Tolemaida. Costo: 1.700.000 dollari.
7. Istallare e mantenere simulatori di volo tipo 2b24 UH-1H e un Sistema di Addestramento di Volo Sintetico (SFTS) che serva per l'addestramento di piloti di elicotteri Huey 1 e 2. Programma avviato nel marzo di quest'anno. Nel 2004 verrà installato un altro simulatore per gli Hueys 2. Entrambi a Melgar. Devono servire per ridurre al minimo i rischi dei sorvoli in zone montagnose. 2 mercenari in pianta stabile per il mantenimento più 12 per l'installazione. Costo: 7.500.000 dollari.
8. Installazione di sistemi per la protezione delle squadre adibite a scoprire infiltrati, a Villa Garzón e a Guaymaral. 25 mercenari. Costo: 3.525.077 dollari. Fine dell'operazione prevista per luglio, richiede però un mantenimento futuro.
DynCorp Aerospace Technologies, Inc
1. Piloti e personale tecnico e di mantenimento per appoggiare la Brigata Antinarcotici dell'Esercito e il programma di eradicazione della Polizia. Utilizzano elicotteri Black Hawks e Huey 2 donati dagli Stati Uniti. Costo: 79.200.000 dollari. Si addestrano piloti e tecnici colombiani, ma non è previsto un trasferimento di questo programma se non tra "diversi anni". Rischio "significativo" dal momento che operano in zone di conflitto.
2. Addestrare piloti dell'Esercito nell'uso di visori notturni per missioni su elicotteri Black Hawk. Il lavoro è già stato portato a termine e attualmente portano avanti il programma istruttori colombiani addestrati nel forte di Ruker, Alabama. 6 mercenari a Tolemaida. Costo: 1.292.000 dollari.
DynCorp Aerospace Operations, Ltda.
Consulenti per il programma d'addestramento di cani anti-droga, specialisti in combustibili, contabili, segretarie, autisti e molti altri che prestano servizio nell'Esercito, nel programma di eradicazione della Polizia, nell'Inpec (Istituto Nazionale Penitenziario Colombiano) e nella sezione narcotici dell'ambasciata statunitense. Costo: 4.875.017 dollari. Non è previsto un trasferimento del programma.
Arinc, Inc.
1. Manutenzione ed appoggio logistico per l'aereo C-26 della Polizia e per squadre d'intelligence associate all'aereo. Costo: 1.146.826 dollari. Per il momento non si può trasferire.
2. Piloti e personale di terra. Addestramento ed appoggio logistico per l'intercettazione dei voli dei narcotrafficanti. Costo: 3.557.929 dollari. Nonostante siano sulla linea del fuoco, il rischio è considerato basso perché hanno il divieto di volare in missioni di combattimento con l'aereo C-560. Le missioni aeree e di terra, così come la manutenzione di aeronavi e l'addestramento dei piloti, potrebbero essere trasferiti in Colombia. Il trasferimento dell'ultima di queste operazioni potrebbe richiedere due anni. I "tecnici" USA dovranno in ogni caso esser presenti nel paese, dal momento che gli aerei continuano ad essere di proprietà degli Stati Uniti. Per ciò che riguarda l'addestramento di base delle aeronavi, non c'è modo di trasferire il programma alle FAC (Forze Aeree Colombiane) poiché è necessario che i piloti partecipino a corsi di sicurezza aerea fatti con l'uso di simulatori di volo.
3. Costruire sistemi per l'approvvigionamento di benzina in sei piste di atterraggio della polizia. Costo: 1.549.309 dollari. Rischio basso, anche se in zone pericolose. E' finito a luglio, ma necessita di futura manutenzione (da parte del Dipartimento della Difesa).
TRW
Acquisire, installare, integrare, sperimentare, documentare e appoggiare un sistema radar per l'elaborazione d'informazioni e un sistema di comunicazioni. Servizi speciali anti-droga e contro-insorgenti. Costo: 4.300.000 dollari. Manca un programma di transizione affinché le FAC ne assumano la manutenzione e le operazioni.
Matcom
Coordina attività tra le Forze Aeree degli Stati Uniti e quelle della Colombia. In particolar modo missioni d'intelligence con fini anti-droga. 1 mercenario, che vive in modo stabile in Colombia. Costo: 120.000 dollari.
Cambridge Communications
Muove radar e squadre da Leticia alla base di Trés Esquinas. Costo: 450.000 dollari.
Virginia Electronic Sistem, Inc. (VES)
Formare squadre su gommoni dell'Armata che pattuglino i fiumi. Costo: 150.000 dollari. Rischio alto, poiché le operazioni si compiono nella selva.
Air Park Sales and Service, Inc. (APSS)
Addestrare ed installare squadre di comunicazione per aerei dell'Armata. Dare assistenza tecnica all'aereo Shweizer SA 2-37B. Costo: 1.100.000 dollari. Cartagena, Bogotá, Apiay. Il programma è terminato a luglio.
Integrated AeroSystem, Inc.
1. Addestrare le FAC nell'uso dell'aereo Schweizer SA 2-37B e di un aereo con sistema di soppressione del suono in volo (LANAS). Apiay, Barranquilla, Cali. Costo: 560.000 dollari.
2. Fornire ricambi e componenti del LANAS. Costo: 50.000 dollari.
3. Addestramento di piloti delle FAC per la manutenzione di aerei AC-47. Costo: 35.000 dollari. Apiay. Ne è prevista la fine a metà anno.
ARINC Engineering Services, LLC
Potenziare sei aerei 0-47 delle FAC in modo da convertirli in aerei AC-47T. Installazione di visori notturni e sensori ottici. Stesso lavoro sugli aerei A-37. Costo: 11 milioni di dollari. Operano a Barranquilla.
