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sabato 1 dicembre 2007

Greenpeace a Cerano: era ora!


Dal sito: http://italy2.peacelink.org

Azione di Greenpeace alla centrale Enel di Brindisi Sud. Secondo quanto riferisce l'associazione ambientalista, all'alba di questa mattina gli attivisti sono entrati all'interno della centrale a carbone per ricordare che, a pochi giorni dall'apertura del vertice delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici a Bali, «il carbone è il primo nemico del clima globale». I volontari hanno aperto striscioni sia sul tetto della centrale Enel, che sul grande carbonile all'aperto. Il banner più grande (20x25 mt) è stato posto accanto al logo dell'Enel con la scritta '1st climate killer in Italy'.
I lavoratori della centrale «Federico II» di Brindisi, pur dando il «benvenuto» ai volontari di Greenpeace, hanno respinto le affermazioni fatte, dichiarando che il «carbone è energia, l'energia è vita». L'invito, in blocco dei dipendenti della centrale di Cerano, è stato: «Lasciateci lavorare».
All'azione internazionale hanno partecipato i rappresentanti di Greenpeace Italia e oltre quindici attivisti provenienti anche da Canada, Svizzera e Gran Bretagna. Sono intervenuti gli agenti della sicurezza interna e le forze dell'ordine. «Siamo qui perchè la centrale di Brindisi Sud è il primo impianto per emissioni di gas serra in Italia, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006», spiega Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace. L'Europa dovrà ridurre le proprie emissioni di almeno il 20% al 2020, ma - sottolinea Greenpeace - Italia e Spagna sono in coda tra i paesi con obiettivi di riduzione, secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente.
«Se l'Europa intende essere leader nella lotta ai cambiamenti climatici durante il vertice di Bali, stati come Italia e Spagna devono riportare le proprie emissioni sotto controllo, impedendo la costruzione di nuove centrali a carbone e chiudendo i vecchi impianti obsoleti, come quello dell'Enel a Brindisi - scrive l'associazione ambientalista - E' necessario invece investire su fonti rinnovabili e misure per l'efficienza energetica».
«Il Governo italiano controlla oltre il 30% di Enel, ma non sta facendo assolutamente nulla per far sì che la Società contribuisca al raggiungimento degli obiettivi nazionali per Kyoto - spiega Giuseppe Onufrio, direttore delle Campagne di Greenpeace -. Romano Prodi, che è stato presidente della Commissione europea e che ha giocato un ruolo attivo per l'entrata in vigore del protocollo di Kyoto nel 2005, dovrebbe promuovere il massiccio sviluppo delle fonti rinnovabili, così come richiesto dall'Europa».
In Italia la prima fonte rinnovabile è l'efficienza energetica: investendo in misure di efficienza si potrebbe risparmiare al 2020 il 20% dei consumi elettrici nazionali - circa 100 miliardi di chilowattora - pari alla produzione di 6 centrali come quella di Brindi Sud.
Greenpeace ha annunciato che diffonderà da oggi la classifica degli impianti italiani che emettono più CO2 (anidride carbonica), scaricabile da sito web: http://www.greenpeace.org./
Secondo la classifica si trovano in Puglia i tre «peggiori impianti in Italia per emissioni di Co2», anidride carbonica. Oltre alla centrale Enel Federico II di Brindisi sud - che è stata assaltata stamane dal gruppo ambientalista e che ha prodotto 14.4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006 - figurano al secondo e terzo posto della lista lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto (con 10,7 milioni di tonnellate di anidride carbonica nel 2006) e la centrale Edison di Taranto (con 10,1 milioni di tonnellate).
I lavoratori della centrale «Federico II» di Brindisi, pur dando il «benvenuto» ai volontari di Greenpeace, hanno respinto le affermazioni fatte, dichiarando che il «carbone è energia, l'energia è vita». L'invito, in blocco dei dipendenti della centrale di Cerano, è stato: «Lasciateci lavorare».
«Se Greenpeace che è presente in tutto il mondo, sceglie Brindisi come luogo simbolo della sua campagna, allora -dice una nota a firma dei lavoratori Enel della centrale Federico II- ha sbagliato indirizzo. Pechino, Shangai, Bombay, Singapore, Sidney, Miami, ma anche Colonia, Stoccarda e addirittura Copenhagen, sarebbero molto più indicate perché si tratta di città e Paesi che fondano le loro economie sull'uso del carbone per la generazione elettrica».
«Ogni anno - prosegue la nota - solo in Cina si costruisce una nuova centrale a carbone alla settimana, centrali che non possono essere paragonate per qualità e livello delle tecnologie, alla centrale Enel di Brindisi. Non accettiamo lezioni da chi non ha mai lavorato e dice sempre e solo no a tutto. Condanniamo con tutte le forze le azioni che questa mattina hanno offeso la nostra dignità con questa grave azione».

