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martedì 29 marzo 2011


La strage del Canale d’Otranto ricordata a Brindisi dalle associazioni antirazziste.

link foto e video dell'iniziativa a

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/kater_iniziative.htm
Alcune decine di rappresentanti delle associazioni antirazziste della provincia di Brindisi e di Lecce si sono riuniti insieme ad albanesi e cittadini comuni sul molo antistante al capitaneria di Porto a Brindisi per ricordare il 14 esimo anniversario della strage di albanesi della Kater i Rades avvenuta il 28 marzo 1997 nel Canale d’Otranto. Quest’anno l’anniversario è caduto in un momento molto simile a quello in cui avvenne la tragedia che costò la vita ad un centinaio di donne e bambini che fuggivano da Valona in piena guerra civile. In questi giorni alcune migliaia di nordafricani giunti sulle coste italiane, così come allora per gli albanesi , sembrano esser divenuti un problema insormontabile dall’Europa dell’EURO, la moneta più forte del mondo, e intorno ai problemi dell’accoglienza di questi esseri umani sta montando un allarme mediatico al limite del razzismo e che sembra foriero di iniziative che potrebbero ingenerare tragedie come quelle della Kater I Rades: respingimenti in mare, abbordaggi di barconi carichi di profughi, rimpatri forzosi, ecc Per questo motivo lo stesso Padre Alex Zanotelli ha voluto esser presente a Brindisi alla annuale commemorazione dell’affondamento della nave albanese Kater I Rades, dichiarando la sua vicinanza al popolo dei migranti che assumerà proporzioni colossale se non si porrà freno ad un modello di vita, a un Mercato dalle leggi spietate che produce devastazione di territori, impoverimento di culture, danni all’ambiente e alla dignità umana .Creare economie solidali e sostenibili è la soluzione che può frenare l’impulso delle genti a staccarsi dalla propria terra, ha affermato lo stesso Padre Alex. Gli interventi delle associazioni antirazziste brindisine e leccesi hanno teso a ricordare come sia importante mantenere viva la memoria della tragedia della Kater I Rades, della voglia di giustizia dei familiari delle vittime che attendono dopo 14 anni la sentenza di Appello presso il tribunale di Lecce. L’iniziativa di oggi non era comunque solo commemorativa , ma anche per richiamare l’attenzione su un processo che il 28 giugno 2011 molto probabilmente vedrà a Lecce, emessa una sentenza molto importante che potrebbe render giustizia ,o al contrario deludere coloro che da tanto tempo la attendono. Per questo motivo le associazioni antirazziste si impegnano a promuovere una mobilitazione in quella data ( 28 giugno) onde evitare che, qualunque sia la sentenza, essa non passi sotto il silenzio dei media, giornali e TV: Ma l’iniziativa di oggi è stata fatta anche per dare voce alla richiesta che proviene dai familiari delle vittime e dai loro albanesi , alla Marina Italiana, ai giudici, allo Stato italiano, a quello albanese, che lo scafo della Kater I Rades non venga mandato alla rottamazione, come invece è stato disposto dagli stessi giudici di Lecce, che hanno solo dato una proroga di 30 giorni ad un loro precedente decreto che voleva la distruzione dello scafo a partire dal 31 marzo di quest’anno, se l’ambasciata albanese in Italia non avesse fatto sapere la volontà di riprendere i resti della Kater I Rades. “- Raccogliamo una petizione di firme, da entrambe le sponde dell’Adriatico, affinché si faccia pressione sullo Stato italiano e su quello albanese affinché la Kater I rades non venga distrutta! Coinvolgere parlamentari di entrambi i paesi, amministratori locali, affinché questo pezzo di memoria della emigrazione albanese e non solo, non venga distrutto”- Questa è stata una delle proposte fatte dagli albanesi presenti alla cerimonia a Brindisi ed accolta dagli antirazzisti del luogo. Molte le proposte su come farlo: far stanziare fondi affinchè la nave possa ritornare a Valona come chiedono i familiari delle vittime e, se ciò non fosse possibile, richiedere al Comune di Brindisi, provincia e regione Puglia , che si trovi un’area dove ospitare lo scafo della Kater affinché esso sia un ricordo perenne delle tragedie vissute da tutti coloro che sono costretti ad emigrare dal loro paese di origine. “- Brindisi nei giorni scorsi ha ricordato, con grandi cerimonie e convegni, l’accoglienza che diede nel marzo 1991 a 20000 albanesi, perché oggi non potrebbe accogliere questa piccola nave che fu la bara di tanti innocenti?”- Nei prossimi giorni si è quindi deciso di dare avvio ad una serie di iniziative per sensibilizzare opinione pubblica e classe politica locale su tali richieste. Commovente prima del lancio dei fiori è stato il recitare ( in lingua albanese) da parte di una giovane albanese, che vive a Brindisi, della poesia del poeta albanese :Visar Zhiti, dedicata alla “nave piena di angeli che scese verso gli abissi…a cercare le nostre coscienze smarrite “ La poesia inizia così: ELEGIA PER I NAUGRAGHI DEL VENERDI SANTO Le onde del terrore si avvicinano alla costa,il lamento bagna i miei piedipenetra nel corpo,scuotono il cuore, barca speronatache calaa picco. In fondo al marecome nella profondità della terrasono andati i bambini - angelie le donne - sirene di tragedia… Al termine della lettura si è proceduto al lancio dei fiori in mare: il primo è stato un bambino di pochi anni, così come lo erano i figli di Krenar e Mirto Xhavara, di Demiri, di Bestrova, Bekotara e tanti altri , che morirono affogati rinchiusi nello scafo della Kater, poi ad uno ad uno , italiani ed albanesi hanno lanciato i fiori in mare , in silenzio. L’avvenimento è stato seguito con molto risalto da tutte le televisioni locali, regionali e dalla RAI, oltre che dai giornali, con molta soddisfazione degli organizzatori dell’iniziativa che lamentavano l’assenza dei media nelle commemorazioni degli anni precedenti. Presenti all’iniziativa rappresentanti di tante associazioni antirazziste , ambientaliste e pacifiste: l’Osservatorio sui Balcani di Brindisi, Rete antirazzista Salento, NO-CIE Brindisi, Huipalas-Msagne, Emergency, Rete civica brindisina, Forum acqua Pubblica, COBAS , ANPI, del commercio equosolidale , di associazioni femministe come IO DONNA e AIDA e tante altre che ,ancora una volta , dimostrano che Brindisi e la Puglia sono terra di solidarietà e dialogo tra popoli. Le stesse associazioni si sono date appuntamento domenica mattina alle ore 10.00 dinanzi al CIE di Restinco (Brindisi) a reclamare sulle cattive condizioni igieniche in cui sono ospitati i migranti “ospitati” in quel centro e in generale sulle politiche attuali fortemente repressive da parte del governo italiano sul tema della immigrazione. Report redatto dall’Osservatorio sui Balcani di Brindisi Brindisi 28 marzo 2011

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