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sabato 2 febbraio 2008

Sarkozy e Bruni oggi sposi


I telegiornali hanno appena chiuso l'edizione delle 13 con la notizia del secolo: Sarkozy e Bruni si sono sposati. "E chi se ne frega?", obiettereste voi. "Nessuno", rispondiamo noi. Semplicemente per riflettere sulla vacuità d'interesse pubblico e sociale di talune notizie e sulla non veridicità di talune uscite.


Solo 2 giorni fa, Repubblica così azzardava:

Ancora non sono sposati, ma c’è già chi prevede la data dell’addio: la passione tra Nicolas Sarkozy e Carla Bruni non supererà il settembre 2009. Lo ha fatto sapere un’astrologa fatta venire appositamente dagli Stati Uniti in occasione del compleanno del capo dello Stato; e il ‘regalo’ deve essere stato decisamente poco gradito.


E allora facciamo una cosa, resistiamo.


Tutti invitati su http://www.laresistenza.it/, sito ufficiale de LA RESISTENZA, band elettrofolk altosalentina di Enrico Cervellera ed Angelo Milone.




venerdì 1 febbraio 2008

Second life sotto la lente


Visita http://www.laresistenza.it/, sito ufficiale de LA RESISTENZA, band elettrofolk altosalentina di Enrico Cervellera ed Angelo Milone.


A cura di Lorenza Veronese per Disinformazione.it


IN BREVE:

La tua vita è grama e non sopporti più il lavoro che fai? Tuo marito o tua moglie ti hanno stancato e vorresti fare delle esperienze estreme, ma ti manca il coraggio? Vorresti essere quello che non sei e avere una seconda vita?Bene, a tutto questo, e molto altro ancora c’è “Second Life”: un sito internet che ti permette di ‘incarnare’ un avatar (personaggio virtuale) e fare qualsiasi cosa, anche la più impensabile. "Molto interessante", direbbe qualcuno: ma qual è il rovescio della medaglia? Rovescio che vedremo assai inquietante!Si corre il rischio di confondere la propria vita reale con una vita assolutamente finta, di rimanere ‘intrappolati’ in un mondo virtuale e vivere là la propria vita, alienandosi quella reale, certamente molto più complessa e difficile; si rischia di perdere anche quel poco di responsabilità e moralità che ancora ci rimane, perché dentro Second Life tutto è possibile e senza tanti scrupoli; le ore e le giornate intere passate dentro questo mondo possono compromettere le amicizie, il lavoro e tutti i rapporti sociali. Per ultimo, il denaro virtuale che viene usato deve essere prima cambiato con dollari veri…In definitiva si tratta di un attacco diretto e mirato alle coscienze (sempre più ipnotizzate) dei più giovani, un tentativo assai pericoloso di disumanizzazione. Il rischio finale è proprio quello di perdere una parte della propria anima e vivere una pseudo-vita che non ci appartiene!


APPRFONDIAMO:

