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lunedì 2 giugno 2008

Roy Paci resiste...


Il grande Roy Paci presenta il nostro sito: http://it.youtube.com/watch?v=ws8wC1WyEGQ

Grazie, Rosario.

Io resisto se tu resisti


Il salto di qualità della camorra


Fonte: http://www.repubblica.it/index.html


Quando guarda alle cose "napoletane" (dove Napoli significa Campania), il racconto mediatico vede la Camorra ovunque. In ogni forma di gangsterismo metropolitano o di affare illegale; in ogni presenza delinquenziale anche se di piccolo cabotaggio; nei tragici segni del collasso sociale e culturale che riconosce, in un orizzonte vuoto di speranza e di occasioni, un solo senso: il potere come principio di tutti i rapporti e la violenza come metodo.
È un'indifferenziazione azzardata fino all'ambiguità. Se tutto è Camorra, nulla davvero finisce per esserlo. Diventata una formula omnibus, la nuda tragicità della Camorra produce un coinvolgimento emotivo, appassionato, infuriato, diffuso. Però, temporaneo. E quindi nessuna autentica iniziativa pubblica o "risveglio delle coscienze", come si usa dire. Perché la Camorra più che una patologia appare una maledizione antropologica e, come tale, finisce per creare - nell'indignazione - un consenso generalizzato, che interessa tutti e non divide nessuno, che non evoca alcuna posta in gioco, che - alla fin fine - non sfiora nulla di davvero importante.
La morte di Michele Orsi, l'uomo di affari ucciso in pieno giorno a Casale di Principe dinanzi al bar della piazza del paese, ci ricorda che cosa è Camorra e che cosa non lo è, qual è la posta in gioco e chi sono i pedoni, le Torri e i Re. Consente, come ha fatto Roberto Saviano, di dire i nomi, gli affari, le collusioni che fanno di un'associazione di assassini, come i "Casalesi", un potere temuto e rispettato. I "Casalesi" sono quanto più di simile c'è in Campania a Cosa Nostra siciliana. Anzi, sono "figli" legittimi di Cosa Nostra, eredi diretti di quell'Antonio Bardellino che fu "uomo d'onore", ucciso dai Corleonesi in Sud America per non aver voluto tradire Tommaso Buscetta (il racconto è di Buscetta).
Come la mafia siciliana, l'organizzazione dei Casalesi ha un rigido meccanismo di funzionamento, spiega Raffaello Magi, il giudice che li ha condannati nel processo "Spartacus": "Divisione del territorio per aree; affidamento di responsabilità direttive a capozona; ampliamento degli "organici" attraverso i vincoli di sangue; straordinaria capacità di sfruttare i rapporti con l'imprenditoria".
I "Casalesi" - a differenza dei gangster napoletani che vivono di spaccio di cocaina o di estorsioni - sfruttano in modo intensivo il loro territorio in ogni sua potenzialità economica. Interrano rifiuti tossici. Monopolizzano il mercato del calcestruzzo. Controllano la distribuzione di alcuni prodotti essenziali. Sono "mediatori del consenso" nelle stagioni elettorali, "mediatori sociali" durante le crisi istituzionali come quella dei rifiuti. Offrono protezione e opportunità di mercato a un'imprenditoria fragile, bisognosa di tutela e sostegno. Condizionano le politiche di amministrazioni, piccole e grandi.
Michele Orsi, un passato politico in Forza Italia e nei Ds, stava raccontando alla magistratura le mappe di questa geografia criminale. Aveva già testimoniato, nei mesi scorsi, al processo sullo smaltimento dei rifiuti (imputati alcuni imprenditori). Giovedì avrebbe dovuto deporre dinanzi al giudice per le indagini preliminari in un altro processo per la gestione dello smaltimento dei rifiuti, dov'era imputato con altri imprenditori; con un subcommissario di Guido Bertolaso; con Mario Landolfi, ex presidente della Commissione di Vigilanza Rai, accusato di corruzione aggravata di avere favorito "l'organizzazione".
Appare, forse, troppo dire - con Roberto Saviano - che Michele Orsi sta ai Casalesi come Salvo Lima stava a Cosa Nostra o che il processo in corso contro i mafiosi campani sia addirittura più significativo del maxi-processo istruito da Falcone e Borsellino contro la mafia siciliana. Questi accostamenti non aiutano a capire. Ribaltano sul presente il passato e rischiano di confondere la scena, incupendola oltre ogni necessità e semplificandola oltre ogni prudenza. Le cose appaiono oggi, da un lato, più propizie e, dall'altro, potenzialmente più tragiche. Se un'organizzazione mafiosa è costretta a uccidere, lo fa per non aver saputo in altro modo far fronte alla crepa che si è aperta. Da un mese, i "Casalesi" stanno facendo, con il fuoco, terra bruciata tra chi ha voltato loro le spalle scegliendo di collaborare con lo Stato. Il 2 maggio a Castelvolturno è stato ucciso Umberto Bidognetti, colpevole di essere il padre del "pentito" Domenico. Il 16 maggio, ancora due morti. Un altro "testimone di giustizia", Domenico Naddeo, 65 anni, è stato ucciso con ferocia a Baia Verde di Castelvolturno. Nello stesso giorno è caduto sotto i colpi dei killer l'imprenditore Domenico Noviello che, nel 2001, aveva trovato il coraggio di denunciare gli autori di un'estorsione ai danni della sua azienda. Nella notte del 30 maggio, i killer hanno sparato a Villaricca, nel Napoletano, contro Francesca Carrino, 25 anni, nipote di Anna Carrino, la compagna del "capo storico" dei Casalesi, Francesco Bidognetti. Anche lei è una "collaboratrice di giustizia".
Questa strategia racconta non solo quanto i "Casalesi" siano pericolosi. Dice anche quanto siano in difficoltà e come vogliano con il terrore difendere quel che resta del loro potere, delle loro connessioni. Sono deboli. Vogliono dimostrarsi ancora energici, ma sono a mal partito. Gomorra di Saviano li ha come denudati irrimediabilmente dinanzi all'opinione pubblica nazionale e internazionale. Il primo processo "Spartacus" (21 ergastoli, 844 anni di reclusione, 95 condanne per associazione mafiosa) li ha privati di ogni aura di invincibile impunità. Ne ha mostrato una debolezza che ha convinto un drappello di capi, sottocapi, assassini, imprenditori collusi o imprenditori vittime a raccontare quanto sapevano o a indicare i loro "carnefici" nel secondo processo "Spartacus". È una fragilità che oggi rende i "Casalesi" disperati e quindi più temibili. Prossimi, secondo alcuni investigatori, a fare anche un salto di qualità "stragista" o a colpire i magistrati più esposti in questa battaglia.
Lo Stato che, in questi giorni, sembra non disprezzare "l'uso della forza" per far rispettare decisioni non condivise sarà più credibile se quella forza la userà anche - e senza risparmio, con più uomini e più risorse - contro questo clan mafioso. A cominciare dalla "caccia" senza quartiere a Michele Zagaria e Antonio Iovine, gli uomini della diarchia che, come ha spiegato Roberto Saviano, reggono oggi le sorti e gli affari dell'organizzazione. Sono latitanti da dieci anni. È giunto il tempo che la loro fuga finisca.
Giuseppe D'Avanzo