venerdì 30 novembre 2007

Avvelenati dal progresso

L'articolo che segue risale al 14 aprile scorso. Lo riporto, certo che tanti lo possano trovare interessante, specie i brindisini che giorno dopo giono sono avvelenati da carbone e altre schifezze.
Enrico Cervellera



Una nota del consigliere regionale Giuseppe Taurino (Ds) sull’alta incidenza dei tumori nel Nord Salento. “E’ quanto mai urgente il dibattito in Consiglio Regionale sull’ordine del giorno presentato dal sottoscritto insieme ai Consiglieri DS Antonio Maniglio e Giuseppe Romano riguardante l’inquinamento derivante dai fumi di Cerano e le gravi incidenze di neoplasie riscontrate sul territorio. Non è possibile assistere ancora ad un totale disinteresse da parte dell’ENEL nel coinvolgimento istituzionale della Provincia di Lecce e dei Comuni del Nord Salento sulle problematiche relative alla presenza di controlli riguardanti la centrale di Cerano (Brindisi). Oggi le popolazioni dell’area, particolarmente interessate da un elevato tasso di inquinamento, rivendicano garanzie sulle politiche di rientro dallo stesso e sui sistemi di rilevazione delle emissioni. Soprattutto dopo la triste conferma che ci proviene dal Rapporto ambientale, che vede la centrale di Cerano, con i suoi 15 milioni di tonnellate, al primo posto, in tutta Italia, per le emissioni di anidride carbonica con consistente ricaduta di polvere sottili.
Ribadisco la ferma volontà di un coinvolgimento dell’Arpa sul controllo delle emissioni dei fumi della centrale di Cerano e della presenza, nel tavolo negoziale con la Regione, Enel ed Edipower, anche della Provincia di Lecce e di una rappresentanza dei Comuni del Nord Salento perché si possano valutare congiuntamente i rischi di impatto ambientale, individuare una politica certa di rientro dall’attuale stress ambientale, ed adottare i necessari accorgimenti per evitare che la specifica esigenza legata al fabbisogno energetico sia prevalente rispetto ad ogni altra esigenza di tutela del diritto alla salute e alla salvaguardia ambientale”.

giovedì 29 novembre 2007

Ricordando il Signor G




TORINO - Una mostra e uno spettacolo teatrale ricorderanno nella Piazza dei Mestieri di Torino il cantautore Giorgio Gaber. L'esposizione, che sara' inaugurata il 1 dicembre, rimarra' aperta al pubblico dal 3 al 19. La mostra, promossa dalla Fondazione Giorgio Gaber, e' costituita da pannelli che illustrano fotografie, interviste, recensioni, testi di canzoni, monologhi, copertine di 33 e 45 giri, locandine.