Quand'eravamo molto piccoli, guardavamo con entusiasmo al nostro futuro, credendo che giunta alla soglia dell'anno 2000, l 'umanità avrebbe subito un balzo consistente nel percorso evolutivo. Già ci immaginavamo le automobili volanti in grado di viaggiare silenziose, risolvendo consistenti problematiche di smog e traffico. Pensavamo che la scienza sarebbe arrivata ad un punto tale da abbattere i limiti umani legati al tempo e allo spazio, al degrado e alle malattie, alle disuguaglianze, e che avrebbe messo tutto al suo posto. E l'uomo, l'essere “intelligente ed evoluto” per eccellenza, avrebbe conquistato un potere tale da garantirsi una vita lunga e senza privazioni, ma nel pieno equilibrio e rispetto dell'universo.
Ero certa che i computer, inventati dall'uomo stesso, avrebbero potuto svolgere una buona parte del lavoro necessario alle società per garantirne la sopravvivenza, lasciando così agli individui molto più tempo da dedicare ai piaceri della vita, agli affetti e a rapporti interpersonali in genere. Siamo alle soglie del 2010 e le nostre strade pullulano di mezzi, smog, caos e traffico. Le nostre vite sono sotto pressione, siamo sempre più stressati, drogati dai farmaci, dal cibo chimico e dalla televisione, mentre la rimanente parte del pianeta vive nella povertà più assoluta. Siamo dipendenti dalle macchine ma non solo per svolgere una parte del nostro sempre più spersonalizzante lavoro giornaliero, ma anche per intessere relazioni sociali, flirts ed incontri a luci rosse. Siamo troppo occupati per divertirci, ed istruiamo i computers a farlo per noi.
Internet, strumento (e non mezzo) ormai presente comunemente in molte famiglie, offre innumerevoli chatline (linee per scambiare messaggi e immagini), siti per incontri ed agenzie matrimoniali on line, che danno la possibilità ad ogni iscritto, di ricrearsi un alter ego al fine di conquistare “virtualmente” altri alter ego presenti nella rete. Ma, PER FORTUNA, esiste anche un mondo contemporaneo e parallelo al nostro, nel quale possiamo vedere realizzati una buona parte dei traguardi che avremmo desiderato raggiungere con l'inizio del nuovo secolo. Si tratta di una realtà alla quale tutti (o quasi) coloro dotati di computer possono accedere grazie ad un avatar (personaggio totalmente inventato) e ad un “click” sulla tastiera. Stiamo parlando di Second Life, tormentone del 21esimo secolo, un mondo virtuale in 3D aperto a tutti i maggiorenni, dove ogni evento della vita reale può essere riprodotto. Per molti si tratta solo di un gioco, ma per altri è una vera e propria seconda vita parallela se non addirittura un vero e proprio lavoro, molto più remunerativo di quello reale. Second life è ciò che tecnicamente viene definito un M.M.O.R.P.G. ovvero un Massive Multiplayer Role Playing Game (Un Videogioco di Ruolo destinato alla Massa): immaginate, infatti, un videogioco in cui possano partecipare contemporaneamente centinaia di migliaia di giocatori (se non milioni) collegati in rete, ognuno con il proprio personaggio (avatar), con un proprio conto corrente e varie proprietà mobili ed immobili. Esso è stato creato dalla Linden Lab, reso disponibile in rete nel 2003, oggi può contare quasi 8 milioni di utenti nel mondo (dato di luglio 2007)
Il funzionamento del gioco è molto semplice: ci si iscrive gratuitamente, si scarica un software (ne esistono di adattabili ad ogni PC e ad ogni sistema operativo) tramite cui collegarsi al mondo virtuale. Si sceglie un nome ed un cognome, si crea il proprio avatar (cioè la propria immagine grafica) e si può iniziare a vagare per questa terra costituita da enormi isole e piena di negozi, ristoranti, attività commerciali e aree per adulti. La versione base del programma di accesso al gioco è gratuita, mentre successive versioni o i vari script, ovvero le chiavi di accesso a situazioni di gioco “privilegiate”, sono a pagamento.
La moneta di scambio è il Linden Dollar (il nome deriva da quello dell'azienda che ha realizzato il gioco stesso) ed esiste un vero e proprio sistema di cambiavalute: per un dollaro americano si ottengono circa 300 Linden Dollars. In una giornata vengono scambiati circa due milioni di dollari statunitensi (dati tratti da “Tecnologia e Scienza” - Repubblica.it e da “Business Week”), ma potrebbero essere molti di più! In circa una cinquantina di km quadrati di terreno virtuale ‘vivono’, in base all'ultimo censimento effettuato recentemente, quasi 3 milioni di abitanti fissi, che comunicano, copulano, lavorano, cantano e fanno tutto ciò che la fantasia può creare (a seconda dello script e dei soldi che si possiede).
Non si può morire fisicamente in Second Life, ci si teletrasporta da una parte all'altra del territorio, si può volare e pure gironzolare con costosissime automobili. Quello che semmai può risentirne è la propria coscienza! E' possibile trovare persino un lavoro davvero remunerativo: si inizia dalla gavetta, guadagnando pochi soldi scommettendo al casinò, al bingo, ballando nei locali o addirittura prostituendosi. In seguito è possibile fare domanda come hostess, baristi o camerieri, arrivando quasi ad intascare 10 dollari l'ora. Ovviamente è consigliato, come già ben sappiamo grazie alle esperienze nella vita reale, agganciare le giuste conoscenze per avanzare di grado rapidamente. Esistono dei veri e propri Paperon de Paperoni in questo mondo virtuale, i quali, inventandosi vere e proprie attività vestendo i panni di stilisti, costruttori di oggetti e strutture, consulenti e venditori di appezzamenti di terra virtuale, hanno accantonato migliaia di dollari reali. L'azienda proprietaria del software ha, infatti, concesso una sorta di copyright a chiunque costruisca o inventi servizi, oggetti e altro all'interno di Second Life. E' ovvio che, conseguentemente, è possibile vendere tali oggetti, strutture o servizi ad altri giocatori i quali pagheranno con soldi reali il bene virtuale ricevuto in usofrutto all'interno del gioco. La proprietà privata è pure una cosa seria in questo mondo virtuale: ad ogni utente viene attribuito il possesso delle cose che costruisce. Egli può decidere a quali condizioni consentirne la copia e la modifica. Ogni bene può essere acquistato con un semplice click versando dei lindendollars (corrispondenti a dollari reali) sul conto del costruttore .
