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Autore: Marco Castelnuovo
Fonte: La Stampa
"Le contestazioni a Israele sono più gravi della morte del ragazzo".
Ed è subito polemica.
Le contestazioni contro Israele dei centri sociali e della sinistra radicale alla Fiera del Libro di Torino sono «più gravi» di quanto accaduto a Verona dove un gruppo di ragazzi di estrema destra ha aggredito e picchiato mortalmente Nicola Tommasoli. Con le parole pronunciate nel corso della prima apparizione televisiva da presidente della Camera, Gianfranco Fini scatena la durissima reazione di quella sinistra rimasta fuori dal Parlamento che arriva a sostenere che l’ex leader di Alleanza Nazionale «assolve i picchiatori fascisti e si prepara a scatenare nuove repressioni violente come quelle che egli comandò a Genova nel 2001».
Ospite di Porta a Porta con il presidente del Senato, Renato Schifani, Fini invoca la tolleranza zero» contro «i pazzi criminali» di Verona che «vanno messi in galera» ma, fa notare, che «la violenza che c’è nei confronti di Israele è di tipo politico-ideologico. I due fenomeni non sono paragonabili». Quindi «nessun tipo di solidarietà» verso gli aggressorineonazisti che hanno causato la morte del giovane Nicola ma le bandiere bruciate a Torino sono «molto più gravi perché non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che poi cercano di giustificare con una politica antisionista». Episodi, questi, messi in atto «con il consenso della sinistra radicale» che mantiene«una posizione di tipo preventivo verso gli ebrei che si nasconde dietro l’antisionismo».
Vista in Tv, la frase del presidente della Camera assume una certa connotazione. Ma certo, se isolata dal contesto risultano essere particolarmente sbagliate soprattutto a pochissime ore dalla morte di quel povero ragazzo. Fare il presidente della Camera non è come essere un leader politico. Forse questo FIni non l'ha ancora capito.
Ospite di Porta a Porta con il presidente del Senato, Renato Schifani, Fini invoca la tolleranza zero» contro «i pazzi criminali» di Verona che «vanno messi in galera» ma, fa notare, che «la violenza che c’è nei confronti di Israele è di tipo politico-ideologico. I due fenomeni non sono paragonabili». Quindi «nessun tipo di solidarietà» verso gli aggressorineonazisti che hanno causato la morte del giovane Nicola ma le bandiere bruciate a Torino sono «molto più gravi perché non è la prima volta che frange della sinistra radicale danno vita ad azioni contro Israele che poi cercano di giustificare con una politica antisionista». Episodi, questi, messi in atto «con il consenso della sinistra radicale» che mantiene«una posizione di tipo preventivo verso gli ebrei che si nasconde dietro l’antisionismo».
Vista in Tv, la frase del presidente della Camera assume una certa connotazione. Ma certo, se isolata dal contesto risultano essere particolarmente sbagliate soprattutto a pochissime ore dalla morte di quel povero ragazzo. Fare il presidente della Camera non è come essere un leader politico. Forse questo FIni non l'ha ancora capito.
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