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Il 18 giugno 2008 il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto - costitutivo dal Presidente Bruno Amoroso, i consiglieri Elvio Antonelli e Italo Franco - ha accolto il ricorso nr. 1587/2007 per la sospensione dei lavori (illegali e illegittimi) della base americana Dal Molin a Vicenza!Una vittoria straordinaria: le sovranità nazionale e territoriale sono state salvaguardate dallo strapotere di una potenza straniera che si arroga il diritto di fare guerre per “esportare la democrazia” e di costruire basi militari (cioè depositi di armi nucleari) in ogni luogo. Si tratta certamente di una importantissima battaglia, e anche se la guerra è lunga tale sentenza è un segnale inequivocabile che quando si muovono le persone (e coscienze), i cittadini, qualcosa succede sempre...
Il TAR del Veneto si esprime sulla nuova base Usa di Vicenza: il progetto non è in regola, i lavori non possono iniziare. I veri illegali sono stati smascherati: sono coloro che vorrebbero imporre la nuova base Usa alla città. Leggi la sentenza del TAR [clicca qui]
Il Tar emette la sospensiva sul progetto Dal Molin, accogliendo il ricorso di Codacons e Coordinamento Comitati e decretando di fatto lo stop ai lavori e mettendo fine all’arroganza di chi avrebbe voluto imporre la nuova base Usa a Vicenza senza democrazia e senza una valutazione dell’impatto ambientale. Ecco chi ha commesso le illegalità: statunitensi, il cui bando di gara per l’assegnazione dell’appalto è irregolare; Governo italiano, il cui consenso è definito dal tribunale amministrativo “extra ordinem”; Regione Veneto, sulla cui Vinca (Valutazione d’impatto ambientale) i giudici hanno quantomeno delle perplessità.
I giudici sottolineano l'impatto "del consistente insediamento (e della connessa antropizzazione) sulla situazione ambientale, del traffico, dell'incremento dell'inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere". Nessuna traccia documentale di supporto "è stata riscontrata" sull'atto di consenso "presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d'America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali". Nel procedimento per l'ampliamento della base Usa di Vicenza sussistono anche "altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea". Il Tar rileva ancora che manca ogni riscontro "di avvenuta consultazione della popolazione interessata".
Insomma, chi sosteneva di agire nella trasparenza e nella legalità – ve lo ricordate il commissario Costa? – in realtà ne ha combinata una dopo l’altra, calpestando la democrazia e mettendo a rischio falda acquifera e territorio; tanto che il tribunale amministrativo ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti "inibendo nei confronti di chicchessia l'inizio di ogni attività diretta a realizzare l'intervento”, ovvero ad aprire i cantieri per il Dal Molin.
E’ un risultato forse inatteso, sicuramente importante; il Tar riconosce le ragioni dei tanti vicentini che, in questi due anni, si sono battuti per difendere non solo il territorio in cui vivono, ma anche il proprio diritto ad esprimersi sui progetti che condizioneranno il futuro della città.
Ma, proprio perchè il Tar ci dà pienamente ragione, la nostra mobilitazione non si ferma; questa sentenza deve essere rispettata e a nessuno deve saltare in mente di fare scherzi o di cercare cavilli per raggirarla. Per questo continueremo la nostra mobilitazione: saremo in piazza il 26 giugno, quando il Consiglio comunale si esprimerà in merito, e il 30 giugno manifesteremo fino ai cancelli del Dal Molin: cancelli che dovranno restare chiusi alle ruspe statunitensi.
http://www.disinformazione.it/
Il Tar emette la sospensiva sul progetto Dal Molin, accogliendo il ricorso di Codacons e Coordinamento Comitati e decretando di fatto lo stop ai lavori e mettendo fine all’arroganza di chi avrebbe voluto imporre la nuova base Usa a Vicenza senza democrazia e senza una valutazione dell’impatto ambientale. Ecco chi ha commesso le illegalità: statunitensi, il cui bando di gara per l’assegnazione dell’appalto è irregolare; Governo italiano, il cui consenso è definito dal tribunale amministrativo “extra ordinem”; Regione Veneto, sulla cui Vinca (Valutazione d’impatto ambientale) i giudici hanno quantomeno delle perplessità.
I giudici sottolineano l'impatto "del consistente insediamento (e della connessa antropizzazione) sulla situazione ambientale, del traffico, dell'incremento dell'inquinamento e in ordine al rischio di danneggiamento e alterazione delle falde acquifere". Nessuna traccia documentale di supporto "è stata riscontrata" sull'atto di consenso "presentato dal Governo Italiano a quello degli Stati Uniti d'America, espresso verbalmente nelle forme e nelle sedi istituzionali". Nel procedimento per l'ampliamento della base Usa di Vicenza sussistono anche "altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea". Il Tar rileva ancora che manca ogni riscontro "di avvenuta consultazione della popolazione interessata".
Insomma, chi sosteneva di agire nella trasparenza e nella legalità – ve lo ricordate il commissario Costa? – in realtà ne ha combinata una dopo l’altra, calpestando la democrazia e mettendo a rischio falda acquifera e territorio; tanto che il tribunale amministrativo ha sospeso l’efficacia dei provvedimenti "inibendo nei confronti di chicchessia l'inizio di ogni attività diretta a realizzare l'intervento”, ovvero ad aprire i cantieri per il Dal Molin.
E’ un risultato forse inatteso, sicuramente importante; il Tar riconosce le ragioni dei tanti vicentini che, in questi due anni, si sono battuti per difendere non solo il territorio in cui vivono, ma anche il proprio diritto ad esprimersi sui progetti che condizioneranno il futuro della città.
Ma, proprio perchè il Tar ci dà pienamente ragione, la nostra mobilitazione non si ferma; questa sentenza deve essere rispettata e a nessuno deve saltare in mente di fare scherzi o di cercare cavilli per raggirarla. Per questo continueremo la nostra mobilitazione: saremo in piazza il 26 giugno, quando il Consiglio comunale si esprimerà in merito, e il 30 giugno manifesteremo fino ai cancelli del Dal Molin: cancelli che dovranno restare chiusi alle ruspe statunitensi.
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2 commenti:
Invece si fa...vista la sentenza del Consiglio di Stato
Dura lex sed lex
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