Northrop Grumman California Microwave Systems
Utilizzano un sistema aereo per raccogliere Immagini d'intelligence (IMINT) e Comunicazioni d'intelligence (COMINT). In altre parole, scattano fotografie aeree in zone di conflitto e di narcotraffico ed intercettano comunicazioni. Le informazioni sono trasferite al Sistema di Riconoscimento del Comando Sud (del Pentagono), che serve da piattaforma e che a sua volta passa le informazioni alle autorità colombiane. L'impresa fornisce aerei, manutenzione, squadre e piloti. Il rischio, come è stato dimostrato dalla caduta del piccolo aereo con quattro statunitensi e un colombiano in territorio controllato dalle FARC, è considerato alto. In seguito all'accaduto, i piloti che prendono parte al programma ricevono corsi di sopravvivenza nella selva e di "antiterrorismo". Costo: 8.600.000 dollari. Non ci sono piani che prevedano il trasferimento di questa attività.
Alion, LLC
Consulenti che si incarichino di migliorare la capacità dello stato colombiano per raccogliere ed elaborare informazioni d'intelligence. Costo: 20.000 dollari. Risiedono a Bogotá.
Gruppo Rendon
Fornisce consulenza al Ministero della Difesa per dirigere e sviluppare la sua strategia di comunicazione. Produce documenti che servono come base concettuale ad Esercito e Polizia per comprendere e spiegare il Plan Colombia. Costo: 2.400.000 dollari. Bogotá.
ACS Defense
1. Dispensa appoggio logistico e consulenza al personale statunitense dell'Ambasciata che prende parte al Plan Colombia. Costo: 517.035 dollari. Bogotá.
2. Appoggio logistico a un funzionario di alto livello del governo degli Stati Uniti impegnato nel Plan Colombia. Costo. 237.810 dollari. Bogotá
3. Appoggio logistico e consulenza al personale dell'ambasciata. Costo: 196.000 dollari.
Science International Corp. (SAIC)Analisi d'immagini d'intelligence, legate alla sicurezza dell'ambasciata e del suo personale. Costo: 255.335 dollari.
Man Tech
Coordina/controlla le informazioni raccolte da diverse agenzie coinvolte nel Plan Colombia, e le fa circolare per rilasciare informazioni in tempo reale alle autorità. Fornisce (addestra ed usa) squadre per intercettare comunicazioni e raccogliere immagini. Si concentra sul lavoro della DEA. Costo: 2.146.692 dollari. Sono presenti nel paese dal 1990.
IN CONCLUSIONE…
Si registra, troppo spesso, una tendenza a collocare l'ingerenza politico-militare statunitense nel conflitto sociale ed armato colombiano all'interno di un quadro in cui i mercenari locali (i paramilitari) e quelli stranieri sarebbero unicamente assoldati dalle diverse espressioni del settore privato e dipendenti dalle stesse. Tale lettura del fenomeno non coglie appieno le diverse implicazioni, caratteristiche e prospettive di un intervento militare, quello USA in Colombia, che è diretto e permanente, e che pur agendo sull'asse "complesso militare industriale-multinazionali della guerra", non è estraneo né diverso rispetto al centro di comando istituzionale nordamericano, Casa Bianca e Washington su tutti.Nel gioco delle parti, i cosiddetti mercenari coincidono nella realtà (anche se ufficialmente vengono differenziati) con agenti della CIA, della DEA, del FBI e via discorrendo, tutti presentati sotto mentite spoglie.E se, come i dati dimostrano, i mercenari gringos stanno all'intervento USA nel paese andino come i paramilitari stanno al terrorismo dello Stato colombiano contro la popolazione civile, chi afferma che il suddetto intervento militare potrebbe avvicinarsi ha il passo lento e caduco nel comprendere la natura della politica a stelle e strisce in Colombia.Come insegna oltre mezzo secolo di storia di guerre di bassa intensità, non è necessario che i media internazionali suonino le trombe di un'invasione spettacolare e giornalisticamente mercificabile per poter dire che essa sta iniziando a darsi. In Colombia, la presenza di migliaia di militari, assessori, tecnici, addestratori ed agenti segreti provenienti dal nord, ancorché sotto mentite spoglie, ne è la dimostrazione coerente e lampante.Nella diversificazione delle tattiche e dei tempi di gestione di tale aggressione, quella che il narcoterrorista Uribe Vélez definisce come "Fase II" del Plan Colombia non rappresenta nient'altro che l'escalation esponenziale della presenza militare USA, che combina effettivi nordamericani presentati come tali (gli oltre 200 marines che stanno blindando, con scarso successo, l'oleodotto Caño Limón-Coveñas nel dipartimento di Arauca, per esempio), con effettivi presentati come "dipendenti" del settore privato.L'invasione USA in Colombia, dunque, non è una lontana e remota possibilità, e non è nemmeno un'eventualità più o meno prossima. E' una realtà che, pur nel tentativo di negare la sua vera natura e di minimizzarne la portata, diluendone i tempi e la spettacolarizzazione mediatica, è cominciata.L'allerta lanciata a più riprese negli ultimi anni e mesi dal movimento popolare e da quello insorgente colombiani, e dai settori che in tutto il mondo appoggiano la loro resistenza, è oggi più attuale ed urgente che mai.
Associazione nazionale Nuova Colombia

