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martedì 27 novembre 2007

Indovina chi viene a cena




ANNAPOLIS - Parte sotto i migliori auspici la conferenza di Annapolis tra israeliani e palestinesi. A pochi minuti dall'inizio è arrivata la notizia dell'accordo raggiunto su un documento comune che delinei la cornice dei futuri negoziati per la pace in Medio Oriente. Lo ha riferito un alto responsabile di Tel Aviv. "Le due parti - ha detto - si sono accordate su una dichiarazione congiunta che verrà letta nel corso della conferenza". Ahmed Qorei, capo negoziatore palestinese, ha confermato l'accordo. "Sì c'è un documento", ha detto. Bush. Accolto dagli applausi di tutta la sala ad Annapolis, George Bush ha letto, in apertura della conferenza la dichiarazione congiunta degli israeliani e palestinesi, con a fianco Ehud Olmert e Mohammad Abbas. "Ci siamo accordati per avviare immediati negoziati bilaterali in buona fede per raggiungere un accordo di pace che risolva tutti i problemi in sospeso, compresi i problemi finali, senza eccezione", ha detto Bush, leggendo una dichiarazione congiunta israelo-palestinese. La dichiarazione, stilata dopo lunghi negoziati, impegna le due parti a lanciare negoziati "vigorosi" e "continui" facendo tutti gli "sforzi possibili per giungere ad un accordo entro la fine del 2008", ha aggiunto. La scadenza è chiaramente collegata alla fine del mandato del presidente Bush alla Casa Bianca. Bush ha anche esortato i palestinesi a "smantellare l'infrastruttura del terrore" e a Israele a "rimuovere gli avamposti illegali e a porre fine all'espansione degli insediamenti" ebraici nei territori palestinesi. Il traguardo, ha sottolineato Bush, è quello di giungere alla creazione di "due stati, Israele e Palestina, che vivano fianco a fianco nella pace e nella sicurezza".
Abu Mazen. Il futuro Stato Palestinese dovrà avere Gerusalemme est come capitale: lo ha ribadito oggi ad Annapolis il presidente dell'Anp Abu Mazen nel suo discorso introduttivo. Abu Mazen ha chiesto che Israele ponga fine agli insediamenti ebraici nei territori occupati, auspicando che i negoziati che inizieranno tra breve siano "completi e profondi". Il leader dell'Anp ha anche detto, rivolgendosi direttamente ai leader israeliani, che l'era della violenza e del terrorismo è terminata e si è detto certo che l'occasione fornita dalla conferenza di Annapolis sia "irripetibile". "Domani - ha aggiunto il presidente palestinese - dovremo iniziare negoziati profondi e completi su tutti gli argomenti dello status finale, compreso Gerusalemme, i profughi, le frontiere, gli insediamenti, l'acqua, la sicurezza, e tutto il resto". Per fare la pace, ha ribadito Abu Mazen, bisogna giungere ad "una volontà reciproca e strategica che porti alla fine dell'occupazione di tutti i territori palestinesi occupati nel 1967, compresa Gerusalemme Est, come anche il Golan siriano e quanto rimane del territorio libanese occupato, oltre a risolvere tutte le altre questioni relative al conflitto nei suoi aspetti politici, umanitari, individuali e comuni". Olmert. Nel suo discorso, il premier israeliano Ehud Olmert ha detto ai paesi arabi "che è ora di por fine al boicottaggio nei confronti dello stato di Israele". Israele è pronto a "dolorosi compromessi" sulla strada della pace, ha detto il premier. Olmert si è impegnato in prima persona a partecipare ai negoziati con i palestinesi per raggiungere un accordo di pace complessivo entro il prossimo anno e si è detto fiducioso che "saremo in grado di raggiungere un accordo in linea con l'aspirazione del presidente Bush: due Stati per due popoli". Israele "non è indifferente" alle tragedie sofferte dal popolo palestinese, ha aggiunto Olmert, per questo li assisterà, nell'ambito degli sforzi della comunità internazionale, nella creazione del loro Stato. Il premier israeliano ha riconosciuto come "il dolore e le privazioni" subite per anni dai palestinesi siano "uno degli elementi più profondi che hanno fomentato l'odio contro di noi". Hamas. Hamas ha bocciato senza appello la conferenza di Annapolis, dove non è stata invitata, e definisce il vertice "una perdita di tempo". "Si tratta solo di un party di addio a George W. Bush e un tentativo senza speranze di farlo sembrare un grande leader che riesce dove altri leader americani hanno fallito", ha dichiarato Amed Youssef, esponenti di primo piano del movimento di resistenza islamico. Oggi, decine di migliaia di sostenitori di Hamas hanno manifestato a Gaza, mentre a Hebron, in Cisgiordania, un uomo è stato ucciso e altri 35 sono rimasti feriti dalla polizia fedele a Fatah che cercava di disperdere centinaia di persone che dimostravano contro il vertice.

2 commenti:

Flavio D. ha detto...

Onestamente non sono molto fiducioso, visti i precedenti e visto che da tempo gli scontri tra israeliani e palestinesi avvengono con il coinvolgimento di Hamas...
...e sappiamo come questo pseudo-partito di milizie armate e terroristi abbia spesso boicottato e contrastato l'attività del presidente Abu Mazen.
Non ci resta che provare a sperare...

LR web STAFF ha detto...

Io non sono affatto fiducioso. Un guerrafondaio come Bush non può insegnare la pace.

Apture

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