Sembrava una moderna Vermicino, stavolta finita bene. E invece no, l'incidente era qualcosa di più, un segno del destino, forse. La speranza è "l'ultima a morire", dice un antico adagio. Oggi la speranza s'è infranta. Poveri ragazzini.
EC
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di Clara Zagaria
GRAVINA IN PUGLIA (BARI) - Il soccorso ad un ragazzino di 11 anni, caduto in un pozzo di una casa abbandonata a Gravina in Puglia, ha fatto scoprire in fondo al cunicolo, completamente privo d'acqua, resti umani, che hanno subito fatto pensare ai due fratellini scomparsi il 5 giugno 2005 da Gravina in Puglia, Salvatore e Francesco Pappalardi. "Sicuramente si tratta dei due ragazzini Ciccio e Tore", ha detto il questore di Bari Vincenzo Speranza, uscendo dalla casa padronale dove è stato compiuto un sopralluogo in una cisterna molto stretta di raccolta dell'acqua piovana. "Abbiamo troppi elementi che coincidono". Il Questore ha aggiunto che i bambini "potrebbero essere caduti come potrebbero essere stati buttati".Un elemento importante, inoltre, sarebbe il ritrovamento di alcuni indumenti insieme ai resti, in particolare, di una maglia con cappuccio, con una scritta sul davanti: una maglia simile a quella che indossava Salvatore il giorno della scomparsa. Ha evocato fantasmi sin dall'inizio l'incidente occorso nel pomeriggio al ragazzino undicenne, caduto nel pozzo mentre giocava a pallone con gli amici. Il piccolo sta bene, tranne che per la frattura di entrambi gli arti, ma per tutto il tempo che é rimasto nel pozzo - un paio d'ore - il suo incidente ha evocato il fantasma di Alfredino Rampi, morto in uno stretto cunicolo sotto terra nell'81 dopo che per 18 ore tutta Italia aveva tenuto il fiato sospeso per la sua sorte e seguito in tv le fasi del tentativo di soccorso. Per il ragazzino di Gravina finisce bene, al contrario che per Alfredino Rampi: dopo un paio d'ore viene tirato fuori dai vigili del fuoco. Nel pozzo si sono calati quattro uomini dei nuclei Saf di Bari e di Matera dei vigili del fuoco e sono riusciti lentissimamente a tirarlo fuori, dopo averlo imbracato e legato ad un sostegno rigido. Il piccolo, quando esce dal pozzo, viene immediatamente sottoposto a cure da un medico e infermieri del 118 e portato in ospedale: ha fratture agli arti, ma è lucido e risponde alle domande. Non dovrebbe neanche avere un trauma cranico. Ma, contemporaneamente, la conclusione del suo soccorso produce altri fantasmi: i vigili del fuoco che si sono calati nel pozzo vedono resti umani e lanciano l'allarme. Si pensa immediatamente ai due piccoli Pappalardi cercati in tutti i pozzi e in tutte le gravine del territorio carsico della cittadina murgiana. Sul posto si recano gli investigatori che per mesi hanno seguito le indagini sulla scomparsa dei fratellini e il procuratore della Repubblica di Bari, Emilio Marzano. Il pozzo è in una casa abbandonata nei pressi della pineta e della stazione ferroviaria di Gravina in Puglia, nel centro storico della cittadina murgiana. Tutti pensano che stia per essere risolto definitivamente il giallo della scomparsa dei fratellini, sia pure spezzando per sempre il filo della speranza che siano ancora vivi. Ma sino a che i resti non saranno portati fuori del pozzo la certezza non si potrà avere.
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