martedì 27 novembre 2007

Indovina chi viene a cena




ANNAPOLIS - Parte sotto i migliori auspici la conferenza di Annapolis tra israeliani e palestinesi. A pochi minuti dall'inizio è arrivata la notizia dell'accordo raggiunto su un documento comune che delinei la cornice dei futuri negoziati per la pace in Medio Oriente. Lo ha riferito un alto responsabile di Tel Aviv. "Le due parti - ha detto - si sono accordate su una dichiarazione congiunta che verrà letta nel corso della conferenza". Ahmed Qorei, capo negoziatore palestinese, ha confermato l'accordo. "Sì c'è un documento", ha detto. Bush. Accolto dagli applausi di tutta la sala ad Annapolis, George Bush ha letto, in apertura della conferenza la dichiarazione congiunta degli israeliani e palestinesi, con a fianco Ehud Olmert e Mohammad Abbas. "Ci siamo accordati per avviare immediati negoziati bilaterali in buona fede per raggiungere un accordo di pace che risolva tutti i problemi in sospeso, compresi i problemi finali, senza eccezione", ha detto Bush, leggendo una dichiarazione congiunta israelo-palestinese. La dichiarazione, stilata dopo lunghi negoziati, impegna le due parti a lanciare negoziati "vigorosi" e "continui" facendo tutti gli "sforzi possibili per giungere ad un accordo entro la fine del 2008", ha aggiunto. La scadenza è chiaramente collegata alla fine del mandato del presidente Bush alla Casa Bianca. Bush ha anche esortato i palestinesi a "smantellare l'infrastruttura del terrore" e a Israele a "rimuovere gli avamposti illegali e a porre fine all'espansione degli insediamenti" ebraici nei territori palestinesi. Il traguardo, ha sottolineato Bush, è quello di giungere alla creazione di "due stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco nella pace e nella sicurezza".
Abu Mazen. Il futuro Stato Palestinese dovrà avere Gerusalemme est come capitale: lo ha ribadito oggi ad Annapolis il presidente dell'Anp Abu Mazen nel suo discorso introduttivo. Abu Mazen ha chiesto che Israele ponga fine agli insediamenti ebraici nei territori occupati, auspicando che i negoziati che inizieranno tra breve siano "completi e profondi". Il leader dell'Anp ha anche detto, rivolgendosi direttamente ai leader israeliani, che l'era della violenza e del terrorismo è terminata e si è detto certo che l'occasione fornita dalla conferenza di Annapolis sia "irripetibile". "Domani - ha aggiunto il presidente palestinese - dovremo iniziare negoziati profondi e completi su tutti gli argomenti dello status finale, compreso Gerusalemme, i profughi, le frontiere, gli insediamenti, l'acqua, la sicurezza, e tutto il resto". Per fare la pace, ha ribadito Abu Mazen, bisogna giungere ad "una volontà reciproca e strategica che porti alla fine dell'occupazione di tutti i territori palestinesi occupati nel 1967, compresa Gerusalemme Est, come anche il Golan siriano e quanto rimane del territorio libanese occupato, oltre a risolvere tutte le altre questioni relative al conflitto nei suoi aspetti politici, umanitari, individuali e comuni". Olmert. Nel suo discorso, il premier israeliano Ehud Olmert ha detto ai paesi arabi "che è ora di por fine al boicottaggio nei confronti dello stato di Israele". Israele è pronto a "dolorosi compromessi" sulla strada della pace, ha detto il premier. Olmert si è impegnato in prima persona a partecipare ai negoziati con i palestinesi per raggiungere un accordo di pace complessivo entro il prossimo anno e si è detto fiducioso che "saremo in grado di raggiungere un accordo in linea con l'aspirazione del presidente Bush: due Stati per due popoli". Israele "non è indifferente" alle tragedie sofferte dal popolo palestinese, ha aggiunto Olmert, per questo li assisterà, nell'ambito degli sforzi della comunità internazionale, nella creazione del loro Stato. Il premier israeliano ha riconosciuto come "il dolore e le privazioni" subite per anni dai palestinesi siano "uno degli elementi più profondi che hanno fomentato l'odio contro di noi". Hamas. Hamas ha bocciato senza appello la conferenza di Annapolis, dove non è stata invitata, e definisce il vertice "una perdita di tempo". "Si tratta solo di un party di addio a George W. Bush e un tentativo senza speranze di farlo sembrare un grande leader che riesce dove altri leader americani hanno fallito", ha dichiarato Amed Youssef, esponenti di primo piano del movimento di resistenza islamico. Oggi, decine di migliaia di sostenitori di Hamas hanno manifestato a Gaza, mentre a Hebron, in Cisgiordania, un uomo è stato ucciso e altri 35 sono rimasti feriti dalla polizia fedele a Fatah che cercava di disperdere centinaia di persone che dimostravano contro il vertice.

Torna il genio






Dal sito http://www.ansa.it/





ROMA - L'amore, ovvero "il regalo più bello che ci è cascato addosso". Ma anche il sesso, "il motore del mondo", e la politica, "da Voltaire a Silvio Berlusconi". Sono i temi che Roberto Benigni affronterà giovedì sera su Raiuno ne Il V dell'Inferno, in onda in diretta alle 20:30 subito dopo il Tg1 e senza interruzioni pubblicitarie. Lo annuncia lo stesso premio Oscar in una lettera in cui dà appuntamento agli italiani. La serata evento - che culminerà nella lettura del canto di Paolo e Francesca - riporterà Benigni in tv dopo il grande successo della trasmissione del 23 dicembre 2002, L'ultimo del Paradiso, e dopo il trionfale tour TuttoDante, che ha avuto oltre 100 repliche in 48 città diverse e più di un milione di spettatori.

lunedì 26 novembre 2007

I Savoia battono cassa




Vittorio Emanuele di Savoia e suo figlio, Emanuele Filiberto, hanno chiesto ufficialmente allo Stato italiano il riconoscimento di danni morali per un valore complessivo di 260 milioni di euro, senza contare gli interessi, in aggiunta alla restituzione dei beni confiscati alla famiglia Savoia dallo Stato quando nacque la Repubblica italiana.

A rivelarlo gli stessi Vittorio Emanuele ed Emanuele Filiberto che in una intervista che andrà in onda questa sera su Rai Tre a Ballarò spiegano di avere inoltrato la richiesta di danni circa 20 giorni fa con una lettera di sette pagine al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio Romano Prodi tramite i propri legali, Calvetti e Murgia.

Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto ci sarebbero i danni morali dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell'uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Secca e immediata la replica del Governo attraverso il segretario generale della presidenza del Consiglio, Carlo Malinconico, che spiega che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilità legate alle note vicende storiche.

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