domenica 1 giugno 2008


BRINDISI: STAGIONE ESTIVA ALLE PORTE?? A GRANCHIO ROSSO NUOVE OFFERTE PER I TURISTI E PER I BAGNANTI ESTATE 2008: DISCARICHE ABUSIVE


La stagione estiva è alle porte, il sole c'è, il tempo è stupendo, i lidi si attrezzano, le spiagge private si ripuliscono, compaiono i primi turisti e tutto sembra esser pronto per una nuova annata, all'insegna del caldo e delle belle giornate. Oggi 31 maggio 2008 siamo ritornati a GRANCHIO ROSSO a vedere la situazione da vicino(dopo l'inchiesta e dopo la denuncia che abbiamo fatto sui cani brutalmente uccisi da un killer, proprio in questa zona) . In poche parole possiamo dire che GRANCHIO ROSSO o meglio la zona che circonda TORRE TESTA è UNA MEGA DISCARICA ABUSIVA A CIELO APERTO, abbiamo trovato di tutto: dai rifiuti che comunemente possiamo trovare bottiglie in plastica e vetro, buste di plastica, fino ai rifiuti tossici, quintali di amianto, batterie per auto,oli per i motori,bottiglie di acido solforico in soluzione, materiale di risulta, blocchi di asfalto usato per le strade, pneumatici di auto, monitor per pc, computer, mobili,bidoni in plastica, fino ad arrivare a un frigo per i gelati dato alle fiamme. Insomma di tutto, chiediamo un' intervento immediato di PULIZIA della costa attorno a TORRE TESTA essendo altamente inquinata e pericolosa. Cosa stiamo aspettando che qualche bambino o anziano si faccia male? L'ultimo pezzo di spiaggia libera è stato dato in pasto agli inquinatori. VERGOGNA, questa è l'offerta che proponiamo al turismo? Ci auguriamo di no.Le foto potete trovarele sul nostro sito cliccando su http://www.pugliantagonista.it/granchiorosso.htm

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