Bisogna fare attenzione all'acquisto che si effettua però, non è impossibile imbattersi in distributori automatici (veri e propri dispenser) di automobili di marca (Nissan, Mercedes...) che poi si sarà costretti a pagare realmente. Si possono contare già numerosi coloro che hanno abbandonato il proprio posto di lavoro per dedicarsi a questa attività a tempo pieno. Esistono già figure professionali, come consulenti ben pagati, che operano allo scopo di aiutare le numerose aziende interessate ad interfacciarsi con questo nuovo mondo: tra queste spiccano nomi come Coca Cola, Microsoft, Toyota, Warner-Bros e molte altre. La Electric Sheep , azienda fondata da un partecipante del gioco, Sibley Verbeck, che dà lavoro a 55 dipendenti, oltre alla consulenza si occupa di disegnare anche palazzi e avatar per grandi società che decidono di inserirsi in SL, come Aol-Time Warner, Reuters, Cbs, Sony. Per ogni lavoro effettuato la fattura (reale) si aggira intorno ai 15 mila dollari.
Lo stesso è accaduto ad Alyssa LaRoche che ha iniziato disegnando vestiti e organizzando feste all'interno del gioco. Con la sua ditta, Aimee Weber Studio, ha creato una marca di abbigliamento, la Preen , e viene pagata dalle aziende dai 30mila ai 100mila dollari. Kevin Alderman, anni fa ebbe l'idea di ricostruire in SL (Second Life) un quartiere a luci rosse di Amsterdam. Oggi questa intuizione gli ha fruttato circa 50mila dollari (reali) rivendendo il tutto su e-bay. (fonte: Repubblica.it – 22 Aprile 2007) E mentre i “comuni mortali” si divertono tra prostitute, feste, clubs, ristoranti e slotmachine virtuali (non bastavano quelle reali!) in un assurdo mondo che quasi emula quello di ogni giorno - rischiando di perdere il lavoro e gli ultimi risparmi a cui già attentano in molti nella vita quotidiana - le multinazionali ed i “furbetti” si arricchiscono prima virtualmente, poi realmente, alle spalle della gente. Non dimentichiamo che Second Life è diventata una moda anche fra i politici di turno, i quali organizzano vere e proprie campagne elettorali “virtuali” in vista delle elezioni, trovando spazio per crearsi un proprio quartier generale al fine di farsi pubblicità senza troppi limiti di sorta, potendo godere anche della presenza di un quotidiano locale chiamato il Second Life Herald (www.secondlifeherald.com).
Dopo Reuters ed IBM, infatti, anche il ministro Antonio Di Pietro ha annunciato l'acquisto di un'isola 3D per il suo movimento politico. Il musicista Luca Nesti, sarà il primo ad tenere un concerto virtuale su SL, mentre lo hanno già fatto artisti internazionali come Suzane Vega e gli U2. Irene Grandi ha girato il suo ultimo video, e il comico Beppe Grillo ha presentato durante gli ultimi spettacoli il proprio avatar, dando segno che anche lui è favorevole. Sono già numerose le note aziende che imperversano in questo mondo virtuale quasi scatenando l'ira degli abitanti stessi, saturando gli spazi con pubblicità e spot di ogni tipo. Riportiamo qui sotto la lista aggiornata dei giganti che hanno fatto di Second Life, una Seconda Fonte di discreti guadagni:
Per lo schema completo visitare la pagina www.kzero.co.uk/blog/wp-content/uploads/2007/03/sl-brand-map-v12.jpg
Pontiac, Comcast, Laguna Beach, NBC, IBM, Adidas, Reebook, BBH, AOL, Dell, Weather Channel, AMD, Nissan, BMW, American Apparel, Mercedes, L Word, ABN Amro, Toyota, Movietickets.com, STA Travel, Autodesk, Cisco, Telus, Unitrin
Ultima ma non meno importante è la neonata Air Four, attiva dal 3 maggio scorso con sede a Milano si occupa di voli “fly on demand” 24 ore u 24. Su Second Life possiede un'isola che ha la forma della Sardegna, ma di dimensioni più modeste. Sulla superficie dell'isola è tracciata una pista di atterraggio a forma di 4, come il marchio: su di essa si affacciano edifici quali un'aerostazione, una torre di controllo, hangar, uffici e un centro convegni, frutto di un team di lavoro della Second Life design Italia e di altri collaboratori sparsi in tutto il mondo. Grazie a questa compagnia di voli, una volta arrivati sull'isola è possibile visitare gli edifici, salire a bordo dei velivoli, assistere a decolli e atterraggi.
A quanto pare SL è diventata una vera “gallina dalle uova d'oro” per molte imprese che investono in individui i quali, sfuggendo la vita reale, si ritrovano in un mondo virtuale a rifare le stesse cose che hanno fatto fino al giorno prima (e tutte quelle che neppure si sognerebbero), spogliandosi però del senso di responsabilità legato alla loro persona e al loro ruolo sociale. Una realtà virtuale in cambio di una reale, ma con gli stessi oneri e doveri messi sotto controllo da più computer centrali e da “regole comportamentali” che pure in un mondo fittizio, sono d'obbligo. Si tratta davvero di un balzo evolutivo, caratteristico del nuovo secolo o di un ulteriore organo di controllo e rimbambimento delle masse?
Non è un caso che le percentuali di partecipanti per ogni nazione siano in aumento considerevole: mentre nel 2003 erano meno di 2 mila gli iscritti totali, oggi siamo a quasi 8 milioni con percentuali di popolazione coinvolta che variano da paese a paese: USA 31%, FRANCIA 12%, GERMANIA 10%, REGNO UNITO 8%, OLANDA 6%, SPAGNA, BRASILE, CANADA 3%, BELGIO, ITALIA 2% Quattro abitanti su 10 sono donne e l'età media è di circa 33 anni. Interessante è un rilevante numero di partecipanti ultra quarantacinquenni (10%).

