Riportiamo un interessante articolo espunto da Mesagnesera.it . A chi crede nella musica, la nostra solidarietà. LR web STAFF
Una sfida. Andrea Crastolla, docente di musica e direttore del coro Parsifal, nonostantela giovane età da anni impegnato a fare cultura musicale, è profondamenteamareggiato. Prima di partire con il suo coro per l'Olanda dove terrà un concerto, mette il dito nella piaga di uno dei tanti problemi: l'assenza di unaprogrammazione culturale. Lo stesso sindaco Incalza, probabilmente, resosiconto di quanto sta accadendo, tra le prime questioni da risolvere nellaverifica è proprio il cambio dell'assessore alla Cultura. Nella foto il Coro Parsifal
Andrea Crastolla (nella foto), e con lui la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica mesagnese, si chiede dov'è finita la cultura in questa città. "La cultura - dice Crastolla - è stato il vessillo che Mesagne ha orgogliosamente innalzato negli anni bui in cui la città ha esercitato il suo riscatto dalla morsa della criminalità; la cultura, via preferenziale per il rilancio turistico, di immagine, ed economico, che negli ultimi anni ha visto la restituzione di spazi di prestigio; la cultura, locus della promozione umana ed artistica che ha visto la nascita di nuove realtà che nel giro di poco tempo hanno intercettato l'attenzione nazionale ed extranazionale; la cultura, che ha esportato l'immagine della nostra gente, dei nostri artisti, dei nostri prodotti; dov'è finita?".
Una accusa spietata. Pare che esista una consulta sulla cultura. Andrea Crastolla si chiede ne fa parte, chi la convoca, quale progetto esprime, quale spazio ha per dire a chi governa la città in questo momento che così non va proprio? E menziona le cose che non vanno. Un elenco lungo e pesante. "Il trincerarsi dietro l'esiguità dei fondi quando tocca a chi amministra intercettare i bandi ed elaborarli con la base territoriale; mettersi la coscienza a posto che il Teatro Comunale è attivo, quando "Teatri abitati" meglio conosciuto in regione come "teatri blindati" la cui gestione è affidata a realtà extra cittadine, ha ridotto la città ad un puro bacino di pubblico; far finta che la musica e la danza non esistano, contribuendo ad aumentare il disinteresse da parte di giovani al valutare potenziali iscrizioni presso i conservatori o i licei coreutici; pensare di risolvere la questione riempiendo le caselle del calendario dell'estate mesagnese di appuntamenti che non hanno alcuna attinenza tra loro, che non dicono di nessun progetto e di nessun percorso integrativo tra arti, beni culturali, promozione turistica e interazione con la comunità scientifica".
Poi affronta una questione spinosa: il coro Parsifal, insieme ad altre associazioni presenti nello stabile della ex scuola media Marconi, dovrà lasciare la sede attribuitagli dall'amministrazione comunale a seguito del conferimento del titolo onorifico di "Coro della Città di Mesagne" avvenuto nel 2001 senza dare una soluzione alternativa se non quella di buttare il coro in mezzo alla strada. E con il coro Parsifl dovrà sloggiare anche la banda musicale cittadina. Perché? "Perché - risponde - a Mesagne manca l'indirizzo, mancano i documenti di programmazione e i luoghi del confronto, mancano gli strumenti per leggere la realtà culturale. Lo sfratto perentorio dalla Marconi è l'ennesimo delitto dell'incuranza di chi non ha un progetto e si barrica dietro l'orgoglio politico senza aprire un confronto con i protagonisti della cultura. Non è un problema logistico. Togliere unlocus ad una realtà cittadina significa toglierle significato, eliminare un richiamo ad un impegno all'educazione ai valori sociali e della promozione umana; vuol dire smettere di provocare la città alla cura della formazione di un pensiero critico e solidale. L'esperienza pluridecennale del coro Parsifl ha consentito di agire con lucidità, cercando pur non competendo ad esso in quanto realtà istituzionale per cui l'istituzione deve ricercare il dialogo, individuare le proposte, fornire le soluzioni. di suggerire delle possibilità alternative, sulla scia di quella che è stata la strada maestra dell'attività nei suoi dodici anni: il rapporto con il territorio. Sono stati presentati alcuni progetti, e suggerite idee per la riqualificazione di alcuni spazi "morti" del centro storico della città: il frantoio ipogeo, l'ex enoteca comunale, ed altri.
L'ennesima sconfitta! Abbiamo assistito al penoso carosello di parole vuote, al passamano di interlocutori, dal più alto al più basso, dalla camera all'anticamera, e all'ennesima constatazione che nessuno vuole assumersi la responsabilità di dire "si" o "no" e quello che da un amministratore tutti si aspettano di entrare nel merito e di decidere. Nessuno vuole prendere una decisione, nessuno si sente responsabile. Si vuole annullare una realtà la cui forza motrice, i giovani che scelgono di esercitare il proprio pensiero e ritemprare il proprio spirito, elementi essenziali che stanno alla base di una società sana: ma forse questo è un argomento troppo difficile da capire, per chi dimostra di non curarsene. Per il resto, non resta che dire che qualcuno adotti il coro Parsifal, che qualcuno adotti la cultura a Mesagne, ed appellarsi, a quanti nella società civile stanno a cuore queste cose, e magari hanno i mezzi e possono offrire uno spazio di incubazione culturale in cui queste esperienze possono continuare a sopravvivere, sperando che i tempi cambino, e che cambino in fretta".
1 commento:
Grazie per la roba buona
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