Salviamo gli animali




L’uccisione dei conigli per la loro pelliccia è l’aspetto dell’industria della pelliccia che a livello globale sta crescendo più rapidamente, ma del quale si conosce ancora poco. Ogni anno in tutto il mondo vengono uccisi per la loro pelliccia 50 milioni di animali, ma questa cifra non include i conigli dal momento che è difficile ottenere stime precise.Se la maggior parte dei sistemi di allevamento intensivo sono stati oggetto di dettagliati studi scientifici, campagne da parte di gruppi animalisti e perfino di leggi che ne ponessero il divieto, quello dei conigli per la loro pelliccia e la loro carne ha ricevuto ben poca attenzione…. fino ad ora!Attivisti inglesi della Coalition for the Abolition of the Fur Trade (CAFT), coadiuvati in Italia da Campagna AIP, hanno infiltrato il settore delle pellicce di coniglio entrando in allevamenti, macelli, concerie e aziende di confezionamento in varie parti d’Europa per potervi mostrare e svelare cosa si nasconde relamente dietro ai molti miti diffusi su questo prodotto.Potete scaricare e visionare un video realizzato con i filmati ottenuti dai nostri attivisti e quelli di Caft:Rabbit fur (sottitolato in italiano)Versione scaricabile Potete scaricare qui un dossier su questo settore della pellicceria che sta acquistando sempre più importanza, a breve sarà disponibile una versione del dossier per la divulgazione. Potete visionare qui alcune delle foto realizzate durante l’indagine di Caft.Visitate inoltre il sito http://www.rabbitfur.org/, comprendente una sezione in italiano, nato e realizzato specificatamente per diffondere i risultati di questa indagine e coordinare campagne internazionali contro la diffusione delle pellicce di coniglio.COSA PUOI FARE:- Non comprare capi in vera pelliccia.Controlla sempre le etichette e se non sei sicuro al 100% che sia sintetico, non acquistare il prodotto.- Boicotta qualsiasi negozio che vende pellicce e inserti in vero pelo animale.- Rivolgi le tue lamentele ai negozi che vendono pellicce o inserti in vero pelo animale.- Informati sull’industria della pelliccia, richiedici il materiale informativo e visita il sito della campagna per aggiornamenti e approfondimenti.- Partecipa alle iniziative della Campagna AIP.- Fai una donazione:In posta: usa il conto corrente postale 83835967 intestato a IN DIFESA DEGLI ANIMALI, mettendo come causale AIP.
In banca: Puoi fare un bonifico bancario utilizzando il codice IBAN: IT-83-V-07601-10900-000083835967
Puoi decidere anche di fare un bonifico mensile. Se molte persone facessero questa scelta, anche solo pochi euro a testa potrebbero fare un’enorme differenza per le nostre attività.Contattaci se stai valutando questa possibilità all'indirizzo di posta elettronica: mailto:donazioni@campagnaaip.net

Giù le mani dalle donne


Fonte: Ansa



ROMA, 14 FEB - Tensione e incidenti tra donne e forze dell'ordine nel corso della manifestazione a largo Argentina a Roma in favore della legge sull'aborto. Le donne, che protestano contro l'intervento della polizia nell'ospedale di Napoli, sfondano il cordone di agenti che cerca di impedire loro di percorrere il Lungotevere. Due donne sono fermate ma in serata una viene rilasciata. Il clima si allenta, le manifestanti liberano la strada.La manifestazione prosegue nell'area pedonale di largo Argentina.


