Dal sito http://www.la7.it/
E' morto per le gravi ferite riportate nell'attentato kamikaze avvenuto oggi alle porte di Kabul uno dei quattro militari italiani feriti. Daniele Paladini, maresciallo capo dell'esercito di trentacinque anni, sposato e con una figlia, è deceduto durante il trasporto verso l'ospedale di Kabul. (...)
Il presidente del Consiglio Prodi: esprimendo il cordoglio del governo ha ricordato che "l'eroico sacrificio di Paladini ha evitato danni più gravi" e che la strada da percorrere per riportare la pace in quelle terre tormentate è ancora lunga.
Ed ecco l'ennesima tragedia italiana e pugliese in particolare (Daniele era originario di Lecce) della povertà, della politica e della guerra.
Ancora una volta ad agire è qualche poveraccio che riceve la promessa della ricchezza per la propria famiglia e del paradiso per sè...
Ancora una volta a morire è una persona che era lì per lavoro e sicuramente per spirito di umanità e solidarietà.
Mi viene in mente l'eroismo di Daniele e dei suoi compagni rimasti feriti per cercare di fermare l'attentatore, del dramma dei bambini uccisi dalla deflagrazione...
E' giusto mandare in zone di guerra i nostri soldati a morire?
E' giusto tenere fede ad impegni internazionali così delicati?
Oppure è più giusto rinunciare ad una presenza che vuol dire, per la gente del posto, sostegno, mantenimento dell'ordine e ricostruzione?
Siamo tutti commossi... ma non dimentichiamo neanche che la maggior parte dei nostri soldati va in certe zone del mondo perché ci vuole andare, perché lì svolge un lavoro ben pagato e consapevole dei rischi a cui si va incontro.
Per me sono comunque degli eroi e hanno tutta la mia stima e vicinanza...
6 commenti:
Secondo me i militari devono rientrare, subito!
In Uganda c'è un tipo che si chiama Joseph Cony, è il capo dell'Esercito di Resistenza del Signore, una milizia parallela a quella del governo ufficiale: controlla la parte settentrionale del Paese col pretesto che le etnie del nord sono discriminate dal governo centrale. Una sorta di Lega Nord con propositi bellicosi: la guerra di liberazione si è trasformata in un massacro di civili, un milione e mezzo di persone sono sfollati che vivono in campi di fortuna assistiti dalle ONG che riescono a infiltrarsi sin laggiù rischiando la pelle, perchè nessun casco blu e nessun soldato, americano, italiano o spagnolo, è lì a proteggere i volontari che combattono la malaria e l'aids.
Pare che il passatempo preferito di questo tizio sia arruolare bambini, stuprarli e verificarne le capacità militari costringendoli a bruciare vivi o pestare col mortaio i compagni sovversivi.
Il Tribunale internazionale dell'Aia lo ha accusato di 12 crimini contro l'umanità e di 21 crimini di guerra.
Dov'è L'ONU?
Dov'eè L'Italia?
Dove sono gli Stati Uniti?
Dove cazzo siamo noi tutti, mentre questi si scannano tra di loro?
Misero qualunquismo da povera illusa che spera che la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, che ci fa tutti uguali, non sia solo carta straccia?
Forse, ma non chiamatela missione di pace, questa.
La guerra, che sia promossa dalle Nazioni Unite o che derivi dal delirio di un unico pazzo, a me fa schifo.
Certo, se oltre alle "missioni di pace" in Libano, Iraq e Afghanistan, i caschi blu andassero a mettere ordine pure nell'Africa centrale, forse cambierei idea: significherebbe che non usano due pesi e due misure, che la vita di un sudanese equivale a quella di un israeliano e che, forse forse, gli Stati Uniti hanno fatto un passo indietro rispetto al mondo.
Ma un milione e mezzo di persone senza casa nel Sudan non compromettono la pace nel mondo, perchè, bontà loro, si uccidono da soli (e, guarda caso, di petrolio in quelle zone ce ne sta pochino, quasi niente, a dire la verità...): quindi a che pro andarci?
Certo, bisognerebbe cambiar nome a queste missioni di pace, però: bisognerebbe che si chiamassero "missioni di guerra per salvaguardare la pace del mondo occidentale", almeno sarebbe più onesto.
Io la mia bandiera della pace la tengo appesa e col vento di 'sti giorni sventola pure forte, però vorrei sapere che fine hanno fatto quelle di Prodi, di D'Alema e di Rutelli, nonchè quella di Bertinotti e di Caruso, che mi pare ne tenesse una bella grande.
Forte sta Marina
Grazie Marina...
...coinvolegente e diretta come ben ti conosco...
Off topic, che più off non si può.
Nel ringraziarti, Enrico, colgo l'occasione per scusarmi della prolissità dei miei interventi: la prossima volta cercherò di essere più stringata.
Riverisco e saluto, ingegnè: caffè pagato. Ops... yogurt... :-)
No, Marina, non sei prolissa. Non farti problemi di alcun genere. Gli amici di Flavio, tra l'altro, sono amici miei.
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