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sabato 7 febbraio 2009

La Quiete?



Mi chiedo se la Quiete che vive Eluana sia talmente priva di coscienza da giustificare la scelta di un padre di porne fine.
Quanto è sconvolgente pensare alle sofferenze di un padre che vive la non vita di una figlia, così come è angosciante pensare che se Eluana, dietro la suo stato vegetativo, magari ha dei pensieri e vive... che vita potrebbe mai essere?
Che vita pottrebbe mai essere quella di giacere bloccata in un letto senza che la tua mente (se attiva) possa comunicare con alcuna parte di te... non puoi muoverti, non puoi sorridere ... non puoi fare nulla...
Eppure chi può mai arrogarsi il diritto di decidere se una vita è dignitosa o meno?
Di toglierti il cibo piuttosto che accudirti?
Di toglierti l'acqua piuttosto che continuare a starti accanto?
Di toglierti la vita ...
Sono confuso al solo pensiero... eppure quando ieri Berlusconi ha preso l'iniziativa che sappiamo ho gioito. Forse un'inizativa dispotica, ma giusta.
E mi chiedo: cosa pensa Dio se non siamo capaci di coltivare il dono più affascinante che ci ha fatto, qualunque ne sia la forma?
Faccio parte di una associazione di volontariato che opera in ospedale per stare accanto a chi ha più bisogno. Ogni settimana soffro nel vedere chi soffre, ma ogni volta sono felice di provare a condividere e partecipare al dolore altrui, e mai penserei che la soluzione per una non vita sia la fine della stessa.
A chi può interessare: www.avulsspuglia.it
Flavio D.

1 commento:

Marina... ha detto...

E' una vicenda davanti alla quale resto dubbiosa e turbata. Quello che so è che serve al più presto una legge che concilii in modo quanto più democratico possibile l'etica della vita col diritto dei singoli ad autodeterminarsi. I giudizi di valore e disvalore, l'emotività del "sembrava dormisse, aveva la pelle così liscia", i risvolti di crisi istituzionale e sciacallaggio politico, la crociata dei religiosi contro Beppino e degli anticlericali contro chi accendeva candele per quella vita spenta dovrebbero restare fuori dalle aule parlamentari.
In questi giorni ho provato vergogna, dolore e disgusto sia nei confronti di chi applaudiva alla morte di Eluana considerandola una gioia e un'affermazione di libertà, sia nei confronti di chi chiamava boia o assassino suo padre senza considerare che quell'uomo piangeva una figlia morta due volte, diciassette anni fa e lunedì sera. L'amore ha tante forme, la vita e la morte pure.
Se tutti imparassimo a tacere...

Apture

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