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giovedì 14 febbraio 2008

Pino Zimba, ciao



Il grande Pino Zimba, uno dei tamburellisti più conosciuti e riconosciuti del Salento s'è spento la scorsa notte.

mercoledì 13 febbraio 2008

Il disertore




Ho il piacere di far leggere a chi già non ha in passato avuto modo di farlo, una delle liriche più belle di Boris Vian.



IL DISERTORE
Signor Presidente, le scrivo una lettera
che leggerà, forse, se avrà tempo.
Ho appena ricevuto la cartolina militare
per andare alla guerra entro mercoledì sera.
Signor Presidente, non voglio farlo
non sono sulla terra per uccidere povera gente.
Non per farvi arrabbiare, ma devo dirlo
ho preso la mia decisone: diserterò.
Dacchè sono nato ho visto partire i miei fratelli
ho visto morire mio padre e piangere i miei figli
mia madre ha tanto sofferto che è nella sua tomba
e se ne fotte delle bombe come se ne fotte dei vermi.
Quand’ero in prigionia hanno rubato la mia anima
hanno rubato la mia donna con tutto il mio passato.
Domani uscirò sbattendo la porta
in faccia agli anni morti: vivrò sulla via.
Mendicherò la vita sulle strade di Francia
dalla Bretagna alla Provenza e dirò alla gente
“Rifiutate d’obbedire, non fatelo
non andate in guerra, rifiutate di morire”.
Se si deve versare sangue vada a versare il Suo
caro “buon apostolo”, signor Presidente.
Se mi fa perseguire avverta i suoi gendarmi
che non ho armi e che possono sparare. (1954)


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martedì 12 febbraio 2008

Solo utopia (Seconda parte)



Ciao raga! Mi piace, mi piace, mi piace! Cosa? Ma la vita! Quella cosa breve e intensa che si chiama esistenza. C'ho messo una R davanti ed ho creato LA rESISTENZA, la mia band. Come per tutti voi, anche a me spesso le cose non vanno bene, come desidererei o - forse - meriterei, la differenza tra me e voi è che io non m'abbatto. E questo voglio tramettere a tutti voi, entusiasmo e voglia di vivere, forza ed energia. Questo ci vuole per abbattere il muro d'indifferenza che stringe e costringe gli artisti di ogni dove. Dobbiamo reagire. E non mollare. Ogni volta che un gruppo si scioglie, al cuore di Jimy Hendrix sgorga una lacrima. Così è per John Lennon, per Mercury, per Gould, per Peterson, tutti grandissimi che della musica avevano fatto la loro missione. Questa è la nostra missione, amici, fare bene e farlo meglio. Meglio che si può ovviamente, perché canoni precisi non ve ne sono. La musica è libertà, non abbattiamoci se non piace a tutti.Giuseppe Verdi non fu ammesso al conservatorio di Milano e oggi la struttura porta il suo nome. Pirandello ed Einstein furono rimandati, l'uno in italiano, l'altro in fisica. E allora perché abbattersi?Io un'idea, umile e forte, ce l'ho:R E S I S T I A M O ! ! !Comincia ora, donaci la tua email, iscriviti alla nostra newsletter e comincia a dare un senso nuovo al tuo modo di vivere e di fare. Bene, sei pronto, clicca qui: www.laresistenza.it

Solo utopia (Prima parte)



Bisogna alzarsi e combattere per i propri ideali. Bisogna sollevare le chiappe e iniziare la lotta. Io lo so che sei diverso, uno tosto, uno forte, uno che vuole cambiare le carte in tavola. I tempi sono maturi, credimi, non s'aspetta più nulla. Il popolo è pronto a riprendersi ciò che è suo: la libertà. Solo utopia? Certo, solo utopia, ma l'utopia è il vero motore dell'esistenza umana, così fragile e fuggente. Per questo 4 anni or sono ho scelto di resistere e di dare un senso alla mia vita. Spero anche tu ti unisca a noi. E' semplice, basta partecipare al progetto iscrivendosi alla newsletter della nostra band e partecipare alle discussioni nei nostri blog e nei nostri siti. C'è tanto da fare, abbiamo bisogno di tutti, anche di chi la pensa diversamente da noi. Il dialogo è tutto, solo così si può andare avanti.Facciamo così, piccolo navigatore di myspace, togliti quel grugno mattutino del viso e mostra a tutti quello che sei e quello che sai fare. Inizia a resistere, da adesso. Vieni con noi, non te ne pentirai:
http://www.laresistenza.it/
Enrico Cervellera

Presidio permanente, anche sul web

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LA RESISTENZA segnala un blog davvero interessante, si chiama PRESIDIO PERMANENTE NO DISCARICHE.