Kenya, negoziati in alto mare


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La guerra tribale in Kenya comincia a far paura a chi l’ha alimentata. I due contendenti, il capo di Stato in carica Mwai Kibaki ed il leader dell’opposizione, Raila Odinga, si sono seduti attorno a un tavolo per affrontare un negoziato tutto in salita. Nonostante la buona notizia le violenze non si fermano. Ieri mattina a Naivasha, dove nell’ultima settimana si sono contate un centinaio di vittime, elicotteri dell’esercito hanno sparato su una folla di esagitati. In seguito gli agenti hanno sostenuto che i colpi erano stati sparati sopra la testa dei manifestanti e che si trattava soprattutto di lacrimogeni e proiettili di gomma. Circa 600 kikuyu, i membri della tribù del presidente Kibaki, volevano regolare i conti con un gruppo di luo, il clan di Odinga, che aveva chiesto la protezione degli agenti. I kikuyu in questi giorni amano prendere gli avversari e circonciderli grossolanamente, come fa per tradizione la setta dei Mungiki. Spesso la circoncisione finisce con la mutilazione del pene della povera vittima, che in molti casi viene lasciata a morire per strada dissanguata. Anche a Nairobi si è riaccesa la tensione a causa dell’esecuzione del parlamentare dell’opposizione Mugabe Were, sposato con un’italiana, che dal 1992 abitava in Puglia. Fonti della chiesa locale, con cui Were collaborava, hanno puntato il dito contro i Mungiki. Giovani mascherati dell’opposizione hanno improvvisato ieri delle barricate scontrandosi con la polizia davanti all’abitazione del parlamentare ucciso e nelle baraccopoli di Nairobi. La buona notizia è che i due rivali, Odinga e Kibaki, hanno iniziato le trattative fortemente volute dal mediatore internazionale Kofi Annan, ex segretario generale dell’Onu. Per dire il vero l’incontro è partito con un’ora e mezzo di ritardo, perché non ci si accordava sui posti a sedere. Gli inviti alla calma rivolti alla popolazione non hanno sortito un grande effetto. Il candidato alle presidenziali americane, Barack Obama, ha rivolto un ennesimo appello. Il padre del senatore Usa veniva dal Kenya e in un piccolo villaggio rurale della zona occidentale del Paese, Kogelo, vivono la nonna e lo zio. «È giunto il momento per tutte le parti di rinunciare alla violenza», ha detto Obama ai microfoni di una radio di Nairobi. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha espresso «profonda preoccupazione» per le violenze in Kenya.




