ResiChannel, web tv ufficiale de La Resistenza

venerdì 3 ottobre 2008

Quando stai per ******

Dal DIARIO de LA RESISTENZA (lo trovi cliccando qui)

Buongiorno fratello e, soprattutto, sorella.
Sì, perché chissà perché la donna mi piace più dell'uomo e per lei si scrivono canzoni, si progetta il futuro, parte l'innamorato.
Buongiorno!!! Come va? Spero che il mattino sia per tutti migliore della notte appena trascorsa. Che stronzata la dormita notturna, mi fa male quando ci penso... a che serve?! Però bisogna farlo, la natura è natura e c'è poco da fare. Certo, si può "resistere"! Certo, RESISTERE!

Quella sopra è la classica dimostrazione di come le risposte sono quasi sempre dentro di noi. Io "resisto", per definizione, e il segreto di tante cose è appunto "resistere"!
Cosa fai quando sei triste?
Resisti!
E quando stai per ******?
Resisti!
E quando devi votare?
Resisti!
E quando devi cantare?
Resisti.

Agli asterischi sopra si posson mettere i verbi più vari, io non mi sbilancio...

www.laresistenza.it,
io resisto se tu resisti

giovedì 2 ottobre 2008

2 ottobre: Pacifismo e Resistenza

Visita il sito www.laresistenza.it e guarda in anteprima il video del brano "La storia del perdente".

« Sono le azioni che contano. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo »
(Mahatma Gandhi)
...
Sarò sincera: questo pezzo mi è stato commissionato, e scrivere su commissione non mi viene bene. Quando Enrico me lo ha chiesto, ho pensato: come diavolo li lego, Gandhi e LaResistenza? Insomma sì, genericamente si può parlare di impegno civile e di senso civico, ma io cercavo una connessione meno epidermica, e, se possibile, più specifica.
Allora ho cominciato a guardare (di nuovo) tutti i video del gruppo postati su youtube e mi sono lasciata prendere, come mi capita sempre davanti alle idee che non restano idee, ma si fanno progetto. E ho letto di Gandhi: la lotta per il rispetto dei diritti delle minoranze, la strategia di non-cooperazione con gli inglesi, la formazione culturale senza pregiudizi, aperta a tutte le religioni, l'induista, la musulmana, addirittura la cattolica, e, infine, la Satyagraha, che da movimento politico-filosofico basato sui due capisaldi della verità e della nonviolenza, si è trasformato in quell'enorme resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
E mi sono domandata: cosa succederebbe se a firmare la storia non fossero gli Alessandro e i Cesare, i Napoleone e i Mussolini? Cosa cambierebbe nel mondo se a scrivere le pagine dei nostri libri scolastici fossero i Socrate, i Montesquieu, i Martin Luter King e i Gandhi? Forse, solo forse, alleneremmo migliori generazioni di studenti e di cittadini. Forse lo spirito di cooperazione internazionale che anima le Nazioni Unite non avrebbe bisogno di essere ribadito dedicando una giornata, oggi, 2 ottobre, alla non-violenza. Forse avremmo più rispetto per le istituzioni e ci penseremmo qualche minuto di più in cabina elettorale, prima di mettere la croce su un nome.
O magari un gruppo di ragazzi con un sogno musicale non proprio in linea coi gusti della massa non dovrebbe autogestirsi, ma avrebbe un produttore che gli organizza e gli finanzia il lavoro.
Cosa significa vincere o perdere, nella vita e nella storia? Per me vincere significa dare corpo ad un ideale con l'azione, anche se poi, nel concreto, quell'azione resta vana e non porta a risultati immediati. Significa seminare qualcosa che germogli, anche nel terreno di altri, anche se poi il più grande pacifista della storia viene trapassato da tre colpi di pistola. Significa crederci, a quello che chiamano "mondo migliore", e non sentirlo solo come uno slogan di buoni sentimenti.
Così alla fine di un pomeriggio che sarebbe dovuto essere di decreti ingiuntivi e querele di parte, ho trovato il legame che cercavo, profondo, viscerale, intenso, condensato in due parole: verità e non-violenza. Il motto di Gandhi, il sottotitolo che io metterei ad ogni canzone di questi ragazzi. Certo, la loro musica, agli occhi dei vincitori, non cambierà il mondo. Ma agli occhi dei perdenti come me, lo rende un posto migliore in cui vivere.
In bocca al lupo.
...
Marina

martedì 30 settembre 2008

Schizofrenia made in Usa


Fonte: La Repubblica

Più ancora che una crisi, quella in atto in America è una grande purga.

Di eccessi finanziari, di illusioni ideologiche, di una scadente classe di governo politica ed economica che ha fallito ed è ora travolta nella confusione di una nazione che va aletto col panico e si sveglia con l’euforia.
Alla sera collassano banche come la IndyMac, e i clienti si accampano nella notte fuori dalle filiali in California.
Alla mattina si scopre che la Borsa sale e il prezzo del greggio crolla, meno 13 dollari in 48 ore.
Il mondo finisce e ricomincia da un giorno all’altro, nell’impotenza di chi dovrebbe guidarlo. Non è recessione, inflazione, depressione, stagflazione, questa. L’economia americana è in preda alla schizofrenia. L’economista Robert Samuelson parla di «Great Puzzle», di rompicapo del quale nessuno ha la chiave. L’economia americana non è ancora in recessione, che significa caduta del prodotto interno lordo per due trimestri consecutivi, e addirittura prevede una crescita complessiva a fine 2008 che potrebbe raggiungere il 3 percento, un boom per i miserandi tassi di crescita europei, con il 5,5% di disoccupazione. Ma 8.500 famiglie hanno la propria casa pignorata ogni giorno - 250mila mila ogni mese - per la impossibilità di pagare le rate di mutuo. E il mercato immobiliare è alla deriva:l’inventario delle case invendute o messe sul mercato dai creditori, ha raggiunto tempi di 18 mesi. Occorrerebbe dunque almeno un anno e mezzo di acquisti senza nuove case immesse sul mercato, per tornare all’equilibrio fra prezzi, calati già del 20%, e offerte.L’entità del disastro prodotto dai mutui «subprime», cioè dei prestiti a chi non aveva redditi sufficienti per qualificarsi, e dall’assenteismo del governo, è ormai tale che da tempo l’economia reale avrebbe dovuto esserne stroncata. Le banche, oppresse da portafogli di esotici investimenti andati in fumo, di crediti inesigibili, di case pignorate che sono costrette a esitare sul mercato deprimendolo, annaspano. Nessuno vede la fine. È il panico del nuotatore affaticato che non tocca il fondo coi piedi.
La sensazione è che la schizofrenia di un’America senza conducente al volante dell’autobus, affidata al governatore della Fed, Bernanke, non si ricomporrà fino a quando una nuova generazione di governanti e di amministratori sarà alla guida della nazione, dunque fino al prossimo anno.
E questo spiega perché il repubblicano John McCain che non può scrollarsi dalle spalle otto anni di governo del suo partito, resti ben dietro a Barack Obama nei sondaggi.
Come fu detto in Italia, la scorsa primavera, agli elettori del centrosinistra dopo i due anni di governo Prodi: possono gli eredi di coloro che hanno creato questo il pasticcio, essere coloro che lo risolveranno?

La Resistenza lancia tre nuovi video

In attesa dell'uscita del nuovo video, il prossimo due ottobre, La Resistenza presenta due nuovi video relativi al backstage del videoclip de La Storia del Perdente


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