Il PresidioPermanenteNoDiscariche nasce il 16 settembre 2007 a seguito di una lunga battaglia legale iniziata tre anni prima. L'oggetto della disputa è l'ampliamento di una discarica per rifiuti industriali già esistente. La discarica di La Torre-Caprarica è situata in uno dei tratti più belli della macchia mediterranea, sorge nella provincia di Taranto tra i comuni di Grottaglie e San Marzano di San Giuseppe in una zona dichiarata d'interesse nell'ambito del nascente parco delle gravine e si trova a distanza di 1 km in linea d'area con il Santuario Madonna delle Grazie di SanMarzano. Il presidio nasce per la difesa della terra e dell'ambiente. Nasce per sancire il diritto alla salute ed alla partecipazione democratica dei cittadini. Nasce per rinnegare l'arroganza e le politiche di falso sviluppo intraprese dai nostri amministratori. Nasce per interrompere la stucchevole catena tra affarismo e partiti. Nasce come laboratorio democratico di proposta per l'attuazione di vere politiche che si sviluppino dal basso. Al presidio prendono parte cittadini di varia provenienza ed estrazione che spogliandosi dalle bandiere politiche ed ideologiche si uniscono nella ferma richiesta di:


- Il blocco immediato dei lavori d'avviamento del terzo lotto della discarica di Latorre


-Caprarica ed il blocco dei lavori d'ampliamento della discarica Vergine di Fragagnano.


- Il coinvoilgimento del Presidio nelle operazioni di verifica e controllo dei rifiuti già stoccati nelle discariche in questione.


- L'adeguata ricollocazione lavorativa dei dipendenti delle discariche.

lunedì 11 febbraio 2008

Morti bianche, bollettino di guerra


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È un bollettino di guerra, quello delle morti bianche.


Dall'inizio dell'anno ad ora (10-2-2008)

per lavoro, ci sono:


119 morti

119714 infortuni

2992 invalidi

MORTI/FERITI SUL LAVORO DI FEBBRAIO (ma vale per ogni..mese)


11 febbraio SALEMI (TRAPANI) - Un operaio, Giovanni Gandolfo, 50 anni, sposato e padre di due figli, è morto in un incidente sul lavoro rimanendo schiacciato dal muletto che stava guidando e che si è ribaltato. Per estrarre il corpo senza vita dell'operaio sono intervenuti i vigili del fuoco.


10 febbraio TORINO - Un operaio di 24 anni, V.D. di Bari, ma residente a Modena, è morto questa mattina in un incidente sul lavoro avvenuto a None, nel torinese. L' uomo stava montando una telecamera per la videosorveglianza sul tetto di un capannone in lamiera, quando è precipitato a terra morendo sul colpo. Al momento dell'incidente c'erano altre persone che però non hanno potuto fare nulla per aiutare il giovane operaio. Secondo quanto appreso, le indagini le stanno effettuando i carabinieri, l'appalto per i lavori di messa in sicurezza del luogo sono a carico della Ceva.Logistics, specializzata in manutenzione e sistemazione di cavi elettrici.


9 febbraio SPILINGA (VIBO VALENTIA) - Un uomo, Gennaro Arena, di 55 anni, è morto dopo essere stato travolto dal trattore condotto dal figlio. La vittima, secondo quanto riferito, è rimasta schiacciata da una delle ruote del pesante mezzo mentre era al lavoro in un terreno agricolo di sua proprietà. In base a quanto è stato possibile ricostruire, il trattore in movimento si sarebbe inclinato costringendo Arena a salire sulla parte posteriore del mezzo. Il figlio, udite le grida del padre, ha subito innestato la marcia ma per l'agricoltore non c'è stato nulla da fare.


ROMA - Un operaio romano di 65 anni è morto schiacciato da un escavatore che stava manovrando. L'incidente è avvenuto questo pomeriggio alle 14 in un cantiere edile in via degli Estensi, nel quartiere Bravetta, a Roma. Sono ancora in corso le operazioni di recupero del corpo dell'operaio morto schiacciato da una escavatrice in un cantiere nel quartiere Bravetta a Roma. Lo riferiscono fonti del 118. Un'operatrice sanitaria è stata imbragata con una fune dai vigili del fuoco, per scendere nel fossato (profondo circa tre metri) e analizzare le condizioni del corpo del 65enne prima che ne venga recuperato il cadavere. Il 118, inoltre, riferisce che nel cantiere, dove è accaduta la tragedia, è giunta una parente dell'uomo che dopo aver appreso della morte dell'operaio è stata colta da malore e viene ora assistita dai sanitari.