Fonte: Il Giornale

Centro anti pedofilia


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E' stato inaugurato a Roma nella sede del polo investigativo della polizia il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia. Gli obbiettivi del nuovo organismo sono molteplici. Accanto all'attivita' di contrasto ci sara' un'azione di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini. Tra le finalita' del programma c'e'e anche la raccolta di informazioni relative ai siti pedopornografici e i nominativi dei gestori degli stessi e dei beneficiari di pagamenti.


Fonte: Ansa

giovedì 31 gennaio 2008

Due risate in pizzeria


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Ero in pizzeria, l'altra sera. Guardo la tavola calda, scelgo qualcosa, pago. A un certo punto la signora che mi stava servendo chiede: "da portare via?". "Sì", rispondo io. E quella: "te li incarto?". "No, signora, l'arancino lo mantengo con la bocca, le pizzete le stringo fra le dita, la focaccia ricotta e spinaci la infilo sotto un'ascella".


200 milioni di vittime


Fonte: Ansa

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E' ''disastroso'' il quadro della stagione venatoria che si chiude domani secondo l'Enpa. Sono oltre 200 milioni, secondo le prime stime parziali dell' associazione, gli animali uccisi dalle doppiette. A questo numero, spiegano gli animalisti, vanno aggiunti i cosiddetti ''abbattimenti selettivi'', cioe' le vittime della caccia in deroga e dei bracconieri. ''La caccia non e' un diritto, bensi' una concessione'' spiega l'Enpa, che ricorda come in questa stagione, secondo i dati della Lac, siano morte 54 persone, con quasi 100 feriti. ''I cacciatori, una netta minoranza della popolazione - commenta Andrea Brutti, responsabile Ufficio fauna selvatica Enpa - hanno anche il privilegio di poter entrare nei fondi agricoli privati senza dover essere autorizzati dal proprietario, una ingiustizia contro cui l'Enpa e le altre associazioni animaliste hanno intrapreso una raccolta firme''. Poi c'e' la questione delle deroghe rispetto alla caccia delle specie. Secondo l'Enpa la caccia in deroga e' causa della morte di centinaia di migliaia di piccoli uccelli (passeri, storni, corvidi) colpevoli di arrecare danni definiti ''gravissimi'' all'agricoltura ma mai accertati. Fringuelli e peppole, spiegano gli animalisti, ''vengono uccisi solo perche' rientrano nella cosiddetta caccia tradizionale e quindi per puro diletto''. Sulla caccia in deroga l'Enpa ha redatto un dossier: analizzando i dati ufficiali riferiti alla stagione venatoria 2004-2005, l' associazione nel 2007 ha accertato l'uccisione di oltre un milione e seicentomila esemplari.

mercoledì 30 gennaio 2008

Tiro mancino ai Tiro mancino


LA RESISTENZA solidarizza con i Tiro mancino e con tutti coloro che amano la libertà d'espressione.

Fonte: Ansa

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"Dalla Fimi mi sarei aspettato gratitudine, invece che dichiarazioni offensive": Pippo Baudo reagisce così, in una nota, alle affermazioni della Federazione dell'industria musicale che lo ha attaccato per le sue dichiarazioni di ieri sulla 'censura' delle major discografiche alla canzone dei Tiromancino. "Ho espresso solidarietà a Zampaglione - spiega il conduttore -, non ho fatto accuse alla Fimi"."Sono venuto a conoscenza da dichiarazioni rilasciate da Federico Zampaglione - afferma Baudo nella nota - che i Tiromancino hanno trovato difficoltà perché la loro casa discografica gli ha impedito di partecipare al Festival di Sanremo e che le case discografiche si sarebbero messe addirittura d'accordo per non inserire il brano nella compilation degli artisti. Ho espresso solidarietà a Zampaglione, non ho fatto accuse alla Fimi". Il conduttore si dice "contento che a Sanremo in gara ci sia il 30% degli artisti iscritti alla Fimi, sarei felice che ce ne fossero anche di più. Dalla Fimi mi sarei aspettato gratitudine, invece che dichiarazioni offensive: sono sempre stato un difensore degli interessi della musica italiana, lo dimostrano i miei programmi dove ospito per la maggior parte artisti italiani contribuendo, credo, a fare da cassa di risonanza ai loro dischi. E lo dimostra anche la serata del venerdì dove a Sanremo ci saranno i superospiti italiani". "Se poi Enzo Mazza parla di opportunità e delicatezza - conclude Baudo - ricordo che è stata la Fimi a dichiarare inopportunamente la morte del Festival di Sanremo quando il nostro debutto era alle porte".

