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martedì 24 giugno 2008

Baghdad, morto un italiano




Fonte: ANSA


BAGHDAD - In un attentato a Sadr City, il quartiere sciita di Baghdad, è morto un italiano, oltre a due civili e a due militari americani e a sei iracheni. L'italiano, secondo l'ambasciata americana, era di origine irachena e lavorava per il dipartimento della difesa americano.Il comando americano afferma che "un sospetto è stato arrestato", mentre "fuggiva dalla scena" dell'attentato, "ed è risultato positivo al test per i residui di esplosivo". Ieri due soldati americani sono morti, e tre altri sono rimasti feriti, in una sparatoria nella sede del consiglio municipale della cittadina di Salman Pak, ad una ventina di km a Sud di Baghdad. L'uomo che per primo ha aperto il fuoco è stato ucciso, ha reso noto ancora il comando militare Usa, mentre secondo un conteggio non ufficiale sale così a 4.106 il numero dei soldati americani morti in Iraq dall'inizio dell'invasione, nel marzo 2003. Il bilancio di giugno è invece di 22 morti, e segna un'impennata rispetto a maggio, quando erano stati 19. Sempre stamani, il responsabile del consiglio municipale del quartiere meridionale di Abu Dishir di Baghdad, che ieri era stato rapito, è stato è stato ritrovato cadavere. Non esiste un conteggio aggiornato dei funzionari municipali uccisi negli ultimi tempi in Iraq. Gli ultimi dati risalgono all'anno scorso e stabiliscono che dal marzo 2003 al luglio 2007 sono stati almeno 250. "I Gruppi Speciali (ovvero, nel linguaggio militare Usa, le milizie sciite addestrate e finanziate dall'Iran) temono i progressi e hanno paura del potere della popolazione" ha affermato il colonnello americano John Digiambattista, commentando l'attentato di oggi. Parole che riflettono la tensione crescente in vista delle elezioni provinciali che si svolgeranno in tutto il Paese ad Ottobre e che sono considerate cruciali per rafforzarne la stabilità. La normativa che le riguarda è però ancora da definire con una apposita legge e il dibattito parlamentare in merito sembra in fase di stallo su elementi come il divieto dei simboli religiosi nella campagna elettorale o la rappresentanza femminile nelle liste.

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