8 febbraio SAN SALVO (CHIETI) - Incidente mortale sul lavoro all'interno dell'area industriale di Piana Sant'Angelo di San Salvo. Un autotrasportatore di 50 anni, Antonio Argentieri, residente a Furci (Chieti), è morto finendo sotto le ruote del rimorchio che stava tentando di agganciare alla motrice. All'incidente - avvenuto nel piazzale della «Sabatini Autotrasporti Srl» - hanno assistito altri autotrasportatori che hanno tentato di prestare subito soccorso al collega. L'Argentieri, sposato e padre di due figli, è stato trasferito presso l'ospedale S.Pio di Vasto dove, però, è giunto cadavere.


ROMA - Un operaio polacco di 34 anni è morto stamani in seguito ad un incidente sul lavoro avvenuto in una fabbrica di lavorazione di marmi in via Giorgio Almirante a Pomezia, comune vicino Roma. Secondo le prime informazioni, l'operaio è stato schiacciato da una lastra di marmo. Inutili i tentativi degli operatori del 118 subito intervenuti per soccorrere lo straniero. A quanto si è appreso l'operaio era regolarmente assunto.

7 febbraio AVELLINO - Si chiama Raffaele Maffei l'operaio che nella tarda mattinata ha perso la vita su un cantiere edile a Pratola Serra, in provincia di Avellino. L'operaio, 44 anni, originario di Solfora (Avellino) è rimasto folgorato da una scarica elettrica mentre stava lavorando alla costruzione del solaio di una abitazione privata. Secondo i primi accertamenti dei carabinieri, che sono giunti sul posto pochi minuti dopo l'incidente avvenuto intorno alle 12.30, la tragedia si è verificata a causa di una manovra errata della betoniera che con il lungo braccio di gomma da cui viene pompato il cemento, ha toccato i fili dell'alta tensione. Maffei, che aveva il compito di orientare la fuoriuscita del cemento, è stato investito da una scarica di venti mila volts ed è deceduto all'istante nonostante i tentativi di rianimarlo da parte dei compagni di lavoro. Raffaele Maffei è la sesta vittima, negli ultimi dodici mesi, che perde la vita su un cantiere edile in Irpinia.


SAN MARTINO DI LUPARI (PADOVA) - È un operaio romeno, Vasile Danc, la vittima dell'incidente avvenuto all'interno della segheria, a San Martino di Lupari. L'uomo, che oggi compiva 46 anni, è stato ferito mortalmente alla testa da un pezzo di legno mentre stava lavorando ad una macchina utensile. Il colpo gli ha causato lo sfondamento delle ossa del volto. Le cause esatte dell'incidente mortale sono al vaglio dei tecnici dello Spisal. L'operaio romeno, padre di tre bambini, abitava a Castello di Godego (Treviso).


6 febbraio VITERBO - Sono quattro le persone estratte al momento morte dalle macerie del deposito di fuochi di artificio esploso alle 11 a Castiglione in Teverina, nel viterbese, secondo quanto si apprende dal 118. Un altro uomo è stato trasportato in gravissime condizioni all'ospedale di Orvieto. Ai soccorritori ha riferito che nel deposito c'erano altri quattro suoi colleghi.


TORINO - Un camionista di 52 anni, Pietro Russo, di Torino, è morto oggi pomeriggio in un incidente sul lavoro accaduto in località San Michele, a Carignano (Torino), nella zona delle Cave Germaire. Era impegnato nel trasbordo di terra dal suo mezzo ad un bacino d'acqua artificiale quando, per cause non ancora accertate, il camion è finito nell'acqua, finendo a circa 20 metri di profondità, e l'uomo è annegato. A dare l'allarme sono stati alcuni colleghi di lavoro. Dopo avere fatto l'ultimo carico di terra intorno alle 11.30, l'uomo, che era sposato ed aveva un figlio di 16 anni, non ha più fatto ritorno e poco dopo le 13, non vedendolo arrivare, è scattato l'allarme e sono cominciate le ricerche nella zona. Il cadavere è stato trovato galleggiante nel lago. In base alle norme, l'uomo avrebbe dovuto fermare il camion a circa un metro e mezzo dalla sponda e poi spingere con un braccio meccanico la terra nell'acqua. Non è escluso che per fare più in fretta possa avere azionato il ribaltamento del cassone a poca distanza dall'acqua e, a causa dello smottamento del terreno, il veicolo sia finito in acqua. Tutte supposizioni a cui le indagini e le perizie dei consulenti dovranno dare risposte.


MILANO - Un operaio romeno di 41 anni è rimasto ferito, oggi pomeriggio, a Milano, dalla caduta di un oggetto in ferro. L'uomo si trova in prognosi riservata all' ospedale Humanitas, in osservazione. Secondo quanto riferito dalla polizia l'uomo, che sarebbe in regola con il soggiorno, stava lavorando alla ristrutturazione di una casa Aler, in via Costantino Baroni, quando, intorno alle 15.30, per la rottura di un cavo, un pezzo di ferro è caduto da un'altezza di circa 7 metri e lo ha colpito al capo.