Inferno Kenya

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Fonte: Il Giornale

La guerra tribale in Kenya comincia a far paura a chi l’ha alimentata. I due contendenti, il capo di Stato in carica Mwai Kibaki ed il leader dell’opposizione, Raila Odinga, si sono seduti attorno a un tavolo per affrontare un negoziato tutto in salita. Nonostante la buona notizia le violenze non si fermano. Ieri mattina a Naivasha, dove nell’ultima settimana si sono contate un centinaio di vittime, elicotteri dell’esercito hanno sparato su una folla di esagitati. In seguito gli agenti hanno sostenuto che i colpi erano stati sparati sopra la testa dei manifestanti e che si trattava soprattutto di lacrimogeni e proiettili di gomma. Circa 600 kikuyu, i membri della tribù del presidente Kibaki, volevano regolare i conti con un gruppo di luo, il clan di Odinga, che aveva chiesto la protezione degli agenti. I kikuyu in questi giorni amano prendere gli avversari e circonciderli grossolanamente, come fa per tradizione la setta dei Mungiki. Spesso la circoncisione finisce con la mutilazione del pene della povera vittima, che in molti casi viene lasciata a morire per strada dissanguata. Anche a Nairobi si è riaccesa la tensione a causa dell’esecuzione del parlamentare dell’opposizione Mugabe Were, sposato con un’italiana, che dal 1992 abitava in Puglia. Fonti della chiesa locale, con cui Were collaborava, hanno puntato il dito contro i Mungiki. Giovani mascherati dell’opposizione hanno improvvisato ieri delle barricate scontrandosi con la polizia davanti all’abitazione del parlamentare ucciso e nelle baraccopoli di Nairobi. La buona notizia è che i due rivali, Odinga e Kibaki, hanno iniziato le trattative fortemente volute dal mediatore internazionale Kofi Annan, ex segretario generale dell’Onu. Per dire il vero l’incontro è partito con un’ora e mezzo di ritardo, perché non ci si accordava sui posti a sedere. Gli inviti alla calma rivolti alla popolazione non hanno sortito un grande effetto. Il candidato alle presidenziali americane, Barack Obama, ha rivolto un ennesimo appello. Il padre del senatore Usa veniva dal Kenya e in un piccolo villaggio rurale della zona occidentale del Paese, Kogelo, vivono la nonna e lo zio. «È giunto il momento per tutte le parti di rinunciare alla violenza», ha detto Obama ai microfoni di una radio di Nairobi. Il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha espresso «profonda preoccupazione» per le violenze in Kenya.

lunedì 28 gennaio 2008

Enpals, cambiamo


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Giriamo una petizione che è pervenuta al nostro indirizzo di posta elettronica, info@laresistenza.it. E' indirizzata anche al Presidente del Consiglio e ad alcuni ministri.... peccato che in Italia i governi, statisticamente, durino poco... chissà se qualcuno la leggerà... immaginiamo di sì, vista la serietà riconosciuta del sito (http://www.petitiononline.com/) cui la presente fa riferimento.


