Per i tifosi e non...
...una immagine di noi italiani e del nostro sport preferito...
Dal grande Vittorio Zucconi sul sito de "La Repubblica".
http://www.repubblica.it/2008/06/rubriche/euro-in-testa/roulette-azzurra/roulette-azzurra.html
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Passati come al solito dagli abissi della depressione ("siete tutti una manica di mangia carote a ufo") all'esaltazione dell'eterno cornuto che crede al "te lo giuro non lo faccio più" fino alla prossima volta, ora scopriamo di essere graaaandi, dopo avere avuto la certezza di essere scaaaarsi. Nella realtà, siamo soltanto, nel pallone come nella vita della nazione, "survivors", campioni del "domani si fa credito". Eroi a prestito.
Il vero eroismo, dice chi per sua sfortuna ha visto la guerra, non è lanciare la stampella contro la trincea nemica o farsi sbudellare in una carica all'arma bianca contro i panzer, ma è restare vivi per poter combattere un altro giorno. E questo ha fatto la squadra italiana misericordiosamente di bianco vestita e salvata, prima che dalla eliminazione, da quell'orribile completino azzurro genere "dormi e cresci tesoro della mamma".
Come avevamo facilmente previsto alla vigilia di questo Europeo, l'Italia "favorita", "campione del mondo", benedetta dai competenti ed esperti, ribollente di attaccanti dalla mira e dal piede micidiali ha cominciato a muoversi quando si è trovata di fronte alle rovine della propria presunzione e non ha ancora fatto, dopo quasi 300 minuti di gioco, un solo gol valido su azione manovrata. Così confermando ancora una volta che il nostro è un popolo che se prima non prende legnate sulla testa e non si sente con le spalle al muro (crollato) non si alza, non rimuove la spazzatura fino a quando non invade la mia strada, si siede e si contempla nello specchio del proprio vittimismo, che è semplicemente l'altra faccia della boria.
Ieri, giocando molto mediocremente, sbagliando passaggi e gol a grappoli, ballando in difesa, affidandosi ancora una volta a una sensazionale parata di Gianluigi "Ecce Porter" Buffon e dimostrandosi incapace di organizzare un solo contropiede tagliente nei 60 minuti giocati in vantaggio di un uomo e di un gol - un sogno delle Italie di altri tempi - ha battuto la Francia, ha inghiottito tutte le maldicenze e i sospetti sugli Olandesi, che sono da sempre i più grandi professionisti che bruchino l'erbetta degli stadi e sanno di essere pagati per cercare di vincere. E ha fatto giustizia dei due "Fattori C" che già avevano offerto i soliti alibi a tifosi che, da bravi italiani, non vogliono mai accettare sconfitte e responsabilità, e prima ti impiccano e poi cercano di resuscitarti, impresa riuscita, secondo alcune fonti, a uno solo.
CONTINUA...
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