5 febbraio FERRARA - un operaio di 54 anni, Giuseppe Bonati, di Stienta (Rovigo), è morto all'ospedale Sant'Anna per le ferite provocate da un incidente avvenuto nell'azienda Carpenteria Cmg. L'operaio stava lavorando a un muletto sollevatore, con il motore in funzione, quando il mezzo è partito e lo ha travolto.


TORINO - L'operaio Antonio Lizzo, di 42 anni, è stato dimesso dall'ospedale Martini dove è stato medicato per ustioni guaribili in cinque giorni. Accompagnato dai carabinieri è tornato nella sede della ditta Abrate, a Collegno per una ricostruzione dell'accaduto. A Collegno sono anche giunti la moglie del responsabile di stabilimento, Michele Monteleone, la figlia (che ha 10 anni e non sette come detto in precedenza) e il cognato Antonello Silanus. «I medici ci hanno detto che ci sono buone speranze che si salvi - ha affermato quest'ultimo - è fasciato, intubato e tenuto in coma farmacologico. Lavorava in questa azienda dal 1987. La cosa più difficile è spiegarlo alla figlia che era rimasta molto colpita dalla disgrazia accaduta in dicembre nell'acciaieria ThyssenKrupp». All'esterno dell'azienda c'era anche Luca Degani, che ha lavorato alla Abrate per 8 anni fino al 2004: «Quando c' ero io - ha detto - i turni di lavoro erano tre e c' erano una ventina di dipendenti. Poi il personale è stato ridotto ed è stato tolto il turno notturno. Per cui i forni vengono caricati alle 22 e scaricati alle 6». «Mi stupisco che non siano entrati in funzione i sistemi di sicurezza - ha proseguito - ce n' era uno con azoto per spegnere eventuali fiamme ed un altro sonoro».


GENOVA - Sulla A10 tra Arenzano e il bivio per la A26 verso Genova intorno alle ore 23 di ieri sera, al km 19, un operaio della ditta Seven Service, primaria impresa italiana specializzata negli interventi in galleria, è stato investito da un'auto mentre segnalava la presenza di un cantiere. Sul posto sono intervenuti prontamente i soccorsi sanitari, la Polizia Stradale ed il personale di Autostrade per l'Italia ma purtroppo non c'è stato nulla da fare.


ROMA - Silvana Zonetti, del Tiburtino, a settant’anni suonati, doveva ancora andare a lavorare. La pensione da cinquecento euro al mese non le sarebbe mai bastata: doveva continuare a fare la domestica, per tirare avanti. Per questo, e anche per l’imprudenza di un camionista, ieri mattina ha perduto la vita. La donna, che abitava in via Galeazzo, è stata investita da un autotreno all’incrocio tra via Filippo Fiorentini e via Zincone nella zona di Casal Bruciato ed è morta sul colpo.


2 febbraio POTENZA - A Viggiano, in provincia di Potenza, ha perso la vita Adriano Angelone, un operaio del luogo, morto in serata in seguito alle ferite subite mentre lavorava nell'azienda Vibac: secondo quanto si è appreso, l'uomo è stato schiacciato da un rullo. Soccorso dal personale del 118, è stato trasportato nell'ospedale di Villa d'Agri (Potenza) ma per lui non c'è stato nulla da fare. Alla Vibac - azienda dove si produce materiale plastico - lavorano circa 200 persone. Il segretario regionale della Femca-Cisl, Gerardo Casaletto, ha annunciato che «domani nella fabbrica si svolgeranno assemblee con i lavoratori e con i rappresentanti anche delle altre sigle sindacali».


REGGIANO - L'operaio romeno, 45 anni, Stelica Maftei, è morto mentre lavorava questa mattina in un capannone dell'azienda 'Padana Tubì a San Giacomo di Guastalla, nel Reggiano. L'incidente è avvenuto verso le 8.15 mentre l'operaio lavorava assieme ad un connazionale, regolarmente imbracato, su una piattaforma ad un'altezza di circa otto metri. I due, dipendenti di un'azienda di Finale, stavano installando impianti termoidraulici quando, per cause al vaglio dei carabinieri, la piattaforma è stata colpita da un carro-gru manovrato a terra da un altro operaio. Mentre il collega della vittima, di 48 anni, probabilmente agganciato con l'imbracatura ad un'altra struttura, è rimasto sospeso in aria, Maftei, agganciato invece alla stessa piattaforma a sua volta crollata a terra, si è sfracellato al suolo morendo sul colpo.


1 febbraio NOVAFELTRIA (PESARO URBINO) - Un uomo di 65 anni, Marino Mordenti, è morto oggi nelle Marche, a Novafeltria, in un incidente sul lavoro. L'uomo - socio della ditta 'Demò - sostava a piedi in un piazzale dov'era al lavoro un muletto. Il mezzo stava movimentando dei carichi quando all'improvviso si è ribaltato, investendo Mordenti, che è rimasto schiacciato sotto il carrello elevatore. A nulla sono valsi i soccorsi; il personale del 118 una volta giunto sul posto ha potuto soltanto constatare il decesso.