Al Presidente della Repubblica

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Al Ministero delle Finanze

Al Ministero dei Beni Culturali


Gentile Presidente,Le scriviamo per segnalarLe una gravissima ingiustizia tributaria che da molti anni si perpetua ai danni dei musicisti che – come noi – esercitano la loro professione nell’attività concertistica. Per ogni concerto tenuto in Italia, la legge ci obbliga a versare all’Enpals una percentuale del nostro cachet, e anche gli enti organizzatori devono pagare un’ulteriore quota. In totale, perogni nostro concerto viene versato all’Enpals più del 30% delnostro cachet, ma, in pratica, nessuno di noi avrà mai diritto alla pensione da parte dell’Enpals. Infatti, la legge prevede che la pensione per la nostra categoria professionale venga erogata dopo almeno 20 anni di contributi, e per raggiungere un anno occorrono 120 giornate lavorative. Poichè generalmente un concerto viene conteggiato come una giornata contributiva, per raggiungere un anno di contributi sarebbero necessari circa 120 concerti effettuati in Italia con regolari contributi versati. Per raggiungere la quota necessaria per lapensione, ossia 20 anni, sono quindi necessari 2400 concerti effettuati in Italia: un traguardo che nella storia dellaRepubbica Italiana forse nessun concertista classico è mairiuscito a raggiungere. Infatti la nostra professione prevede chei concerti siano preceduti da un lungo periodo di preparazione(che l’Enpals evidentemente ignora), e per di più molti di noi svolgono la propria attività principalmente all’estero, la quale di solito non rientra nei conteggi Enpals. Noi versiamo ogni anno all’Enpals molto di più delle trattenute previdenziali di gran parte degli impiegati statali, e, se lalegge non cambia, non solo non avremo mai la pensione pubblica, ma neanche ci verrà restituita l’enorme cifra versata invano. Alcuni di noi hanno chiamato il call center dell’Enpals per chiederechiarimenti, e ci è stato confermato quanto sopra, e addirittura gli stessi impiegati Enpals ci hanno suggerito di provvedere in proprio ad una pensione privata, visto che altrimenti resteremo senza.Questa è solo una delle varie ingiustizie che subiamo da parte del Fisco italiano: tra Enpals, ritenuta d’acconto, Iva e altre trattenute, più del 60% dei nostri cachet è versato in tasse. E, sia all’estero che in Italia, spesso costiamo agli organizzatorimolto di più dei nostri colleghi stranieri, i quali godono dimolte agevolazioni che a noi non sono concesse. Chiediamo, dunque, le seguenti modifiche alla normativa che regolala tassazione della nostra attività:
- L’abolizione del limite minimo di 120 giornate contributiveannuali per ottenere il diritto alla pensione. La pensione, comegià avviene nella maggior parte degli altri paesi europei, deve essere proporzionale alla somme versate all’Enpals, e indipendente dal numero di giornate contributive.
- L’introduzione di un regime fiscale speciale per i musicistiprofessionisti, che tenga conto delle caratteristiche essenzialidella produzione del reddito; la possibilità di ottenere il moduloE 101, come per i nostri colleghi stranieri; il recupero totaledelle tasse pagate all’estero; l’introduzione di meccanismi didetrazione fiscale degli oneri sostenuti, quali le spese ditrasferimento e soggiorno.
La ringraziamo per la Sua preziosa considerazione, augurandoci che con il Suo aiuto sia possibile risolvere al più presto questaparadossale situazione, che per molti versi è contraria aiprincipi della Costituzione Italiana.


PER FIRMARE ANDATE QUI:

Tariffe (im)popolari


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Fonte: Ansa


E' una corsa senza sosta quella che le tariffe dei servizi di pubblica utilità hanno registrato negli ultimi dieci anni. A fronte di un'inflazione cresciuta del 25%, le tariffe pagate dai cittadini per acqua, gas, rifiuti e trasporti urbani hanno segnato un vero e proprio boom con aumenti anche di quasi tre volte superiori al tasso di crescita dei prezzi. E' il caso dell'acqua che, tra il 1997 e il 2006, come emerge dal rapporto di Unioncamere sulle società degli enti locali, ha messo a segno un +61,4%. Andamenti simili sono stati registrati anche per le tariffe del gas, in volo di oltre il 45%, dei rifiuti (+43%) e dei trasporti urbani (+35%). Più moderata è invece apparsa la crescita delle tariffe elettriche, che si sono mosse a ritmi inferiori all'inflazione (+20,8%). Con un vero salasso per le tasche dei consumatori. "In una fase contraddistinta dal un tendenziale ristagno del reddito disponibile - sottolinea Unioncamere - gli adeguamenti tariffari hanno avuto un impatto particolarmente pesante sui bilanci delle famiglie". Nel 2006 la spesa totale dei consumatori per i principali servizi di pubblica utilità ha infatti raggiunto i 39.017 milioni di euro, con un aumento del 48,9% rispetto al 1997. "In generale - aggiunge l'associazione - le tariffe hanno mostrato una significativa accelerazione a partire dai primi anni 2000, cioé a cavallo del changeover". Proprio con il passaggio dalla lira all'euro, l'Italia sembra infatti aver cercato di "mettersi in pari" con il resto d'Europa. Anche se, nonostante i rincari notevoli degli ultimi anni, nel nostro Paese le tariffe dell'acqua, dei rifiuti e dei trasporti urbani, risultano ancora inferiori a quelle vigenti negli altri paesi dell'Ue. Il costo del biglietto dei mezzi di trasporto pubblico, ad esempio, nelle nostre città non è mai superiore a 1 euro a fronte di valori medi europei che oscillano tra 1 e 2,2 euro. Ma "proprio perché alcuni Paesi europei sono partiti da livelli più elevati rispetto all'Italia, l'insieme dell'area dell'euro presenta in media tassi di crescita più contenuti per la tariffe praticate alle famiglie, ad eccezione soltanto di quella del gas che è rincarata notevolmente soprattutto per effetto del sensibile rialzo dei listini registrato in Germania". Secondo i dati Eurostat, nell'ultimo decennio il prezzo del gas naturale ha segnato nell'Unione monetaria un aumento del 70,2%, quello dei rifiuti urbani del 42,8%, quello dell'acqua del 28% e quello dell'energia elettrica del 15%.

Telefonini che prendono


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Si affrettano a spiegare che sono comunque necessari ulteriori approfondimenti, ma la notizia che i ricercatori dell'Università Medica svedese di Orebro hanno lanciato ieri nel Mondo è esplosiva: a loro dire esiste una relazione evidente tra uso dei cellulari e possibilità di sviluppo dei tumori, un rapporto causa-effetto che fino ad oggi nessuno studio aveva esplicitato con certezza.
Adnkronos, che ha diffuso in Italia la notizia, sostiene che i ricercatori guidati dal professor Lennart Hardell abbiano spiegato come l'uso intensivo del telefono cellulare per un periodo di tempo prolungato, superiore ai 10 anni, raddoppi il rischio di sviluppare tumori come il glioma e il neuroma. L'agenzia di stampa si riferisce in particolare a quanto pubblicato dagli scienziati sulla rivista Occupational Environment Medicine, dove si parlerebbe di una meta-indagine, ossia di una valutazione di 18 diverse ricerche sul tema, "11 delle quali - scrive l'Adn - riferivano risultati ottenuti con osservazioni a lungo termine, di oltre 10 anni". È valutando quei dati, dunque, che sarebbe emersa la relazione causa-effetto, dove le persone "che usano il cellulare per almeno 10 anni corrono un rischio 2,4 maggiore di sviluppare neuromi acustici", e 2 volte superiore di incappare in gliomi. Nel primo caso si tratta di tumori benigni che attaccano il nervo uditivo, nel secondo si tratta di patologie maligne ben più invasive e di difficile estirpazione.
Così come è riportata, la notizia non sembra confermata dall'Hindustan Times, secondo cui non si sarebbe trattato di una meta-indagine ma di una ricerca vera e propria condotta su 1.429 soggetti colpiti da tumori al cervello benigni e maligni e su un campione di 1.470 persone in salute che vivono in Svezia. La diversa impostazione non cambia alcune delle conseguenze dello studio. Il giornale indiano spiega come gli scienziati ritengano che i telefonini possano rappresentare un rischio soprattutto per chi abita nelle zone rurali, dove cioè la potenza del segnale viene aumentata per compensare la distanza dalle stazioni base di telefonia mobile. Hardell, secondo il Times, avrebbe dichiarato: "Abbiamo riscontrato che il rischio di tumore al cervello è più elevato per chi vive in campagna piuttosto che in città. Più forte il segnale, maggiore il rischio".
Su una cosa, peraltro, le due versioni concordano, che i rischi sulla salute non possano essere evidenziati prima dei 10 anni di utilizzo intenso. Dello studio esiste peraltro una terza versione pubblicata dall'agenzia sudafricana News24, secondo cui Hardell&C. avrebbero spiegato come l'analisi di studi precedenti dimostri "un percorso chiaro di aumento di rischio per neuroma acustico e glioma". La novità, rispetto alle altre "versioni" citate, è che il rischio sarebbe maggiore sul lato della testa che si usa abitualmente per parlare al cellulare. News24 conferma peraltro che di meta-indagine si sia trattato e spiega come questi risultati siano dovuti proprio alla possibilità concessa da questo studio di vedere le cose dall'alto e analizzare le evidenze emerse in numerose diverse tipologie di ricerca.
E Hardell proprio a questo attribuirebbe l'assenza fin qui di una correlazione certa tra cellulari e rischio tumore. A suo dire gli studi precedenti non hanno seguito quanto accadeva per un tempo sufficientemente lungo. "Ma ora è passato abbastanza tempo da quando i cellulari sono stati introdotti - sostiene il giornale sudafricano - per analizzare i rischi dell'uso del cellulare per 10 anni o più, un periodo di tempo che viene ritenuto un minimo periodo ragionevole per valutare il rischio".Secondo l'Adnkronos, infine, Hardell avrebbe dichiarato che "questi risultati sono di grande rilevanza ma saranno sicuramente necessari ulteriori approfondimenti". Secondo News24, invece, gli approfondimenti saranno necessari "perché un aumentato rischio anche per altri generi di tumori non può essere escluso". Due affermazioni dalle conseguenze evidentemente molto diverse.

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