Fonti: Sito articolo 21, blog per le morti sul lavoro... perchè una concausa importante di questo dramma è la "spersonalizzazione" delle vittime.Mentre le loro storie ci raccontano invece di gente ..come "noi".


Foibe, io non dimentico



Fonte: Unionesarda.it


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“Le foibe furono pulizia etnica” ha ribadito il Capo dello Stato aggiungendo “pace per le reazioni inconsulte che vennero al mio discorso di un anno fa da fuori d'Italia”. Il riferimento di Napolitano era alle polemiche che si scatenarono lo scorso anno perché nel discorso di allora il presidente aveva definito “congiura del silenzio” e “vera e propria pulizia etnica” quella che gli italiani di Trieste e delle zone di confine dovettero subire durante l'occupazione titina. Il presidente croato Stipe Mesic ufficialmente si risentì delle parole allora pronunciate da Napolitano, ma poi dovette fare marcia in dietro su intervento dell’Unione Europea che dette ragione all’Italia. Il presidente oggi nel suo discorso alle famiglie delle vittime ha sottolineato: “Avete appena ricevuto solenni anche se tardivi riconoscimenti. Il giorno del ricordo sia di monito per far prevalere le ragioni dell'unità su quelle della discordia. Dimostriamo di avere appreso tutti la lezione della storia e di voler contribuire allo sviluppo di rapporti di piena comprensione reciproca e feconda collaborazione con paesi e popoli che hanno raggiunto o tendono a raggiungere la grande famiglia dell'Unione europea”. Altrimenti “niente di quello che abbiamo faticosamente costruito può essere considerato per sempre acquisito”. Oggi, ha infine concluso il capo dello Stato, “le ferite lasciate da quei terribili anni si sono rimarginate in un’Europa pacifica, unita, dinamica; un’Europa consapevole che gli elementi che la uniscono sono infinitamente più forti di quelli che l’hanno divisa”.

Napolitano, nulla di grave


Fonte: repubblica.it

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TRENTO - Nella Lectio Magistralis svolta a Trento, dove ha ricevuto la qualifica di professore straodinario della locale università, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ribadito la necessità "indispensabile" che il nuovo Trattato europeo entri in vigore l'anno prossimo, prima delle elezioni per il Parlamento di Strasburgo. Secondo Napolitano "si può agire anche a Camere sciolte". Nel corso della cerimonia Napolitano ha avuto un lieve mancamento, poi si è rapidamente ripreso. "E' indispensabile in questo contesto - ha detto il presidente - che nessuno Stato membro si sottragga alle sue responsabilità e agli impegni ancora una volta assunti. Il tempo stringe, non possiamo più esitare", ha detto facendo un implicito riferimento a Paesi come la Gran Bretagna che rispetto al precedente Trattato non arrivarono neppure ad indire il referendum di ratifica. Il presidente della Repubblica ha sollecitato l'Italia a fare la sua parte, ratificando il Trattato anche in questa fase elettorale. "Certamente è indispensabile - ha detto Napolitano - che in questo contesto nessuno Stato membro si sottragga alle sue responsabilità e agli impegni ancora una volta assunti. Il tempo stringe. Non possiamo più esitare. L'Italia deve fare la sua parte innanzitutto ratificando il Trattato anche in questa fase elettorale. E' indispensabile che anche alle elezioni europee si giunga potendo presentare ai cittadini il nuovo quadro di obiettivi e regole dell'Unione".

domenica 10 febbraio 2008

Stop alle baleniere


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Fonte: ANSA
E' ripresa la caccia dei giapponesi alle balene, con almeno cinque esemplari uccisi nel Santuario dell'Oceano Antartico. La notizia arriva da Greenpeace, che per due settimane con la nave Esperanza era riuscita a salvare oltre cento balene e oggi segue le azioni della flotta baleniera della Fisheries Agency of Japan grazie alle informazioni della nave governativa australiana, l'Oceanic Viking. La scorsa settimana l'Esperanza, per aver esaurito tutta la scorta di carburante era rientrata in porto, ma per quattordici giorni aveva tenuto la nave macelleria della flotta baleniera, la Nisshin Maru, a oltre 4.300 miglia nautiche di distanza. Senza la nave macelleria, spiegano gli ambientalisti, le rimanenti navi cacciatrici non potevano agire. Sul fronte della mobilitazione internazionale in difesa dei giganti del mare, questa settimana 42mila possessori di camere digitali hanno risposto all'appello di Greenpeace inviando e-mail a Fujio Mitarai, direttore generale di Canon in Giappone per invitarlo a denunciare la caccia alle balene.

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